di: Roberto Pecchioli
Non si sa se ridere o piangere.
Purtroppo, è una cosa seria, se il termine si può applicare alle
questioni riguardanti il governo italiano. “Stiamo lavorando con uno
scienziato di fama internazionale alla creazione di un algoritmo verità
che, tramite l’intelligenza artificiale, riesca a capire se una notizia è
falsa”. Non si tratta di una battuta o della fanfaronata di qualche
dottor Stranamore, bensì delle parole di Marco Carrai, potente esponente
del cosiddetto giglio magico, l’accolita degli intimi di Matteo Renzi,
considerato tra i massimi esperti italiani di cybersicurezza.
Imprenditore del ramo, fu a un passo dalla nomina ai vertici dei servizi
di sicurezza informatica del governo del Rottamatore fiorentino.
Il giornale Il Fatto Quotidiano
adombra una sua vicinanza ai servizi segreti israeliani. Un brano di
un’intervista del marzo scorso è illuminante, con la descrizione di una
cena presso l’ambasciatore dello Stato ebraico in Italia, che presentò
così Carrai ai suoi commensali romani: “Non sapete neanche il
suo nome, ma vi assicuro che è tra gli uomini più importanti del vostro
Paese. Apparve lei. Quali interessi ha in Israele, perché viene
accostato al Mossad?” Risposta: “Sono molto legato a Israele e
mi riconosco nella sua storia e identità. È un luogo sempre sull’orlo di
una guerra, dove però si riesce a creare innovazione come solo in
California. Le mie società trovano lì larga parte del loro sapere. Non
sono purtroppo il primo né sarò l’ultimo che, essendo vicino a Israele,
viene dipinto come vicino al Mossad. Preferisco essere accostato
impropriamente al Mossad piuttosto che al Ku Klux Klan. E quindi me ne
faccio una ragione.”
Valuti il lettore se prestar fede ai
dubbi del giornale di Travaglio e Padellaro o all’imprenditore renziano
originario del Chianti. Fatto sta da qualche giorno, rilanciata
addirittura dal New York Times, è esplosa una polemica che accusa di
diffusione di bugie, false notizie (adesso è obbligatorio chiamarle fake news)
piattaforme informatiche e siti di informazione legati – guarda caso –
all’opposizione italiana, Lega e Movimento 5 Stelle. Nel frattempo,
qualcuno, con ammirevole tempismo – honni soi qui mal y pense
(sia punito chi fa cattivi pensieri, è il motto dell’Ordine della
Giarrettiera) – ha presentato in Senato un disegno di legge volto a
colpire con pesanti multe e gravi peni detentive i propalatori “di
notizie false che suscitano allarme sociale, spesso immesse nel circuito
dei social network per condizionare l’opinione pubblica di un Paese”.
Obiettivo dei proponenti, i benemeriti senatori democratici Luigi Zanda,
antico collaboratore di Cossiga, ergo stretto conoscitore del
mondo dei “servizi” e delle barbe finte, e Rosanna Filippin, avvocato di
Bassano del Grappa prestata al servizio della Patria, è sanzionare chi
commette questo tipo di delitti contro la Repubblica.
Il bue dà del cornuto all’asino: il
potere, nella sua versione politica, così come i suoi rappresentanti nel
sistema informativo, tecnologico, finanziario e multinazionale, è
infatti il maggior fornitore di notizie false al mondo. Poiché la grande
rete Internet ha dimostrato la capacità di aprire spazi di libertà,
dibattito, diffusione di notizie non filtrate dagli interessi del
potere, attitudine a offrire visioni dei fatti diverse, spesso
divergenti dalla verità ufficiale, basta libertà, occorre chiudere la
porta ad ogni sorta di opposizione al sistema.
La verità non deve essere
più ricercata né indagata: si torna alla Pravda di sovietica memoria –
che significa appunto verità- e si passa alle maniere forti, poiché
verità è menzogna, libertà è schiavitù e ignoranza è forza. Principi
invertiti, scolpite nel marmo della sede del Partito al potere nella
distopia di Orwell, che fanno il paio con un’altra intuizione dello
scrittore inglese, nella Fattoria degli animali: in tempi di menzogna
universale, dire la verità è un atto rivoluzionario. E sempre più
pericoloso, aggiungiamo noi.
La cosiddetta e sedicente democrazia è
diventata feroce quanto e più delle dittature classiche, allorché si
tratta di reprimere chi si discosta dalla Verità/Pravda. Il filosofo
Diego Fusaro ha scritto che l’ordine dominante non reprime il dissenso,
ma opera affinché esso non si costituisca. Fa in modo che il pluralismo
del villaggio globale si risolva in un monologo di massa. (Pensare
altrimenti). Evidentemente, siamo entrati in una fase ulteriore, di vera
e propria proibizione, mascherata, ovviamente, da buone intenzioni,
virtuose profferte di protezione dei cittadini dai nuovi cattivi, ovvero
i diffusori di falsità, “fake news”.
Strano
davvero che i proprietari, divulgatori, controllori dell’intero sistema
tecnologico, informativo e di intrattenimento generale sentano il
bisogno di sprangare le poche porte aperte al dissenso. Da un lato, è un
fatto positivo, il segno che nel mondo non tutto è sotto il controllo
dell’Impero, e che la controinformazione ha centrato i suoi obiettivi,
ha colto alcuni bersagli. La reazione è pesante, e non resta che
sperare, come Holderlin, che “dove cresce il pericolo, cresce anche ciò
che salva”.
Facciamo qualche esempio pratico. Uno
dei cavalli di battaglia dell’aggressiva campagna contro le “fake news” è
il ruolo della Russia. L’ossessione americana contro il Cremlino, la
Russia e Vladimir Putin ha raggiunto estremi che, se non fossero frutto
di un preciso, criminoso, cinico disegno geopolitico, dovrebbero essere
affidati alla psichiatria. La Russia avrebbe determinato, attraverso
false notizie, l’elezione di Donald Trump, la Russia è dietro la Brexit,
valanghe di “trolls”, ossia messaggi informatici pirata provenienti
dalla steppa volti a disturbare o fomentare gli animi invadono la rete
in Inghilterra, Putin è il suggeritore del separatista catalano
Puigdemont e via delirando.
Premesso che i russi sono effettivamente
ottimi conoscitori dei segreti delle reti tecnologiche, come sanno
milioni di utenti dei loro antivirus, l’attacco mosso dall’Occidente
agli interessi politici, strategici, economici e nazionali della Russia
da quando, dopo oltre un decennio di sottomissione seguita alla
dissoluzione dell’Unione Sovietica , l’Orso moscovita si è svegliato dal
letargo, non conosce soste, non si ferma davanti a nulla – tanto meno
dinanzi alla verità- ed è oggettivamente il più grave elemento di
rischio per la pace mondiale. Nulla da stupirsi, dunque, se da Mosca
usano le armi che hanno per fare controinformazione, e sono diventati
così bravi che la galassia multilingue Russia Today ha superato, per
utenti e credibilità, i grandi canali informativi sedicenti indipendenti
d’ oltre atlantico, come la CNN. Per il resto, devono essere davvero
dei geni, in riva al Volga e al placido Don, per decidere l’esito delle
elezioni presidenziali della capitale dell’Impero, gettare fuori
dall’Unione Europea l’ex potenza egemone del passato, l’Inghilterra, ed
essere i registi occulti e direttori d’orchestra di tutto ciò che non
piace dalle parti di New York (e Tel Aviv).
E’ sin troppo ovvio ricordare le pesanti
intromissioni statunitensi, dirette sfacciate e di lunga durata nella
politica, nell’ economia e nelle contese elettorali di mezzo mondo, sino
all’organizzazione di colpi di Stato, utilizzo delle reti sociali per
fomentare le primavere arabe, le rivoluzioni arancione nell’area ex
sovietica, il finanziamento provato ad organizzazioni islamiste. Agli
immemori, dovremmo rammentare la fake news più grande, cioè la bugia
sfacciata con tanto di polverina mostrata al mondo intero, relativa alle
armi di distruzione di massa di Saddam che hanno giustificato una
guerra le cui devastazioni sono ancora vive sulla pelle di quanto resta
dell’Irak.
Da anni, dominano la scena delle
informazioni ed operazioni riservate le Organizzazioni Non Governative,
quasi tutte americane, finanziate senza risparmio da ambienti economici e
finanziari globalisti o direttamente da fondi riservati delle agenzie
spionistiche occidentali. La loro capacità di influenzare le opinioni
pubbliche del mondo, orientare il taglio delle notizie, costruire verità
di comodo sono risapute. Lavorano per loro ben retribuiti gruppi di
pressione con al vertice i migliori cervelli del pianeta, i famosi
pensatoi o “think tank”.
In uno di essi ci siamo imbattuti
cercando notizie di prima mano su eventi internazionali. Si chiama
European Values, Valori Europei, ha come simbolo un cavallo rampante ed
ha sede nella Repubblica Ceca. Il Pegaso praghese riconosce di ricevere
sovvenzioni da donatori privati (oh!) e di essere proclive alla politica
degli Stati Uniti. Il suo compito (“un duro lavoro, ma qualcuno deve
pur farlo”, dicevano i Blue Brothers) consiste nello svelare le mene del
Cremlino contro l’Europa. Periodicamente, gli imparziali studiosi
cechi, sempre a caccia di “fake news”, anzi trattandosi di questioni
russe, di disinformacija, conferiscono un polemico premio Putin al politico o intellettuale preso di mira, definito, alla sovietica d’antan, utile idiota.
Stavolta è toccato al catalano Puigdemont, che, nella scala elaborata dai “debunkers”
cechi (debunker è colui che smaschera le bugie dei cattivi) ha ottenuto
ben 4,25 punti su un massimo di 5. Insomma, anch’egli è un agente al
soldo dei torvi moscoviti nemici dei “valori europei”. Al contrario, in
un passato recente, sono giunti pubblici segnali assai condiscendenti
verso il separatismo catalano da parte israeliana; gli interessi di
alcune monarchie arabe del Golfo sono fortissimi nella regione di
Barcellona; recentissima è stata la pubblica celebrazione, nella
Generalitat catalana, dei trecento anni dalla fondazione della
massoneria. La presidente Forcadell, nel corso della cerimonia solenne,
ha esaltato il debito dell’indipendentismo locale nei confronti della
libera muratoria regionale, la più influente della Spagna, tra i cui
esponenti figurano i massimi dirigenti politici e finanziari della
Catalogna.
Valori Europei monitora attentamente la
catena informativa Russia Today e segnala ben 2.000 politici americani
ed europei che vi sono stati ospitati. Indica l’attore Steven Seagal,
letteralmente, come “fantoccio del Cremlino”. Dopo avere svelato le
trame di Putin in Inghilterra, Austria, Ungheria e Repubblica Ceca, il
sito pubblica una corposa guida dell’influenza russa con capitoli per
ciascuno stato dell’Unione Europea. L’Italia non ne esce bene, in quanto
“Kremlin friendly”, ma si cita con sollievo la presenza di
alcuni istituti geopolitici attivi sul versante occidentalista, si
deplora l’esito negativo del referendum costituzionale del 2016, perduto
da Renzi. La presidente della Camera Laura Boldrini è vista di buon
occhio in quanto punta di lancia nella lotta contro le false notizie.
La parte più interessante della guida – forse adottata come livre de chevet
dagli incliti senatori Zanda e Filippin, difensori della Verità
Ufficiale ed Imperiale e corrieri dello Zar democratico, riguarda la
risposta dei paesi europei all’” aggressione russa in Ucraina”, la
necessità, da parte degli Stati e della società civile di mobilitarsi
per contrastare l’influenza ostile del Cremlino e “proteggere il
processo elettorale democratico”. Ovviamente, si insiste sulla necessità
di “contrarrestare il discorso di odio e le notizie false nelle
piattaforme online”. E’ interessante osservare che una semplice ricerca
in rete presenta European Values accanto ad organizzazioni come la
potentissima Open Society, la struttura promossa da un noto cavaliere
senza macchia della Democrazia, della Libertà e della Verità come George
Soros, che recentemente vi ha fatto confluire gran parte del suo
immenso patrimonio.
Insomma, è in pieno svolgimento una
sistematica operazione di discredito, criminalizzazione del dissenso con
annessa repressione penale e finanziaria di chiunque osi mettere in
dubbio, criticare, sottoporre a verifica indipendente qualunque aspetto
della “narrazione” ufficiale del sistema globalista di mercato fattosi
impero. Nel mondo invertito, le vittime diventano carnefici, i padroni
di tutto vengono presentati come i difensori del Bene, del Giusto e del
Vero, impegnati in una lotta all’ultimo sangue contro un’improbabile
Spectre planetaria che fabbrica e diffonde h. 24 menzogne per manipolare
i gonzi contro il benevolo regime mondialista. Siamo dinanzi ad un
totalitarismo inedito, soffice, avvolgente, apparentemente leggero come
una piuma, ma diversamente spietato contro chi resiste.
Alla politica non è più assegnato
neppure l’antico ruolo di cameriere di chi comanda davvero, ma solo
quello di sgherro, poliziotto cattivo, giusto repressore non di un
semplice dissenso, ma di un attentato alla verità, il cui unico
depositario, alla faccia della libertà, della democrazia e del libero
pensiero, è il Potere. Non pensarla come è prescritto si converte in
delitto di odio, poiché il potere ha sempre la necessità di indicare un
nemico assoluto, qualcuno cui revocare d’imperio e tra gli applausi del
pubblico la qualifica di essere umano. Parole illuminanti, al riguardo,
restano quelle di Carl Schmitt sul nemico assoluto nella Teoria del
Partigiano. Un potere che, per restare nella metafora russa, dovremmo
chiamare con affetto e deferenza batjuska, piccolo padre, premuroso, provvidente, pensa per noi e conosce ciò che è bene per tutti.
In Italia la marcia inarrestabile delle
leggi penali contro il libero pensiero prosegue, coadiuvata dalla psico
polizia del mondo accademico, giornalistico e dello spettacolo. Dopo la
legge Mancino, dopo le norme che colpiscono le convinzioni legate alle
inversioni sessuali ribattezzate omofobia, e naturalmente la legge Fiano
che castigherà calendari e immagini di un regime finito tre quarti di
secolo fa, arriva l’algoritmo verità!
La scienza schierata sulla trincea del
bene: un sollievo. Un modello matematico preconfezionato da qualcuno su
indicazione di qualcun altro identificherà la verità, la separerà dalla
menzogna come il grano dal loglio. Utilizzeranno l’intelligenza
artificiale, ovvero la disciplina che studia fondamenti, metodologie e
tecniche atte a riprodurre i processi mentali umani. Viene voglia di
cavarcela con una battuta, e concludere che c’è bisogno di
un’intelligenza artificiale per inventare bugie sempre nuove e magari
per fornire, in perfetta neolingua orwelliana, la definizione
scientificamente inconfutabile e postmoderna della verità: ciò che
conviene al potere!
In Germania, come sempre, sono arrivati
prima di noi: infatti un giornalista è stato condannato a sei mesi di
carcere per aver pubblicato una verità del passato. Ha postato in rete
la fotografia – reale- del Gran Muftì di Gerusalemme durante il suo
incontro con i gerarchi nazisti nel 1941. E’ un fatto storico, ma,
dicono i giuristi tedeschi, indegni successori di Savigny e della scuola
storica del diritto, è delitto di odio, giacché mette in cattiva luce i
mussulmani. E’, dunque, una fake news sui generis, da reprimere penalmente. Questo non è il futuro che ci aspetta: è già il presente.
Del resto, anche in Italia le multe
pesantissime previste dal duo Zanda-Filippin funzioneranno egregiamente
da autocensura. Nessuno rischierà la rovina economica propria, della
famiglia e della sua azienda per sfidare il Bene ed il Vero costituiti
in pubblica accusa, tribunale, ufficiale giudiziario. Due minuti di odio
obbligatorio a reti unificate verso i nemici di Lorsignori, i nuovi
Emmanuel Goldstein avversi al Partito Liberale Universale dell’Impero
della Verità, rassicureranno quotidianamente il Popolo Consumatore.
Tempi ancora più bui dei presenti si
avvicinano a grandi passi, nell’indifferenza del gran ballo Excelsior di
ciò che rimane di popoli che hanno fatto la scienza, la storia, la
cultura, in una parola la civiltà. Ridotti a prestar fede
all’algoritmo-verità dei padroni della menzogna, prigionieri
dell’intelligenza artificiale, dopo aver gaiamente rinunciato a quella
ricevuta dal Creatore, con la politica serva e complice ridotta a negare
la verità di ieri per proclamare la menzogna di domani. Homo sapiens…
Digitate:"r.faurisson l'olocausto e' una MENZOGNA" e"l'antisemitismo e' un TRUCCO video" detto dal ministro EBREO Aloni e'il Colmo.Capite il BUON Pecchioli che giri arzigogolati deve fare per non dire LA parola che gli farebbe perdere LA pagnotta quotidiana ,e siamo su internet pensate in TV ! Manco un HIC si puo dire contro il padrone EBREO dittatore 20 volte Mussolini.DELENDA FIANO SEMPER
RispondiEliminaDELENDA FIANO, HEIL HITLER, W BENITO MUSSOLINI ED IL FASCISMO !!!!!!Lucio Astarti
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