di: Fabio Calabrese
Certamente avrete notato che negli
articoli che ho pubblicato ormai da diverso tempo su “Ereticamente” ho
affrontato tematiche culturali, riguardanti la nostra Weltanschauung,
metapolitiche, storiche, ma il piano strettamente politico l’ho
lasciato da parte, e il motivo penso che tutti voi lo comprendiate: la
ripugnanza per una situazione che ben conosciamo e che fa sempre più
schifo.
Tuttavia non è possibile tirarsi fuori
da esso se si vuole fare dell’onesta informazione, e non è possibile non
segnalare il fatto che probabilmente siamo alla vigilia di un vero e
proprio salto di qualità, in poche parole, se finora siamo stati
immersi nei liquami fecali fino al collo, ora essi stanno per arrivarci
al livello della bocca e del naso.
Mala tempora currunt, detto nel linguaggio dei nostri remoti padri, ossia ben tristi e squallidi i tempi nei quali viviamo!
Le due novità che ci aspettano per fine
anno, destinate con ogni probabilità a segnare una svolta di ulteriore
negatività in una situazione di per sé già tragica sono sul piano
internazionale le elezioni presidenziali americane, e su quello interno
il referendum istituzionale del 4 dicembre.
Cominciamo con le prossime elezioni
presidenziali americane. Qui tocca ripetere un discorso fatto già non so
quante volte. C’è un sacco di persone in ambienti che si presentano
come a noi contigui, e sembrano avere una grande capacità di ingenerare
confusione anche fra i “nostri”, che di volta in volta si entusiasmano
per il candidato più “di destra”, il candidato repubblicano, e la cosa
oggi si ripete puntualmente, anche se il candidato repubblicano alla
Casa Bianca, Donald Trump, che sia un personaggio grottesco è il minimo
che si possa dire.
In questi casi opera una catalogazione
politica di tipo meccanico (“chi è più “a destra” è più vicino “a noi”)
che fa dimenticare il fatto fondamentale che chiunque sieda alla Casa
Bianca, gli Stati Uniti sono il nemico, la potenza estranea che
da settant’anni domina e opprime l’Europa, non solo, ma le cui ideologie
diffuse da un possente sistema mediatico ne inquinano la cultura, e
oggi la stessa sostanza etnica (se oggi siamo minacciati dall’invasione
allogena e dal meticciato, possiamo ringraziare la destabilizzazione del
nord-Africa e dei Balcani provocati dalla NATO attraverso le cosiddette
primavere arabe e l’aggressione alla Serbia nella crisi della ex
Jugoslavia).
In più, che reciti questo ruolo in buona
fede per pura insipienza caratteriale o ne sia coscientemente complice,
Donald Trump sembra un personaggio appositamente “costruito” per
sbarrare la strada a un candidato repubblicano più valido che potesse
dare ombra all’annunciata ascesa di Hillary Clinton alla Casa Bianca,
tanti e tali sono stati gli scivoloni e le gaffes che gli hanno fatto
man mano perdere fette sempre più ampie di potenziale elettorato dopo
aver ottenuto la nomination.
Hillary Clinton la conosciamo bene,
tornerà verosimilmente alla Casa Bianca da presidente dopo esserne
uscita come first lady, e noi possiamo di certo ironizzare sul marito,
Bill, che dopo esservi uscito da presidente, vi tornerà come
l’equivalente di una first lady, ma tutto ciò che sappiamo su questa
donna non può che provocarci la più acuta delle preoccupazioni, dopo la
presidenza di Barack Obama, sembra destinata a confermare la veridicità
del detto che al peggio non c’è mai fine.
Se un giorno sarà rimasto qualcuno a
raccontare la storia di questi anni con obiettività, sarà difficile che
non arrivi a concludere che il primo presidente di colore nella storia
degli Stati Uniti è anche stato uno dei peggiori in assoluto, il cui
doppio mandato è stato contrassegnato da una politica estera che ha
provocato, da un lato una forte destabilizzazione del Medio Oriente con
le cosiddette primavere arabe, dall’altro un acuto inasprimento della
contrapposizione alla Russia che sotto molti aspetti sembra un ritorno
alla Guerra Fredda (e pensare che sulla base di una semplice
dichiarazione di intenzioni, gli fu assegnato un nobel per la pace fra i
più ridicoli e immeritati di tutti i tempi).
Dal punto di vista economico la
presidenza Obama è stata caratterizzata dallo spostamento in Europa
della crisi nata negli Stati Uniti dallo scoppio della bolla speculativa
dei mutui subprime, mediante un meccanismo per il quale le banche
europee hanno comprato dalle banche americane i loro crediti inesigibili
e li hanno rivenduti ai loro clienti come “prodotti finanziari”,
bruciando in questo modo soprattutto i risparmi di milioni di piccoli
risparmiatori. Questo ci dà un’idea di come gli Stati Uniti considerino
l’Europa: un cortile dove buttare le proprie immondizie. Ma soprattutto
possiamo pensare che la Casa Bianca sia stata estranea e ignara di
un’operazione finanziaria di questa entità?
Ma Hillary Clinton è dichiaratamente
intenzionata a fare peggio di così. Questa donna non ha mai nascosto di
essere una fanatica filo-sionista, disposta a provocare la terza guerra
mondiale pur di compiacere Israele.
Se dovessimo cercare in Europa una iena
in gonnella del medesimo stampo, sarebbe difficile indicarne altre
tranne Christine Lagarde, colei che ha fatto di tutto per dimostrarci il
carattere parassitario e vampiresco della cosiddetta UE istituita a
danno dei popoli europei. Siamo sinceri, neppure Laura Boldrini arriva a
questi livelli sebbene ci provi con tutte le sue forze.
Noi in Italia Hillary Clinton ce la
dovremmo ricordare piuttosto bene, soprattutto per il ruolo che ha avuto
come segretario di stato nell’esercitare pressioni sulla “giustizia”
italiana nel caso Kercher in modo che il processo d’appello portasse
all’assoluzione della probabile assassina Amanda Knox, nella stessa
linea di condotta che a suo tempo negò alla nostra magistratura di poter
processare l’assassino di Nicola Calipari e i responsabili della strage
del Cermis. Vogliamo scherzare? I servi non possono giudicare i
padroni, e appunto servi gli yankee ci considerano, anche se le solite
lobby mediatiche liberal, di sinistra e democratico-buonista fanno di
tutto e faranno ancora di più una volta che costei si sarà insediata
alla Casa Bianca, per nasconderci questa ovvia verità.
Gli Stati Uniti sono “la più grande
democrazia del mondo” e nello stesso tempo la più grande riprova
planetaria del fallimento della democrazia. Ogni volta che si affronta
il discorso della politica americana, non si può non provare una
sensazione di straniamento: l’opinione pubblica americana è divisa
all’incirca a metà fra repubblicani e democratici. I repubblicani
rappresentano gli interessi del ceto alto imprenditoriale e finanziario,
i democratici quelli delle lobby ebraiche e di un ristretto ceto di intellighenzia radical-chic,
qualcosa che tutto insieme non arriverà nemmeno all’1% della
popolazione, una massa di 300 milioni di persone che in uno stato fra i
più dotati di risorse al mondo, non è riuscita mai ad avere nemmeno un
embrione di stato sociale decente. Non che in ciò vi sia nulla di
misterioso, la gente comune negli USA sembra incapace di distinguere la
vita dei ceti privilegiati dalla propria, perché sottoposta a un
continuo lavaggio del cervello mediatico, alla droga televisiva che la
induce a scambiare le soap opera per la vita reale e la vita reale per una soap opera.
Venendo alle vicende di casa nostra, occorre osservare una cosa in premessa: il regime di cui il governo Renzi è espressione non ha nessuna legittimità.
Se al di là dei vuoti formalismi si
guarda alla sostanza delle cose, è molto difficile o impossibile credere
alla democrazia: la cosiddetta volontà popolare che dovrebbe essere la
base giuridica dei regimi democratici, può essere plagiata dal sistema
mediatico a piacimento del potere effettivo, e non vale di più, e
probabilmente di meno dell’antica concezione del diritto divino. Le
democrazie che ci opprimono da settant’anni, poi non sono che dei
proconsolati o dei vassallaggi del dominio statunitensi dell’Europa, un
tempo della sua parte occidentale, e oggi esteso anche a quelli che un
tempo erano i Paesi del Patto di Varsavia.
Tuttavia ammettiamo che c’è una certa
gradualità anche nella fragile legittimazione costituita dalla volontà
popolare, e quella del regime di cui il governo Renzi è espressione, è rigorosamente zero.
Non scordiamo che esso, attraverso un doppio passaggio del testimone,
Monti-Letta e Letta-Renzi, nasce dal “golpe” del 2011 che ha portato
alla fine del governo Berlusconi, cioè dell’ultimo governo espresso da
una maggioranza parlamentare eletta dal popolo, un governo che si basa
su di una maggioranza parlamentare fittizia che non trova rispondenza
nel Paese, nata dal voltafaccia del signor Alfano e di quelli che,
barattando la coscienza con la poltrona l’hanno seguito abbandonando il
centrodestra, ed è stata poi rafforzata dall’analogo voltafaccia del
Giuda di riserva, Verdini e rispettivi sodali.
Tutto ciò è stato reso possibile anche
dal fatto che la costituzione del 1948, “la più bella del mondo” prevede
che i parlamentari siano eletti senza vincolo di mandato, cioè
che una volta eletti non debbano minimamente rispondere agli elettori
di quello che fanno. Questa, e altre trappole che servono a vanificare
la volontà popolare, sparse abilmente nel “dettato costituzionale”, come
il divieto che i trattati internazionali siano sottoponibili a
referendum, cosa che è servita ad esempio per calare sulle nostre teste la legnata del trattato di Lisbona senza nemmeno dircelo, sono i punti che la riforma costituzionale del signor Renzi non si sogna minimamente di emendare.
Al contrario, questa riforma ha lo scopo
preciso di sostituire un senato dove il premier abusivo incontra
qualche difficoltà, con un senato di nominati che lui e il suo entourage
potranno scegliere a piacere.
Sarà il caso di osservare che del resto,
anche durante il cosiddetto ventennio berlusconiano dal 1991 al 2011,
durante il quale in realtà abbiamo avuto governi di centrodestra per
otto anni contro i dodici del centrosinistra, quest’ultimo anche quando
si trovava all’opposizione, ha continuato ad avere saldamente in mano
gli apparati dello stato, gli enti locali, la magistratura,
l’istruzione, i mezzi d’informazione e via dicendo, cioè anche quando il
centrodestra era al governo, il centrosinistra ha continuato ad essere IL REGIME,
lo stesso regime imposto dai vincitori al termine del secondo conflitto
mondiale e che ci opprime ininterrottamente da settant’anni in modo del
tutto indipendente da qualsiasi pronuncia popolare.
Oggi, con questa riforma costituzionale,
questo regime vuole eliminare gli ostacoli che il dissenso popolare, di
un popolo colpito nei suoi diritti e nelle sue prospettive di vita al
punto da non poter manifestare qualche forma di reazione, gli potrebbe
ancora procurare, e lo fa sventolando attorno al referendum uno
specchietto per le allodole del tutto illusorio, la riduzione dei costi
della politica, poiché il senato di nominati avrà una consistenza
numerica inferiore a quello finora eletto. Pia illusione: costoro
saranno di meno, ma essendo ancora più lontani dei loro predecessori da
una qualsiasi forma di controllo popolare, potranno certamente rubare di
più, e il nuovo senato sarà il refugium peccatorum di tutti gli inquisiti, ragion per cui l’affare si risolverà certamente in perdita per noi anche da questo punto di vista.
Le ragioni per le quali il potere reale
a livello non solo italiano ma europeo (e planetario) ha deciso nel
2011 la liquidazione di Berlusconi e del suo governo come il
licenziamento di un cameriere i cui servigi non sono più ritenuti utili,
è stata da un lato una resipiscenza manifestata da quest’ultimo
nell’introduzione dell’euro e del programmato saccheggio dell’economia
italiana, dall’altro le stesse che hanno portato alle chiaramente
eterodirette e programmate a tavolino cosiddette “primavere arabe”, che
hanno avuto lo scopo di eliminare quei leader nordafricani che potevano
ostacolare i flussi migratori dall’Africa nera verso il Mediterraneo. In
particolare l’accordo fra Berlusconi e Gheddafi per bloccare i flussi
migratori ha segnato la condanna a morte politica dell’uomo di Arcore e
quella reale e fisica del leader libico, perché il vero punto nodale
rimane sempre quello: la sostituzione etnica, l’attuazione del piano
Kalergi, piano che grazie al pactum sceleris fra grande capitale finanziario e sinistre, ha trovato in Renzi e nel PD i suoi più zelanti esecutori.
Noi possiamo rilevare anche che in
realtà l’uomo di Arcore non ha e non ha mai avuto la statura di un vero
leader (non intendo in senso fisico), non si è mai reso conto di che
cosa avesse realmente di fronte, del fatto che una maggioranza
parlamentare non garantisce nessun reale potere appena oltre la soglia
dei ministeri occupati dalla sua squadra governativa (perché in
definitiva la democrazia è una finzione), ed è cascato a piedi uniti
nella trappola tesagli dalla UE nel 2011, perché il tanto mitizzato spread artificiosamente
gonfiato per indurlo alle dimissioni non era altro che un bluff, non
faceva parte dell’economia reale.
Lo vediamo bene oggi, questo
parametro, cioè il rapporto di rendimento fra i Buoni del Tesoro
italiani e i titoli di stato tedeschi, è tornato a livelli fisiologici,
ciò nonostante, la crisi dell’economia italiana, con sempre più numerose
aziende che chiudono o sono svendute a compratori stranieri, con posti
di lavoro che si continuano a perdere, con la disoccupazione che si
aggrava, con un numero sempre maggiore di famiglie che non riesce ad
arrivare alla fine del mese, continua come prima, nonostante che il
governo Renzi a forza di trucchi contabili vanti una fantomatica ripresa
dello zero virgola qualcosa per cento.
Se noi prescindiamo dallo spread,
dai giochi cabalistici dei mercati finanziari e dall’illusione priva di
qualsiasi fondamento, che la vantata riforma costituzionale
apporterebbe un qualche miglioramento alla nostra economia, e guardiamo
ai dati dell’economia reale, la situazione è drammaticamente chiara: il
numero di finti migranti che attualmente “accogliamo” è pressappoco
uguale a quello degli Italiani al disotto della soglia di povertà
assoluta, e i due dati crescono di pari passo. Questo significa che ogni
risorsa che destiniamo “all’accoglienza” significa una famiglia
italiana in difficoltà in più, che ognuno di costoro è un chiodo in più
sulla nostra bara. Negli ultimi due anni, la mortalità ha subito in
Italia un’impennata che non si registrava dai tempi della seconda guerra
mondiale, questo perché gli anziani di minore possibilità economica
spesso rinunciano a curarsi per gli aumentati costi dell’assistenza
sanitaria, e siamo un Paese con un’alta percentuale di anziani, anche
perché il normale ricambio generazionale è stato artificiosamente
impedito nell’intento di accelerare la nostra estinzione.
Recentemente, un uomo senza onore e
senza dignità, campione dell’arte italica di vendersi al migliore
offerente, che per nostra disgrazia è ministro dell’Interno, commentando
le barricate erette dalle popolazioni dei comuni di Goro e Gorino per
impedire l’insediamento di un gruppo di finti profughi, ha detto “Quella
non è Italia”.
Non è l’Italia che vorrebbero loro,
sempre disposta a subire e sottomettersi, non è l’Italia figlia dello
spirito “resistenziale”, di coloro che si accalcavano senza onore né
rispetto per se stessi dietro il carro dei vincitori, barattando il
futuro del Paese per le briciole che questi si degnavano loro di
elargire, è un’altra Italia, quella che intende lottare per
sopravvivere, quella vera.
Un altro esponente della stessa
“maggioranza” taroccata che per disgrazia ci governa, il prefetto
Morcone, ha espresso lo stesso concetto in modo meno sibillino:
“Chi non accetta i migranti, se ne vada in Ungheria”.
(l’Ungheria, è noto, ha la fortuna di
avere un governo che persegue gli interessi nazionali invece di quelli
della cricca finanziaria che vuole imporre il piano Kalergi).
Non si è trattato come si potrebbe forse
pensare, di una battuta particolarmente infelice. Tempo addietro, una
deputata dello stesso partito-cloaca, il PD aveva espresso il “pensiero”
della sinistra al riguardo: “L’Italia è di tutti”, intendendo con quel
“tutti” qualsiasi straniero di qualunque parte del mondo abbia messo
piede sul nostro suolo. Di tutti, s’intende, meno che degli Italiani.
Coloro che hanno un’idea romantica,
anacronistica e in sostanza totalmente falsa di cosa sia la sinistra,
che continuano a immaginarsela schierata dalla parte delle classi
lavoratrici, si stupiscono del fatto che essa non sembri accorgersi del
fatto che i primi ad essere danneggiati dall’immigrazione sono proprio i
ceti lavoratori che si vedono deprezzati dall’immissione sul mercato
del lavoro dall’enorme quantità di braccia svendibili a basso prezzo che
essa rappresenta, dal degrado che i cosiddetti migranti portano con sé,
dall’affievolirsi delle risorse per gli ammortizzatori sociali, dal
degrado dell’ordine pubblico provocato dalla criminalità endemica dei
nuovi arrivati, e via dicendo, e si consolano (magramente) dicendo che
Renzi e il PD non sono di sinistra.
Bene, costoro non hanno capito niente di
cosa sia realmente la sinistra, e Renzi e il PD SONO PROPRIO di
sinistra. I loro padri, e noi qui nel nord-est lo sappiamo bene, erano
dalla parte degli slavi e hanno avallato senza battere ciglio il
genocidio delle foibe, costoro sono dalla parte dei finti profughi e
della sostituzione etnica. C’è una continuità in questo: sempre contro l’Italia e gli Italiani!
Se dovesse vincere, anche se la cosa mi
pare improbabile vista la grancassa mediatica a favore del potere, un NO
alla riforma costituzionale al referendum del 4 dicembre, sarebbe
un’utile sconfessione dell’operato di questo governo delinquenziale, ma
la cosa sarebbe lontana dall’essere sufficiente. Occorre lottare con
ogni mezzo sapendo che non ci sono spazi di mediazione: la posta in
gioco è la nostra sopravvivenza come popolo.
Fonte
RIVOLTA! "una sola domanda è quella che vi pongo : ne sarete voi degni?" ONORE A BENITO MUSSOLINI ED AI SUOI FEDELISSIMI che PREFERIRONO LA MORTE alla fuga ed alla sottomissione! ...Credo che ormai sia chiaro a tutti che siamo gli schiavi degli USA, lo zerbino della NATO! Solo chi non vuole vederlo mantiene questo stato di cose, la consapevolezza della moltitudine ci darà la spinta a liberarci da quelle INFAMI CATENE! Lucio Astarti
RispondiEliminaSpero jj che le tue parole siano profetiche! Io mi sto preparando imparando il tedesco, lingua difficile ma bellissima, legata a tanta cultura vera. Purtroppo per le armi bisogna organizzarsi in tanti, ma sono fiducioso anche in questo! Non si può più continuare così, almeno non dopo essere nati per la seconda volta, come recita anche il concetto della parola ariano. Per ora rune e tedesco, insieme a siti veri come questo e pensiero positivo! Lucio Astarti
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