Ha fatto molto discutere la risoluzione votata dal Parlamento europeo che, nei giorni scorsi, ha approvato la “proposta di risoluzione sulla comunicazione strategica dell’Unione Europea per contrastare la propaganda di terzi contro di lei”, con cui si accusa la Russia di mettere in discussione i “valori democratici” e cercare di dividere Europa.
Il testo di questa risoluzione era stato redatto dalla deputata polacca Anna Fotyga Elzbieta, presidente della sottocommissione per la sicurezza e la difesa del Parlamento europeo.
“L’attuale persecuzione contro le fonti di informazione della Russia, da parte del Parlamento e delle Istituzioni europee deve leggersi in chiave geopolitica”, assicura il Dott. Ramón Reig, specialista in media e comunicazione. Secondo il suo parere, “da quando ha vinto l’elezione presidenziale Donald Trump, l’Europa, quella ufficiale della UE, è impaurita” e non vuole che si ascolti alcuna voce che metta in questione il pensiero unico che i suoi media – collegati alle grandi Banche e multinazionali – diffondono ogni giorno.
Anna Fotyga Elzbieta, indovinate un pò di che origine è? e non è polacca.
“Da molti anni mi trovo ad analizzare i media russi”, ha assicurarto il docente, ed ho osservato che questi forniscono una visione diversa rispetto al discorsio unidirezionale dei media occidentali che funzionano non come un contropotere ma piuttosto come una parte di questo: la loro mission è quella di preservare l’ordine attuale, lo status quo, che significa mantenere il sistema del capitalismo sevaggio”. Secondo il cattedratico dell’Università di Siviglia, ci sono precedenti. “Poco tempo fa un giornalista del The Guardian ha denunciato il trattametno favorevole riservato alla Banca HSBC. Poichè questa banca è un investitore del giornale The Guardian, questo non ha potuto denunciare le accuse di evasione fiscale e fuga di capitali di cui la HSBC è accusata da varie parti nel mondo”.
Secondo Reig, “il flusso del’informazione procede dai paesi dominati dell’Occidente (USA e GB) verso il resto del mondo, canalizzato attraverso sei grandi agenzie di notizie (tutte in mano ad ebrei NDR). Per questo il circolo del potere egemonico cerca di eliminare qualsiasi voce critica che differisca dalle versioni ufficiali. Di conseguenza si perseguita e si vuole censurare la Tv russa o i canali come il venezolano Telesur”, voci difformi rispetto al circo mediatico.
D’altra parte del mondo si è visto come è stato sottoscritto a Bogotà un nuovo accordo di pace tra il governo e le FARC. Questo patto (che include molte proposte dell’opposizione e sarà discusso da parte del Congresso la prossima settimana) viene messo in questione da una parte della società colombiana. “Voces del Mundo” ha intervistato Diego Martinez, avvocato difensore dei Diritti Umani e consulente giuridico della delegazione di pace delle FARC. Martinez ha messo in rilievo vari punti di grande importanza, in particolare il fatto che la società colombiana è stata educata per molto tempo dai media ad odiare tutto quello che è contrario all’assetto sociale creato dai governi filo USA “ (guardacaso NDR). in secondo luogo si è visto che non si può arrivare facilmente alla riconciliazione di una società fortemente contrastata, cosa che implica un grande sforzo di transizione. Terzo elemento, che lo Stato colombiano deve esercitare la sua potestà nell’uso in monopolio delle armi e che non permette deroghe che questo sia decentralizzato nei gruppi paramilitari.
Un altro esempio della manipolazione dei media del sistema è quello testimoniato da come le fonti occidentali abbiano rappresentato gli avvenimenti in Medio Oriente ed in particolare nel conflitto siriano, dove è evidente la deformazione degli avvenimenti che viene filtrata dalle fonti occidentali che tendono a proiettare una realtà totalmete inesistente nel paese. Le fonti occidentali hanno nascosto per anni l’aggressione avvenuta contro il paese arabo ad opera di gruppi di terroristi e mercenari (in massima parte stranieri) infiltrati attraverso la Turchia ed armati ed addestrati dagli USA e dall’Arabia Saudita.
I media occidentali hanno fatto credere che tutto dovesse ricondursi ad una rivolta o ad una rivoluzione di popolo contro il regime di Bashar al-Assad ed hanno cotantemente cercato di criminalizzare il governo di Damasco, occultando i crimini e le efferatezze contro la popolazione attuate dai gruppi pro USA e pro Arabia Saudita. Soltanto le voci autonome dei media alternativi, russi, libanesi, venzuelani, argentini hanno dato una visione reale di quanto accadeva in quel disgraziato paese. Questo spiega l’interesse dei paesi occidentali a tacitare queste fonti alternative di informazioni.
La disonestà e la dipendenza dal potere dei media occidentali è emersa clamorosamente nell’ultima vicenda delle elezioni negli USA dove si è manifestato chiaramente il ruolo manipolatorio svolto dalla stragrande maggioranza dei media per sospingere la candidatura della Hillary Clinton, la candidata favorita dell’establishment, diffamando e mettendo alla berlina il candidato Trump, considerato non conforme rispetto agli interessi delle grandi lobby ed alla linea dell’Establishment.
I grandi media che dominano con la loro menzogna la pubblica opinione,sono da sempre al servizio degli elitari ebraici; questa arma usata contro i popoli non può più essere lasciata in mano a questi terroristi dell'informazione, i loro media vanno distrutti e tutti i loro servi impiccati per alto tradimento contro i popoli e crimini di guerra.
Tuttavia questo appiattimento dei media sulle tesi del pensiero unico ha creato un effetto di ripulsa e discredito sugli stessi organi di informazione e sui responsabili dei giornali e delle Tv, asserviti ai circoli di potere dominanti. Una situazione che sembra non pù del tutto controllabile che può generare disorientamento nell’opinione pubblica occidentale che sempre più spesso si rivolge alle informazioni alternative presenti sul web e sui social media.
In ogni caso le Istituzioni Europee, con questa loro risoluzione, hanno dimostrato la loro reale natura, quella vocazione autocratrica ed autoreferenziale che pretende di voler imporre la propria linea alle opinioni pubbliche dei paesi membri, tanto più che questo accade proprio nel momento in cui una parte sempre maggiore dei cittadini europei mette in questione le politiche e le direttive che arrivano dai palazzi di Bruxelles.
Sembra chiaro che i rappresentanti della tecnocrazia europea vogliono distrarre l’opinione pubblica europea e celare le loro pesanti responsabilità sulla crisi che attanaglia buona parte dei paesi membri della UE. Un perfetto escamotage è quello di invocare la “russofobia” ed indicare il “pericolo russo” alle porte dell’Europa.
Maria Zakharova
Come reazione alla delibera del PE, la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in conferenza stampa ha sottolineato che “è criminale il modo in cui l’attenzione della comunità internazionale è stata distratta da minacce reali come il terrorismo, il fondamentalismo, il crescente nazionalismo e la xenofobia. (I parlamentari europei) commettono un crimine perché privano le persone della possibilità di pensare con la propria testa, attingendo a fonti alternative di notizie”.
Fonte: RT Actualidad
Voces De Mundo
Traduzione e sintesi: Manuel de Silva
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