Dalla seconda guerra mondiale,l'Italia ne usci sconfitta da tutti i punti di vista,sia nel fattore militare,che nella distruzione sistematica di interi centri abitati e complessi industriali,che ne conseguirono il collasso dell'economia,con milioni di persone abbandonate a se stesse e alla fame.L'Ialia era in ginocchio,devastata dai bombardamenti,umiliata dagli invasori anglo-americani, e dall'alto tradimento perpetrato da parte di chi doveva difendere il suo popolo,in primis i porci della casata Savoia(di origine ebraica) e i corrotti traditori che poi presero il potere nell'Italia del dopoguerra.
Vogliamo ricordare che la 2 guerra mondiale fu creata ad arte e fomentata dalla cricca ebraica,che finanzio tramite gli industriali tedeschi(di origine ebraica),e fondi fatti arrivare da alcune banche Americane,apartenenti ai rothschild, il nascente partito nazista di Hitler, che poi fu usato come controparte controllata,la creazione dell'opposto controllato,affinché si invadesse l'europa con la scusa di liberarla dal nazi-fascismo.
Mentre alle masse veniva spacciata la favola degli Americani venuti a liberarci,la verità è che siamo stati invasi,e da un invasore tra i più vili e crudeli.Gli USA sono la nazione fantoccio degli ebrei,che possiedono questa nazione,e ne reggono le sorti all'insaputa dello stesso popolo Americano.
Le forze alleate,che invasero il paese Italico,stabilirono con il ricatto e la forza data dalla
vittoria sul campo, la resa senza condizioni, pretese assurde e peggiori perfino delle leggi restrittive inflitte alla Germania dopo il primo dopoguerra,pretese che furono accettate dai vertici Italiani perché complici dell'invasione programmata e anzi traditori e fianchegiatori degli invasori stessi.
Queste condizioni assurde furono nascoste alle popolazioni,che invece,vennero indotte tramite la massiccia propaganda mediatica,di avere avuto dei benefici,e uno di questi era l' instaurazione di una Repubblica democratica.La cricca ebraica che sta dietro questi piani di dominio,inflisse tramite gli alleati, e il pretesto della guerra contro il nazi-fascismo,una invasione programmata dell'Europa ariana,stabilendo nei paesi invasi,come l'Italia,un asserimento totale,e di fatto divenero colonie dell'impero USA-SION, come ancora oggi possiamo constatare dalle centinaia di basi Usa-NATO presenti sul territorio italiano occupato.
In queste colonie doveva essere stabilita la demonio-crazia (che poi sarà esportata con eccidi e bombardamenti su civili inermi, in altri territori da occupare, come la storia recente insegna).
La demonio-crazia è la peggiore dittatura che mai possa esistere,cioè la dittatura degli imbecilli e dei corrotti che comandano sui giusti e su gli esseri spirituali.
Nelle nazioni Europee sottomesse,furono stanziati fondi per la ricostruzione,chiamato piano marshall,i soldi erano creati dal nulla, in quanto non corrispondevano alla controparte in oro,e quindi inutile carta straccia,con cui indebitarono con tassi da usura le nazioni devastate dai loro bombardamenti, nel maggiore dei casi furono adottati bombardamenti a tappeto che rasero al suolo intere città appositamente, per poi indebitare di più le nazioni con i loro prestiti,anche oggi viene usata questa tecnica contro nazioni sovrane(ad esem. Libia,Iraq,ex Iugoslavia ecc.) che vengono invase da questi criminali sanguinari.
Il piano marshall,fu solo l'inizio di un debito infinito e perenne,infatti gli invasori USA-SION cominciarono a mettere nei posti chiavi di potere i loro corrotti servi,che provengono dalle logge massoniche(controllate dagli ebrei) e dai vari gruppi elitari come il gruppo bilderberg,l'aspen isitute,associazioni varie ecc., dove confluiscono personalità della politica,dei media,della cultura,delle banche,delle multinazionali ecc.,sempre mantenendo una doppia facciata di democrazia,ma di fatto una tirannia occulta e mascherata dall'incessante propaganda mediatica, che in quegli anni si stava gia sviluppando tra il reggine nazista e fascista, (vedi i cinegiornali ad esem.).
In questa prospettiva possiamo vedere che il primo mezzo per tenere sotto controllo i popoli sottomessi è il debito,più efficace dello schieramento dell'esercito,che è invece visibile e invasivo,da qui la famosa frase pronunciata dall'ebreo Mayer Anselm Rotschild ,“Datemi il potere di emettere e gestire la moneta di una nazione e me ne infischio di chi fa le leggi”.
In effetti fu adottata gradualmente e nella riservatezza assoluta(affinché pochi sappiano queste cose),la privatizzazione della banca centrale italiana,resa pubblica durante il fascismo da Mussolini,cioè la banca di uno stato che ha il potere di creare e emettere moneta.
Come uso fare fare da questi criminali,creano nelle nazioni occupate banche centrali private,o che vengono poi privatizzate nel silenzio generale,che possono solo loro emettere moneta, moneta che ogni volta che viene stampata e immessa in circolo,diviene debito per lo stato e quindi per il popolo,che la riceve in prestito,quando a dover emettere moneta deve essere lo stato e non privati(sovranità monetaria), questo debito è dato dal fatto che gli stati devono rendere il valore nominale inscritto sulla moneta,ad esem. 500 euri più gli interessi, decisi dagli stessi banchieri centrali,quindi essi stampano carta senza valore,tranne il valore di stampa di 35 cent. di euro ad esem., e lo stato poi crea una emissione di titoli di stato,che fungono da cambiali o pagherò,per il valore inscritto sul pezzo di carta.Il debito dello stato contratto con questa truffa criminale,chiamata signoraggio bancario,è poi saldato tramite continue tasse e riscossioni crescenti sulla pelle della popolazione,e la privatizazione e svendita di interi pezzi di economia, risorse naturali, petrolio ecc., che accrescono il potere della cricca sionista.
Lo stato è quindi costretto a prendere in prestito moneta che dovrebbe emettere lui e non privati,da qui si deduce che la sovranità monetaria è un fattore importante per l' indipendenza di ogni nazione,e si aggiunga a questo che siccome lo stato può solo prendere in prestito la moneta immessa,si capisce che quando servirà altra emissione di contante, sarà ancora debito,e questo debito va anche aggravato di interessi,si capisce che questo debito è inestinguibile,e si autogenera all'infinito,questo è il famoso debito pubblico con cui i media corrotti e i traditori politicanti, rompono le palle da 30 anni,alla popolazione Italica.
La cricca ebraica che ha creato questa truffa criminale, non lo fa però per avere soldi,dato che ne controllano la creazione alla fonte,ma il vero scopo è assogettare le nazioni a un debito infinito per poterle controllare dall'interno.
Nell'Italia del dopoguerra ne consegui una certa ripresa economica,e il boom che arrivo a cavallo degli anni 60-70-80,fu solo una illusione servita all'elite per avere il tempo di chiudere il cerchio,consolidare il potere e non destare sospetti sulla reale condizione di schiavitù in cui le popolazioni assogettate vivevano.
In questi anni di apparente benessere,inizio anche la programazione della popolazione per indebolirla in vista della presa finale,venivano inculcati e propagandati tramite i media perversioni,degenerazioni,materialismo,pornografia,omosessualita,lussuria,violenza ecc., immesse droghe dai serizi segreti con l'aiuto delle mafie locali loro servi,al fine di sottomettere i giovani,censure di verità,programazione mediatica di bisogni indotti e effimeri, omicidi clamorosi per dare l'esempio dei cosiddetti "dissidenti" a questo regime tirannico,come ad esem. Moro,il caso Mattei,i giudici Falcone e borsellino e molti altri.Proprio in quel periodo La banca centrale Italiana comincio la fase programmata di privatizzazione nel 1978.
AGLI INIZI DEGLI ANNI 90, L'ITALIA ENTRO IN UNA NUOVA FASE,la classe politica che aveva caratterizato gli anni precedenti ,aveva nelle leve molte resistenze che volevano liberarsi dalla sudditanza a questa elite,anche il presidente Moro fu fatto uccidere per questo motivo,questa classe politica che era sicuramente corrotta ma meno asservita ai banchieri ebrei, fù spazzata via tramite inchieste e processi giudiziari, alcuni a raggion veduta, altri pretestuosi e con linciaggi mediatici che distrussero intere strutture politiche e le dirigenze, comincio in quegli anni tangentopoli, l'operazione"mani pulite", coordinata dai servizi segreti CIA,MOSSAD,servizi italiani ecc., con la complicità di componenti della magistratura, affiliati nelle logge massoniche,vedi ad esemp. il caso della loggia P2 e i vari scribbacchini servi nei media, che avevano in una prima fase,il compito di diffamare e infangare chi veniva preso di mira,poi in una seconda fase confondere e depistare tramite manipolazioni mediatiche, affinché il golpe silenzioso avvenuto nelle stanze del potere,non venisse recepito dalla popolazione,e non continuasse in modo non programmato, e colpisse anche i membri che non dovevano essere colpiti dall'operazione di pulizia contro i ribelli, voluta dall'elite.
Uno dei casi su tutti fu Craxi ,che per aver osteggiato il potere americano e ebreo,e avere sogni di indipendenza dalle strutture atlantiche, fu fatto indagare e costretto all'esilio in Tunisia.Negli anni seguenti ricordiamo l'omicidio dei Giudici Falcone e Borsellino, uccisi dai servizi segreti americani e italiani,per aver scoperto il vero potere occulto che tiene le redini del nostro paese,omicidi che poi furono fatti ricadere solo sulla mafia che sono gli ultimi dei loro servi,usata come capro espiatorio.
dopo la distruzione della classe politica dissidente,inserirono nuove figure politiche nella scena,sicuramente più corrotti e asserviti dei precedenti.In questi aspetti più oscuri infatti,il partito comunista,poi sfociato nei DS e ora nel PD (partito demonio-cratico), era stato salvato dagli scandali e dalle inchieste,scelto perché il più asservito e quindi affidabile alle direttive dei padroni,mentre il partito di Berlusconi scelto all'inizio, forza Italia,non sembro più affidabile per via della troppa indipendenza del suo leader,indipendenza di essere autoritario per conto proprio,e non seguire le direttive superiori con rigore.
L'ex partito comunista quindi, ebbe il compito di svendere i pezzi più importanti dell'economia italiana,tra cui l'ENI,la SIP poi divenuta telecom,e molte altre aziende e patrimonio dello stato italiano, senza mai chiedere il permesso agli Italiani.
Distruggere i diritti del lavoro guadagnati nella lotta di classe degli anni 70,aderire alla globalizazione, aderire poi all'unione Europea voluta dai banchieri usurai,senza mai indire un referendum del popolo,e con l'inganno e l'alto tradimento inserire l'italia in una dittatura non ancora mostrata nella sua vera e brutale natura (per adesso). Pogetto quello dell'UE che rientra nel quadro di dominio delle nazioni Europee, sottomesse a una sovrastruttura autoritaria che poi si dovrà inserire in un quadro mondiale,e la creazione del nuovo ordine mondiale con a capo l'anticristo il falso messia.
Tutta l'operazione venne decisa nel 92 sulla nave Britannia,in una riunione segreta tenuta con esponenti bancari,politici e altre personalità legate all'elite,in cui i destini dell'Italia parvero subito chiari: svendere i gioielli dello stato,distruggere ogni diritto sociale,e aderire alla tirannia satanica decisa dall'elite ebraica sionista,il NWO.
Ora ci troviamo nella fase finale,in cui la crisi economica creata a tavolino dagli stessi,impoverisce gli stati sottostanti all'euro,in cui i cittadini frodati e truffati dalla finanza usuraia mondiale,sono costretti dai politici venduti e traditori a pagare il prezzo più alto della crisi,e anzi venire tassati e spremuti per ridare i soldi agli stessi criminali banchieri,che stanno massacrando e affamando interi popoli, i vari provedimenti economici restrittivi, come il patto di stabilità MES,e altre misure deleterie favoriscono la chiusura e la svendita delle aziende rimaste ancora in mano Italiana,che non c'è la fanno più a vivere sul mercato, per via dei debiti accumulati,e la globbalizzazione dei mercati,creata per distruggere le economie nazionali che non possono reggere la competizione con le economie schiaviste cinesi,e livellare sullo stesso modello schiavista cinese i diritti già provvisori degli Europei.
Le aziende quindi,vengono requisite dagli stessi criminali che hanno creato la crisi,mettiamoci pure che con la truffa del debito pubblico,che non esiste nei fatti,stanno distrugendo gli ultimi diritti rimasti,e svendendo le ultime risorse,e aziende di stato ancora integre.
L'ultima fase sarà relegata al collasso imminente dell'economia mondiale,in cui distrugeranno i pochi risparmi dei lavoratori,e useranno questa scusa per assoggettare i popoli ad una moneta mondiale gestita con la truffa del signoraggio,dai banchieri ebrei,per poi passare alla eliminazione del contante e introduzione del chip RFID, che sarà introdotto nel corpo delle genti,nello specifico nella mano.Avra all'interno tutti i dati personali e il conto corrente,questo darà un potere illimitato di vita e di morte all'elite sulle masse ignare,se pensiamo che spegnendo il chip non si può comprare niente,ma si nasconde un più insidioso inganno,in quanto nel chip vi saranno delle funzioni di osservazione e registrazione di qualsiasi movimento della persona,quindi sapranno sempre ognuno dove è e cosa fa, dato che potranno anche ascoltare le conversazioni,potranno addirittura capire lo stato emotivo dell'individuo,e agire sulla psiche mandando nell'etere onde a frequenze specifiche che colpiscono l'impianto e provocano nell'individuo colpito apatia o follia,o provocare a comando ictus.
Dopo il collasso economico per tenere a bada al popolazione che si ribelera,provocheranno terremoti artificiali con HAARP;e nell'ultima fase inseriranno le nazioni in una 3 guerra mondiale,per tenere aggrappati alla sopravivenza le masse,in cui vogliono eliminare il 90% della popolazione mondiale,perché troppi e pericolosi per il loro potere,a questo punto i restanti saranno schiavi a vita come non furono mai, in questo NWO,in una tirannia satanica.
I popoli Europei e del mondo, devono prendere subito coscienza del pericolo in cui sta andando il mondo intero,unirsi in corpo unico e creare una resistenza armata,la prima azione da fare e liberarsi dei traditori all'interno dei nostri stati,impiccare i traditori politici e mediatici,poi distruggere ogni inganno creato, e infine circondare questa elite demoniaca e spazzarla via dalla faccia della terra senza pietà.Noi lupi bianchi consigliamo chi sta leggendo questi articoli,di organizzasi in gruppi fidati,e fare scorta di cibo e armi,per l'imminente collasso economico in arrivo,andare via dalle città e dirigersi verso posti di campagna o montagna,dove sicuramente l'impatto della crisi avrà meno ripercusioni.
Il tempo per loro sta per scadere,quello che vogliono fare non potrà mai essere permesso,ma prima le genti dovranno capire e ribelarsi a questa società disumana,che anche essi stessi alimentano nel loro piccolo,la vera rivoluzione deve avvenire dentro essi stessi,per poi riflettere all'esterno.Siamo alla soglie di una grande rivoluzione che porterà l'amore e la luce,e quando arriva la luce le tenebre vengono spazzate via,siate luce,siate quello per cui siete nati.
white wolf
“Se gli Americani consentiranno mai a banche privati di emettere il proprio denaro, prima con l’inflazione e poi con la deflazione, le banche e le grandi imprese che ne cresceranno attorno, priveranno la gente delle loro proprietà finché i loro figli si sveglieranno senza tetto nel continente conquistato dai loro padri. “
Thomas Jefferson (1776)
sotto l'articolo in cui sono descritti i particolari degli accadimenti del 92
Febbraio 1992, dicembre 2005. Dalla prima alla seconda Tangentopoli, dall’arresto di Mario Chiesa per le mazzette del pio albergo Trivulzio al crollo di un intero pezzo del sistema economico e finanziario culminato con le dimissioni di Antonio Fazio.
In mezzo tredici anni durante i quali la corruzione non è mai morta, anzi, ha intrapreso nuovi e più innovativi percorsi, le mafie hanno decuplicato i loro già pingui fatturati, lo Stato sociale è stato smantellato, l’economia massacrata a colpi di privatizzazioni selvagge e a prezzi di supersaldi. E tra pochi mesi si va al voto, con un Prodi quasi certo vincitore e un Giuliano Amato che si prepara per il gran volo verso il Colle più alto di Roma.
Quel dottor Sottile che, nel drammatico 1992, fu chiamato a reggere il timone del Governo, dopo il siluramento di Craxi. Ed al ministero del Tesoro regnava il Verbo del direttore generale, Mario Draghi, al quale - scriveva a inizio 2000 nel Gioco dell’Opa il giornalista economico Enrico Cisnetto - «molti imputano di essere persino più potente di Ciampi, cioè un super ministro che non ha mai ricevuto alcuna investitura popolare», addirittura «l’uomo più potente d’Italia», secondo un Business Week di fine anni ’90, che lo ha anche visto all’opera tra i vertici della Banca Mondiale. Saprà ora Draghi traghettare la nostra superbucata nave fuori dalla tempesta ed evitarci il naufragio? Cerchiamo di capirlo, passando in rassegna la carriera del nuovo nocchiero di via Nazionale.
TUTTI A BORDO
Partiamo proprio dal mare. Eccoci a bordo del Britannia, il panfilo della regina Elisabetta in rotta lungo le coste tirreniche, dalle acque di Civitavecchia e quelle dell’Argentario. E’ il 2 giugno, festa della Repubblica, sono trascorsi esattamente cento giorni dall’arresto di Chiesa. Ma i potenti, si sa, hanno le antenne ben tese e si organizzano in un baleno.
Negli splendidi saloni del panfilo si son dati appuntamento oltre centro tra banchieri, uomini d’affari, pezzi da novanta della finanza internazionale, soprattutto di marca statunitense e anglo-olandese. A guidare la nostra delegazione - raccontano in modo scarno le cronache dell’epoca - proprio lui, Draghi, che ai «signori della City» illustra per filo e per segno il maxi programma di dismissioni da parte dello Stato e di privatizzazioni. Un vero e proprio smantellamento dello Stato imprenditore.
Partiamo proprio dal mare. Eccoci a bordo del Britannia, il panfilo della regina Elisabetta in rotta lungo le coste tirreniche, dalle acque di Civitavecchia e quelle dell’Argentario. E’ il 2 giugno, festa della Repubblica, sono trascorsi esattamente cento giorni dall’arresto di Chiesa. Ma i potenti, si sa, hanno le antenne ben tese e si organizzano in un baleno.
Negli splendidi saloni del panfilo si son dati appuntamento oltre centro tra banchieri, uomini d’affari, pezzi da novanta della finanza internazionale, soprattutto di marca statunitense e anglo-olandese. A guidare la nostra delegazione - raccontano in modo scarno le cronache dell’epoca - proprio lui, Draghi, che ai «signori della City» illustra per filo e per segno il maxi programma di dismissioni da parte dello Stato e di privatizzazioni. Un vero e proprio smantellamento dello Stato imprenditore.
A quel summit, secondo i bene informati, avrebbe
partecipato anche l’attuale ministro dell’Economia Giulio Tremonti,
che sul programma Draghi cercò di far da pompiere: «non venne
programmata alcuna svendita - osservò - fu solo il prezzo da pagare per
entrare tra i primi nel club dell’euro». Più chiari di così….
In perfetta sintonia con l’attuale “avversario” (del Polo) l’allora presidente Iri, Romano Prodi e quello dell’Eni, Franco Barnabè. Pochissime le voci di dissenso. Il napoletano Antonio Parlato, all’epoca sottosegretario al Bilancio, di An, sostenne che Draghi aveva intenzione di portare avanti un progetto di privatizzazioni selvagge. E aggiunse che proprio sul Britannia si sarebbero raggiunti gli accordi per una supersvalutazione della lira. Guarda caso, tra gli invitati “eccellenti” del Britannia fa capolino George Soros, super finanziere d’assalto di origini ungheresi ma yankee d’adozione, a capo del Quantum Fund e protagonista di una incredibile serie di crac provocati in svariate nazioni nel mirino degli Usa, potendo contare su smisurate liquidità, secondo alcune fonti di origine anche colombiana. E guarda caso, per l’Italia sarà settembre nero, anzi nerissimo, con una svalutazione del 30 per cento che costringerà l’allora governatore di Bankitalia Carlo Azeglio Ciampi (direttore generale Lamberto Dini) a prosciugare le risorse della banca centrale (quasi 50 miliardi di dollari) per fronteggiare il maxi attacco speculativo nei confronti della lira.
A infilarci pesantemente uno zampino anche Moody’s, l’agenzia di rating che declassò i nostri Bot. Le inchieste per super-aggiotaggio avviate in diverse procure italiane (fra cui Napoli e Roma) sono finite nella classica bolla di sapone. Eppure, anche allora, e come al solito, a rimetterci l’osso del collo sono stati i cittadini-risparmiatori.
Craxi puntò l’indice contro «una quantità di capitali speculativi provenienti sia da operatori finanziari che da gruppi economici», parlando di «potenti interessi che pare si siano mossi allo scopo di spezzare le maglie dello Sme», e di un «intreccio di forze e circostanze diverse».
In perfetta sintonia con l’attuale “avversario” (del Polo) l’allora presidente Iri, Romano Prodi e quello dell’Eni, Franco Barnabè. Pochissime le voci di dissenso. Il napoletano Antonio Parlato, all’epoca sottosegretario al Bilancio, di An, sostenne che Draghi aveva intenzione di portare avanti un progetto di privatizzazioni selvagge. E aggiunse che proprio sul Britannia si sarebbero raggiunti gli accordi per una supersvalutazione della lira. Guarda caso, tra gli invitati “eccellenti” del Britannia fa capolino George Soros, super finanziere d’assalto di origini ungheresi ma yankee d’adozione, a capo del Quantum Fund e protagonista di una incredibile serie di crac provocati in svariate nazioni nel mirino degli Usa, potendo contare su smisurate liquidità, secondo alcune fonti di origine anche colombiana. E guarda caso, per l’Italia sarà settembre nero, anzi nerissimo, con una svalutazione del 30 per cento che costringerà l’allora governatore di Bankitalia Carlo Azeglio Ciampi (direttore generale Lamberto Dini) a prosciugare le risorse della banca centrale (quasi 50 miliardi di dollari) per fronteggiare il maxi attacco speculativo nei confronti della lira.
A infilarci pesantemente uno zampino anche Moody’s, l’agenzia di rating che declassò i nostri Bot. Le inchieste per super-aggiotaggio avviate in diverse procure italiane (fra cui Napoli e Roma) sono finite nella classica bolla di sapone. Eppure, anche allora, e come al solito, a rimetterci l’osso del collo sono stati i cittadini-risparmiatori.
Craxi puntò l’indice contro «una quantità di capitali speculativi provenienti sia da operatori finanziari che da gruppi economici», parlando di «potenti interessi che pare si siano mossi allo scopo di spezzare le maglie dello Sme», e di un «intreccio di forze e circostanze diverse».
IL SALVATOR SOTTILE
Ad arginare la tempesta arriverà il governo di salute pubblica guidato da Giuliano Amato, il dottor Sottile passato dalla fedeltà craxiana a quella dalemiana. E per guidare il tanto sospirato piano di Privatizzazioni - il solo che potrà salvare la nave Italia dalle tempeste finanziarie - chi potrà esserci mai? Of course, Super Mario Draghi, che in otto anni porterà a casa un bottino da quasi 200 mila miliardi di vecchie lire, vendendo a destra e a manca gli ex gioielli di casa, anzi dello Stato.
Una mission messa a segno con grande determinazione, portandoci in testa alla hit internazionale dei ‘privatizzatori’ (secondi solo alla Gran Bretagna dell’amico Tony Blair). Ma, secondo altri “tecnici”, con una politica di scientifica vendita a prezzi stracciati. Super Mario - appena sceso dal Britannia - dà inizio alla sua guerra. Siamo a metà luglio 1992 quando l’appena battezzato governo Amato dà il via libera alla liquidazione dell’Efim, azienda storica del parastato, gestito coi piedi dai boiardi di Stato ma ancora in grado di esprimere qualcosa. «Draghi fa una piccola finta iniziale - descrive chi lo conosce bene - per congelare i debiti con le banche, anche estere. Ma poi tutto si accomoda, già a fine agosto gli istituti di credito internazionali sono contenti di come procedono le cose e poi verranno soddisfatti man mano».
Peccato che vada disintegrato un patrimonio non da poco,
composto da un centinaio di società del gruppo e da migliaia e migliaia
di posti di lavoro. Ma si sa, la finanza, soprattutto quella “globalizzata”,
non può andar tanto per il… Sottile. Da allora in poi sarà un valzer
di dismissioni. E di grandi manovre. Proprio alla fine di quella
bollente estate 1992, il governo Amato apre le danze, con la
trasformazione in società per azioni dei grandi enti pubblici, Enel,
Eni, Ina ed Iri in pole position.
La prima maxi operazione è di un anno dopo, quando il Credito Italiano va all’asta, per la gioia di imprenditori della vecchia e nuova finanza, d’assalto e non. La finanza anglo-americana, quella a bordo del Britannia, gongola, ed un segnale più che significativo arriva con lo sbarco del neo ambasciatore Reginald Bartholomew, che dopo qualche mese di acclimatamento tra i salotti romani dichiara: «continueremo a sottolineare ai nostri interlocutori italiani la necessità di essere trasparenti nelle privatizzazioni, di proseguire in modo spedito e di rimuovere qualsiasi barriera agli investimenti esteri».
Dopo cinque anni - dimessi i panni dell’ambasciatore - Bartholomew viene nominato presidente della Merryl Linch Italia, uno dei colossi finanziari made in Usa. Quando la politica & la finanza vanno a braccetto. Detto, fatto, comunque. Le direttive di mr. Reginald sono state seguite a puntino nel corso degli anni ’90.
Dalle maxi privatizzazioni targate Telecom (23 mila miliardi) ed Enel (32 mila), passando attraverso un mare di aziende sparse un po’ in tutti i settori, a cominciare dall’agroalimentare che viene letteralmente dato in pasto, è il caso di dirlo, ai big olandesi, inglesi o a stelle e strisce. Arriviamo nel 2000.
L’altro colosso di Stato, l’Eni, è già in avanzata fase di privatizzazione. Manca solo il ramo “immobili”, la ciliegina finale.
Ad acquisirne la fetta più grossa, per circa 3000 miliardi delle vecchie lire, è un altro colosso dell’intermediazione finanziaria Usa, Goldman Sachs, tramite il suo dinamicissimo fondo Whitehall, che così entra in possesso - per fare un solo esempio - dell’ex area Eni di San Donato Milanese, 300 mila metri quadrati superappetibili, dove potrebbero essere trasferiti gli storici locali Rai di corso Sempione. Goldman Sachs, comunque, non si ferma qui, e fa incetta di altri immobili, come quelli della Fondazione Cariplo (e poi, con un altro big Usa, Morgan Stanely, sui patrimoni mattonari di Unim, Ras e Toro).
La prima maxi operazione è di un anno dopo, quando il Credito Italiano va all’asta, per la gioia di imprenditori della vecchia e nuova finanza, d’assalto e non. La finanza anglo-americana, quella a bordo del Britannia, gongola, ed un segnale più che significativo arriva con lo sbarco del neo ambasciatore Reginald Bartholomew, che dopo qualche mese di acclimatamento tra i salotti romani dichiara: «continueremo a sottolineare ai nostri interlocutori italiani la necessità di essere trasparenti nelle privatizzazioni, di proseguire in modo spedito e di rimuovere qualsiasi barriera agli investimenti esteri».
Dopo cinque anni - dimessi i panni dell’ambasciatore - Bartholomew viene nominato presidente della Merryl Linch Italia, uno dei colossi finanziari made in Usa. Quando la politica & la finanza vanno a braccetto. Detto, fatto, comunque. Le direttive di mr. Reginald sono state seguite a puntino nel corso degli anni ’90.
Dalle maxi privatizzazioni targate Telecom (23 mila miliardi) ed Enel (32 mila), passando attraverso un mare di aziende sparse un po’ in tutti i settori, a cominciare dall’agroalimentare che viene letteralmente dato in pasto, è il caso di dirlo, ai big olandesi, inglesi o a stelle e strisce. Arriviamo nel 2000.
L’altro colosso di Stato, l’Eni, è già in avanzata fase di privatizzazione. Manca solo il ramo “immobili”, la ciliegina finale.
Ad acquisirne la fetta più grossa, per circa 3000 miliardi delle vecchie lire, è un altro colosso dell’intermediazione finanziaria Usa, Goldman Sachs, tramite il suo dinamicissimo fondo Whitehall, che così entra in possesso - per fare un solo esempio - dell’ex area Eni di San Donato Milanese, 300 mila metri quadrati superappetibili, dove potrebbero essere trasferiti gli storici locali Rai di corso Sempione. Goldman Sachs, comunque, non si ferma qui, e fa incetta di altri immobili, come quelli della Fondazione Cariplo (e poi, con un altro big Usa, Morgan Stanely, sui patrimoni mattonari di Unim, Ras e Toro).
Altro acchiappatutto, il gruppo Carlyle, che ha fatto
incetta di immobili anche a Napoli (tra gli azionisti principali, le
famiglie Bush e Bin Laden). Secondo le ultime statistiche di fonte Sole
24 Ore (“Scenari Immobiliari”) i gruppi esteri ormai sopravanzano
quelli nostrani, 11 mila contro 15 mila miliardi di vecchie lire di
patrimonio ex-pubblico: tra i privati nazionali spiccano Ipi (Danilo
Coppola), Pirelli Real Estate (Tronchetti Provera), Risanamento (Zunino),
Statuto, Ligresti, ovvero la crema mattonara di casa nostra.
THANK YOU, GOLDMAN
Nel 2001 Mario Draghi, compiuta la sua mission come direttore generale del Tesoro e soprattutto responsabile delle privatizzazioni, passa al altro incarico. Non più pubblico, questa volta, ma privato. Non più in Italia ma all’estero. Ad arruolarlo è proprio il colosso a stelle e strisce: a gennaio, infatti, assume la carica di vice presidente della Goldman Sachs International. Anni pieni di successi, tanto che a fine 2004 viene nominato al vertice del “management committee”, l’organismo che pianifica tutte le decisioni del gruppo a livello internazionale, il primo “non statunitense” a tagliare questo traguardo nella storia di Goldman. Il pedigree della super-banca d’affari a stelle e strisce, comunque, può vantare una sfilza di nomi illustri. E torniamo a quel fatidico 1992. Il presidente della Federal Riserve Bank di New York (che fa capo alla Banca centrale americana), Gerald Carrigan, legato a filo doppio con George Soros, si dimette e passa tra le fila della Goldman Sachs, in qualità di presidente dei consiglieri internazionali del gruppo.
Nel 2001 Mario Draghi, compiuta la sua mission come direttore generale del Tesoro e soprattutto responsabile delle privatizzazioni, passa al altro incarico. Non più pubblico, questa volta, ma privato. Non più in Italia ma all’estero. Ad arruolarlo è proprio il colosso a stelle e strisce: a gennaio, infatti, assume la carica di vice presidente della Goldman Sachs International. Anni pieni di successi, tanto che a fine 2004 viene nominato al vertice del “management committee”, l’organismo che pianifica tutte le decisioni del gruppo a livello internazionale, il primo “non statunitense” a tagliare questo traguardo nella storia di Goldman. Il pedigree della super-banca d’affari a stelle e strisce, comunque, può vantare una sfilza di nomi illustri. E torniamo a quel fatidico 1992. Il presidente della Federal Riserve Bank di New York (che fa capo alla Banca centrale americana), Gerald Carrigan, legato a filo doppio con George Soros, si dimette e passa tra le fila della Goldman Sachs, in qualità di presidente dei consiglieri internazionali del gruppo.
Tra i consiglieri della stessa banca ha figurato Romano
Prodi. Oggi, al posto di Draghi, siede l’ex commissario Ue Mario
Monti. E’ entrato nel gruppo a fine novembre: forse proprio per questo
- quando è rimbalzato il suo nome per il vertice Bankitalia - ha fatto
un passo indietro. Per un evidente conflitto d’interesse.
Da un conflitto all’altro, eccoci sempre all’estero, con le possibili acquisizioni delle nostrane Bnl e Antonveneta da parte del Banco di Bilbao e dell’olandese Abn Ambro, in contrapposizione alle nostrane Unipol (vedi alla voce Consorte) e BPI (vedi alla voce Popolare di Lodi di Giampiero Fiorani).
Ebbene, in entrambi i casi, Goldman Sachs ha svolto il ruolo di “advisor”, valutando positivamente le due offerte straniere. E oggi Fazio osserva: «ho cercato di evitare a tutti i costi la colonizzazione del nostro sistema bancario. Vedrete quel che succederà dopo di me». Val la pena di stare a vedere e, se possibile, di accendere i riflettori.
Da un conflitto all’altro, eccoci sempre all’estero, con le possibili acquisizioni delle nostrane Bnl e Antonveneta da parte del Banco di Bilbao e dell’olandese Abn Ambro, in contrapposizione alle nostrane Unipol (vedi alla voce Consorte) e BPI (vedi alla voce Popolare di Lodi di Giampiero Fiorani).
Ebbene, in entrambi i casi, Goldman Sachs ha svolto il ruolo di “advisor”, valutando positivamente le due offerte straniere. E oggi Fazio osserva: «ho cercato di evitare a tutti i costi la colonizzazione del nostro sistema bancario. Vedrete quel che succederà dopo di me». Val la pena di stare a vedere e, se possibile, di accendere i riflettori.
I GRAN REGISTI DI MANI PULITE
Cè una strategia ad orologeria in Mani pulite? Come mai il bubbone è scoppiato in quel ’92, quando la corruzione ormai dilagava da anni ? Possibile che tutto sia uscito dai porti delle nebbie in un sol botto? Come mai i pm prima non sentivano e non vedevano, oppure venivano zittiti dai loro capi? Interrogativi ai quali non è stata fornita alcuna risposta.
E lo stesso clamoroso abbandono della toga da parte dell’uomo simbolo di quella stagione, Antonio Di Pietro, sta a dimostrarlo. Un episodio fino ad oggi mai chiarito. Come non è chiara la genesi di una fantomatica “Mani Pulite International”, ovvero “Transparency International”, che nata dopo il crollo del muro di Berlino nel 1989 per iniziativa del principe Filippo di Edimburgo avrebbe trovato adepti in mezza Europa. Dalla Banca Mondiale – sua principale ispiratrice – fino ai leghisti della Padania. Stando ad alcune ricostruzioni, infatti, Mani Pulite International avrebbe subito trovato impulso tramite il responsabile della Banca Mondiale per il Kenya, Peter Eigen, promotore di una linea anti-corruzione a tutto campo, anche a costo di sterminare diritti, annientare fondi per i paesi in via di sviluppo e via cantando.
«Alla fine della guerra fredda – dichiarò Eigen – i
tempi erano maturi e assieme ad alcuni colleghi decisi di procedere
indipendentemente con l’iniziativa». Venne stilato una sorta di
decalogo, in base al quale era possibile, anzi lecito e quasi dovuto
intervenire nelle nazioni a rischio-corruzione, nei loro affari interni.
Non pochi storici ricordano il caso del presidente di Deutsche Bank,
Alfred Herrhausen, che osò sfidare la politica a tutto campo della
Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale: il 30 novembre 1989
verrà trovato ucciso. Tra gli ideologi di Transparency International
Hans Helmut Hoeppe, docente all’università del Nevada, il quale non
esclude la necessità ultima dell’autoritarismo come unico mezzo per
porre fine allo stato sociale ma propone un’alternativa: una radicale
politica di “decentralizzazione” e “privatizzazione” di quasi
tutte le istituzioni, compresa polizia, magistratura e forze armate. E
tra gli sponsor in prima linea, of course, le fondazioni legate alla
regina Elisabetta (Corwn Agents, British Overseas Development
Administration, Bhp Minerals of Australia, Rio Tinto, Tate & Lile,
Nuffield Fountation, Rownee Trust). Poi la misteriosa società Mont
Pelerin, fondata nel 1947 da Friedrich von Hayek e che tra i suoi
aficionados italiani conterebbe sulle presenze dell’ex ministro alla
difesa Antonio Martino e dell’economista Sergio Ricossa. Ai vertici
della sua piramide, tra gli altri, Peter Berry, direttore della Crown
Agency britannica, e il ministro colombiano della giustizia Nestor Neira.
Ma a quanto pare è proprio George Soros il grande
burattinaio dell’organizzazione, che – guarda caso – attraverso
suoi fedelissimi, avrebbe provocato maxi crac nelle economie di mezzo
mondo. Del resto, il suo Quantum Fund è una diretta emanazione del
gruppo Rothschild. Un solo esempio? Richard Katz, ex direttore della
Rotschild Italia e allo stesso tempo membro del comitato esecutivo del
Quantum Fund di Soros.
Registrato nel paradiso fiscale delle Antille olandesi, nel suo consiglio d’amministrazione fanno capolino alcuni nomi di un certo peso: come quello di Isidoro Alberini, storico agente di cambio alla Borsa di Milano, Nils Taube (socio dei Rotschild nella finanziaria St.James Place Capital), Amebee de Moustier (della Ifa Banque di Parigi), Edgar de Picciotto. Quest’ultimo è al vertice della UBP (Union Bancarie Privée) di Ginevra, terza banca svizzera, uno dei cui soci, Edmund Safra, è stato coinvolto in un’inchiesta della Dea americana per riciclaggio dei narcodollari colombiani. Tra i più accaniti fan di Mani Pulite International, alcuni padani doc.
A presiedere il movimento TI in Italia figura, infatti, Maria Teresa Brassiolo, consigliere della lega Nord al comune di Milano, mentre ai vertici organizzativi figura un altro esponente del Carroccio a Saronno, Edoardo Panizza. Una in perfetto stile Calderoli, la Brassiolo , che suggerisce l’uso del bisturi nei confronti dei criminali: «prima di ammazzarli basterebbe magari operarli o dare loro delle medicine, del resto se uno ha l’appendicite lo operano di appendicite». O no?
Registrato nel paradiso fiscale delle Antille olandesi, nel suo consiglio d’amministrazione fanno capolino alcuni nomi di un certo peso: come quello di Isidoro Alberini, storico agente di cambio alla Borsa di Milano, Nils Taube (socio dei Rotschild nella finanziaria St.James Place Capital), Amebee de Moustier (della Ifa Banque di Parigi), Edgar de Picciotto. Quest’ultimo è al vertice della UBP (Union Bancarie Privée) di Ginevra, terza banca svizzera, uno dei cui soci, Edmund Safra, è stato coinvolto in un’inchiesta della Dea americana per riciclaggio dei narcodollari colombiani. Tra i più accaniti fan di Mani Pulite International, alcuni padani doc.
A presiedere il movimento TI in Italia figura, infatti, Maria Teresa Brassiolo, consigliere della lega Nord al comune di Milano, mentre ai vertici organizzativi figura un altro esponente del Carroccio a Saronno, Edoardo Panizza. Una in perfetto stile Calderoli, la Brassiolo , che suggerisce l’uso del bisturi nei confronti dei criminali: «prima di ammazzarli basterebbe magari operarli o dare loro delle medicine, del resto se uno ha l’appendicite lo operano di appendicite». O no?
LE MAFIO-MASSONERIE DI BILDERBERG E TRILATERAL
I signori della finanza, evidentemente, amano le acque. Vuoi quelle marine, come nel caso della crociera d’affari sul Britannia di Sua Maestà, vuoi quelle, più tranquille, di un bel lago. Come è successo, ad esempio, sulle rive del Maggiore, in quel di Stresa, dove a giugno 2003 il Gruppo Bilderberg a festeggiato i suoi primi 50 anni. Li ritroviamo lì, in un abbraccio appassionato, i potenti della terra, dall’immancabile Henry Kissinger a David Rockfeller fino a Melinda Gates. E la nostra truppa? Mista al punto giusto, trasversale che più non si potrebbe. Il meeting del cinquantennio ha visto la partecipazione, sul versante finanziario, di Franco Bernabè, Rodolfo De Benedetti, Mario Draghi, Mario Monti, Tommaso Padoa Schioppa, Riccardo Passera, Paolo Scaroni, Marco Tronchetti Provera. Per la serie: tutti i candidati possibili alla successione di Fazio al vertice di Bankitalia! Tra gli economisti-politici, i due ultimi ministri dell’Economia nel governo Berlusconi, Domenico Siniscalco e Giulio Tremonti.
Ma nel corso degli anni le presenze agli annuali meeting - a partire dal 1982 ad oggi - sono state numerose e di grande prestigio: non ha fatto mancare la sua presenza il gruppo Fiat, con i fratelli Gianni e Umberto Agnelli, Paolo Fresco e l’amico Renato Ruggiero (per pochi mesi al timone del ministero degli Esteri); e poi i banchieri Rainer Masera, al vertice del gruppo Imi San Paolo, e Alessandro Profumo, Confindustria con Innocenzo Cipolletta; e un folto drappello di politici, dai polisti Giorgio La Malfa , Gianni De Michelis e Claudio Martelli (oltre ai già ricordati Tremonti e Siniscalco), agli ulivisti Romano Prodi, Valter Veltroni e Virginio Rognoni.
Ecco cosa ne pensa di queste combriccole un giornalista di
razza come Fulvio Grimaldi (lo ricordate, col suo inseparabile bassotto
a denunciare senza peli sulla lingua gli imbrogli a 360 gradi e per
questo prudentemente fatto fuori dalla Rai?), in un lungo reportage
consultabile solo via internet, sul sito contro “Come don Chisciotte”:
«31 dicembre: nel plauso a denti stretti della destra e più convinto
della “sinistra” a Mario Draghi governatore della Banca d’Italia,
si chiude l’annus horribilis berlusconian-dalemiano-bertinottiano
2005. I signori della finanza, evidentemente, amano le acque. Vuoi quelle marine, come nel caso della crociera d’affari sul Britannia di Sua Maestà, vuoi quelle, più tranquille, di un bel lago. Come è successo, ad esempio, sulle rive del Maggiore, in quel di Stresa, dove a giugno 2003 il Gruppo Bilderberg a festeggiato i suoi primi 50 anni. Li ritroviamo lì, in un abbraccio appassionato, i potenti della terra, dall’immancabile Henry Kissinger a David Rockfeller fino a Melinda Gates. E la nostra truppa? Mista al punto giusto, trasversale che più non si potrebbe. Il meeting del cinquantennio ha visto la partecipazione, sul versante finanziario, di Franco Bernabè, Rodolfo De Benedetti, Mario Draghi, Mario Monti, Tommaso Padoa Schioppa, Riccardo Passera, Paolo Scaroni, Marco Tronchetti Provera. Per la serie: tutti i candidati possibili alla successione di Fazio al vertice di Bankitalia! Tra gli economisti-politici, i due ultimi ministri dell’Economia nel governo Berlusconi, Domenico Siniscalco e Giulio Tremonti.
Ma nel corso degli anni le presenze agli annuali meeting - a partire dal 1982 ad oggi - sono state numerose e di grande prestigio: non ha fatto mancare la sua presenza il gruppo Fiat, con i fratelli Gianni e Umberto Agnelli, Paolo Fresco e l’amico Renato Ruggiero (per pochi mesi al timone del ministero degli Esteri); e poi i banchieri Rainer Masera, al vertice del gruppo Imi San Paolo, e Alessandro Profumo, Confindustria con Innocenzo Cipolletta; e un folto drappello di politici, dai polisti Giorgio La Malfa , Gianni De Michelis e Claudio Martelli (oltre ai già ricordati Tremonti e Siniscalco), agli ulivisti Romano Prodi, Valter Veltroni e Virginio Rognoni.
Vince la finanza anglo israeliana, massonica e laica (si fa per dire), perde la finanza cattolica e in specie la massoneria Opus Dei. Vincono anche coloro che 13 anni prima hanno avviato la bancarotta italiana, assassinato la politica e fatto trionfare un’economia in gran parte straniera di rapina e per il resto quella che impesta l’aria di questi tempi. La posta in gioco? Tra le altre il famigerato Partito Democratico filoclintoniano, filoisraeliano, filobilderberghiano, massonico, di Rutelli, Veltroni e aggregati vari».
Grimaldi definisce Bilderberg e Trilateral come «organizzazioni mafioso-massoniche». Sta di fatto che sugli incontri targati Bilberberg - nel corso dei quali si discute dei destini e degli assetti mondiali - vige il più assoluto riserbo. Sulla stampa ufficiale, nessuna riga. Forse perché, tra gli invitati di lusso, figurano anche alcuni grossi calibri della stampa nazionale, da Ferruccio De Bortoli a Gianni Riotta, fino a Lucio Caracciolo. Manca solo Magdi Allam: sarà per la prossima volta.
fonte: disinformazione.it
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