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giovedì 1 agosto 2013

La Natura tirannica degli Stati e dei Governi




nota personale:

Molte persone stanno cominciando a intravedere il grande inganno in cui vive la nostra società,libera a parole,dittatoriale e schiavista nei fatti.Le masse sopratutto nell'occidente (che si crede libero),lo stanno capendo lentamente e sulla loro pelle,che non esiste nessuna democrazia ne libertà,ma una società malata,distorta in cui ogni valore e virtu è stato sostituito da degenerazione,depravazione,prevaricamento,corruzione,stupidità e omologazione all'ignoranza più becera,il tutto anastetizzato dall' ipocrita retorica propinata dai corrotti scribbacchini mediatici e dalle marmaglie sub-umane politicanti;Retorica che ormai ha i giorni contati e non riesce a ingannare più nessuno.
Le masse quindi,stanno cominciando a capire in quale abbisso stanno cadendo,e i traditori politici venduti alla cricca ebraica-illuminati, sono ancora inconsapevoli dell'amaro destino che li attende,essi saranno le prime vittime sacrificali,perchè i padroni li hanno gia  scelti come capro espiatorio,da dare in pasto alle masse furiose al momento opportuno,come fù per i reali della francia,nella rivoluzione Francese gestita e fomentata dall'elite.
I popoli presto,sia per fame che per disperazione, dovranno scontrarsi con la dura realtà,e guardare in faccia il grande complotto mondiale di cui sono vittime.
L'unica cosa che ancora,purtroppo, tiene le genti aggrappate ai governi,ai politici e a tutte queste false e corrotte istituzioni,è sempre e solo la paura.
Essi in anni di propaganda di reggime,sono stati convinti che senza un governo,una istituzione che emana leggi e governi i popoli,o se vogliamo una badante che li tenga a bada e gli dica cosa fare o non fare,essi siano allo sbando,che si creerebbe un caos indefinito,una anarchia totale,che ognuno ucciderebbe l'altro in una follia omicida senza eguali,perchè a tenere le masse aggrapate a questi escrementi umani,è sempre e solo la paura.

Una paura alimentata da anni di telegiornali(veri documenti di propaganda allestiti per la manipolazione delle menti) che vomitano merda in faccia alla gente ogni santo giorno,che parlano a ogni ora di omicidi e stupri,assasini,guerre,genocidi e quantaltro,e quando va bene banalità che non dovrebbero interessare a nessun sano di mente.
Essi ora intravedono la natura predatoria e tirannica dei governi,ma ancora non concepiscono che ogni potere è sempre e solo demoniaco,che nella natura dei governi sia liberali,che democratici,che dittatoriali o altro,il denominatore comune è solo la  tirannia e la schiavistà preddisposizione a sfruttare le masse a vantaggio dei pochi.
Il potere in ogni sua forma è sempre corrotto e va distrutto senza pietà,il trono non va conquistato ma distrutto per sempre,è questo uno degli  sbagli delle rivoluzioni precedenti,che sostituivano un potere con un altro anche peggiore,e per questo ingannati dall'elite ebraica che ne fomentava e occultamente ne traeva vantaggio,da quella francese alle primavere arabe di oggi.
Il potere stesso è una illusione,e solo dato dalle masse ignoranti che ne conferiscono l' autorità,perchè incapaci di autogestirsi,solo gli esseri più beceri e vili ambiscono al potere,il grande ermete trimegisto ci dice:"il potere è la saggezza,la saggezza è il potere".
Le masse tenute come bambini deficenti e involuti spiritualmente,non riescono però a vedersi liberi,e quindi a liberarsi  per sempre dei governi tirannici e dei parassiti che ne girano intorno.
Una delle grandi sfide a cui siamo chiamati,è portare l'uomo medio a capire che senza un governo o altra istituzione non succederebbe proprio niente,e la follia o anarchia incontrollata data dall'essenza di una struttura governativa,è solo un inganno,uno dei tanti inganni con cui il potere ha stabbilizzato la sua arroganza e predatoria esistenza.
 Senza un governo la gente pensa che si stabbilirebbe la legge del più forte,la cosidetta legge della giungla,essi sono stati indotti a pensare che sono delle bestie senza cervello,che non sappiano gestirsi da soli e che molta gente sia malvaggia o criminale,e anche se in alcuni casi questo risulta vero,la verità che le vere bestie sono quelli che li tengono in queste condizioni e false convinzioni.
Nella più estrema delle ipotesi,senza la legge ufficiale o un governo,non ci sarebbe nessun caos,si stabilirebbe invece un ordine naturale,facciamo un esempio: diciamo che alcuni ladri comincino a  rubare,la gente comune non avendo possibilita di rivolgersi alle forze di polizia preposte all'ordine,si vedrebbero costrette a organizzarsi da sole,si unirebbero per necessita e combatterebbero le bande di criminali respingendoli.A sua volta altri criminali prima di rubare se la penserebbero due volte, e per paura di ritorsioni rinuncerebbero.
In questo semplice esempio,che puo essere esteso a tutti i settori,possiamo notare che la gente pur costretta dalla necessita,avrebbe ristabbilito l'ordine,perchè in natura non esiste mai un solo opposto,e non puo esistere l'uno senza il suo contrario,il caos senza la controparte l'ordine e viceversa,è sempre l'equilibrio tra i due opposti che deve essere ricercato dall'uomo saggio.
In questo caso ,estremizzato volutamente,notiamo però che le genti per costrizione, hanno dovuto unirsi e aiutarsi tra loro,e quindi hanno avuto anche un miglioramento ,in quanto i dissidi e le divisioni sono state messe da parte per fare fronte al pericolo comune,cosa che invece le strutture di potere fomentano,perchè dividendo le masse traggono il loro vantaggio,il famoso "dividi et impera".
L'equazione governo è ordine,è una menzogna che sostiene queste strutture parassitarie,e che anzi lo stato stesso per poter esistere,deve creare e foemntare la violenza,criminalita,mafie ecc.,affinche le masse si affidino allo stesso per la soluzione dei loro problemi.
Nei governi attuali poi,le genti sempre più divise tra loro,quando vengono minacciate dalle mafie o dalla criminalita,si rivolgono allo stato che è lo stesso che controlla occultamente,le stesse mafie, e li dirigge tramite i servizi segreti e le logge massoniche,stato che non fara niente per la protezzione dei suoi cittadini(sudditi), ma che anzi impedisce agli stessi di difendersi,punendoli se reagiscono difendendosi,quindi si avra la situazione in cui il cittadino si trovera solo contro dei criminali,che nel male sono uniti,che non solo sono parte del sistema di stato,ma che possono agire come vogliono, mentre la persona non puo ne difendersi,ne venire adeguatamente protetta dalle stesse strutture mafiose a cui si affida ingenuamente.
In questo contesto osserviamo che lo stato ha bisogno della paura,di un pericolo o emergenza perenne,per potersi garantire la sua sopravvivenza,altrimenti verrebbe meno la sua essenza,e la gente lo vedrebbe per quello che è, un parassita che sfrutta il popolo,e lo spreme con le tasse,vivendo alle spalle delle masse che sono costrette a lavorare. Essi non riescono a concepire che il governo è gia la legge del più forte,che gestisce tutto e  usa la forza contro chi vuole,una forza che puo essere ufficiale(vedi scontri di piazza),ma puo essere anche sotteranea,con omicidi mirati o quant'altro. 
Come diceva Pasolini:"non vi è niente di più anarchico del potere,il potere controlla tutti,ma nessuna puo controllare il potere,il potere fa ciò che vuole",in pratica le istituzioni viggenti sono solo la banda criminale che ha preso il potere e lo ha stabbilizzato,non permettono ad altri criminali di eriggere il loro dominio,sono la mafia delle mafie,i detentori della violenza per legge,in effetti la legge non è che una mutazione della forza,i criminali che hanno stabilito il loro potere sulle masse,e lo hanno stabbilizzato facendone una istituzione,che resta sempre corrotta e gestita dai più biechi esseri,ma accetata dai più per via delle false convinzioni che hanno inculcato loro.
le masse devono svegliarsi,e in fretta,non ci puo essere libertà per gli idioti,la libertà deve partire dalla consapevolezza interiore,e la responsabilità personale,un uomo stupido non potra mai essere libero,non servono strutture tiranniche che dicano cosa fare o non fare,la vita non si delega mai a nessuno.
L'uomo ha bisogno solo di persone sagge e amorevoli che gli diano i consigli giusti e lo avviano nel cammino della luce.Un uomo quando riscopre il suo io interiore e comincia il risveglio, non puo essere mai più schiavizzato o ingannato,e questo i governi e l'elite che li dirigge dietro le quinte, lo sanno bene,e anche per questo cercheranno di evitare il risveglio delle coscienze che sta avvennendo,ma questa è un altra storia.
white wolf



Molte persone sono convinte che lo stato sia il responsabile di qualsiasi cosa.



Secondo Cass Sunstein, professore di diritto presso l'Università di Harvard e amministratore dell 'Ufficio di Informazione e Regulatory Affairs, "Il governo è 'coinvolto' in qualsiasi attività umana ... Se le persone ricche dispongono di una grande quantità di denaro, tutto ciò è reso possibile dal governo, il quale allestisce un sistema in cui essi hanno diritto a possedere quelle ricchezze."


Formulazione accademica di un concetto che di recente è stato ribadito in forma popolare. "Se hai avuto successo, non lo hai fatto da solo ... Qualcuno lungo la strada ti ha dato qualche aiuto ... Qualcuno si è dato da fare per creare questo incredibile sistema americano che ti ha permesso di prosperare. Qualcuno ha investito in strade e ponti. Se hai un business vincente, il merito non è tuo. Qualcun altro ha fatto in modo che esistessero le condizioni affinché tu potessi farlo." Parole del boss di Sunstein, il presidente Obama.



Ma cos'è esattamente uno stato? La definizione canonica fu offerta da Max Weber, che definì lo Stato come "quella comunità umana che (con successo) rivendica il monopolio legittimo della violenza fisica all'interno di un determinato territorio."



In realtà non è affatto vero che ogni ricchezza sia imputabile allo Stato. Storicamente, l'esistenza di un apparato statale è sempre stata subordinata ad un surplus di ricchezza che potesse sostenerlo. Lo Stato, in altre parole, non può esistere senza una grande ricchezza che preceda la sua nascita. Andiamo avanti.



Perché le persone diventano ricche? Charles Dunoyer, tra i primi sociologi libertari, ha spiegato che "esistono al mondo solo due grandi partiti, quello di coloro che preferiscono vivere da prodotti del loro lavoro o della loro proprietà, e quello di coloro che preferiscono vivere sul lavoro o la proprietà altrui." In poche parole, i produttori producono ricchezza, mentre i prenditori se ne appropriano.



Nel suo importante libro Lo Stato, il sociologo Franz Oppenheimer distingue tra ciò che egli chiamava i mezzi economici e gli strumenti politici per il raggiungimento della ricchezza, cioè tra "il lavoro e la rapina." "Lo Stato", conclude, "è un'organizzazione di strumenti politici."



I mezzi economici devono precedere i mezzi politici. Tuttavia, non tutti i tipi di lavoro producono eccedenze sufficienti a sostenere uno stato. Lo stato non si forma nelle società di tipo cacciatori-raccoglitori perché quelle società non generano abbastanza surplus per sostenere una classe di predatori. Stesso dicasi per le società agricole primitive. Occorreva perciò che l'agricoltura raggiungesse un sufficiente grado di sviluppo ed organizzazione affinché generasse un surplus che attraesse l'attenzione dei predatori. Tali società finivano generalmente per essere conquistate dai nomadi, soprattutto quelli a cavallo, che erano in grado di sopraffare gli agricoltori 'stanziali'.



C'è un ricordo di quell'antico conflitto conservato nel Libro della Genesi, che racconta la storia fratricida di Caino e Abele. E' significativo che «Abele era pastore di greggi e Caino era un lavoratore della terra", un eco del conflitto tra agricoltori stanziali e pastori nomadi.



La nascita dello Stato rappresenta una evoluzione del banditismo da nomade a stanziale. Come ha scritto l'economista Mancur Olson, "Se il capo di una banda di banditi itineranti è abbastanza forte da prendere possesso di un territorio e tenere fuori dai suoi confini gli altri banditi, esso è in grado di monopolizzare la criminalità in quella zona, diventando così un bandito stanziale." Questa è una importante annotazione in merito allo sviluppo delle associazioni politiche umane.



Lo Stato è, in se, un istituto predatorio. Eppure in qualche modo rappresenta anche un vantaggio per coloro che ne sono saccheggiati. Quando la scelta si pone tra le scorrerie di banditi nomadi che combattono, rubano ed incendiano ciò che non possono rubare per poi ritornare l'anno successivo, ed un saccheggio dilazionato per tutto l'anno perpetrato da banditi stanziali, la scelta è ovvia. I banditi stanziali hanno minori probabilità di uccidere e distruggere nell'atto di depredarvi, e poi si occupano di tenere lontani i banditi rivali. Si tratta di una sorta di progresso anche dal punto di vista di coloro che vengono depredati.



Gli stati sono andati via via configurandosi come organizzazioni per il drenaggio delle eccedenze provenienti da coloro i quali producono ricchezza. Nel libro L'arte di Non Essere Governati l'antropologo e politologo James C. Scott dell'Università di Yale esamina le fattispecie di alcune regioni del mondo che nessuno Stato è mai riuscito a sottomettere con successo. Concetto centrale nella sua opera è "l'attrito del potere": il potere non attecchisce nei territori disagevoli. Molto spesso quando i conquistatori invadevano una zona montuosa, si stanziavano nelle valli, e difficilmente riuscivano a sottomettere gli indigeni che fuggivano sugli altopiani. Scott fa notare che quei rifugiati sviluppavano forme sociali, giuridiche e religiose che li rendevano assai difficili da soggiogare. Tutto ciò è particolarmente vero per i popoli di montagna e quelli di palude. (E' un peccato che i vari leader non abbiano letto il libro di Scott prima di occupare l'Afghanistan.)



Quali sono gli obiettivi dei governanti? Alcuni modelli eccessivamente semplicistici ipotizzano che i governanti cerchino di massimizzare la ricchezza, ossia il prodotto interno lordo. Scott, tuttavia, sostiene che lo scopo del governante non sia quello di massimizzare il PIL, ma di massimizzare il "PAS", cioè il prodotto accessibile allo stato, inteso come la produzione che lo stato sia agevolmente in grado di identificare, monitorare, enumerare, e confiscare mediante tassazione: "Il regnante ... massimizza il prodotto accessibile allo stato, se necessario persino a discapito della ricchezza complessiva del regno e dei suoi sudditi."



Si consideri (un regnante direbbe, "Si prenda"), per esempio, l'agricoltura. I regnanti asiatici hanno vietato la coltivazione di radici e tuberi in favore della coltivazione del risone. Il che è sconcertante. Perché mai i governanti dovrebbero preoccuparsi tanto di cosa viene coltivato? La ragione, osserva Scott, è che non è possibile controllare e tassare efficacemente le colture che crescono sotto terra. Il risone invece, la cui raccolta deve naturalmente effettuarsi in momenti specifici da grandi concentrazioni di persone, risulta molto più facilmente tassabile. Gli obiettivi dei regnanti producono effetti sistemici su molte pratiche e permeano le nostre società.



I sistemi di controllo come la coscrizione militare e le scuole obbligatorie hanno colonizzato la nostra coscienza. Ad esempio, consideriamo il passaporto. Spostarsi nel mondo oggi è vietato se si è sprovvisti di un documento rilasciato dallo stato. In realtà, non è più possibile nemmeno viaggiare all'interno degli Stati Uniti senza un documento rilasciato dallo stato. I passaporti sono invenzioni molto recenti. Per migliaia di anni le persone sono state libere di andare dove volevano senza dover richiedere autorizzazioni allo Stato. Sulla parete del mio ufficio c'è un annuncio preso da una vecchia rivista tedesca, in cui è raffigurata una coppia in uno scompartimento ferroviario di fronte a un ufficiale di frontiera esigente, "Il vostro passaporto, prego!" L'annuncio illustra come i meravigliosi passaporti esistano per concedere la libertà di viaggiare nel mondo.



Questo, chiaramente, è assurdo, dal momento che i passaporti limitano la tua libertà. Il viaggio ci è precluso in assenza di un permesso, ma l'ideologia statalistica ci ha impregnati così profondamente, interiormente, che molti vedono il passaporto come un qualcosa che conferisce libertà, piuttosto che limitarla. Una volta mi fu chiesto, dopo una lezione, se fossi a favore dei certificati di nascita rilasciati dallo stato. Dopo un attimo di esitazione ho risposto che non vedevo motivo che giustificasse tale pratica burocratica, dunque la mia risposta è stata negativa. L'interrogante mi ha aggredito! "E allora uno come dovrebbe fare a conoscere la propria identità?" Anche l'identità personale, a quanto pare, sarebbe conferita dallo Stato.



Gli stati moderni affermano inoltre di essere l'unica fonte di diritto. Ma storicamente i rapporti erano governati principalmente dal diritto consuetudinario, poi sempre più sostituito dalle leggi imposte con la forza. C'è una grande quantità di leggi intorno a noi di matrice non statale, in quanto sottoprodotti della interazione volontaria. Come sosteneva  il grande giurista Bruno Leoni, "Gli individui fanno la legge in quanto fanno affermazioni di successo." I privati ​​che stipulano contratti stanno facendo legge.



Nel 16° secolo, l'influente pensatore Jean Bodin definì la sovranità come "il più alto, assoluto e perpetuo potere esercitato su cittadini e sudditi riuniti in una comunità." Nelle sue speculazioni Bodin contrappose il "potere indivisibile" ad un altro genere di legalità denominato diritto consuetudinario, da egli bocciato perché, a suo dire: "il diritto consuetudinario è poco pratico poiché acquista forza a poco a poco e con il consenso di tutti, o la maggior parte, nel corso di molti lunghi anni, mentre la legge appare improvvisamente e ottiene  forza istantaneamente da una persona che ha il potere di comandare su tutti." In altre parole Bodin riconosce che il potere indivisibile crei ordine sociale, ma funzioni solo attraverso leggi imposte mediante la gerarchia della forza, la quale a propria volta richiede un sovrano, un potere che sia assoluto, incondizionato e quindi al di sopra della legge.



Questo tipo di sovranità è intrinsecamente contrario al concetto di stato di diritto, nonché in contrasto con i principi federalistici come quelli vigenti negli Stati Uniti, in cui il potere è suddiviso tra i diversi livelli e settori del governo. In regimi costituzionali, la legge, non il potere assoluto, dovrebbe essere suprema.



L'evoluzione della libertà coinvolge un lungo processo per portare al potere il diritto. L'imposizione della forza ha comunque lasciato una forte impronta nelle nostre menti. Alexander Rustow, sociologo di primo piano e padre della rinascita post-bellica della libertà in Germania, meditando in merito alle origini violente e predatorie dello Stato persistente afferma che: "Tutti noi, senza eccezione, portiamo dentro tale veleno ereditato in forme e luoghi diversi e inaspettati, spesso sfidando la percezione. Tutti noi, collettivamente e individualmente, siamo complici del più grande peccato di tutti i tempi, un vero e proprio peccato originale, un difetto ereditario asportabile solo con grande difficoltà e lentamente, con un approccio terapeutico, con una grande volontà di recuperare, con il rimorso di tutti." Ci vuole lavoro per liberare le nostre menti dalla nostra dipendenza dallo Stato.



Quando si medita su ciò che significa vivere da persone libere non dobbiamo mai dimenticare che non è lo Stato a concederci la nostra identità ed i nostri diritti. La Dichiarazione d'Indipendenza Americana afferma che "i governi sono stati istituiti tra gli uomini per proteggere questi diritti."



Prendiamo infine atto che si tratta di cose già nostre. Lo Stato può aggiungere valore quando ci aiuta a farlo, ma i diritti e la società sono anteriori allo Stato. Ricordare tutto ciò è fondamentale quando qualcuno vuol farti credere che "tutto ciò che hai costruito, lo devi al sistema allestito dallo stato."


Note sull'Autore.

Tom G. Palmer è senior fellow presso il Cato Institute. Ha scritto il saggio La Realizzazione della Libertà: Teoria, Storia e Pratica Libertaria, ed è coautore de La Moralità del Capitalismo. E' vice presidente esecutivo per i programmi internazionali presso l'Economic Research Foundation Atlas.

Articolo in lingua inglese, presente nell'archivio dell'organizzazione Cato
Link diretto:
 

http://www.cato.org/sites/cato.org/files/pubs/pdf/catosletterv10n4.pdf

Traduzione a cura di Anticorpi.info

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