tratto da: http://crom.be/it
Autore: Alexandre Sintile
Analisi del loro funzionamento magico
Negli
ambienti spiritualisti, sentiamo spesso parlare di «egregore». Tuttavia
la letteratura esoterica e spirituale seria ne fa raramente menzione.
Ci è quindi sembrato utile chiarire questo concetto essenziale per la
comprensione della nostra realtà occulta. Dunque, che cos’è un’egregora?
Come nascono le egregore? Come sono organizzate? Come si nutrono?
Esistono egregore buone o cattive? Chi regna al vertice della loro
gerarchia?
I tre centri
Fin dalla più alta Antichità, la scienza spirituale trasmessa nelle scuole misteriche insegna che l’essere umano è costituito di tre principali centri o «motori energetici». Grazie a questi centri, il corpo umano capta e trasforma l’energia del cosmo.
Il primo, è il centro del bacino, quello dell’energia vitale fondamentale, che sul piano fisico costituisce il motore dell’azione, il centro degli istinti di conservazione (alimentazione, protezione-sicurezza) e di riproduzione. È legato al piano sottile inferiore, il piano istintivo, e capta l’energia proveniente da questo piano energetico.
Il secondo, è il centro del cuore, il centro dei desideri, delle emozioni, dei sentimenti e della devozione ed è collegato al piano intermedio, emozionale o astrale. Su questo piano, capta un’energia più raffinata e di frequenza più elevata.
Il terzo, è il centro della testa. Capta un’energia superiore che trasforma sia in elettricità per trasmettere gli ordini tramite il sistema nervoso, sia in energia fisica per produrre il pensiero.
Noi siamo collegati a questi tre piani energetici sottili e la nostra coscienza passa da un piano all’altro, a seconda del tipo di esperienza che stiamo vivendo.
Questi piani sottili sono una realtà, la nostra realtà. Sono le dimensioni sulle quali esistiamo, ma anche le dimensioni sulle quali costruiamo, per lo più senza saperlo. Infatti, la nostra attività, sia essa istintiva, emozionale o psichica, ha effetti durevoli sulle dimensioni sottili.
La costituzione di un’egregora
Mediante la nostra attività noi tutti creiamo, individualmente, degli oggetti sottili, altrettanto reali quanto lo sono gli oggetti materiali, oggetti che i chiaroveggenti possono osservare e che qualsiasi persona sensibile riesce a captare e a percepire.
Attraverso il ripetersi di un desiderio, di un sentimento o di un pensiero possiamo addirittura dar vita a un’entità energetica autonoma e autoconservatrice. Una tale entità sottile nasce da un’attività ripetitiva, a prescindere dalla natura della medesima (istintiva, emozionale o mentale), è quella che chiamiamo golem. Il sentimento amoroso dà vita a un golem. I tic e le manie (disturbi ossessivi compulsivi) costituiscono caratteristiche psichiatriche degli effetti generati da un golem. Anche il consumo di sigarette produce un golem.
Un golem può essere formato dall’attività di un gruppo di persone, nel qual caso si parla di egregora. Le egregore non sono altro che golem collettivi.
Possiamo quindi considerare le egregore come creature energetiche artificiali prodotte dal pensiero, dal desiderio o dalla volontà unificata di un gruppo di persone, dinamizzate e vivificate da rituali – o addirittura da sacrifici – e che acquisiscono una potenza di azione occulta.
Affinché si crei un’egregora, un gruppo di persone deve avere una volontà unificata, un obiettivo comune e uno stesso obiettivo, che può spaziare dal più futile al più elevato. Per esempio, una famiglia, una squadra di calcio, un’associazione umanitaria o un partito politico sono associati a egregore particolari.
Gerarchia delle egregore
Le egregore si organizzano e gerarchizzano su tre livelli che dipendono dal centro energetico dal quale si alimentano.
Il primo livello è quello del piano istintivo. A questo livello, le egregore si nutrono dell’energia istintiva, in particolare quella dell’istinto di conservazione e di protezione, nonché quella dell’istinto di riproduzione.
A questo primo livello corrispondono le egregore familiari, quelle delle discoteche, delle squadre di calcio ecc. Tali egregore dispongono di una potenza d’azione occulta reale per quanto limitata.
Il secondo livello è quello del piano intermedio o emozionale, in cui sono comparsi diversi tipi di egregore, fra cui quelle umanitarie e religiose. La loro sopravvivenza dipende dalla deviazione dell’energia devozionale. Mentre il centro energetico del cuore deve generalmente infondere il desiderio di elevazione, le egregore situate sul piano emozionale cercano, al contrario, di abbassare la persona e di renderla passiva.
La potenza di un’egregora dipende dalla somma di energia dei membri che l’hanno prodotta.
Possiamo pertanto facilmente comprendere che un’egregora religiosa, data la quantità di energia che è in grado di accumulare giornalmente, dispone di una potenza d’azione occulta considerevole. Se si paragona l’egregora di una squadra di calcio con quella della Chiesa Cattolica, che focalizza il fervore di un miliardo e duecento milioni di fedeli, oppure quella dell’Islam, che si avvale di un miliardo e seicento milioni di musulmani, possiamo facilmente immaginare la superiorità, in termini di potenza occulta, delle egregore religiose rispetto a quelle istintive.
Questa potenza permette alle religioni di procurare alla persona un forte sentimento di sicurezza, un sentimento di fusione con la comunità dei credenti, un sentimento di potenza. Queste egregore possono produrre guarigioni spettacolari, dei «miracoli» che dal punto di vista energetico o occulto si possono perfettamente spiegare. Queste egregore religiose, di frequenza intermedia, possono vivere diversi millenni.
Il terzo livello è quello del piano psichico o intellettuale. Questo piano è principalmente costituito delle egregore di tipo ideologico e magico, quali le egregore dei Gesuiti. I Gesuiti hanno progressivamente sviluppato rituali magici allo scopo di rafforzare il loro potere occulto sulla Chiesa. Grazie alla grande conoscenza delle forze occulte di cui dispongono, si sono progressivamente elevati al di sopra delle egregore religiose.
Queste egregore situate sul piano psichico sono di una frequenza elevata, a tal punto che sono in grado di produrre effetti occulti potenti. Sono loro che dominano la gerarchia occulta.
Conclusione
Ora sappiamo perché e come appaiono le egregore, come si organizzano sui piani sottili e quale potenza occulta possono acquisire.
Per capire come liberarsene, dobbiamo scoprire come le egregore si nutrono concretamente, rafforzando in tal modo il loro dominio sui nostri tre centri energetici. È ciò che scopriremo in un prossimo articolo...
Fin dalla più alta Antichità, la scienza spirituale trasmessa nelle scuole misteriche insegna che l’essere umano è costituito di tre principali centri o «motori energetici». Grazie a questi centri, il corpo umano capta e trasforma l’energia del cosmo.
Il primo, è il centro del bacino, quello dell’energia vitale fondamentale, che sul piano fisico costituisce il motore dell’azione, il centro degli istinti di conservazione (alimentazione, protezione-sicurezza) e di riproduzione. È legato al piano sottile inferiore, il piano istintivo, e capta l’energia proveniente da questo piano energetico.
Il secondo, è il centro del cuore, il centro dei desideri, delle emozioni, dei sentimenti e della devozione ed è collegato al piano intermedio, emozionale o astrale. Su questo piano, capta un’energia più raffinata e di frequenza più elevata.
Il terzo, è il centro della testa. Capta un’energia superiore che trasforma sia in elettricità per trasmettere gli ordini tramite il sistema nervoso, sia in energia fisica per produrre il pensiero.
Noi siamo collegati a questi tre piani energetici sottili e la nostra coscienza passa da un piano all’altro, a seconda del tipo di esperienza che stiamo vivendo.
Questi piani sottili sono una realtà, la nostra realtà. Sono le dimensioni sulle quali esistiamo, ma anche le dimensioni sulle quali costruiamo, per lo più senza saperlo. Infatti, la nostra attività, sia essa istintiva, emozionale o psichica, ha effetti durevoli sulle dimensioni sottili.
La costituzione di un’egregora
Mediante la nostra attività noi tutti creiamo, individualmente, degli oggetti sottili, altrettanto reali quanto lo sono gli oggetti materiali, oggetti che i chiaroveggenti possono osservare e che qualsiasi persona sensibile riesce a captare e a percepire.
Attraverso il ripetersi di un desiderio, di un sentimento o di un pensiero possiamo addirittura dar vita a un’entità energetica autonoma e autoconservatrice. Una tale entità sottile nasce da un’attività ripetitiva, a prescindere dalla natura della medesima (istintiva, emozionale o mentale), è quella che chiamiamo golem. Il sentimento amoroso dà vita a un golem. I tic e le manie (disturbi ossessivi compulsivi) costituiscono caratteristiche psichiatriche degli effetti generati da un golem. Anche il consumo di sigarette produce un golem.
Un golem può essere formato dall’attività di un gruppo di persone, nel qual caso si parla di egregora. Le egregore non sono altro che golem collettivi.
Possiamo quindi considerare le egregore come creature energetiche artificiali prodotte dal pensiero, dal desiderio o dalla volontà unificata di un gruppo di persone, dinamizzate e vivificate da rituali – o addirittura da sacrifici – e che acquisiscono una potenza di azione occulta.
Affinché si crei un’egregora, un gruppo di persone deve avere una volontà unificata, un obiettivo comune e uno stesso obiettivo, che può spaziare dal più futile al più elevato. Per esempio, una famiglia, una squadra di calcio, un’associazione umanitaria o un partito politico sono associati a egregore particolari.
Gerarchia delle egregore
Le egregore si organizzano e gerarchizzano su tre livelli che dipendono dal centro energetico dal quale si alimentano.
Il primo livello è quello del piano istintivo. A questo livello, le egregore si nutrono dell’energia istintiva, in particolare quella dell’istinto di conservazione e di protezione, nonché quella dell’istinto di riproduzione.
A questo primo livello corrispondono le egregore familiari, quelle delle discoteche, delle squadre di calcio ecc. Tali egregore dispongono di una potenza d’azione occulta reale per quanto limitata.
Il secondo livello è quello del piano intermedio o emozionale, in cui sono comparsi diversi tipi di egregore, fra cui quelle umanitarie e religiose. La loro sopravvivenza dipende dalla deviazione dell’energia devozionale. Mentre il centro energetico del cuore deve generalmente infondere il desiderio di elevazione, le egregore situate sul piano emozionale cercano, al contrario, di abbassare la persona e di renderla passiva.
La potenza di un’egregora dipende dalla somma di energia dei membri che l’hanno prodotta.
Possiamo pertanto facilmente comprendere che un’egregora religiosa, data la quantità di energia che è in grado di accumulare giornalmente, dispone di una potenza d’azione occulta considerevole. Se si paragona l’egregora di una squadra di calcio con quella della Chiesa Cattolica, che focalizza il fervore di un miliardo e duecento milioni di fedeli, oppure quella dell’Islam, che si avvale di un miliardo e seicento milioni di musulmani, possiamo facilmente immaginare la superiorità, in termini di potenza occulta, delle egregore religiose rispetto a quelle istintive.
Questa potenza permette alle religioni di procurare alla persona un forte sentimento di sicurezza, un sentimento di fusione con la comunità dei credenti, un sentimento di potenza. Queste egregore possono produrre guarigioni spettacolari, dei «miracoli» che dal punto di vista energetico o occulto si possono perfettamente spiegare. Queste egregore religiose, di frequenza intermedia, possono vivere diversi millenni.
Il terzo livello è quello del piano psichico o intellettuale. Questo piano è principalmente costituito delle egregore di tipo ideologico e magico, quali le egregore dei Gesuiti. I Gesuiti hanno progressivamente sviluppato rituali magici allo scopo di rafforzare il loro potere occulto sulla Chiesa. Grazie alla grande conoscenza delle forze occulte di cui dispongono, si sono progressivamente elevati al di sopra delle egregore religiose.
Queste egregore situate sul piano psichico sono di una frequenza elevata, a tal punto che sono in grado di produrre effetti occulti potenti. Sono loro che dominano la gerarchia occulta.
Conclusione
Ora sappiamo perché e come appaiono le egregore, come si organizzano sui piani sottili e quale potenza occulta possono acquisire.
Per capire come liberarsene, dobbiamo scoprire come le egregore si nutrono concretamente, rafforzando in tal modo il loro dominio sui nostri tre centri energetici. È ciò che scopriremo in un prossimo articolo...
L’esperienza «Veronica»
Esempio perfetto di un’egregora di primo livello
Jacques Rubenstein racconta l’esperienza che ha vissuto nel corso di una trasmissione su France Inter: «Quella sera fu creato un dio, femminile, di nome Veronica. Le furono concesse 24 ore di vita. Ma l’esperienza non terminò lì, poiché decidemmo di fare agire Veronica; le fu data la missione di sopprimere all’istante i dolori di tutti gli ascoltatori che soffrivano di un qualsiasi disturbo fisico. Al pubblico venne inoltre indicato che poteva chiedere diverse cose a Veronica. Infine al pubblico venne chiesto di scrivere. Questa esperienza venne seguita da persone che si erano riunite a Marsiglia, Bordeaux ecc. Furono centinaia le lettere che giunsero e continuano a giungere in redazione. Il lato più saliente dell’esperienza fu proprio il più immediato, ossia la cessazione di qualsiasi dolore! In seguito si verificarono risultati assolutamente inaspettati, e questo in tutti gli ambiti.»
Messo in linea il: 25.08.12 | Estratto da Abraxas 1
I diversi tipi di rituali
Nella
prima parte di questo articolo, abbiamo visto che l’essere umano è
costituito di tre centri energetici collegati a tre piani sottili: il
piano istintivo, il piano emotivo e il piano psichico. Quindi esistiamo e
costruiamo su questi tre piani sottili. Mediante la nostra attività
energetica (istintiva, emotiva o psichica) costruiamo oggetti sottili
che, quando l’attività in questione si ripete, diventano entità
energetiche autonome (golem). Quando sono collettivi (creati da un
gruppo di persone), i golem diventano egregore. La potenza d’azione
occulta di queste egregore dipende dalla qualità e dalla quantità
d’energia loro trasferita.
Le egregore sono, più di qualsiasi altro elemento, ciò che costituisce l’aldilà. Dobbiamo quindi capirne esattamente il funzionamento se vogliamo comprendere la nostra realtà sottile senza possibilità d’errore e liberarci da qualsiasi influsso o manipolazione occulta. In questo articolo scopriremo come si nutre un’egregora, e come utilizza l’energia dell’uno o dell’altro dei tre centi motori umani.
L’energia è trasferita verso l’egregora attraverso i rituali. Ogni tipo di egregora si nutre in un modo specifico, con un rituale appropriato.
Sul piano istintivo le egregore sono nutrite da rituali poco strutturati: cerimonie familiari (doni, libagioni, protocolli ecc.), calcio (ideato da una società segreta inglese che ha lasciato la sua firma attraverso diversi simboli che appaiono durante le partite), trasmissioni televisive ecc.
Sul piano emotivo il rituale più efficace è quello della messa. Si tratta infatti di un rituale molto strutturato, poco esigente per i partecipanti che forniscono l’energia, ma molto esigente per gli officianti che canalizzano l’energia per poi trasmetterla. La messa utilizza l’energia proveniente dal bacino e dal cuore dei fedeli.
Sul piano psichico entra in gioco un rituale particolare, molto strutturato, perfettamente codificato e che coinvolge potenti simboli. Tutti i partecipanti sono selezionati, formati e iniziati. Si tratta di un rituale totale che implica l’energia proveniente dal bacino, dal cuore e dalla testa. Integrando simboli incomprensibili o mal compresi, questo genere di rituale pone la persona sotto un dominio occulto, a tutti i piani del suo essere.
Tuttavia, nonostante l’uso di rituali adeguati, le egregore riescono difficilmente a ottenere tutta l’energia di cui hanno bisogno.
Queste creature energetiche autonome diventano voraci. Ne deriva pertanto una guerra tra egregore che lottano per trovare maggiori fonti energetiche. I missionari cattolici illustrano bene questa lotta per la sopravvivenza. Un’altra possibilità per accrescere l’alimentazione energetica dell’egregora consiste nell’aumentare la frequenza dei rituali (i pasti), il che non è tuttavia sempre possibile dal lato pratico.
Il rito di sangue
La soluzione più efficace per permettere di accrescere l’intensità del rituale (e quindi del trasferimento energetico) è costituita dal rito di sangue. Il sangue è il liquido fisiologico che concentra l’energia dei tre centri: la potenza psichica della testa, l’energia pranica del cuore e la forza karmica del bacino. Sappiamo bene quanto sono elettrizzati i guerrieri quando il sangue scorre sul campo di battaglia.
Un esempio calzante di rito di sangue è quello dell’11 septembre 2001, che in realtà è stata una grande messa mediatica. Vi ritroviamo tutti gli elementi propri del rituale: sacrificio di persone (2000 morti), partecipazione emotiva e devozionale (a livello planetario), strutturazione dell’energia captata da alti iniziati e utilizzazione di potenti simboli, quali il pentagramma (Pentagono) e le due colonne del tempio (le due torri).
È chiaro che quando si sceglie di mediatizzare un omicidio fra le migliaia che accadono, è perché l’omicidio in questione partecipa a un rituale segreto.
Oltre agli assassinii rituali, i riti di sangue sono praticati apertamente e regolarmente dall’ebraismo e dall’Islam: il macello rituale kasher o hallal e l’aid («festa» dell’agnello) ne sono esempi noti.
Nonostante il massimo sfruttamento di tutte le fonti energetiche di cui può disporre, l’egregora permane insaziabile e aumenta regolarmente la pressione sugli esseri ai quali sottrae l’energia. Molti cercano quindi di sottrarsi al suo dominio, cosa tuttavia assai difficile.
Come sfuggire a un’egregora?
Entrare in contatto con un’egregora significa stabilire un legame con essa. In qualche modo, la persona chiede un prestito alla banca dell’occulto vivendo così al di sopra dei suoi mezzi energetici/karmici normali, «prendendo in prestito» diversi favori, potere, una guarigione o altro.
Ma questo mutuo dev’essere rimborsato e talvolta è impossibile farlo, anche a costo di tutta una vita di sforzi. Il tasso d’interesse può essere esorbitante. Il patto è di tipo mafioso e pochi riescono a sottrarvisi.
In alcuni casi bisogna aspettarsi di subire le rappresaglie dell’egregora, così come accade alle persone che abbandonano l’Islam, o quelle che hanno lasciato la Chiesa finendo sul rogo dopo lunghe torture. Lo stesso vale per le nazioni che, quando tentano di sottrarsi all’egregora planetaria, si vedono imporre la «democrazia» con le bombe.
La forza di coesione delle egregore poggia sulla paura inconsapevole delle rappresaglie che esse suscitano. Non è solo l’ebreo o il testimone di Geova, il cattolico o il musulmano a trovarsi sotto il dominio di un’egregora. Siamo tutti legati alle egregore che dominano nell’aldilà, e questo per il fatto di partecipare inconsciamente a ogni sorta di rituale: mediatici, politici (votazioni, ecc.), economici (lavoro, consumo ecc.), sociali, familiari, scolastici, amministrativi e così via.
Dalla nascita alla morte, siamo sotto il controllo totale delle egregore.
Questo dominio perdura e prende fine soltanto se riusciamo a liberare e a dominare i nostri tre motori energetici principali (testa, cuore e bacino), cosa che possiamo fare soltanto nel corso della nostra vita terrestre.
Dopo la morte
Alla morte di un membro di un gruppo strutturato (quindi legato a un’egregora), ossia quando il suo essere multidimensionale deposita il corpo fisico, normalmente avviene la volatilizzazione della personalità e la dissoluzione degli elementi sottili. Tuttavia questo processo può essere ritardato, o addirittura interrotto, quando una grande quantità di energia proveniente dal piano fisico nutre i resti della personalità, a tal punto che questa non può essere annientata.
Questa sopravvivenza artificiale e parassitaria della personalità nell’aldilà è la controparte che rende il patto occulto interessante per gli esseri profondamente egocentrici che hanno sempre rifiutato di affrontare la questione esistenziale della morte.
In definitiva, se non abbiamo concluso nessun contratto occulto importante durante la vita, sarà l’egregora della nostra religione di nascita che ci accoglierà dopo la morte, offrendoci ancora alcuni begli anni di sopravvivenza parassitaria, facendo di noi dei vampiri dell’aldilà che influenzano i desideri dei vivi per incitarli a fornire energia alla loro egregora, la struttura energetica nella quale si sono disincarnati.
L’aldilà è perfettamente strutturato da questo sistema gerarchico di egregore che costituisce una sorta di riflesso del mondo fisico. Ogni azione che sopraggiunge sul piano fisico ha i suoi effetti sui piani sottili poiché ogni gruppo umano è associato a una o più egregore.
Al vertice della gerarchia delle egregore troneggiano potenze che la tradizione gnostica ha tenuto a lungo segrete, divulgandone l’esistenza soltanto in seno a scuole misteriche per non attirare i fulmini delle autorità religiose.
Sono queste potenze egregoriche supreme, chiamate Eoni, che scopriremo nel prossimo numero di Abraxas...
Le egregore sono, più di qualsiasi altro elemento, ciò che costituisce l’aldilà. Dobbiamo quindi capirne esattamente il funzionamento se vogliamo comprendere la nostra realtà sottile senza possibilità d’errore e liberarci da qualsiasi influsso o manipolazione occulta. In questo articolo scopriremo come si nutre un’egregora, e come utilizza l’energia dell’uno o dell’altro dei tre centi motori umani.
L’energia è trasferita verso l’egregora attraverso i rituali. Ogni tipo di egregora si nutre in un modo specifico, con un rituale appropriato.
Sul piano istintivo le egregore sono nutrite da rituali poco strutturati: cerimonie familiari (doni, libagioni, protocolli ecc.), calcio (ideato da una società segreta inglese che ha lasciato la sua firma attraverso diversi simboli che appaiono durante le partite), trasmissioni televisive ecc.
Sul piano emotivo il rituale più efficace è quello della messa. Si tratta infatti di un rituale molto strutturato, poco esigente per i partecipanti che forniscono l’energia, ma molto esigente per gli officianti che canalizzano l’energia per poi trasmetterla. La messa utilizza l’energia proveniente dal bacino e dal cuore dei fedeli.
Sul piano psichico entra in gioco un rituale particolare, molto strutturato, perfettamente codificato e che coinvolge potenti simboli. Tutti i partecipanti sono selezionati, formati e iniziati. Si tratta di un rituale totale che implica l’energia proveniente dal bacino, dal cuore e dalla testa. Integrando simboli incomprensibili o mal compresi, questo genere di rituale pone la persona sotto un dominio occulto, a tutti i piani del suo essere.
Tuttavia, nonostante l’uso di rituali adeguati, le egregore riescono difficilmente a ottenere tutta l’energia di cui hanno bisogno.
Queste creature energetiche autonome diventano voraci. Ne deriva pertanto una guerra tra egregore che lottano per trovare maggiori fonti energetiche. I missionari cattolici illustrano bene questa lotta per la sopravvivenza. Un’altra possibilità per accrescere l’alimentazione energetica dell’egregora consiste nell’aumentare la frequenza dei rituali (i pasti), il che non è tuttavia sempre possibile dal lato pratico.
Il rito di sangue
La soluzione più efficace per permettere di accrescere l’intensità del rituale (e quindi del trasferimento energetico) è costituita dal rito di sangue. Il sangue è il liquido fisiologico che concentra l’energia dei tre centri: la potenza psichica della testa, l’energia pranica del cuore e la forza karmica del bacino. Sappiamo bene quanto sono elettrizzati i guerrieri quando il sangue scorre sul campo di battaglia.
Un esempio calzante di rito di sangue è quello dell’11 septembre 2001, che in realtà è stata una grande messa mediatica. Vi ritroviamo tutti gli elementi propri del rituale: sacrificio di persone (2000 morti), partecipazione emotiva e devozionale (a livello planetario), strutturazione dell’energia captata da alti iniziati e utilizzazione di potenti simboli, quali il pentagramma (Pentagono) e le due colonne del tempio (le due torri).
È chiaro che quando si sceglie di mediatizzare un omicidio fra le migliaia che accadono, è perché l’omicidio in questione partecipa a un rituale segreto.
Oltre agli assassinii rituali, i riti di sangue sono praticati apertamente e regolarmente dall’ebraismo e dall’Islam: il macello rituale kasher o hallal e l’aid («festa» dell’agnello) ne sono esempi noti.
Nonostante il massimo sfruttamento di tutte le fonti energetiche di cui può disporre, l’egregora permane insaziabile e aumenta regolarmente la pressione sugli esseri ai quali sottrae l’energia. Molti cercano quindi di sottrarsi al suo dominio, cosa tuttavia assai difficile.
Come sfuggire a un’egregora?
Entrare in contatto con un’egregora significa stabilire un legame con essa. In qualche modo, la persona chiede un prestito alla banca dell’occulto vivendo così al di sopra dei suoi mezzi energetici/karmici normali, «prendendo in prestito» diversi favori, potere, una guarigione o altro.
Ma questo mutuo dev’essere rimborsato e talvolta è impossibile farlo, anche a costo di tutta una vita di sforzi. Il tasso d’interesse può essere esorbitante. Il patto è di tipo mafioso e pochi riescono a sottrarvisi.
In alcuni casi bisogna aspettarsi di subire le rappresaglie dell’egregora, così come accade alle persone che abbandonano l’Islam, o quelle che hanno lasciato la Chiesa finendo sul rogo dopo lunghe torture. Lo stesso vale per le nazioni che, quando tentano di sottrarsi all’egregora planetaria, si vedono imporre la «democrazia» con le bombe.
La forza di coesione delle egregore poggia sulla paura inconsapevole delle rappresaglie che esse suscitano. Non è solo l’ebreo o il testimone di Geova, il cattolico o il musulmano a trovarsi sotto il dominio di un’egregora. Siamo tutti legati alle egregore che dominano nell’aldilà, e questo per il fatto di partecipare inconsciamente a ogni sorta di rituale: mediatici, politici (votazioni, ecc.), economici (lavoro, consumo ecc.), sociali, familiari, scolastici, amministrativi e così via.
Dalla nascita alla morte, siamo sotto il controllo totale delle egregore.
Questo dominio perdura e prende fine soltanto se riusciamo a liberare e a dominare i nostri tre motori energetici principali (testa, cuore e bacino), cosa che possiamo fare soltanto nel corso della nostra vita terrestre.
Dopo la morte
Alla morte di un membro di un gruppo strutturato (quindi legato a un’egregora), ossia quando il suo essere multidimensionale deposita il corpo fisico, normalmente avviene la volatilizzazione della personalità e la dissoluzione degli elementi sottili. Tuttavia questo processo può essere ritardato, o addirittura interrotto, quando una grande quantità di energia proveniente dal piano fisico nutre i resti della personalità, a tal punto che questa non può essere annientata.
Questa sopravvivenza artificiale e parassitaria della personalità nell’aldilà è la controparte che rende il patto occulto interessante per gli esseri profondamente egocentrici che hanno sempre rifiutato di affrontare la questione esistenziale della morte.
In definitiva, se non abbiamo concluso nessun contratto occulto importante durante la vita, sarà l’egregora della nostra religione di nascita che ci accoglierà dopo la morte, offrendoci ancora alcuni begli anni di sopravvivenza parassitaria, facendo di noi dei vampiri dell’aldilà che influenzano i desideri dei vivi per incitarli a fornire energia alla loro egregora, la struttura energetica nella quale si sono disincarnati.
L’aldilà è perfettamente strutturato da questo sistema gerarchico di egregore che costituisce una sorta di riflesso del mondo fisico. Ogni azione che sopraggiunge sul piano fisico ha i suoi effetti sui piani sottili poiché ogni gruppo umano è associato a una o più egregore.
Al vertice della gerarchia delle egregore troneggiano potenze che la tradizione gnostica ha tenuto a lungo segrete, divulgandone l’esistenza soltanto in seno a scuole misteriche per non attirare i fulmini delle autorità religiose.
Sono queste potenze egregoriche supreme, chiamate Eoni, che scopriremo nel prossimo numero di Abraxas...
Messo in linea il: 26.12.12 | Estratto da Abraxas 2
di Emanuele Gin
Allorché
il postulante viene ammesso in una comunità iniziatica e comincia ad
interagire con gli altri membri, entra in relazione con quella
dimensione particolare che la Tradizione indica spesso con la parola
eggregoro o eggregore.
Intorno
a questo termine si possono rintracciare almeno due linee etimologiche
distinte. Una prima è greca e lo fa derivare dal verbo egeirw,
particolarmente nella forma del perfetto egrhgora o dai verbi derivati
egrhegoraw e egrhgorew, con il significato di stare sveglio. La seconda è
invece latina, e lo pone in relazione con il sostantivo grex (gregge)
da cui il verbo ad-gregare (aggregare, unire, mettere insieme,
raggruppare).
Nel contesto delle scritture tradizionali e nella ritualistica giunte fino a noi, e particolarmente in quelle che caratterizzano nostro Ordine, l'impiego che si fa della parola eggregoro è definito dalla confluenza di entrambe queste linee semantiche; l'eggregoro indicando, così, in prima approssimazione, il gruppo o l'insieme di coloro che vegliano o, meglio, di coloro che stanno svegli. Così che lo stare svegli e la capacità di vegliare risultano essere i primi elementi che permettono di identificare un gruppo iniziatico tra i gruppi tout-court; lo stare svegli e il vegliare indicando, come è superfluo annotare, non solo la capacità di guidare i propri ritmi bio-fisiologici, di per sé autonomi, quanto l'essere pervenuti ad uno stato desto di coscienza, che corrisponde appunto con la consapevolezza di sé iniziaticamente intesa.
La
parola quindi, passa a designare non solo le persone che fisicamente
interagiscono, ma in specie la particolare qualità dell'interazione
stessa.
A tale
riguardo, è ben noto ( Lewin,1951, Le Bon,1895, Ach,1952) che un gruppo
umano, indipendentemente dalle motivazioni per le quali si costituisce,
rappresenta qualcosa di più che la mera sommatoria delle parti; dà cioè
luogo ad una totalità dinamica, una realtà metaindividuale, detta
sintalità, che tende sempre più a prescindere dalle singole volontà
individuali. L'individuo nel gruppo determina gli altri, ed è da essi
determinato, secondo le logiche dell'influenzamento che sono state
oramai quasi compiutamente studiate; la sua azione tende fortemente ad
uniformarsi a quella che gli appare come la volontà generale o comunque
la modalità generale di percepire le cose: in ciò risiedendo i potenti
meccanismi che governano i comportamenti, talvolta incontrollabili,
delle folle o di gruppi ben coesi, ancorché minoritari. Il potere di
modellamento sugli appartenenti al gruppo esercitato dalla sintalità si
esprime massimamente, ed in forme diverse, quando il gruppo si
costituisce in funzione di forti leadership di tipo carismatico. In
queste circostanze, anche senza la presenza fisica del leader, il
carisma svolge un potente effetto moltiplicatore delle dinamiche
connesse alla sintalità, tanto che risulta possibile osservare il
prodursi, in individui particolari, di una fenomenologia, complessa ma
oggi profondamente studiata, che va dall'ambito schiettamente
psicologico(Tart,1977, Neher,1991) a quello psicopatologico (Arieti,
1980), a quello etnosociologico (de Martino,1971)
Questi
meccanismi costitutivi del gruppo, e le dinamiche connesse, permangono
naturalmente anche quando esso intenda costituirsi in comunità
iniziatica e rappresentano un ambito fenomenologico che deve essere
profondamente conosciuto dai membri del gruppo stesso ed attentamente
sorvegliato da parte di coloro ai quali il gruppo si affida, per evitare
che si producano quei sottili quanto potenti fenomeni di distorsione
sopra accennati. Nel gruppo esotericamente connotato, in altre parole,
deve invece esprimersi una forma di sintalità qualitativamente diversa
da quella "comune", che sia in grado di trasformare un insieme di
persone, appunto, in un eggregoro.
sf.
[da sin-+latino talis, simile]. L'insieme delle caratteristiche
psicologiche comuni che caratterizzano un gruppo di individui.
Tuttavia,
perché ciò si produca, perché un gruppo di persone esprima un eggregoro
efficace, perché, quindi, dia luogo ad una comunità iniziatica, non è
sufficiente che nel gruppo sia condivisa la consapevolezza della
fenomenologia interpersonale ed esercitata l'attenzione alle potenziali
fonti distorsive, ma sono indispensabili ancora altri elementi, senza i
quali un insieme di individui resterà un gruppo di persone, ancorché
animate dalle migliori intenzioni.
Innanzi tutto, è necessario che al gruppo si offra un collegamento autentico con un Centro iniziatico superiore. L'imprescindibilità
di un tale collegamento è stato giustamente ribadito in tutti i testi
della Tradizione, al di là di ogni specifica impostazione, talvolta in
maniera molto esplicita: "Bisogna che una organizzazione sia
effettivamente depositaria di una influenza spirituale per poterla
comunicare agli individui che vi si collegano"(Guénon, 1987, p.58) e,
più oltre: "…sicché, una organizzazione apparentemente nuova potrà
essere legittima solo se è il prolungamento di una organizzazione
preesistente, in modo da mantenere senza alcuna interruzione la
continuità della catena iniziatica"(ibd., p.59).
In
secondo luogo, occorre che gli elementi del gruppo siano iniziaticamente
qualificati. Non è questo il luogo ove si possa discutere
analiticamente il complesso problema della qualificazione iniziatica,
per il quale non è possibile altro che rimandare al citato lavoro Guénon
e a quelli di altri testimoni classici della Tradizione (Levi, Papus,
De Pasqually, S.Martin, Evola, Gurdijef). Qui, basterà notare
che assieme al collegamento con una emanazione, diretta o mediata, di un
Centro iniziatico, è indispensabile che i membri possiedano una
specifica qualità intrinseca, senza la quale, per dirla ancora con le
parole dello stesso Guénon,:"ogni sforzo sarebbe vano, poiché
l'individuo non può evidentemente sviluppare che quelle possibilità che
porta in sé fin dall'origine"(ibd.,p.45). E' questa
qualificazione speciale dei singoli componenti, e la capacità di
ciascuno di esprimerla a livelli sempre più alti in funzione della
profondità del lavoro interiore, ciò che permetterà all'insieme di
persone inserite in una Comunione iniziaticamente regolare di
trasformare l'ordinaria sintalità gruppale in energia eggregorica.
L'eggregoro,
così descritto, si declina da un lato, come lo speciale campo entro il
quale vive ed agisce una comunità iniziatica, dall'altro come la catena
magica, corda fraternitatis o catena d'unione che lega gli uni agli
altri i membri di quel particolare gruppo a tutti gli altri membri della
Comunione o dell'Ordine di cui il gruppo fa parte e, in virtù della
regolarità iniziatica di quest'ultimo, li collega con il nucleo centrale
Tradizionale di cui, a sua volta, ciascun gruppo è emanazione. Si
riconoscono, quindi, all'eggregoro i caratteri fondanti di orizzontalità
e di verticalità che distinguono la gruppalità ordinaria dalla
Comunione iniziatica e ne fanno un evento umano speciale, all'interno
del quale si agisce la forza del Deposito Iniziatico della Comunione
stessa.
Se,
quindi, l'eggregoro indica la modalità speciale di connettere tra loro i
membri di una catena fraterna, per la via orizzontale, e di connettere,
per la via verticale, questi membri ad una realtà superiore che li
comprende, si intende bene la cura posta da tutti i Maestri passati così
come da tutti gli iniziati, alla accanita difesa della purezza
dell'eggregoro dalle larve, e particolarmente quelle sub specie di
scorie umane, in grado di inquinarlo e snaturarlo, trasformando, così,
inevitabilmente quello che ambirebbe ad essere un sacrum conventum in
una più o meno variopinta, frustrante conventicola.
Eggregore: il Legato e la Comunità
di Filippo Goti
[3] E disse loro Semeyaza, che era il loro capo: "Io temo che può darsi che voi non vogliate che ciò sia fatto e che io solo pagherò il fio di questo grande peccato". [4] E tutti gli risposero e gli dissero: "Giuriamo, tutti noi, e ci impegniamo che non recederemo da questo proposito e che lo porremo in essere ". [5] Allora tutti insieme giurarono e tutti quanti si impegnarono vicendevolmente ed erano, in tutto, duecento. [6] E scesero in Ardis, cioè sulla vetta del monte Armon e lo chiamarono Monte Armon poiché su esso avevano giurato e si erano scambiati promessa impegnativa.
In un
precedente lavoro, di cui questo è ideale continuazione, abbiamo
indicato l'Eggregore come la risultante di più operatori, uniti da una
comune ritualia, esercitata all'unisono, e finalizzata al conseguimento
di determinati obiettivi magici. L'eggregore così costituito si pone in
posizione mediana fra il mondo superiore divino, e il mondo naturale,
risultando vincolante, nel bene e nel male, per coloro che a esso si
sono reciprocamente e consapevolmente legati. Una corda dal triplice
nodo è costituita: del singolo verso l'Eggregore, dell'Eggregore verso
il singolo, e tramite questo verso gli altri operatori.
Andremo
in questo lavoro a evidenziare in che modo una persona si lega a un
Eggregore, e come questa a sua volta è legata agli altri membri che si
riconoscono nella comunione eggregorica. Ovviamente tenuto conto della
specificità della ricerca che da decenni ho intrapreso, l'ottica sarà
esclusivamente riservata alle comunità eggregoriche in ambito esoterico.
Avendo
in apertura proposto una definizione operativa di eggregore, è qui
necessario, onde dialogare su di un piano scevro da fraintendimenti,
dare contenuto a espressioni quali Legato Eggregorico e Comunione
Eggregorica.
La parola legato ha una duplicità etimologica latina. Per gli antichi romani il Legatus (mandare, inviare, legare) trovava la propria radice in Lex (norma) con significato di autorità che impone e dispone. I Luogotenenti dell'antica Roma erano funzionari statali che agivano su incarico e con un preciso e delimitato mandato, conferito loro dall'Imperatore, dal Senato, o da altra autorità a loro superiore.
Altrettanto
Legato deriva da Legatum con significato di conferire per testamento a
qualcuno le proprie sostanze, o una parte di esse.
Vediamo
quindi che il termine legato, tenendo presente la radice etimologica,
rimanda a un concetto di autorità e norma che investe un individuo in
virtù del ruolo che ricopre, o in virtù del potere o disponibilità che
esso riceve. Tale attribuzione è canalizzata nei suoi confronti da un
gerarca a lui superiore, che attraverso un atto di liberalità, quindi di
piena volontà non vincolata ma rispondente a una forma normativa e
rituale adatta (norma), trasmette un potere o una sostanza.
Ecco
quindi evidenziati gli elementi che determinato il legato eggregorico,
inteso come quell'atto attraverso cui una persona si lega a un
eggregore. Essi sono l'individuo che è nominato, il gerarca che in virtù
di un rito lega l'individuo, il conferimento di un ruolo o di un
potere.
Associazione,
Iniziazione, Elevazione, Accettazione, queste e altre parole
innumerevoli, disegnando l'atto rituale normativo con cui una persona
viene legata ad un Eggregore, da un iniziatore o maestro. Il quale ha
come compito non solo la riproposizione continua delle parole e degli
atti necessari all'associazione, ma anche a priori la determinazione
della presenza di quelle qualità nell'associando necessarie al suo
proficuo rapportarsi con l'Eggregore.
Il primo
dei compiti, la corretta riproposizione del rituale di associazione, ha
come finalità quella di garantire la corretta trasmissione iniziatica.
Possiamo vedere questo momento come una fase non solo formale ma anche
sostanziale, dove i due elementi s’influenzano reciprocamente e
l'assenza dell'uno inficia l'efficacia dell'altro. Poiché in assenza di
un reale potere d’iniziazione ogni forma rituale o cerimoniale decade a
semplice rappresentazione teatrale, ma in mancanza di un'adeguata forma
tradizionale il potere iniziatico non "passa" dall'iniziatore
all'iniziato/associato. Ovvio che all’origine vi debbano essere i
necessari requisiti da parte del secondo, e un reale potere da parte del
primo, ed è triste notare come in molti ambiti non si inizi in virtù di
un proprio potere ma in nome e per conto di un ente astratto.
Quanto
esposto che è valevole in un ragionamento legato all'iniziazione in
generale, acquista maggiore sostanza qualora la persona iniziata è
legata ad un Eggregore. Risulta quindi che l'iniziatore opera
all'interno di un contesto magico-operativo dove la forza che anima gli
strumenti dell'opera agisce anche come elemento fluidificante e
sostanziale dell'iniziazione stessa. Da cui discende che in tali ambiti
magici l'iniziatore non opera esclusivamente in virtù di un proprio
reale potere iniziatico, ma anche in virtù di una delega da parte
dell'Eggregore stesso, il quale lo pervade, così come andrà a pervadere
l'iniziato. Mi si permetta una riflessione un poco caritatevole nei
confronti di molti che a cuor leggero ricercano associazioni, e nei
confronti che con leggerezza dispensano tali associazioni. Quanti di
essi riflettano attorno a cosa in realtà prefiguri il termine
associazione, quindi cosa significhi in realtà essere associato ?!
Associare è l'azione attraverso cui si unisce verso un socius (AD
SOCIARE), in altri termini l’associato viene a condividere ideali,
opere, e strumenti degli altri associati. Inoltre questi non si associa
solamente verso l'iniziatore e gli altri membri della comunità, ma anche
e sopratutto verso l'Eggregore, che è quella forza che unisce l'intera
comunità e verso cui ogni membro della comunità ricopre un ruolo.
Terminata l’associazione il nuovo membro è legato a triplice filo con i
soggetti che compongono il suo nuovo universo magico, a prescindere il
suo grado di consapevolezza. Il quale potrà al più permettergli di
meglio gestire strumenti, rapporti, ed energie, ma che in assenza di un
grado elevato del medesimo le forze a cui si è consegnato agiranno
comunque: con monotona perseveranza
Comunità Eggregorica
Comunità deriva dal latino Communitatem, e cioè una pluralità di persone che vivono in comune, rispettando certe norme al fine di perseguire una data finalità. Discende come l'insieme di coloro che hanno ricevuto eguale associazione/iniziazione sono riuniti in fratellanza, e che la stessa sussiste non in quanto tale per mero capriccio statico, ma in virtù dei fini che essa stessa si propone. Tali finalità sono perseguite tramite gli strumenti e l'impianto docetico posti a disposizione da chi è deputato al governo della comunità stessa.
Quando
in precedenza osservavo come chi ha il potere di iniziare/associare ha
anche la responsabilità, poiché non vi è mai un potere che non implichi
anche responsabilità, di giudicare che l'associato/iniziato risponda a
determinati requisiti sostanziali e formali è perchè l’associato non
solo deve sopportare una pressione biunivoca da e verso l'eggregore, ma
anche perché è posto in molteplice relazione con l'assemblea tutta degli
altri associati/iniziati. Ecco quindi come si debba ben giudicare onde
preservare non solo l'uno, ma anche i molti. Purtroppo in molteplici
comunità chi dovrebbe vigilare è spesso ottenebrato e confuso da strani
concetti illuministici, quali la Luce non si deve negare, l'iniziazione
non si deve rifiutare. Espressioni queste permutate dall'ambito
democratico profano, che se possono avere un qualche valore in detto
ambiente, finiscono per danneggiare e rendere mortifero quello
iniziatico. Il compito dell’iniziatore non è tanto quello di aprire a
tutti, quanto piuttosto quello di associare persone di desiderio e di
abilità, mosse da un comune intendimento, e che siano fra loro in grado
di sviluppare una coesione magica elettiva superiore. E' ben difficile
comprendere come mai se sul piano profano si operi discriminazioni e
cautela a riguardo di determinati lavori, ricercando nelle persone
requisiti intellettuali e fisici, sul piano spirituale dove si opera, o
si vorrebbe operare, su quegli elementi sottili che determinano la
nostra eternità con infantile entusiasmo si accoglie di tutto un po' a
prescindere
di forma
e sostanza. Del resto l'inversione e la confusione dei piani sono
sintomatici della fase degenerativa che stiamo attraversando.
Osservazioni
Nei
passaggi precedenti abbiamo definito gli attori e l'ambito in che
caratterizzano il duplice aspetto di legato e comunione in ambito
eggregorico. Riassumendo possiamo affermare che è attraverso un rituale
di associazione/iniziazione tradizionale, che un individuo si lega a un
Eggregore e a una comunità di suoi simili. Questa iniziazione in forma
rituale è ufficiata da un iniziatore il quale con liberalità e in virtù
di un proprio potere conferisce un ruolo e la possibilità di utilizzare
dati strumenti all'individuo, che andrà quindi a sedersi nella comunità
di simili. La quale persegue obiettivi attraverso l'utilizzo di quegli
strumenti e di quelle energie il cui governo è rimesso gerarchicamente a
quelle figure che presiedono la comunità, e in ultima istanza allo
stesso Eggregore che tutto pervade.
Recentemente
affrontando l'argomento eggregore con un iniziatore, e addentrandomi in
questioni specifiche questi ha detto che oggi sono tutti morti o
moribondi, poiché ridotti ai minimi termini a causa di scissioni e
fratture continue. In genere queste osservazioni mi lasciano perplesso,
poiché mi chiedo se veramente chi le ha proferite ci crede come possa
ancora fregiarsi del ruolo d’iniziatore. A cosa mai inizia a una camera
mortuaria? In verità non è nel numero e dal numero degli associati che
si determinano la salute e la vitalità dell'eggregore, bensì dai fattori
di comunanza, di aggregazione, e d’identità che li unisce, e lega loro
all'eggregore. Dieci uomini forti tirano un maggior carico di
un'infinità di uomini senza braccia e gambe. Un solo uomo che pone un
peso su di un carro, spinge ben più lontano un carico di dieci uomini
che devono fare leva solamente sulle loro braccia. I fattori qualitativi
e identitari sono fondamentali, così com’è che ogni eggregore magico,
debba a sua volta associarsi ad una corrente magica-spirituale
superiore, in modo da rappresentare una corsia preferenziale per essa,
senza quindi intaccare il vitale, l'eterico e il psichico dei suo
associati. L’errore moderno è quello di aver da un lato separato le
forme eggregoriche dai canali spirituali tradizionali, rendendole acque
stagnanti, e dell’altro di aver ammesso ai riti persone fra loro diverse
per aspirazione e per formazione dando luogo ad una confusione al cui
cospetto Babele altro non era che un semplice fraintendimento.
Affermati
e delimitati i concetti di legato e comunità, così come nel precedente
lavoro quello di Eggregore, mi si permetta di concludere come
l'iniziatore rappresenta il vero agente di dinamismo e stabilità di
entrambi. E' l'iniziatore che deve o dovrebbe saper riconoscere
nell'associando quelle caratteristiche sostanziali, e non solo formali
come vuole l'attuale deriva populista, che lo rendono membro degno e
attivo del ruolo che andrà a ricoprire nella comunità. E' lo stesso
iniziatore che ha o dovrebbe avere la capacità di rendere operosa la
stessa comunità, elargendo gli strumenti dell'opera e la tecnica atta al
loro utilizzo, oltre a governare le energie che l'Eggregore raccoglie e
naturalmente ridistribuisce per la propria alimentazione e quella della
comunità. Appare chiaro come una latitanza delle qualità sostanziali
dell'associando, e un'assenza di operatività magica nella comunità che
comporta una regressione a semplice luogo di parola e lettura, stanno ad
indicare in primis la mancanza dell'esercizio, se mai vi è stato, del
potere iniziatico e la responsabilità ad esso connessa. Predisponendo
quindi l'intera comunità ad una vita illusoria di parole puerili, nel
migliore dei casi, ad un pericolo di contagio psichico nel peggiore dei
casi: in quanto ogni vuoto viene inesorabilmente colmato.
Concludo
invitando a riflettere che quando si parla di lavoro in catena,
riferendosi a quelle comunità magiche dove opera un Eggregore, non
s’intende tanto o non solo la bella immagine degli anelli di una catena
dove ognuno abbraccia fraternamente l'altro, quanto piuttosto che si è
incatenati gli uni agli altri, e tutti a un eggregore, e la caduta o
l'avvelenamento dell'uno, possono causare la caduta o l'avvelenamento
dei molti.
Così
come in cordata in montagna ad alta quota, essa permette di essere
guidati da chi è esperto, ed essere soccorsi da colui che è forte, ma
guai incorrono qualora gli esperti sono illusi, e i forti sono deboli.
A ben
riflettere quindi, prima di bussar a porte per vie reali o virtuali in
cerca di associazioni, è bene chiederei chi sono e cosa vado cercando:
Onde ricercare ciò che a noi è simile ed utile.
Fonte: www.fuocosacro.com
Nessun commento:
Posta un commento