di: Umberto Bianchi
In Italia è
oramai divenuta prassi ordinaria, di fronte a tutte quelle tensioni e
fibrillazioni politiche che rischiano di mettere in pericolo
l’establishment, tirare fuori da un impolverato cilindro, lo
spelacchiato coniglio di un vittimismo antifascista “ad usum delphini”. I
coribanti del “politically correct” con il loro agitarsi e strillare,
sembrano, però, essersi lasciati lungo la strada un qualcosa di
macroscopico. Nel lungo fluire delle umane vicende, se qualcuno non se
ne sia ancora accorto, a far la Storia non è mai, o quasi, un solo e
monotematico attore, ma, più e più parti, contornate da una serie di
elementi e contesti, di cui bisognerebbe ben tener conto, prima di
vomitare banalità, falsità e distorsioni che, statene pur certi, oltre a
non aiutare ad avere un quadro chiaro ed esauriente del tutto,
finiscono, invece, con il fare il giuoco dell’establishment dei vari
poteri costituiti, a cui tutto interessa, meno che vari popoli abbiano
una chiara coscienza storica, in grado di fornir loro una guida per il
presente ed il futuro.