di Domenica Losurdo
Nella storia dell’industria della menzogna quale parte integrante
dell’apparato industriale-militare dell’imperialismo il 1989 è un anno
di svolta. Nicolae Ceausescu è ancora al potere in Romania. Come
rovesciarlo? I mass media occidentali diffondono in modo massiccio tra
la popolazione romena le informazioni e le immagini del «genocidio»
consumato a Timisoara dalla polizia per l’appunto di Ceausescu.
1. I cadaveri mutilati
Cos’era avvenuto in realtà? Avvalendosi dell’analisi di Debord
relativa alla «società dello spettacolo», un illustre filosofo italiano
(Giorgio Agamben) ha sintetizzato in modo magistrale la vicenda di cui
qui si tratta:
«Per la prima volta nella storia dell’umanità, dei cadaveri appena sepolti o allineati sui tavoli delle morgues [degli obitori]
sono
stati dissepolti in fretta e torturati per simulare davanti alle
telecamere il genocidio che doveva legittimare il nuovo regime. Ciò che
tutto il mondo vedeva in diretta come la verità vera sugli schermi
televisivi, era l’assoluta non-verità; e, benché la falsificazione fosse
a tratti evidente, essa era tuttavia autentificata come vera dal
sistema mondiale dei media, perché fosse chiaro che il vero non era
ormai che un momento del movimento necessario del falso. Così verità e
falsità diventavano indiscernibili e lo spettacolo si legittimava
unicamente mediante lo spettacolo. Timisoara è, in questo senso,
l’Auschwitz della società dello spettacolo: e come è stato detto che,
dopo Auschwitz, è impossibile scrivere e pensare come prima, così, dopo
Timisoara, non sarà più possibile guardare uno schermo televisivo nello
stesso modo» (Agamben 1996, p. 67).