di: Fabio Calabrese
C’è un proverbio
che dice che per capire davvero un uomo, bisognerebbe camminare almeno
un anno con le sue scarpe. Penso che contenga una verità profonda. Se
doveste considerare Fabio Calabrese in maniera superficiale, sono sicuro
che trovereste in questo personaggio una serie di (apparenti)
contraddizioni. Fra queste, la più marcata è probabilmente quella, da un
lato di una scelta politica che va chiaramente contro le tendenze
emerse negli ultimi settant’anni della nostra storia, e dall’altro un
interesse, anche come autore, per generi di narrativa fantastica di cui
la parte predominante è rappresentata da quella fantascienza che
perlopiù (fortunatamente non sempre) ha un atteggiamento di aspettativa
ammirata e un ottimismo ingenuo verso le “magnifiche sorti e
progressive” (locuzione che già Leopardi citava in senso fortemente
ironico).