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Il
Kybalion è un libro che è stato scritto negli Stati Uniti da tre
iniziati: William Walker Atkinson, Paul Foster Case e Mabel Collins.
Tradotto in italiano nel 1944, è il complemento indispensabile alla
Tavola di smeraldo.
Questo libro è il risultato di una trasmissione orale, da
iniziato a iniziato, della dottrina ermetica attraverso i secoli.
Questa catena attraverso il tempo è stata designata "Kybalion". la sua
conoscenza abbraccia i rapporti tra l'uomo e la natura. La sua pratica
rende l'Iniziato "re dell'universo materiale"; da qui il suo nome di
"arte reale". Vi troviamo le definizioni dei sette principi ermetici,
delle leggi della vita, dell'universo mentale, del divino paradosso, del
tutto, dei piani di corrispondenza, della vibrazione, della polarità,
ecc.. |
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È
dall'antico Egitto che ci provengono gli insegnamenti esoterici ed
occulti fondamentali che influenzano così fortemente le filosofie di
tutte le razze, delle nazioni e dei popoli da migliaia d'anni.
L'Egitto, la patria delle piramidi e della sfinge, era la
culla della saggezza nascosta e degli insegnamenti mistici. Tutti i
paesi si sono ispirati alle sue dottrine segrete. L'India, la Persia,
la Caldea, la Media, la Cina, il Giappone, la Siria, l'antica Grecia,
Roma e le altre nazioni antiche parteciparono liberamente alla festa del
sapere, che gli Ierofanti e i Maestri del Paese di Iside avevano
fornito in abbondanza a coloro che erano preparati a condividere la
somma scienza mistica e occulta svelata dai Maestri di questa antica
contrada. |
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I 7 "principi" ermetici trasmessi dal Kybalion sono i seguenti:
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1. Il principio del mentalismo [MENTALISM]
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"Il tutto è spirito; l'universo è mentale". |
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Questo
principio implica la verità che "tutto è spirito". Esso spiega che il
tutto, che è la realtà sostanziale, si trova in tutte le manifestazioni e
gli aspetti esteriori che conosciamo sotto il nome di "universo
materiale", "fenomeno della vita", "materia", "energia". In breve, tutto
quello che appare è Spirito, di per sé in conoscibile e indefinibile,
ma che può essere considerato e pensato come uno spirito universale,
infinito, vivente.
Spiega ancora che il mondo o l'universo "fenomenico" non è
altro che una creazione mentale del tutto, soggetta alle leggi delle
cose create; che l'universo, considerato nella sua interezza o nelle sue
parti, esiste nello spirito del tutto, ed è in questo spirito che noi
viviamo, agiamo e siamo noi stessi". Questo principio, stabilendo la
natura mentale dell'universo, spiega facilmente tutti i differenti
fenomeni mentali e psichici che occupano una parte così rilevante
nell'attenzione pubblica e che, inspiegabilmente, non sono comprensibili
e sfidano qualsiasi interpretazione scientifica. |
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2. Il principio di corrispondenza [CORRESPONDENCE]
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"Ciò che sta in alto è uguale a ciò che sta in basso; ciò che sta in basso è uguale a ciò che sta in alto". |
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Questo
principio implica la verità relativa all'esistenza di un rapporto
costante tra le leggi e i fenomeni dei vari piani dell'essere e della
vita. Il vecchio assioma ermetico lo spiega in questi termini. "Ciò
che sta in alto è uguale a ciò che sta in basso; ciò che sta in basso è
uguale a ciò che sta in alto". Comprendere questo principio permette
di risolvere molti paradossi oscuri e molti segreti nascosti nella
natura.
Esistono dei piani della vita che ignoriamo completamente; ma
quando gli applichiamo il principio di corrispondenza, diventiamo capaci
di comprendere più di quanto non avremmo potuto fare altrimenti. Si
manifesta e si applica dappertutto nell'universo, sui diversi piani
dell'universo materiale, mentale e spirituale; si tratta di una legge
universale. |
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3. Il principio di vibrazione [VIBRATION]
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"Niente è in quiete; tutto si agita; tutto vibra". |
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Questo
principio implica la verità che "tutto è in movimento", "tutto vibra",
"niente è in stato di quiete", fatto accettato dalla scienza moderna e
che ogni nuova scoperta scientifica verifica costantemente. Sono
migliaia d'anni che i Maestri dell'antico Egitto hanno enunciato questo
Principio ermetico. Spiega che le differenze esistenti tra le
molteplici manifestazioni della materia, dell'energia, dell'anima ed
anche dello spirito, sono la conseguenza di una proporzione ineguale
delle Vibrazioni. Dal tutto, che è spirito puro, alle forme più
grossolane della materia, tutto vibra; più ampia è la vibrazione, più
alta è la posizione sulla scala. La vibrazione dello spirito è talmente
intensa e così infinitamente rapida da sembrare praticamente statica,
allo stesso modo in cui una ruota che gira a grande velocità può
sembrare ferma. All'altra estremità della scala ci sono le forme
grossolane della materia, le cui vibrazioni sono talmente lente da
sembrare inesistenti. Tra questi due poli opposti ci sono milioni e
milioni di gradi diversi di vibrazioni.
Dalla particella e l'elettrone, dall'atomo e la molecola, fino
ai mondi e agli universi, tutto si muove, tutto vibra. Questo è
altrettanto vero per l'energia e la forza, che non sono altro che gradi
differenti di vibrazione; ciò è vero anche per il piano mentale, il cui
stato è regolato dalle vibrazioni, e addirittura per il piano
spirituale. |
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4. Il principio di polarità [POLARITY] |
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"Tutto
è doppio; ogni cosa possiede dei poli; tutto ha due estremi; simile e
dissimile hanno lo stesso significato; i poli opposti hanno una natura
identica, ma gradi differenti; gli estremi si toccano; tutte le verità
sono soltanto mezze verità; tutti i paradossi possono essere
conciliati". |
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Questo
principio implica la verità che "tutto è doppio", "tutto ha due poli",
"tutto ha due estremi"; queste affermazioni sono vecchi assiomi
ermetici. Spiegano gli antichi paradossi che hanno reso perplesse tante
persone, e che possiamo esprimere nel modo seguente: "La tesi e
l'antitesi hanno una natura identica, ma gradi diversi"; "i contrari
sono simili e differiscono esclusivamente per il loro grado"; " i poli
opposti possono conciliarsi"; "gli estremi si toccano"; "tutto è, ed
allo stesso tempo non è"; "tutte le verità sono soltanto mezze verità";
"qualsiasi verità è falsa per metà"; "ogni cosa ha due facce", ecc.
Il principio di polarità spiega che in ogni cosa esistono due
poli, due aspetti opposti, e che i contrari sono in realtà i due estremi
dello stesso oggetto, intercalati da gradi differenti. Per esempio:
il caldo e il freddo, benché "opposti", sono in realtà una sola e
medesima cosa; si distinguono semplicemente per una differenza di gradi.
Consultate il vostro termometro e vedrete che non è possibile scoprire
dove termina il "caldo" e dove inizia il "freddo"! Non esiste né un
"caldo assoluto" né un "freddo assoluto"; questi due termini, "caldo" e
"freddo" indicano semplicemente gradi diversi della stessa cosa, e
questa "stessa cosa" si manifesta come "caldo" e "freddo", essendo una
semplice forma, una variante della vibrazione. Quindi il "caldo" e il
"freddo" sono soltanto i due poli di ciò che noi chiamiamo "calore", ed i
fenomeni che li accompagnano sono le manifestazioni del Principio di
Polarità. Lo stesso principio vale nel caso della "luce" e della
"oscurità", che sono una sola e medesima cosa, in quanto la distinzione
consiste in una differenza di gradi tra i due poli del fenomeno.
Quand'è che la "notte" ci lascia e il "giorno" ha inizio? Qual è la
differenza tra "grande" e "piccolo"? Tra "facile" e "difficile"? Tra
"bianco" e "nero"? Tra "tagliente" e "smussato"? Tra "calmo" e
"inquieto"? Tra "alto" e "basso"? Tra "positivo" e "negativo"?
Il principio di polarità spiega questi paradossi, e nient'altro può
sostituirlo. Ancora, è lo stesso principio che agisce nel piano
mentale. Prendiamo un esempio estremo, ma radicale: quello di "odio e
amore", due stati mentali apparentemente del tutto diversi. Tuttavia,
anche nell'odio e nell'amore esistono gradi differenti; esistono anche
dei sentimenti intermedi, per i quali usiamo le parole "simpatia" e
"antipatia", che arrivano a confondersi così intimamente che spesso
abbiamo delle difficoltà a sapere se qualcuno ci è simpatico, antipatico
o indifferente. Questi sentimenti opposti non sono altro che gradi
diversi di un unico sentimento. |
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5. Il principio del ritmo [RHYTHM]
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"Tutto
scorre, internamente ed esternamente; ogni cosa ha una sua durata;
tutto si sviluppa per poi degenerare; l'equilibrio del pendolo si
manifesta in tutto; la misura della sua oscillazione a destra è simile
alla misura della sua oscillazione a sinistra; il ritmo è costante". |
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Questo
principio implica la verità del suo manifestarsi in ogni cosa tramite
un movimento d'andata e ritorno, un flusso e un riflusso, un
bilanciamento in avanti e indietro, un movimento analogo a quello del
pendolo, qualcosa di simile al flusso e riflusso della marea, all'alta e
bassa marea; questo movimento d'andata e ritorno si genera tra i due
poli, la cui esistenza è stata indicata dal principio di polarità
descritto in precedenza.
C'è sempre un'azione e una reazione, un progresso e un ritorno,
un massimo e un minimo. È così per tutti gli elementi dell'universo, i
soli, i mondi, gli uomini, gli animali, lo spirito, l'energia e la
materia. Questa legge si manifesta nella creazione e nella distruzione
dei mondi, nel progresso e nella decadenza delle nazioni, nella vita di
tutte le cose e, infine, nello stato mentale dell'uomo; è per
quest'ultima cosa che gli ermetisti stimano molto importante la
comprensione del principio. Questo principio, insieme al principio di
polarità ed ai metodi per ostacolarlo o neutralizzarlo, sono stati
minuziosamente studiati dagli ermetisti. Il loro utilizzo costituisce
una parte rilevante dell'alchimia ermetica mentale.
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6. Il principio di causa e di effetto [CAUSE EFFECT]
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"Ogni
causa ha il suo effetto; ogni effetto ha la sua causa; ogni cosa accade
in conformità alla Legge; la fortuna non è altro che un nome attribuito
alla Legge misconosciuta; esistono numerosi piani di causalità, ma
niente sfugge alla Legge". |
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Questo
principio implica l'esistenza di una causa per ogni effetto prodotto, e
di un effetto per ogni causa. Ciò significa quanto segue: "Ogni cosa
accade in conformità alla Legge"; che "niente capita mai fortuitamente";
che il caso non esiste; che, poiché esistono piani differenti di causa
ed effetto, e che il piano superiore domina sempre il piano inferiore,
niente può sfuggire alla Legge.
Gli ermetisti conoscono, fino a un certo punto, la tecnica e i
metodi per elevarsi al di sopra del piano ordinario di causa ed
effetto. Elevandosi mentalmente ad un piano superiore, diventano causa,
invece di effetto. Le masse si lasciano dominare facilmente;
obbediscono a tutto quello che le circonda, alla volontà e ai desideri
di coloro che sono più potenti, all'eredità, alla suggestione, ed a
tutte le altre cause esteriori che le muovono come pedine sulla
scacchiera della vita. I Maestri, al contrario, si elevano al piano
superiore, dominano i loro sentimenti, il loro carattere, le loro
qualità e i loro poteri, così come quelli che li circondano; diventano
Maestri, invece di restare delle pedine. Giocano il gioco della vita,
invece di essere giocati e diretti dalla volontà degli altri e dalle
influenze esterne. Si servono del principio, invece di esserne lo
strumento.
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7. Il principio del genere [GENDER] |
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"Esiste
un genere in tutte le cose; tutto ha un principio maschile e un
principio femminile; il genere si manifesta su tutti i piani". |
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Questo
principio implica la verità che il genere esiste in tutto; i principi
maschile e femminile sono costantemente in azione. Questo è vero non
solo sul piano fisico, ma anche sul piano mentale e addirittura su
quello spirituale. Sul piano fisico, il principio si manifesta sotto la
forma del sesso; sul piano superiore, assume delle forme più elevate,
ma è sempre il medesimo.
Senza di esso non è possibile alcuna creazione fisica,
mentale o spirituale. La comprensione della legge getterà luce su molti
soggetti che hanno sempre reso perplesso lo spirito dell'uomo. Il
principio del genere agisce sempre nel senso della creazione e della
rigenerazione. Ogni cosa, ogni individuo contiene i due elementi,
maschile e femminile, ovvero lo stesso grande principio. Ogni elemento
maschile ha il proprio elemento femminile; ogni principio femminile
contiene il principio maschile.
INGREDIENTI,STRUMENTI E PRATICHE
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1-
Il laboratorio o officina
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I
laboratori si celavano nei luoghi più reconditi
delle case, nei granai o nelle cantine, per garantire
la discrezione delle operazioni che vi venivano
effettuate. Nei laboratori, era possibile trovare
un grande forno, vasi, alambicchi, matracci, coppelle
e crogioli.
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L'athanor
Si tratta del forno che consente di separare la
materia dagli elementi. Di forma rotonda e composto
da mattoni piuttosto spessi per conservare il
calore, esso è il ricettacolo che accoglie varie
operazioni alchemiche. Alla base, si trova il
focolare, spirito della trasformazione, quindi
la camera, che riceve in successione acqua e aria,
che agiscono come solventi.
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L'alludel
completa l'impianto. Esso è composto da vasi in
terra dipinta, incastrati gli uni dentro gli altri
alla sommità dei quali si trova un capitello,
la cui funzione è quella di raccogliere la materia
che risulta dall'operazione. Il pellicano serve
come recipiente per la circolazione dei liquidi.
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La
bilancia
Poiché l'alchimia si basa anche sui concetti
di esattezza e di perfezione, la bilancia è uno
strumento essenziale, in grado di misurare in
modo preciso le quantità necessarie per trovare
l'armonia.
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Il
crogiolo
La fusione dei metalli avviene in vasi, denominati
crogioli. Composti di argilla pura, vengono riscaldati
all'interno di forni di vario tipo, in base alla
temperatura necessaria per la trasformazione desiderata.
Il crogiolo viene anche denominato matraccio o
uovo filosofico. I testi ermetici utilizzano spesso
anche i nomi di sfera, prigione, fiala, sepolcro,
matrice.
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La
realizzazione della Grande Opera è possibile esclusivamente
per mezzo del fuoco. Di conseguenza, il
focolare gioca un ruolo determinante. Gli alchimisti
utilizzano tre tipi di calore: il fuoco umido,
o bagnomaria, il fuoco soprannaturale o artificiale,
ottenuto mediante l'aggiunta di un acido, o il
fuoco naturale.
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2-
Il sole e la luna |
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Zosimo
di Panopolis, alchimista alessandrino, scriveva
nelle proprie "Instructions à Eusébie" (istruzioni
per Eusebio) che "Il grande Sole produce l'Opera,
poiché è per mezzo del sole che tutto si compie".
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Assimilato
allo Zolfo rosso o determinando il punto centrale
dell'Opera, il sole viene rappresentato da Helios
o Osiride. Esso è stato ben presto confuso con
Apollo, ma, tale associazione non ha alcuna giustificazione
da un punto di vista ermetico.
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A
dire il vero, il sole non è un ingrediente, ma
un principio attivo. Esso rappresenta Dio, l'aquila,
il leone, il cervo e, ovviamente, l'oro, alchemicamente
denominato "Sole dei metalli". Il sole
costituisce l'esito della Grande Opera, il compimento
del "magnum opus" simboleggiato dall'albero solare.
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Anche
la luna è un principio importante, anche se passivo.
Essa simboleggia il Mercurio e costituisce l'esito
della Piccola Opera, simboleggiata dall'albero
lunare.
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Il
sole e la luna |
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3-
I metalli |
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Ad
ogni pianeta è associato un metallo in base al
colore dominante. I sette metalli sono classificati
dai più impuri ai più puri. La trasmutazione deve
attraversare tutte queste fasi in successione
prima di raggiungere la perfezione.
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Piombo
> Stagno
> Rame > Ferro > Mercurio > Argento
> Oro |
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(Pb) |
(St) |
(Cu) |
(Fe) |
(Hg) |
(Ag) |
(Au) |
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4-
Gli elementi |
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Gli
alchimisti utilizzano i 4 elementi per
purificare la materia. Essi interagiscono in base
al loro carattere comune, ad esempio la terra
secca con il fuoco secco.
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Da
un punto di vista simbolico, si tratta si separare
l'anima dal corpo e di raggiungere Dio.
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IL VELO DI ISIDE
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Statua velata di Iside |
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Su
quella che dovrebbe essere la tomba di Iside, vicino a Menfi, era stata
eretta una statua ricoperta di un velo nero. Sulla base della statua
era stata incisa questa iscrizione: "Io sono tutto ciò che fu
[QUID FUIT], ciò che è [QUID EST], ciò che sarà [QUID ERIT] e nessun
mortale ha ancora osato sollevare il mio velo. »
Sotto questo velo si nascondono tutti i misteri e il sapere del
passato… La rimozione del velo di Iside rappresenta la rivelazione della
luce e il riuscire nel sollevare questo velo equivale al divenire
immortale. |
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Poiché
il cammino era seguito volontariamente e riguardava esclusivamente
l'individuo, la religione egiziana non ebbe mai uno spirito missionario.
Era tollerante verso il mondo e benevolente con i suoi bambini.
L'Egitto non volle mai cercare altrove la propria coscienza del mondo,
se non nei suoi templi. Non desiderò mai imporli agli altri, e questo è
il motivo per cui accolse con reticenza quegli studiosi greci ai quali
rimprovera la loro ignoranza e i loro vaniloqui. I loro nomi erano
Omero, Solone, Pitagora, Democrito, Eudosso, Erodoto, Giamblico,
Platone, Plutarco e Talete. |
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Tuttavia,
per un paradosso il cui segreto è conservato dalla storia, furono
proprio i greci a celebrare dappertutto il nome dell'Egitto, diffondendo
in tutta l'Europa il culto di Iside ed Osiride. Furono loro a rivelare
alcuni aspetti della saggezza degli antichi sacerdoti. Rispettosi,
celarono quello che avevano appreso della Conoscenza nascosta nei
santuari. Abili nell'arte della parola, lasciarono che il velo di Iside
ricoprisse i segreti iniziatici dei quali divennero gli eredi. |
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In
questo inizio del terzo millennio, Conoscenza e Luce sembrano essere
ricoperti dalle tenebre; miti e divinità sono scomparsi dal nostro
cospetto. Nessun Omero canta più l'apparizione degli dei, nessun
faraone accoglie più il sole. Pertanto, quando scende la notte sulle
coscienze, gli occhi si rivolgono all'Egitto. È sempre in questo
specchio che brillano le Luci celesti, basta guardare ed aprire la
propria coscienza, come affermava Guillaume Apollinaire: "è arrivato il
tempo di riaccendere le stelle". |
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"Ignori,
tu, o Asclepio, che l'Egitto è l'immagine del cielo […] il muoversi e
il calarsi di tutte le cose che sono mosse secondo ordine nel cielo? E
se si deve parlare con maggiore esattezza, il nostro paese è il tempio
di tutto il mondo."
Ermete Trismegisto, Corpus Hermeticum II |
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L'iconografia
alchemica è composta da simboli e allegorie incomprensibili ai non
iniziati. Le illustrazioni riportate nei trattati alchemici
costituiscono veri e propri enigmi, nei quali si mescolano uomini,
animali, paesaggi, città, divinità mitologiche, forme geometriche, e che
spiegano in modo allegorico tutte le operazioni della Grande Opera.
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1- Simboli geometrici |
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I
quattro elementi sono simboleggiati rispettivamente da quattro figure,
ossia da un triangolo semplice o attraversato da una linea, con l'angolo
superiore ottuso o acuto.
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Considerati nel loro insieme, i 4 elementi sono raffigurati da una stella a sei punte.
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Un
triangolo semplice corrisponde alla materia della pietra filosofale
ottenuta a partire dai 3 principi (Purificazione - Albificazione -
Rubificazione), mentre un quadrato corrisponde alla stessa materia
ottenuta a partire dai 4 elementi. Le due forme sovrapposte indicano che
la pietra è stata ottenuta dalla combinazione delle due possibilità.
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Anche
i numeri hanno una loro funzione. Ad esempio, la materia universale è
significativamente simboleggiata dal numero 10 in base al seguente
calcolo:
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1 (materia universale) + 2 (il fisso e il volatile) + 3 (3 principi) + 4 (4 elementi) = 10
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2- Il bestiario alchemico |
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Gli
animali, leggendari o meno, hanno un ruolo fondamentale all'interno
degli enigmi figurati dell'alchimia. Sebbene siano estremamente
complessi e liberamente interpretabili, è tuttavia possibile individuare
alcune regole:
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- Gli elementi:
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Acqua = balena, pesce o il dio Nettuno |
Terra = leone, toro |
Fuoco = salamandra, drago oppure la spada, la falce o il dio Marte |
Aria = aquila |
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- I metalli: |
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Mercurio = aquila in volo |
Antimonio = lupo |
Zolfo o oro = cane |
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Tutti
i simboli possono essere combinati per indicare un'operazione
specifica. Ad esempio, un cane divorato da un lupo indica la
purificazione dell'oro tramite l'antimonio.
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- Il fisso o lo zolfo e il volatile o il mercurio: |
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Questi
due componenti sono raffigurati da animali della stessa specie, ma di
sesso diverso. Il maschio incarna il fisso e la femmina il volatile.
Accoppiati, tali animali indicano la congiunzione di zolfo e mercurio.
Se i due animali si combattono, e a seconda della posizione dominante,
esprimono la fissazione del volatile o la volatilizzazione del fisso.
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Inoltre, 2 elementi contenuti in uno stesso disegno significano lo zolfo, o il fisso, e il mercurio, o il volatile.
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Più genericamente, tutti gli animali alati rappresentano il principio volatile, mentre quelli privi di ali il principio fisso.
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3- Le piante e il corpo |
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Gli alchimisti postulano legami stretti tra l'uomo, gli astri e i regni vegetale e minerale.
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Sole: Botton d'oro, Camomilla, Girasole
Luna: Salvia, Giglio, Papavero
Mercurio: Felce, Lavanda, Mughetto
Venere: Ciliegio, Rosa, Rosa canina, Verbena
Marte: Basilico, Genziana, Assenzio
Giove: Timo, Melissa, Cerfoglio
Saturno: Olmo, Cicuta maggiore, Agrifoglio |
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Agli astri corrispondono inoltre i metalli ed alcuni organi vitali
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Sole |
Oro |
Cuore |
Luna |
Argento |
Cervello |
Terra |
Antimonio |
Sangue |
Mercurio |
Mercurio |
Sistema nervoso |
Venere |
Rame |
Reni |
Marte |
Ferro |
Vescicola biliare |
Giove |
Stagno |
Fegato |
Saturno |
Piombo |
Ossa |
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4- Le operazioni della Grande Opera |
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Ogni
operazione dispone di una corrispondente iconografia, per la quale,
sebbene sia alquanto vasta, è possibile individuare alcuni principi
riconoscibili.
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La Prima Materia o materia grezza della Grande Opera è incarnata da orso, cinghiale, ariete, asino, lupo, cane o tartaruga.
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L'uovo
filosofico trova la propria espressione nella rappresentazione di una
camera all'interno della quale sono rinchiusi un re e una regina.
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Un uccello in aria simboleggia la volatilizzazione, mentre se è in posizione discendente indica l'albificazione.
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Un bagno simboleggia la dissoluzione dell'oro e dell'argento, ossia la purificazione.
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La
putrefazione è raffigurata dal combattimento tra due draghi, dal corvo o
dal caos, il cui colore nero richiama quello dell'opera corrispondente.
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L'unione
dello zolfo e del mercurio è simboleggiata da un matrimonio officiato
da un prete, il sale, che consente l'unione dei due principi. Il fisso e
il volatile uniti possono inoltre essere rappresentati da un grifone,
animale mitico con testa e petto di aquila e corpo di leone.
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Infine,
la Grande Opera, ossia la pietra filosofale, è rappresentata da un
albero che porta dei soli sui propri rami, da un leone o da un ragazzo
incoronato in abito regale di colore rosso. La rubificazione, fase
ultima della trasmutazione della materia, è anche raffigurata dalla
fenice, l'uccello di Ermete che rinasce dalle proprie ceneri.
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