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giovedì 17 luglio 2014

Il dossier segreto Marilyn Monroe,i legami con l'elite









Robert negli incontri con Marilyn rifiutava la scorta e per non farsi riconoscere metteva una parrucca e una barba posticcia. Marilyn dal canto suo si metteva una parrucca nera e occhialoni che le coprivano il volto. Gli agenti federali che li pedinavano se la ridevano, si domandavano di quanto fossero sciocchi quei due. Anche con quel travestimento, erano facilmente riconoscibili. Marilyn si presentava a qualche festa o riunione dove c’era Robert con parrucca, occhiali e impermeabile. Ma con quel corpo e quell’andatura da ‘puttana’, scrivevano sui rapporti, come sperava di passare inosservata? Però Marilyn si divertiva, quelle messe in scena con Robert mettevano a prova le sue doti da attrice. E allora taccuino alla mano e penna si avvicinava al ministro della giustizia, al fratello del presidente, e seria gli poneva delle domande. Dopo poco Robert e la ‘sconosciuta’ giornalista scomparivano in qualche stanza d’albergo, sotto gli sguardi della scorta, degli spioni del Bureau e dei loro registratori. Tutte le stanze d’albergo che frequentavano a Los Angeles e sulle spiagge della California erano sotto controllo dell’FBI. 

A Palm Beach c’era la villa di Patricia Kennedy che con il marito Peter Lawford era un po’ la ruffiana del clan, sia a John che a Bob, per i loro incontri con Marilyn, aveva messo a disposizione la sua villa.

In spiaggia Bob e Marylin facevano il bagno nudi, e come con John, la loro relazione stava in bocca a tutti, eppure nessun giornale scandalistico osava parlarne. Il controllo del patriarca Joe era totale sui mezzi d’informazione. Era lui ad aver fatto la fortuna della famiglia alleandosi con mafiosi e criminali, poi finanziando la campagna elettorale di un democratico come Roosvelt, e aveva deciso che uno dei Kennedy sarebbe diventato presidente. La scelta cadde sul primogenito Joe, che si fece ammazzare in un’azione di guerra. La palla passò al successivo fratello maggiore, l’eroe del pacifico John. In famiglia e dagli amici il futuro presidente era chiamato Jack.