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martedì 4 giugno 2013

TRILUSSA, IL CULTO DI MITHRA, GLI ARCONTI & 2001 ODISSEA NELLO SPAZIO Seconda parte



Il Mito non rimane fermo nelle sue allegorie storiche, si evolve con la Storia, il Sacro s’incarna ogni volta, ripetendo se stesso, essendo così Eterno Ciclo, ed usando un terminologia nietzcheana, Eguale Ritorno dell’Identico.

Ed è così che in un’opera di fantascienza tecnologica come 2001, Odissea nello spazio, di A. Clarke, ritroviamo nascosti nella Tecnica i simboli dei Miti Arcani.

Condivide Clarke con Nietzsche l’Oltreuomo, che nell’Opera al Nero del filosofo come in un Athanor alchemico distrugge nella nigredo ogni concezione umana, per giungere nel superamento di ogni ideologia all’Oltreumano: Dio.

Non c’è un Dio creatore nell’opera di Clarke e Kubrick, dice Mike Plato sul suo blog nell’interessante analisi del film-libro 2001 (http://mikeplato.myblog.it/), ma una perfetta aderenza alla scienza darwinista. Dunque, se l’uomo è solo materia, un composto casuale d’atomi che dal primitivo è giunto al complesso Uomo, nel film-libro la scimmia è il punto di partenza per il viaggio della Coscienza. Però, già da qui, lo scienziato Clarke si pone il dubbio se la Coscienza possa essersi sviluppata spontaneamente dalla natura, dalla materia, come credono gli scienziati-materialisti.



Eyes Wide Shut: la magia del Potere e la logica del desiderio

              "Chi credi che fossero quelli là? Non era mica gente qualsiasi. Se ti dicessi i loro nomi, e non te li dico, ma se te li dicessi non dormiresti più tranquillo"
              (Victor Ziegler, dialogo finale)

              "Il sacrificio cruento, sebbene sia più pericoloso, e' piu' efficace"
              (A. Crowley, Magick)

              "La donna si esaurisce tutta nella vita sessuale, nella sfera        dell'accoppiamento e della riproduzione, nelle relazioni il cui oggetto è il maschio o il figlio".
              (O. Weininger, Sesso e carattere)
 
Stanley Kubrick


L'ultimo film dell'artista, un progetto accarezzato già negli anni settanta, completa la trilogia americana. In particolare esso si lega al primo pannello, Shining, di cui per alcuni aspetti risulta una replica: una famiglia in crisi, il contatto con ambienti misteriosi e potenti, la tragedia che ne consegue. Forse Shining è stato girato da un K che non osava ancora affrontare l'argomento di petto: all'Overlook tutto e' celato dietro simboli. In Eyes invece niente è nascosto, a partire dal titolo: occhi-spalancati-chiusi, un titolo radicalmente modificato rispetto a quello del racconto (Traumnovelle, Doppio sogno, 1926), del quale K si limita a mantenere il traliccio narrativo, ampliandolo con figure (Ziegler) e situazioni (il rituale magico che apre l'orgia) inesistenti in Schnitzler.