di: Stefano Sogari
Tempi addietro, mi addentrai in una
lettura definita come “classica” ma che funzionò come un ordigno a
scoppio ritardato: “Il Trattato del ribelle” di E. Jungher. L’autore non
ha bisogno di presentazioni: figura vasta e poliedrica di filosofo,
ricercatore sulle Vie dello Spirito ma anche aristocratico soldato
dell’antica Germania post-romantica, scrisse quel testo nel Dopoguerra
quando ancora non erano evidenti alcune storture della società odierna
nella sua illusione totalitaria basata sulla Tecnica ed il suo dominio.