Vari anni or sono leggendo un libro di non troppo valore, uno dei primi sull’ inesauribile tema dell’ “esoterismo” nazista chi scrive trovò pagine che riguardavano un autore di cui non aveva mai udito parlare. Vale la pena di citare: da Rene Alleau “Le origini occulte del Nazismo” (Mediterranee, Roma, 1989, pagg.138-139):
“In
Francia molti storici non hanno sufficientemente notato quelle
differenze che distinguono l’opera di Gobineau, troppo spesso citata
senza essere veramente conosciuta, da un’altra di portata ben più
profonda e generalmente ignorata: “Théologie cosmogonique ou Recontitution de l’ancienne et primitive Loi”
di Daniel Ramée, opera pubblicata nel 1853 che svolge un’importante
azione in certi circoli esoterici d’architetti e d’artisti francesi e
tedeschi.
L’autore
vi illustra tutta una teologia di governo fondata sulla superiorità
dell’uomo di “razza caucasica” (celti, franchi, germani, inglesi e
americani) sulla “razza semitica mediterranea”, “razza d’iniquità” che
“opprime il popolo” sotto “la tirannia dell’interesse e della
cupidigia”. Ramée rimprovera ai rivoluzionari del 1848 di non aver
affatto compreso la nuova sintesi sociale e le forme che essa avrebbe
dovuto assumere, d’essere partiti dalla ”concezione ebrea
dell’individuo” e di aver commesso l’errore di “dibattersi perpetuamente
a loro insaputa con reminiscenze cristiane” poi sfociate in
“irrealizzabili idee socialiste”. Perciò bisogna tornare all’ ”alta
scienza”. alle “tradizioni dell’antichità greca” e del paganesimo.
Sarebbe necessario consacrare uno studio particolare all’opera di Ramée
e, particolarmente, compararla a numerosi passaggi del Mein Kampf in cui
si ritrovano singolari somiglianze, fino alla ripetizione di certe
stesse formule. E ciò è ancora più straordinario se si considera che con ogni verosimiglianza Hitler ignorava questo libro.
Al contrario non è da escludersi che qualche società segreta razzista,
particolarmente tra i circoli d’artisti e d’architetti austriaci,
abbiano conosciuto queste teorie sociali e cosmologiche, elaborate a
partire da un esoterismo pseudo-pitagorico,
Un
tratto caratteristico del pensiero di Ramée, ad esempio, consiste nello
stretto legame tra riforma delle istituzioni e razzismo, tra lotta
contro la borghesia (che è sempre schierata “contro l’interesse
generale” e la cui natura “trafficante alle spese dei principi di virtù,
dell’amore del bene e del bello” si approssima a quella della “razza
semitica” e “si trasmette attraverso il sangue” e bisogno di
un’ideologia razzista, al di fuori della quale “l’Europa non riuscirà a
compiere la sua sintesi sociale”. In questo sistema la legge deve legare l’uomo
e divenire “chiara come un assioma”. Essa si propone di far cessare un’
“assurda eguaglianza” fra i talenti e ristabilire un’ “aristocrazia
delle capacità” simile a quella che si osserva nella natura, secondo le
funzioni ognora diverse dei numeri, dei regni e degli astri.
“L’universo
fisico e le sue leggi sono lo status e il codice della città divina;
così il governo e l’amministrazione della famiglia domestica sono il
tipo, il modello in miniatura, di quello dello Stato. Se ne deve dedurre
.che essendo Dio “il Padre dell’universo”, il capo dello Stato a
immagine del divino deve essere “Padre” e “Dio” dello Stato. I legami
dello stesso sangue e dello stesso nome, costituendo le famiglie, sono
anche i principi di quelli che costituiscono la comunità nazionale. E’
alle “nature forti” che spetterà infine di far regnare l’ordine nel caos
sociale dell’Europa”.
Al
Ramée fece cenno anche Edoardo Longo nel suo “Conflitto razziale”
(Serarcangeli, Roma, 1994, pag.64) che scriveva di “..culto della razza
.che sommariamente potremmo definire religioso – più propriamente
gnostico – sapienziale, lo possiamo leggere anche in un’opera
misconosciuta quale la “Theologie cosmogonique ou Reconstitution de
l’ancienne et primitive loi” di Daniel Ramée che…..svolse un ruolo
notevole nei circoli esoterici… propugnando una rivalutazione delle
specificità razziali, uniche a permettere all’uomo di accostarsi al
mistero del Sacro secondo la visione “plurale” dei culti e dei riti
tipica dell’antichità pagana: il Nume deve parlare a ciascuno nella
propria lingua (cioè attraverso la percezione umana del Sacro conforme
alle prerogative di ogni razza) perché altrimenti il dialogo tra l’uomo e
il divino si interromperà, poiché verrà distrutto il “daimon” di
ciascuna etnia, lo spirito atavico della stirpe ….”.
Le
pagine dell’Alleau non mancarono di suscitare la curiosità di chi
scrive toccando temi che lo hanno sempre appassionato: l’opposizione tra
i popoli indoeuropei e quelli semitici, la necessità di un ritorno alle
vere origini e radici dell’Europa, l’auspicato avvento di “nature
forti” che intraprendessero una lotta contro le forze del caos e della
decadenza. Peraltro, in tutti questi anni non sono riuscito a trovare
molto di altro sul misterioso autore: fu uno storico dell’architettura,
scrisse vari libri su questa materia (al servizio del “grande
architetto dell’Universo”?). Oggi, in ogni caso sono, facilmente
reperibili copie anastatiche delle sue opere e in tal modo mi è stata
possibile la lettura della “Théologie cosmogonique…” e di una altra
opera del Ramée “Action de Jesus sur le Monde ou Consequences du
Christianisme”
Dico
subito che non posso condividere certe considerazioni dell’Alleau:
proprio per certe fumisterie esoteriche e per il limitarsi alla lotta
tra Indoeuropei e semiti, l’opera del Ramée ci pare meno interessante e
meno valida di quella del Conte De Gobineau.
Il punto più notevole mi
pare un altro: potremmo cioè vedere nel libro del Ramée delle tendenze
presenti anche in altri autori : la sensazione che l’ uomo europeo
avesse commesso un errore adottando una religione nata in un popolo
estraneo, che con tale scelta avesse corrotto la sua anima e imboccato
una via che non poteva che sfociare nella sua estinzione. Per salvarsi
non sarebbe rimasta altra strada che il ritorno alle origini dei popoli
veramente europei, il recupero delle loro radici, il fare del passato
più remoto un modello per l’avvenire (ricordiamo il ruolo della
“grecità” in Nietzsche). Dato che allora gli studi sugli “Indoeuropei”
erano ai loro inizi, il Ramée era privo di un terreno solido su cui
basarsi, il che, se vogliamo, rende ancora più interessanti certe sue
intuizioni.
L’opera
“maggiore” del Ramée “Théologie Cosmogonique, ou Reconstitution De
L’Ancienne et Primitive Loi” venne pubblicata nel 1853 da Libraire
D’Amiot- Garnier Frères di Parigi .
L’autore
esordisce, ed è codesta per chi scrive la parte più indigesta del
libro, tentando di delineare, seppur a grandi linee, quale sarebbe
stata, a suo parere la prisca saggezza dei popoli “europei” (o almeno
dei loro “sapienti”); rifacendosi, tra l’altro, ai Pitagorici e facendo
gran uso di simbologie numeriche e geometriche, e di dare un’idea di
questa fantomatica legge primitiva che reggerebbe tutto il cosmo e che
le civiltà antiche avrebbero avuto come base e fondamento, da essa,
infatti, sarebbero state tratte le regole per edificare dei regni
terrestri modellati su quello “celeste”. L’ordine vigente tra gli uomini
dovrebbe essere modellato su quello cosmico, ordine che “per noi è uno
status in cui tutti gli uomini vengono a trovarsi felicemente nel
circolo in cui la loro organizzazione e le leggi naturali li avranno
messi. Solo la vera scienza può produrre tale ordine”(III). La religione
deve essere basata sulla conoscenza di tale legge primitiva, ma se si
riduce a non esser altro che “una questione di sentimento, un’astrazione
priva di scienza, …puramente nominale…la religione si affianca alla
barbarie e all’ignoranza e diventa così l’implacabile nemica di tutte le
civiltà progressive e del ristabilimento di ogni giustizia sulla
terra”(IV) e questo sarebbe il caso, come vedremo, delle religioni di
origine semitica. Disgraziatamente le antiche civiltà, secondo il Ramée
sarebbero rovinate soprattutto a causa dei contatti e delle mescolanze
con una razza non solo inferiore ma, a suo dire carica di molte
caratteristiche negative. Le elucubrazioni del Ramée sull’antica
saggezza appaiono, almeno a chi scrive, alquante nebulose; più
interessanti, anche se indubbiamente “esagerate”, le pagine che dedica a
quello che per lui è il grande nemico degli Europei: il mondo semitico!
A
pag.43 leggiamo “La scienza moderna che chiamiamo storia naturale
dell’uomo ha constatato… che la razza umana si divide in cinque varietà
differenti: la caucasica, la mongolica, l’etiopica, l’americana e la
malese”. Il Ramée non manca di citare a suo appoggio i maggiori
scienziati dell’epoca dal Cuvier al Pritchard. E continua (pag44) “Noi
ci occuperemo solo della famiglia caucasica dalla quale sono nati i più
grandi imperi, le arti più nobili e le religioni più vere, come le più
tenebrose”. Come è a tutti noto si riteneva allora che la “Razza Bianca”
fosse originaria delle regioni del Caucaso, Il nostro proseguiva
(ibidem) “Ma nell’ambito di codesta razza bianca vi sono due varietà che
si distinguono soprattutto riguardo alle facoltà intellettuali. La
prima, la più elevata, laboriosa positiva, razionale, amante e
ricercatrice, con successo, della verità, si riflette negli indiani,
negli Egizi, nei popoli germanici, nei Celti e soprattutto nei Greci e
negli Etruschi (1) Il Ramée classifica tra i popoli indoeuropei anche
gli Etruschi e i Pelasgi, senza volermi addentrare nella vexata quaestio
delle origini e della natura di codesti popoli, mi limito qui a citare
dall’enciclopedia on line Wikipedia. Riguardo agli Etruschi “Un
contributo, peraltro non risolutivo, alla problematica delle origini
degli Etruschi ci viene anche dalla genetica delle popolazioni.[ Nel 2004 il professor Guido Barbujani del dipartimento di biologia dell’Università di Ferrara ha analizzato il DNA di alcuni scheletri provenienti da tombe etrusche dislocate in varie zone dell’antica Etruria[.
Dallo studio è emerso che il DNA
degli antichi etruschi sarebbe abbastanza simile a quello degli attuali
abitanti dell’Anatolia, mentre non risulterebbero particolari affinità
con quello dell’attuale popolazione delle zone d’Italia che furono
abitate dagli Etruschi. Nel 2007, un’equipe guidata dal professor Antonio Torroni dell’Università di Pavia ha raffrontato il DNA degli abitanti viventi da almeno tre generazioni nei centri di Murlo, Volterra e della Valle del Casentino
con quello di altre popolazioni italiane ed estere. Dalla comparazione è
emerso che il codice genetico degli individui di Murlo, Volterra e del
Casentino è molto più simile a quello degli abitanti del Medio Oriente ed in particolare dei Palestinesi e dei Siriani. Un altro studio condotto dall’equipe del professor Paolo Ajmone Maran dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza ha analizzato il DNA dei bovini toscani (di razza Chianina e Maremmana), che è risultato geneticamente simile a quelli dei bovini dell’Anatolia.”.
E riguardo ai Pelasgi “Partendo dal nome di una tribù, sia gli storici
classici che gli attuali archeologi hanno preso l’abitudine di chiamare
Pelasgi tutti gli abitanti delle terre intorno al Mar Egeo ed i loro discendenti prima dell’arrivo delle ondate di invasori che parlavano greco durante il II millennio a.C. I risultati degli scavi di Çatalhöyük realizzati da James Mellaart, nel 1955 e da Fritz Schachermeyr, nel 1979 portano a concludere che i Pelasgi sono migrati dall’Asia Minore nel bacino dell’Egeo nel IV millennio a.C. Altri studiosi hanno attribuito ai Pelasgi un certo numero di caratteristiche culturali e linguistiche non indoeuropee:”
Comunque,
continua il Nostro, “Codesta varietà della razza caucasica ha fondato
gli Stati più stabili, ha posseduto le scienze più profonde, ha
manifestato il bello e il buono sotto le forme più diverse. Laboriosa,
tranquilla, dolce, obbediente, pronta a sacrificarsi, essa ha coltivato
l’agricoltura, ed è ancora nel suo ambito che vennero fatte tutte le
scoperte più necessarie e utili per gli uomini” (E’ da dubitare che
tutti gli “indoeuropei”) vogliano riconoscersi in tale idilliaco
quadro!)
Ma
alla luce si contrappongono le tenebre e così(ibidem) “La seconda
varietà della razza caucasica… è di grado inferiore. ”Essa odierebbe
ogni lavoro “serio” sia manuale che intellettuale, portata alla
promiscuità, al misticismo, alla superstizione, all’ignoranza, al
fanatismo e perciò alla barbarie, alla ferocia e alla stupidità! Essa
mancando di facoltà sintetiche nutrirebbe idee false soprattutto in
campo religioso. Portata alla vita errante nel deserto “è stata il
flagello delle popolazioni pacifiche, decenti e dolci, laboriose e
soprattutto nemica di ogni ordine politico razionale basato sui
risultati dell’osservazione e della scienza. A questa varietà
appartengono i popoli semitici separatisi dalla matrice indo persiana
fin dai tempi più remoti della storia.”(Pag.45)(2)
A
proposito dei “Semiti” citiamo ancora da Wikipedia: “Al di fuori della
linguistica il termine è usato per identificare il gruppo etnico che
storicamente ha parlato lingue del ceppo semitico. Sono in corso studi
di analisi genetica per cercare di identificare gli eventuali
progenitori comuni ai popoli semiti. Benché, finora, le ricerche sulla
compatibilità mitocondriale non abbiano dato risultati, le correlazioni
del cromosoma Y tra popoli del Vicino Oriente – come Palestinesi, Siriaci ed Ebrei – mostrano come questi popoli dovrebbero discendere da comuni antenati”
E
qui si delinea un vero e proprio “mistero di iniquità” in quanto per il
Ramée i popoli semitici, dotati di libero arbitrio “Per uno spirito
selvaggio di indipendenza e di odio verso ogni disciplina, hanno scelto
il male, il laido, il brutto secondo il loro gusto; come, invece, la
varietà nobile delle razza caucasica loro sorella, ha scelto secondo il
proprio gusto il buono e il bello.”(pag.45) Così(ibidem) dal momento in
cui le razze semitiche, beduini, hyksos, arabi, fenici, cartaginesi etc,
hanno acquisito una certa preponderanza nella regioni vicine al
Mediterraneo,nella grande famiglia indo-persiana, si sono diffuse le
tenebre, la verità ha subito una eclisse, l’immaginazione e l’errore
hanno portato al disordine materiale ed intellettuale, il male è
aumentato .e l’egoismo e l’ignoranza hanno fatto i loro danni”( 3)
Il
fosco quadro manicheo tracciato dal Ramée è certamente esagerato(4),
tuttavia altri autori hanno creduto di vedere come costante nel corso
dei secoli l’ostilità tra i popoli semitici e quelli europei Ernest
Renan nella sua “Storia del Popolo d’Israele” in “Studi di Critica e di
Storia delle Religioni” Bompiani, Milano, 1948, pag. 138) scriveva: “Il
risultato essenziale della filologia moderna è stato quello di mostrare
nella storia della civiltà l’azione di una doppia corrente prodotta da
due razze profondamente diverse, per costumi, per lingua, per spirito:
da una parte la razza indo–europea, abbracciante i popoli nobili
dell’India, della Persia, del Caucaso, dell’intera Europa¸ dall’altra la
razza chiamata col nome incertissimo di semitica comprendente i popoli
indigeni dell’Asia occidentale e meridionale oltre l’Eufrate”. Pag. 141.
“Razza incompleta per la sua stessa semplicità, essa non ha né arti
plastiche, né scienza razionale, né filosofia, né vita politica, né
organizzazione militare. La razza semitica non ha mai compreso la
civiltà nel senso che noi diamo a questa parola.” Da parte sua H. G.
Wells nella sua “Breve Storia del Mondo” (Laterza, Bari, 1930, pag. 84)
scriveva: “L’argomento della storia dal nono secolo a.C. in poi è per
sei secoli la storia del modo onde questi popoli ariani divennero
potenti e intraprendenti e soggiogarono alla fine tutto il mondo antico,
il semitico, l’egeo e l’egiziano. Per la forma, i popoli ariani furono
nel complesso vittoriosi, ma la lotta di idee e metodi ariani, semitici
ed egiziani continuò ancora per molto tempo dopo che lo scettro fu
passato in mano degli Ariani. Ed è una lotta che si prolunga per tutto
il resto della storia e in un certo senso continua anche oggi.”.
J.
Michelet nella sua “Storia di Roma” (Rusconi, Rimini, 2002 pagg.
195-196 riassume: “Non senza motivo il ricordo delle guerre puniche si
impresse tanto universalmente e vivamente nella memoria degli uomini.
Dall’esito di quel duello, non dipendeva soltanto il destino di due
città o di due imperi bensì quello di due razze: l’indogermanica e la
semitica, che si contendevano il dominio del mondo… Queste due razze
nemiche si scontrarono un po’ dovunque. Leggiamo nell’antichissima
storia dei Persiani e dei Caldei le continue lotte dei primi contro i
loro industriosi e perfidi vicini…. Ripetutamente si combatterono su
tutte le spiagge del Mediterraneo i Greci e i Fenici. I Greci
soppiantavano dappertutto i loro emuli nell’Oriente, come fecero poi i
Romani in Occidente.
Si
noti il furore con cui i Fenici, protetti da Serse, attaccarono la
Grecia presso Salamina, nello stesso anno in cui i Cartaginesi, loro
fratelli, sbarcavano in Sicilia quel prodigioso esercito che Gelone
sbaragliò e distrusse presso Imera.
E
i Greci, per porre fine alla partita, mossero a loro volta ad assalire i
loro eterni nemici in casa loro. Alessandro procurò maggior danno a
Tiro che non Salmanasar o Nabuccodonosor; non pago della distruzione
della città, fece sì che non potesse più risorgere contrapponendole
Alessandria e cambiando per sempre la via del traffico del mondo. Durava
tuttavia Cartagine e il suo impero,…Roma lo annientò. … Molti secoli
passarono prima che il duello tra le due razze si riaccendesse, prima
che gli Arabi, formidabile retroguardia del mondo semitico, uscissero a
ondate dai loro deserti. Lo scontro delle razze divenne allora scontro
di religioni. Per fortuna, quegli audaci cavalieri si imbatterono in
Oriente, nelle ….mura di Costantinopoli; in Occidente, nell’azza di
Carlo Martello e nella spada del cid Rodrigo.
Le crociate furono la naturale ritorsione alle incursioni arabe, e l’ultimo tempo di quell’immane duello fra i due più importanti gruppi del genere umano”. Di certo non fu l’ultimo! (5)
Più
che le guerre tra popoli indo-europei e semitici al Ramée peraltro
interessavano quelli che per lui erano gli effetti della mescolanza fra
le due razze. Leggiamo a pag.47 “E’ l’immissione di una razza che per
propria colpa ha deviato, di una razza inferiore, che invece di tendere a
nobilitarsi, si è degradata; è l’immissione di codesta razza beduina…
fra le razze nobili… che ha generato tra queste ultime il male e la
barbarie.” E ancora (pagg49-50) “E la tribù semitica, distruttrice di
ogni bene morale, di ogni felicità terrestre, diffuse la sua oscurità
sull’Occidente, e infettò le popolazioni pelasgiche, etrusche, iberiche,
celtiche e infine germaniche”. Mescolanze etniche e diffusione di idee
semitiche vanno per il Nostro di pari passo.
E
ancora (pag.52) “La razza del deserto, la razza fenicia, dopo aver
pervertito la Grecia, propagò il suo sangue e i suoi principi nel Nord
dell’Africa, essa aveva anche “visitato” l’Italia. Quando Alessandro
Magno legò per mezzo della lingua greca più intimamente i popoli fra di
loro, tutta la Grecia venne inondata di principi e personalità sensuali
egoistiche e anarchiche. Dopo la distruzione di Cartagine, il sangue
fenicio passò in grande quantità a Roma, qui si scoprì apparentato con
il patriziato capitolini; qui si manifesterà più tardi nelle guerre
sociali … Ovunque giunsero l’arabo o il fenicio, essi mutarono
profondamente attraverso il sangue e le idee le popolazioni …”
Scrive
a questo proposito V. Manfredi in “I Greci d’Occidente”(Il Giornale,
Milano, 1996 pag-74) “..la componente semitica non si eclissò mai
completamente né in Africa né in Sicilia né in Spagna. Il fatto che
queste terre ricevessero in seguito e assimilassero con profonda
adesione la cultura pure semitica, degli Arabi, in una sovrapposizione
geografica quasi identica a quella dell’antica espansione cartaginese,
non può essere considerata semplicemente come una delle tante bizzarrie
della Storia.” E’noto, poi. come le comunità ebraiche della Spagna
ebbero a favorire la conquista islamica.
Comunque,
aggiungiamo, “La distruzione di Cartagine fu un’impresa estremamente
importante dal punto di vista della storia delle razze: per essa anche
la più tarda cultura dell’Europa centrale e occidentale fu preservata
dagli influssi di questo focolaio pestilenziale. Ma certo la storia
avrebbe preso forse un’altra strada, se insieme alla distruzione di
Cartagine fosse riuscita interamente anche la distruzione di tutti gli
altri centri siriaci e semitico-asiatici”Alfred Rosenberg “Il Mito del
XX Secolo” cit da Giulio Cogni “Razzismo” Bocca, Milano, 1936, pag. 190.
Proseguendo
l’esame dell’‘opera del Ramée s’incontra poi quello che pare essere
stato uno dei maggiori errori del Nostro: nella Roma antica egli difende
la monarchia (etrusca) contro un patriziato che considera già
semitizzato, analogo imperdonabile errore egli commette riguardo a Dori e
Spartani. (6)
Quello
che scrive sulla “semitizzazione” dell’antica Grecia e del mondo romano
può, comunque, essere accostato alle pagine che poco tempo dopo avrebbe
dedicato a tale argomento il Conte De Gobineau (cfr,il capitolo “Roma
semitica” nel V libro del “Saggio sulla Disuguaglianza delle Razze
Umane” Rizzoli, Milano, 1997, pagg 699 e segg.)
Tra
i popoli semitici il Ramée dedica spazio ai Fenici – Cartaginesi il
contatto con i quali avrebbe contribuito all’imbastardimento razziale
della parte meridionale dell’Italia. E poi si passa al popolo ebreo
(pag.167) “Il popolo ebreo non ebbe la minima importanza nel mondo
antico e Apollonio Molone… (7) citato da Giuseppe Flavio, disse molto
giustamente che gli ebrei non hanno mai inventato la minima cosa che
fosse d’utilità agli uomini.”(8) “L’importanza data agli ebrei non la si
deve che agli autori cristiani: essi furono totalmente ignorati dalle
altre nazioni dell’antichità confusi con le altre tribù arabe” Per lui
Mosè avrebbe copiato dagli Egizi le concezioni religiose impregnandole
di ignoranza, odio e collera”.Il che viene incontro alle teorie che
vedono nel capo dell’ipotetico “esodo” ebraico(di cui mancano prove
archeologiche e testimonianze storiche) un sacerdote egizio traditore.
Dato
per scontato che il contatto e la mescolanza con i popoli semitici
abbia provocato il declino del mondo antico e il Nostro giunge a
scrivere (pag.230) “Se Roma avesse limitato le sue conquiste al nord,
non si sarebbe mai persa. Furono le conquiste effettuate in Oriente e
all’altra sponda del Mediterraneo che la persero: il Nord continuava a
fornirle legionari per la sua stessa salvezza … mentre in Oriente Roma
non trovò mai che moltitudini mutevoli, di idee anarchiche,
individualiste e sensuali. Le conquista orientali dei Romani ebbero
l’influenza più perniciosa sui loro costumi e il loro spirito” Per il
Nostro già ai tempi di Augusto(pag.238) “l’influenza meridionale aveva
già troppo pervertito la società romana perché fosse possibile un’opera
di rigenerazione” Considerazioni che saranno già familiari a chi abbia
letto il famoso “Saggio” del Conte di Gobineau.
Nell’ambito
del giudaismo nacque in quel tempo il cristianesimo (pag.250) “..il
cristianesimo, continuazione del mosaismo, come dichiarava il suo stesso
fondatore, non era che una sorta di ampliamento del codice di una tribù
araba, che aveva Abramo come antenato”.La nuova religione poté
affermarsi nell’ambito di una generale orientalizzazione del mondo
romano “ ..il sangue meticciato dei Romani da una parte, i costumi
orientali – arabo-ebraici dall’altra, avevano incancrenito da tempo”
l’Impero “Questa orientalizzazione, del popolo romano permise ad un
elemento nuovo della stessa natura orientale,… proveniente dalla Fenicia
e dalla Giudea di introdursi e diffondersi…”(pag.260) Su di un piano
generale “La diffusione dei culti orientali va considerata nel quadro
del generale processo di orientalizzazione del mondo antico, e non ne è
che un aspetto. Questo processo si era già iniziato nell’epoca
ellenistica, quando sotto le monarchie dei Diadochi la civiltà greca
era, è vero, sopravvissuta e si era propagata, ma corrompendosi ed
arrendendosi alla mentalità orientale. Esso era poi continuato ai danni
della Romanità, quando tra la fine della Repubblica e il principio
dell’Impero, Roma aveva preso stabile possesso delle provincie
orientali; era infine diventato sempre più aggressivo nel corso
dell’Impero.
In proposito occorre non dimenticare la progressiva
alterazione etnica e sociale verificatasi nella compagine dell’Impero
per la graduale scomparsa della vecchia classe dirigente romano-italica
decimata dalle proscrizioni e dal terrore del dispotismo, accompagnata
da una corrispondente sostituzione di una nuova classe di Orientali, in
massima parte militari, schiavi e liberti, onde venne a poco a poco
cancellate ogni traccia del vecchio tipo patrizio romano, i cui ultimi
eredi continuatori si esaurirono in fiacchi e sfortunati tentativi di
difesa. La storia dell’Impero non sarà infatti che la storia della
progressiva invadenza dell’Oriente sull’Occidente, storia di progressiva
decadenza e corruzione. Perché, malgrado tutto,…,noi persistiamo a
credere che la Grecia classica e la Roma repubblicana furono i più alti
esponenti della civiltà antica, e che quando Greci e Romani furono
portati, sia pure come conquistatori, a convivere con l’Oriente,essi
ebbero a subire contagi degradanti, il cui risultato fu un tipo umano
nel complesso infinitamente inferiore al tipo che era stato realizzato
nell’Atene di Pericle e nella Roma degli Scipioni” Panfilo Gentile
“Storia del Cristianesimo dalle origini a
Teodosio”Rizzoli,Milano1969,pagg.20-21
Riguardo
all´affermazione della nuova religione nell´Impero Romano si può qui
citare anche Valerio Manfredi “Capitale del Tramonto” in “Il Giornale” 5
II-1990:”
Quando, a partire dal III secolo (i Barbari) cominciarono a premere sul
grande vallo l´Impero dovette sostenere uno sforzo militare ed
economico spropositato per centocinquant´anni ininterrottamente: Nessuna
potenza moderna potrebbe reggere a un simile sforzo per più di cinque
anni, ma l´Impero sarebbe forse riuscito a salvarsi articolando
abilmente la propria difesa, se non fosse stato lacerato all´interno
(oltre che dalla crisi economica) dal crollo dell´antica fede religiosa e
civile e del sentimento patriottico per il diffondersi del
cristianesimo. I cristiani stessi, che pure, a modo loro, si erano fatti
sostegno dello Stato cristianizzato….finivano per accettare
passivamente le invasioni barbariche come un evento fatale a cui era
inutile opporsi: i membri della classe dirigente che un tempo sarebbero
divenuti comandanti di legioni, questori, pretori, governatori di
provincia, preferivano, come fece Ambrogio, divenire sacerdoti e
vescovi. Alcuni di loro anzi ritenevano provvidenziali le invasioni, che
permettevano a tanti popoli di avvicinarsi all´insegnamento di Cristo,
che altrimenti mai avrebbero conosciuto. “Anche Louis
Rougier in “La Sovversione Cristiana e la Reazione Pagana sotto
l’Impero Romano” (I Libri del Graal- Roma s.i.d.Pag. 4) sostiene: “Col
fatto del loro rifiuto delle magistrature politiche e del servizio
militare, dovuto al timore dell’idolatria, i cristiani fomentavano,
facendo secessione, una sorta di immenso sciopero in tutto l’Impero, nel
momento stesso in cui la pressione dei Parti e dei Barbari sulle
frontiere necessitava la devozione di tutti i cittadini.”
Comunque,
scrive il Ramée “E’stupefacente che più di cento milioni di uomini
di sangue caucasico non abbiano rovesciato il dominio esercitato su di
loro da una dottrina tanto inconsistente e tanto funesta per l’ordine
sociale..”(pag.253) In effetti “codesta dottrina ebraica essena araba
non è e non sarà mai che un mezzo per uccidere lo spirito umano allo
scopo di sfruttare gli uomini indebolendoli perché non siano mai in
grado di rovesciare tale giogo”(pag.256)
Il
cristianesimo fu un fenomeno sovversivo: a pag.262 possiamo leggere “I
nuovi ebrei, qualifica che gli si dava allora e che si deve dare ancor
oggi ai cristiani, rovinarono innanzi tutto l’ordine sociale esistente
distruggendo tutte le gerarchie.” Si ricordi che per il Ramée la
dottrina cristiana è, per sua natura, incapace di costituire il
fondamento stabile per una società.
Particolarmente
nefasti furono per il nostro, gli effetti del monachesimo “Il ritiro
dal mondo e il rifugiarsi nei chiostri è una follia politica, una delle
più grandi anormalità sociali e fisiologiche” Si sottraevano elementi
anche validi alla società attuando così, anche sul piano biologico, una
vera e propria “selezione alla rovescia” fenomeno che noi oggi possiamo
vedere essere stato una costante nella storia dell’Occidente
cristianizzato (9)
Contro
la marea crescente della nuova religione venuta dall’Oriente a nulla
valse l’eroico tentativo dell’Imperatore Giuliano cui il Nostro non
manca di tributare i giusti elogi. In effetti Egli “fu un filosofo, un
generale, un tenace riformatore, un restauratore della paganità e per
molti aspetti una delle personalità più affascinanti del mondo antico”
Così Sergio Romano “Giuliano,l’imperatore che restaurò il paganesimo” in
“Il Corriere della Sera”4 IV 2007
Il
Ramée trae da tutte codeste vicende riflessioni ancor oggi
interessanti(pagg.271-272) “E’ per aver trascurato lo studio dei
caratteri morali delle razze e delle nazioni, per non aver visto le loro
reciproche influenze e le grandi differenze che li distinguono, le
loro lotte sul piano materiale come su quello morale soprattutto la
preponderanza … acquisita dalla razza araba nel mondo occidentale,.. che
gli storici si limitano a riportare dei fatti senza poter risalire alle
cause” .
Ritornando
al suo excursus storico, l’Autore rilevava come dopo aver conquistato
l’Europa meridionale ormai razzialmente imbastardita, il cristianesimo
avesse incontrato delle resistenze tra i popoli dell’Europa
settentrionale. Leggiamo a pag.272 “Se esso incontrò una certa
resistenza, e una resistenza anche tenace al centro e al Nord
dell’Europa, fu perché in quelle regioni regnavano ancora la pace, la
felicità e i lumi futuri che avrebbero poi illuminato gli uomini,
l’elemento sociale e teologico tracio indo-germanico, che aveva saputo
dapprima respingere, e vigorosamente, il mondo romano. e che lo respinse
ancora quando questo fu cristianizzato. Vi era un’ antipatia razziale
tra la sintesi (sapienziale) che dominava ancora tra in popoli del Nord
e il disordine, le tenebre e lo spirito anarchico che portavano e
offrivano i diffusori del cristianesimo. Rimarchiamo, en passant, che è
ancora dal Nord e del centro dell’Europa che sorgono e fioriscono
quasi tutte le scoperte e le più salde concezioni sulle cose di questo
mondo e utili per l’ordine sociale, il mezzogiorno non produsse quasi
niente. e quanto ha prodotto non è dovuto che a individui provenienti da
famiglie celtiche, pelasgiche(!?)o franche. E qui il Ramée si dimostra
anche un precursore del più fanatico,e insostenibile , “nordicismo”.
Da
parte mia rilevo che probabilmente deve ancora essere scritta una
storia “obiettiva” della cristianizzazione dell’Europa e,
soprattutto,delle disperate resistenze opposte dai “pagani”(non solo
d’Europa!) a chi voleva imporre loro la nuova religione venuta dai
deserti del medio Oriente. “ Per propagare il verbo dalla pace di Gesù, i
Cristiani hanno fatto più morti di Attila, e Gengis Khan messi assieme”
così scrisse Indro Montanelli in “Il Giornale” 10/7/1990.
Nell’ambito
dell’affermazione del cristianesimo il Ramée non si stanca di deplorare
la distruzione dei monumenti (specialmente le biblioteche)
dell’antichità da parte dei seguaci della nuova fede. A pag.278 possiamo
leggere “Ripetiamolo ancora una volta, se noi conosciamo tanto
superficialmente, tanto erroneamente e tanto imperfettamente tutto il
mondo antico, il suo ordine sociale e il suo spirito animatore, è perché
i primi cristiani, vescovi, principi, preti, e semplici fedeli, ne
hanno distrutto i più preziosi monumenti storici che, nelle mani di
nature forti e superiori, collaboravano alla lotta contro quel diluvio
di astrazioni pericolose per la pace e la felicità degli uomini, covate
in un angolo oscuro e ignorato del Mediterraneo, in seno a razze tristi e
sognatrici”.
Il
predominare dei popoli nordici segna l’inizio di un nuovo periodo della
storia europea. Tra le lodi che il Nostro rivolge a codesti popoli ve
n’è anche una riguardo al loro sistema sociale a carattere aristocratico
(pag.294) “i popoli germanici avevano, al pari dei Celti, una nobiltà,
che però non costituiva un’ aristocrazia oppressiva o tirannica. In
effetti, non esiste eguaglianza assoluta nella natura, e non può
esservene tra gli uomini”. Possiamo qui notare che il Ramée oltre che un
“bieco” razzista, antisemita e anticristiano, si dimostra nelle sue
pagine (orribile a dirsi!)anche un “maschilista”: a pag.217 si può
leggere “L’uomo come maschio, è il capo della donna, e ha il diritto di
comandarla” e in alcuni luoghi si possono leggere passi favorevoli alla
poligamia, mezzo che è stato più volte auspicato per consolidare e/o
migliorare una razza(cfr.ad es.A. Carioti “E Hitler disse: solo la poligamia può contrastare il calo delle nascite” In Corriere della Sera 28 III 2010 “
La restaurazione in chiave maschilista di un patriarcato in crisi
rappresenta un valore fascista pressoché universale” R.O.Paxton “I
cinque stadi del Fascismo”in A.Campi ( a cura di ) “Che cos’è il
Fascismo?” Ideazione,Roma,2003pag.282
Ma
anche i popoli del Nord dovevano soccombere all’ avanzata del
cristianesimo. A pag.316 possiamo leggere a proposito della Gallia
“Grazie alla trasfusione di sangue cananeo, fenicio e cartaginese nelle
popolazioni della Gallia, il cristianesimo poté introdurvisi con più
facilità che nella Germania, ancora immune da ogni contato col mondo
mediterraneo.” Ma le resistenze pagane erano destinate a crollare.
Giungiamo
a Carlo Magno e qui il Ramée osserva (pag.322) “E’alla influenza della
religione cattolica sullo spirito di Carlo Magno che si deve quella
divisione tra autorità e potere temporale e potere spirituale che ha
rovinato la felicità e la quiete delle nazioni occidentali tenendole
sempre in agitazione” : si avvicinano le grandi lotte tra papato ed
Impero. Intanto l’imperatore franco lancia le sue campagne di
cristianizzazione con le conversioni più o meno forzate, il massacro dei
Sassoni pagani e via elencando. L’Aurore non trascura la presenza nel
Regno franco degli ebrei “I negozi più attivi sotto Carlo Magno erano
esercitati dagli ebrei”(pag,331) questi si sarebbero distinti
soprattutto nel traffico degli schiavi “Questi schiavi erano dei
prigionieri fatti dai saraceni o Arabi d’Asia. Così fu soprattutto verso
la Spagna che gli ebrei li inviavano dato che gli Arabi avevano fatto
di alcune zone del paese dei deserti”.Inoltre gli ebrei avrebbero sempre
cercato di procacciarsi ragazze germaniche come concubine.
Anticipando
ancora una volta il De Gobineau il Ramée traccia poi un quadro degno di
essere riportato (pagg.333 e segg) “E’ ben evidente che i Germanici, i
Franchi, non entrarono nella Gallia in numero sufficiente per fondarvi
uno stabile dominio e che essi vennero neutralizzati e ostacolati nella
loro azione. 1) dalla razza gallo-romana, pervertita e anarchica… 2)
dall’abbruttente (abrutissante) azione cristiana dei vescovi e del
clero. Costoro, come continuano a fare anche oggi, minavano la società
temporale … abbiamo sotto gli occhi l’azione di dissolvimento delle
tradizioni, della famiglia e corruttrice dei costumi che esercita il
celibato dei preti, non considerando per nulla il focolare paterno e
materno. né di quello maritale, distrugge tale focolare per tramite la
circonvenzione, il sequestro e la sottrazione delle donne al loro
legittimo ambiente” (pag.334) “Il male è sempre stato che la Gallia non
fu completamente conquistata, almeno nelle terre del meridione, dai
Germanici Se vi fosse stata .. una più forte immigrazione di Germanici,
della stessa razza e della stessa famiglia dei Celti.., il cristianesimo
avrebbe incontrato più difficoltà a stabilirsi e, perciò, le idee
semitico fenicie si sarebbero propagate con più difficoltà nella loro
opera di sviamento della ragione degli abitanti.”
Qualche
decennio dopo un altro francese (Jules Soury “Campagne Nationaliste
1899-1901”Plon, Paris, 1902, pag.9.)avrebbe scritto “Il più grande
misfatto d’Israele è dì aver infettato le nostre razze ariane
d’Occidente con il suo monoteismo, con la credenza in un Dio creatore
del cielo e della terra, nomenclatore di specie di piante ed animali.
Codesta cosmogonia ebraica l’eterno scandalo della ragione ariana quale è
fiorita nell’India vedica o nell’Ellade, come tra i popoli germanici,
gli Scandinavi, gli Slavi ed i Celti”. Infezione “totale”? qualcuno ne
ha sempre dubitato, ad esempio Nicola Marselli nel suo “Le grandi razze
dell’Umanità “(Loescher, Torino1880,pag-260) scrisse “Sin dai primitivi
tempi la nostra razza dimostrò una invincibile ripugnanza a lasciarsi
conquistare da quell’astratto monoteismo dei semiti, che è non pure un
elemento deleterio dell’arte, ma anche la negazione di una scienza che
voglia essere positiva e vivente.”Per certi versi il cristianesimo
europeo e specialmente il cattolicesimo fu un “compromesso”!
Posso
a questo punto rimarcare che il Ramée doveva conoscere, lo nomina
anche, le opere di Henri de Boulavilliers(1658-1722)a proposito del
quale cito da un (un tempo) famoso e indigeribile polpettone marxista: “Già
al principio del secolo XVIII il conte di Boulanvilliers scrive un
libro (1727) in cui cerca di dimostrare che in Francia la nobiltà
rappresenta i discendenti dell’antica razza franca, mentre il resto
della popolazione sarebbe formato dai discendenti dell’elemento celtico
che era stato sottomesso. Sarebbero quindi di fronte due razze
qualitativamente diverse e la superiorità dei Franchi non si potrebbe
eliminare senza distruggere la civiltà” Gyorgy Lukas “La distruzione
della Ragione” Einaudi, Torino, 1959, pag.674. (10)
Dando,
poi, un’occhiata alle altre nazioni europee, il Ramée scrive(pag.335)
“L’Italia di cui molte delle popolazioni erano guastate dal contatto con
il sangue e le idee fenicie, si mise, pur protestando ogni tanto
vigorosamente, sotto il giogo sacerdotale che vi mandò in rovina ogni
potere temporale. La Germania, vergine di ogni mescolanza col sangue
mediterraneo, …lottò per secoli per la propria indipendenza
intellettuale contro il dispotismo sacerdotale ed anarchico che sedeva
al Vaticano di Roma. Proseguendo il suo excursus, il Ramée tratta delle
“false decretali” sulle quali il Papato cercò di fondare il proprio
dominio, dell’Impero di Bisanzio, delle Crociate per ritornate alla
lotta degli Imperatori contro i papi, si può notare che per il
Nostro(pag.418) “le crociate avevano impoverito le classi nobili e
guerriere che avevano dovuto vendere a vil prezzo le loro proprietà per
procurarsi i mezzi per recarsi in terra santa” Ci si può chiedere chi fu
ad arricchirsi!
A
pag.353 Possiamo leggere che tale lotta “fu quella del germanesimo,
dello spirito ragionevole, pratico e giusto, della ragione di Stato,
contro il semitismo, la stravaganza, l’orgoglio ignorante, il vuoto
misticismo, lo spirito turbolento, anarchico e foriero di miseria
rappresentato dal papato.” Per il Ramée (pag.354) quasi tutti i papi e
molti gerarchi della chiesa erano di origini semitiche. “L’introduzione
del sangue e delle idee delle razze deviate del deserto nei grandi
centri commerciali e marittimi dell’Italia nell’antichità, e che si
erano perpetuate e che continuano a perpetuarsi, doveva per forza
manifestare la sua perniciosa influenza sull’ordine sociale durante il
medio evo. Il papa spinse al fanatismo molte città e utilizzò contro
l’influenza dell’Impero e il potere temporale, lo spirito individualista
e anarchico della borghesia cittadina che, sotto la bandiera dei
Guelfi, lottò per la supremazia del vescovo di Roma.”
Purtroppo
con la morte di Federico II iniziò la decadenza dell’Impero, poi contro
Roma iniziò i moti ereticali. Seguono pagine sulla “crociata” contro
gli albigesi, la cupidigia della corte romana, la conversione della Gran
Bretagna e dell’Irlanda. Il nostro, peraltro, al pari di tanti altri
autori paganeggianti e nordicisti, non spiega sufficientemente come mai
anche i popoli del settentrione, ancora relativamente puri almeno sul
piano della razza “del corpo”, siano caduti sotto il dominio di una
religione semitica!
La
chiesa, inoltre, per il Ramée, avrebbe per tutto il Medio Evo impedito
lo sviluppo delle scienze; per fortuna, poi, apparvero i primi albori
del Rinascimento. A pag.412 si legge “la sorgente dell’ignoranza che ha
regnato per tutto il medio evo risale alla povertà dello spirito
semitico, alla sua avversione per la ricerca del vero e per l’amore del
bene generale che si è perpetuata nelle concezioni cristiane”. Ora tutto
ciò iniziava a crollare anche grazie alla riscoperta dell’antichità
pagana. Poi(pag.434) “La storia moderna non rappresenta che la lotta
dello spirito umano, la lotta della libertà e della dignità umane,
contro le tradizioni cristiane, puramente ebraico-semitiche …”
Giungiamo
alla riforma protestante Le idee dei riformatori, per il Nostro
(pag.435), in fondo erano le stesse dei primi cristiani che avevano
distrutto molto di quello che vi era ancora di positivo nel mondo greco e
romano … ”Con la Riforma si sviluppa “Lo spirito borghese di
mercantilismo, di individualismo e di dissoluzione della famiglia
,.conseguenza inevitabile della dottrina giudeo-cristiana” A codesta il
Ramée attribuisce dunque, nell’ ambito della sua visione
razzial-manichea, fin troppe, colpe, senza spesso dimostrarlo
adeguatamente le sue accuse . Inoltre per lui (pag.440) “La natura
borghese trafficante anche alle spese dei principi delle virtù,
dell’amore del bene e del bello, si trasmette attraverso il sangue.
”Dunque sarebbe sorta e continuerebbe ad espandersi una “razza
borghese” anche sul piano biologico!
Arrivano
poi i tempi (Luigi XIV, Richelieu etc) nei quali si accelera il
tramonto delle antiche aristocrazie anche a causa delle lotte che le
oppongono al clero “In codesta lotta, la nobiltà ha la peggio a causa
dei metodi perversi adoperati dal clero suo nemico, la predicazione di
uno spirito individualista di falsa e malvagia democrazia, che scatena
tutte le passioni di un amor proprio spinto negli individui fino alla
bestialità, che demolisce tutte le gerarchie, e la nobiltà perde in tale
conflitto tutte o quasi i suoi individui d’elite e un gran numero di
famiglie si estingue”(pag 443).Il “Re Sole”, da parte sua, svirilizza la
nobiltà chiamandola a corte e, ancor peggio, inizia la vendita dei
titoli nobiliari a coloro che di nobile non hanno né il sangue né
l’animo.
Toccando
la “Rivoluzione francese” il Ramée pare anticipare chi, come il
Nietzsche, veda il ciclo della “sovversione” nascere con il profetismo
giudaico, continuare con il primo cristianesimo, riaffermarsi con la
riforma ed esplodere catastroficamente nel 1789 (11)
L’egualitarismo
contro natura si è affermato con il cristianesimo e il Ramée può
scrivere (pag,450) “Esaminando bene la storia, si può scoprire che tutte
le grandi idee anarchiche, tutti i cattivi sistemi sociali sono stati
quasi tutti ideati da preti spinti e incoraggiati da vescovi e papi” e
anche qui, indubbiamente, il Nostro avrebbe fatto meglio a portare degli
esempi a sostegno delle sue asserzioni, invece si limita a citare un
paio di nomi di “distruttori che non riescono a ricostruire nulla.”
A
pag 458 possiamo leggere delle argomentazioni che paiono anticipare le
polemiche nate in territorio germanico contro il “diritto romano”: “Se i
legisti e gli scrittori di cose giuridiche avessero avuto una qualche
base filosofica, si sarebbero certamente accorti che, nelle epoche
passate, prima della rivoluzione del 1789, vi erano due sistemi
legislativi. Vi era il sistema basato sui costumi e quello basato sulla
legge scritta. Il primo era, in generale, quello dei Franchi, dei popoli
germanici, degli uomini del Nord, della Razza Caucasica…” Invece “Il
sistema basato sul diritto scritto fu quello dei latini della Gallia,
delle razze del Mediterraneo, fenicie o delle più svariate origini, del
livellamento, dell’individualismo, dei distruttori della
famiglia.”Inutile dire per quale dei due sistemi simpatizzi il
Ramée!
E il nostro ribadisce : “la chiesa ha sempre
camminato … sulle vie della città romana, contro i costumi, i principi e
le regole morali, sociali, gerarchiche … della città
germanica”(pag.460) ne è nata una legislazione artificiale in cui
(pag.461) “L’uomo è costantemente e ovunque asservito …. a profitto
della donna. E colmo di empietà il maschio è posto contro natura sotto
la dipendenza delle donna ”Per l’autore, in effetti, le leggi
matrimoniali toglierebbero al marito il dominio esclusivo dei suoi beni a
vantaggio della moglie! Ma la grande colpevole è sempre la stessa: la
razza cartaginese di sangue fenicio e arabo (pag.461) “razza tanto
spregevole tanto deviata dall’ordine naturale delle cose che ha sempre
continuato a degradarsi per generazioni con traffici di aggiotaggio e di
mercanzia da rigattieri”. Degenerazione dunque sia morale che fisica!
Dando
una scorsa alla storia di Francia il Ramée tratta brevemente della
Restaurazione e del Regno di Luigi Filippo per giungere alle rivoluzioni
del 1848 E qui scrive (pag.466) “Le intelligenze superiori videro
subito che la rivoluzione del 1848 era una delle tappe che lo spirito
umano compie nella sua corsa penosa ma perseverante, per abbattere il
più presto possibile malaugurate tradizioni nate da un errore radicato
da molto tempo nella società che esso ha gettato in uno stato di
anarchia e infelicità, in cui essa continua a imputridire e da cui essa
compie sforzi inauditi per uscire.
E’ mancato ai rivoluzionari
del 1848 ciò che non avevano avuto neppure i protagonisti della grande
rivoluzione: la scienza, le conoscenze pratiche e l’idea di una sintesi
sociale nuova e delle sue forme. Finché il movimento impresso alla
ragione dalla Rinascenza ha svolto un ruolo distruttivo, ha abbattuto il
nulla, il vuoto e l’immobilità cioè la fede religiosa contraria
all’indole delle razze più attive del Nord. Però quando ha voluto
svolgere un ruolo costruttivo, quando ha preso l’offensiva, è rimasto
impotente.
Dibattendosi sempre, anche a propria insaputa, nell’ambito
delle reminiscenze cristiane, i capi delle scuole socialiste che abbiamo
visto sorgere,hanno tutti fatto piroette su delle pure astrazioni
create dai loro cervelli e dalle quali hanno ,tuttavia, dedotto. Con una
logica rigorosa, tutte le possibili conseguenze. Ma essendo la loro
base al di fuori della realtà, la società si rifiuta di sottoporsi
all’eventuale sperimentazione delle idee socialiste. Partendo da una
idea ebraica, araba, partendo dall’individuo …. per arrivare a conoscere
la natura di Dio(quando non giungevano a negarne l’esistenza).. e il
governo della società, i capi delle scuole socialiste hanno volteggiato e
continuano a volteggiare nel vuoto ….,in quanto non tengono conto
delle leggi che reggono il mondo fisico, né delle tradizioni
dell’antichità”(pag.466)
La
grande maestra è per il Ramée la natura (in cui l’eguaglianza non
esiste), e mostrando di ritenere che sia l’ambiente “che fa l’uomo”,
fa dei semiti delle “vittime” dell’ambiente in cui furono costretti a
vivere, il che, se vogliamo, parrebbe in contraddizioni con le sue
concezioni razziali.(pag.468) “il cananeo, l’ebreo e l’arabo primitivo,
avendo vissuto nei deserti, senza mai aver vissuto grazie all’aratro e
alle relative industrie, non possiede la sintesi nel proprio spirito …”.
Questa mal definita “sintesi” che avrebbero posseduto gli antichi
europei, la sola capace a far da fondamento a società stabili cosa che
la dottrina cristiana come il Ramée non si stanca di ripetere, è
incapace di fare. Il libro si avvia alla conclusione ritornando alle
critiche rivolte alla “razza” semitica. Leggiamo ancora a pag.470 “Il
sangue semitico arabo in Europa ama tutto quanto è aleatorio, non ama
che le cose incerte. Quelle che non lo sono, quelle il cui prezzo è
stabile, egli opera per renderle vacillanti. Ciò che affligge gli
spiriti sensati, le nature penetranti e giuste, le convulsioni sociali,
le rivoluzioni, i cambiamenti in bene o in male, nella politica o negli
affari civili lo attirano ”Si potrebbe richiamare qui quello “spirito di
irrequietezza” che alcuni antisemiti hanno voluto vedere nell’ebraismo
anche moderno. Proseguendo (pag.472) ricorda che le nazioni
mediterranee “si lasciarono assorbire e corrompere per la razza
esclusivamente mercantile e individualista della Fenicia e di Cartagine,
ammettendo senza sosta nella loro popolazione tutti gli individui e
tutte le famiglie di tale funesta popolazione che venivano a
stabilirvisi”. Il che, se vogliamo, è già un attacco alle immigrazione
degli extra europei nel nostro continente !
A
codesto punto parrebbe che, secondo il Ramée, non vi sia più
possibilità di rigenerazione di salvezza per gli europei(specie quelli
“meridionali”!)corrotti e imbastarditi spiritualmente e fisicamente dal
connubio con i semiti. Ma qui il Nostro fa appello agli “spiriti forti”
perché ritrovino una via di uscita da una situazione che parrebbe
irrisolvibile. (Pag.473) “Spetta agli uomini che si dedicano agli studi e
alla meditazione …. di trovare i rimedi alla rottura della fondamentale
legge di sintesi, e ai vizi politici e sociali”. Senza questa sempre
mal definita legge di sintesi che dovrebbe regolare gli affari umani sul
modello dell’ordine dell’Universo(pag.474).da parte mia sottolineo che
oltre agli spiriti ”forti” dediti agli studi occorrerebbe anche una
rude razza pagana di guerrieri (le “genti eroiche” del Vico) che imponga
l’ “ordine di Sparta”, magari con una divisione su basi etniche analoga
a quella tra Spartiati, perieci ed iloti e la…Crypteia !
Si
può senz’altro, infine, riconoscere che il Ramée abbia riconosciuto
nell’egualitarismo il veleno che conduce al crollo finale l’Occidente:
“Non vi sono leggi sulla terra, la giustizia non può regnarvi se non vi è
nello Stato una gerarchia delle intelligenze, come la si trova tra
tutti i membri di ogni famiglia”(pag..475). La salvezza dunque non può
essere che nel ritorno alle radici indo-europee e in un sistema
gerarchico ad esse ispirato.
Confidando
nella pazienza del lettore, possiamo dare una occhiata anche ad una
altra opera dello stesso autore “Action de Jesus sur le Monde ou
Consequences du Christianisme” edita nel 1864 da E.Dentu editeur a
Parigi. Il nostro vi ribadisce le tesi già espresse nell’opera
precedente, Il lettore vorrà perdonarci perciò se passando in rassegna
anche questo secondo volume cadremo, inevitabilmente, .in alcune
ripetizioni. Per il Ramée (pag.384) gli ebrei sono solo “una piccola
tribù araba che non ha mai avuto alcun rapporto di lingua, di costumi,
di aspirazioni e di idee con le grandi razze che discendono dagli
Ariani”. Perciò “sarebbe auspicabile che non si facesse più perdere
tempo preziosi alla gioventù insegnandole la storia immorale e mostruosa
degli ebrei perfettamente inutile alla nostra educazione politica e
nociva alla morale!”. Georges Batault scriveva (“Aspetti della Questione
Ebraica” AR, Padova, 1984, pag. 17).”Senza il trionfo del cristianesimo
la storia del popolo di Israele ci sarebbe più estranea, più
sconosciuta e più indifferente di quella di popoli dell’Asia Minore,
come i Lidi, i Fenici o gli Ittiti, che hanno svolto, senza dubbio, nel
mondo antico un ruolo infinitamente più importante di quello degli
Ebrei, piccola popolazione priva di cultura, costantemente vinta e
conquistata, sottomessa e dispersa. In definitiva, quanto ci viene
insegnato sotto il nome di “Storia Sacra” non si colloca affatto in una
dimensione o sul piano della Storia tout court”. Oggi, inoltre, sappiamo
che le narrazioni del cosiddetto “Antico Testamento” non trovano
riscontri né in campo storico né in quello archeologico. Già su “Il
Giornale”del 9-3-1993 si poteva leggere un interessante breve articolo
dal significativo titolo “Probabilmente sono inventati i primi 10 libri
della Bibbia”, vi si poteva leggere: “Personaggi dell’Antico Testamento
popolarissimi fra la gente… come Mosè, Abramo, Giacobbe, Davide e lo
stesso Salomone, non sono probabilmente mai esistiti, è quanto sostiene
il professor Thoms Thompson, autorità mondiale in archeologia biblica,
nel libro “The Early History of the Israelite People”. Thompson ritiene
che i primi dieci libri della Bibbia siano sicuramente frutto di
fantasia dal momento che, stando ai risultati dei suoi studi, furono
scritti “fra 500 e 1500 anni dopo i fatti che pretendono di descrivere”.
Secondo il docente dell’Università americana Marquette la totale
mancanza di prove storiche e archeologiche su molti eventi citati nella
Bibbia porta alla conclusione fra le altre cose che: l’esilio israeliano
in Egitto, l’esodo e la conquista della Terra Promessa non sono mai
avvenuti”. (12)
Gli
ebrei, come si è visto, per il Ramée fanno parte della “razza araba” la
quale(pag.26) “.. non è perfettibile come quella ariana, destinata a
diffondersi su tutta la terra e a mantenervi l’ordine, mentre la stirpe
di Abramo e di Ismaele è destinata ad abitare solo i deserti” D’altra
parte “Il Dio dei cristiani(pag.154) è la continuazione di Jehova e la
loro religione è una continuazione di quella ebraica con poche
modifiche…..”
Per il nostro, Gesù non sarebbe stato altro che un predicatore di massime morali da cui nei secoli seguenti” si sono tirate delle conseguenze del tutto insufficienti a formare la base sulla quale governare le società”.Infatti (pag.56) “Quando si studia seriamente la dottrina di Gesù, come viene riportata nei Vangeli, non vi si trova che dei sentimenti, non dei dogmi e nessuna scienza riguardo alle cose reali di un dato che “Gesù non possedeva alcuna sintesi, alcuna scienza, alcuna nozione riguardo alla vera natura di Dio, sulla creazione del mondo e sulle leggi che governano gli uomini e le cose, le dottrine che ha lasciato, o piuttosto le sentenze morali, vere per la sua epoca e per il popolo tra cui viveva, non poterono venire ..usate per costituire quel regno temporale, che non è che l’immagine o la deduzione del regno del cielo, come hanno insegnato i sapienti poeti dell’alta antichità ariana…”.
Rappresentazione di Iperborea |
Non
è certo qui il luogo per trattare della figura del Cristo, mi limito a
citare ancora Panfilo Gentile (“Storia del Cristianesimo…”cit.pag.80)
“Per quanto riguarda Gesù, uno dei pochi risultati sicuri della moderna
critica, ed oggi quasi universalmente accettato, s’intende tra i critici
non vincolati a punti di vista confessionali e apologetici, è che il
profeta di Galilea non volle fondare e non fondò alcuna nuova religione,
e che la sua opera e il suo insegnamento,…..,non uscirono …dai limiti
dell’ortodossia giudaica.” e a pag. 92 leggiamo: “Pochi passi dei
Sinottici sono così sicuramente autentici come quelli che ci mostrano
che Gesù non pensava punto che la sua missione dovesse andare oltre i
confini di Israele. Anche se la istituzione apostolica dei Dodici presso
le dodici tribù di Israele vuol essere ritenuta come una invenzione
posteriore, basta l’episodio della donna cananea, episodio la cui
paternità non può essere affibbiata al redattore, che aveva interessi
polemici opposti. Quando la donna Cananea aveva chiesto in grazia la
guarigione della propria figliola, Gesù, opponendo in principio un
rifiuto, aveva formalmente avvertito che egli intendeva mantenere in
vigore nelle propria missione, la distinzione fra Israele e il resto
dell’umanità. “io non son stato mandato che alle pecore perdute della
casa di Israele”, ed aveva aggiunto: “Non è ben fatto prendere il pane
dei figlioli e gettarli ai cagnolini” (Marco, VII, 24-27-Matteo, XV,
24-27) Per Gesù dunque i Gentili erano semplicemente dei cani, come per
ogni giudeo”. Notiamo che negli ultimi tempi vi sarebbe una tendenza,
condivisa anche dalle chiese cristiane, a riscoprire e rivalutare
l’ebraicità di Gesù(13)
Il
Ramée rilevava poi(pag.61) che furono “i migliori capi di stato,..che
colsero le cause della decadenza dell’Impero(Romano) e i modi per
frenarla, che divennero i persecutori più accaniti della fede uscita
dalla Galilea”. Citando ancora P, Gentile(cit,pag,329) “..tutti gli
imperatori, che più energicamente attesero a difendere e riordinare l’
impero, Decio, Valeriano, Aureliano, Diocleziano, Galerio intuirono
senza incertezze l’aspetto dissolvente del cristianesimo. Tra l’altro
(pag.322) “Le comunità(cristiane)di recente fondazione, ancora prossime
in spirito al giudaismo, raccolte intorno alla speranza dell’imminente
Regno, potevano facilmente trascorrere a manifestazioni sediziose .e
rendere sospetto il nuovo movimento agli occhi dei Romani. La presenza
di un sentimento antiromano ci è testimoniata dalle invettive contro
Babilonia dell’ “Apocalisse” di Giovanni, con evidente allusione a Roma,
ed un identico sentimento fa pure capolino nella “II Petri”, dove pure
Babilonia sta per designare Roma”. Sotto le vesti cristiane continuava
la eterna guerra tra Roma e Gerusalemme!” E’, poi, ormai noto che le
cosiddette “persecuzioni” e il numero dei cosiddetti “martiri” che ne
furono vittime sono stati grandemente esagerati dai
“cronisti”cristiani.
E
torniamo all’opera del Ramée, L’autore rileva, anche qui, come, a suo
giudizio, il cristianesimo contribuisse a distruggere ciò che rimaneva
della sapienza antica(una delle sue “bestie nere” è l’ “africano”
Agostino)e preparasse quella che per lui era solo una’età di tenebre: il
Medioevo. A questo contribuì anche il monachesimo “una delle piaghe
della società attiva e laboriosa”(pag.139). Rimanendo il cristianesimo
legato alle sue origini ebraiche(pag.148) “Il dominio intellettuale
della razza semitica comportava naturalmente la distruzione delle opere
del pensiero ellenico e una serie di persecuzioni e lotte
religiose…Rinnegando le tradizioni nazionali, Costantino affrettò la
caduta di Roma.”Inoltre (pag.151) “Per un popolo che abbia rinnegato le
sue tradizioni, le testimonianze della pietà, dell’eroismo e del genio
degli avi sono dei rimorsi visibili la cui presenza infastidisce.”
Dopo
aver attribuito un ruolo positivo ai cosiddetti “barbari”, il Ramée
passa a quell’età di tenebre che, come abbiamo visto, per lui è il
Medioevo, sottolinea il ruolo prevaricatore dei pontefici nei riguardi
dell’autorità imperiale, le aberrazioni del culto delle reliquie, le
dispute sull’Eucarestia, la nascita dell’Inquisizione e delle tendenze
anticlericali quando non anticristiane di molti autori. “l’intelligenza
indoeuropea si era stancata delle dottrine e delle pretese semitiche
della Chiesa giudeo-cristiana il cui capo sedeva a Roma”(pag.248)
Il
nostro non si stanca di ritornare più e più volte sulle origini non
ariane del cristianesimo e riguardo ai rapporti di questo con l’ebraismo
e l’Islam scrive delle righe di un certo interesse (pag.199 e segg)
“Non si può che stupirsi di un fatto che pare straordinario nel corso
della storia del cristianesimo: si tratta dell’inimicizia dei cristiani
verso gli ebrei. La religione cristiana non è che un prolungamento del
mosaismo emendato di qualche tratto, tra popoli appartenenti a una razza
opposta al genio e al carattere degli ebrei. Si comprende bene
l’antagonismo naturale che esiste tra la razza indo-europea e quella
semitica, la cui morale, le attitudini, le tendenze, le aspirazioni e i
costumi differiscono così profondamente da quelli della prima; ma
l’inimicizia che esiste tra la religione dell’una e dell’altra razza a
partire dalla fondazione del cristianesimo, è inesplicabile, illogica e
inconseguente. Le due religioni hanno una sorgente comune, una stessa
origine: il loro fondo è lo stesso, la loro ignoranza riguardo al mondo e
agli accadimenti fisici ed intellettuali è simile: lo stato di
oscurantismo sviluppato e mantenuto con la violenza da parte della
Chiesa durante il Medio Evo ne è una prova … irrefutabile. Solamente per
gli uni il Messia promesso dalle profezie ebraiche è venuto, mentre gli
altri lo attendono ancora.”
Probabilmente
gli avvicinamenti tra le chiese cristiane, specialmente quella
cattolica, verso i “fratelli maggiori” ebrei avvenuti negli ultimi tempi
potrebbero essere interpretati anche come una conferma delle tesi del
Ramée!(14.)
Passando
all’Islam il Nostro scrive(pag.200) “Si può anche stupirci
dell’inimicizia e dell’odio della Chiesa verso l’islamismo, religione
della razza della quale gli ebrei non sono che una emanazione ….; solo
che la religione di Maometto è la pura espressione delle credenze
religiose dei figli del deserto; gli idiomi semitici si distinguono
nettamente dalle lingue indoeuropee…”E ritornando all’ebraismo(pag.201)
“la religione ebraica, le cui fondamenta sono oscure e miserabili, è una
mescolanza fra tali fondamenti e i “prestiti” ricevuti successivamente
dalle nazioni che avvicinavano il popolo di Israele”(15)
E
continua “Si è peraltro ancor più stupiti dell’inimicizia del
cristianesimo verso il mosaismo anche per il fatto che il primo per
darsi una patente di nobiltà non cessa di invocare come prova ed
appoggio i libri della religione ebraica.”
Continuando
il suo excursus storico il Ramée scrive: (pag.214.) “Il modo di
sentire giudeo-arabo non può mantenersi che grazie a quello spirito di
persecuzione che noi vediamo regnare con furore nei sinistri secoli del
medio evo, periodo in cui ogni manifestazione del genio, germanico,
celta o cimrico, ogni sforzo della ragione alleata alla virtù e alla
scienza erano condannati, sotto la taccia di eresia, alla morte o al
silenzio.”
Finalmente
inizia poi il periodo della Rinascenza e possiamo leggere(pag.297)
“l’edifico innalzato dall’infecondo spirito giudeo- semitico si trova,
per la prima volta, di fronte al genio fecondo, gioioso, indipendente e
progressivo della razza che aveva visto nascere nel suo seno le
religioni più profonde e più sapienti, l’eroismo più disinteressato,
l’ordine civile e politico più perfezionato, gli Stati di maggior
importanza, le arti e le letterature più compiute. In una parola, lo
spirito del deserto che, dall’inizio del mondo, rimane lo stesso nella
sua immutabilità, si trova finalmente faccia a faccia con un genio
attivo, costantemente perfettibile, e che, riconoscendo lo straniero
nel suo seno, gli domanda conto della sua presenza usurpatrice e della
sua gestione degli affari spirituali e temporali: gli chiede conto delle
rovine che ha causato tanto nel mondo fisico quanto in quello morale,
del vuoto che ha gettato nelle anime, dei cuori che ha sconvolto e
straziato!”Insomma per il Ramée si tratta sempre dell’eterna ed
universale lotta tra Ariani e semiti!.
Vengono
poi la “Riforma” e le conseguenti lotte di religione, intanto si
assiste all’ascesa della borghesia(pag.314) “ …sorta di casta
finanziaria, dalle vedute ristrette, meschine e conseguentemente egoiste
ed anti-sociali, che distrusse le tradizioni per gelosia verso la
nobiltà, verso i migliori, l’aristocrazia di nascita, dotata di capacità
e virtù, e iniziò a dare ai commerci un impulso mai visto in
precedenza.”Si può qui pensare a quella “regressione delle caste” di cui
scrisse Julius Evola a cui probabilmente si sovrapporrà una
“regressione delle razze” con la fine del “mondo bianco”e la riduzione
del pianeta ad un immondezzaio popolato da una putrescente massa di
bastardi senza razza e senza patria.
Non
mancano, peraltro, nel Ramée le lodi alla Gran Bretagna e al suo
sistema di governo, un luogo comune a quei tempi, per coloro che avevano
avversato gli eccessi della Rivoluzione del 1789. Ciò malgrado “la
malattia principale(dell’Inghilterra) che consiste nella diffusione
della Bibbia”(pag.346)
Il
nostro non cessa di vedere nel cristianesimo uno dei responsabili del
grande sconvolgimento rivoluzionario che per lui, dopo aver distrutto
non seppe edificare nulla, infatti la religione cristiana (Pag.348)
“Enunciando la libertà e l’eguaglianza degli uomini, il cristianesimo
non aveva proclamato che due sentimenti senza dare le più elementari
nozioni politiche affinché essi potessero essere messi in pratica.” Ma
il genio maligno dell’egualitarismo correva ormai per il mondo
provocando rovina e devastazioni
Riassumendo(400)
“Distruggendo ….il mondo antico, il cristianesimo non ha portato nulla
di migliore che ne potesse prendere il posto. Esso ha stabilito un
antagonismo conflittuale e irreconciliabile tra il potere spirituale e
quello temporale. Ha introdotto l’ignoranza e come conseguenza il
disordine in Europa.”.
E
a pag.405 possiamo leggere: “Nel veloce esame che abbiamo tracciato
delle lotte tra la fede giudeo-cristiana contro la ragione e la scienza,
i suoi due irreconciliabili nemici, si è potuto cogliere il loro
costante antagonismo. Queste lotte sono sorte e sono continuate in
seguito alla preponderanza di principi delle due razze umane, la razza
araba e quella degli Ariani o indoeuropea, sui cui la prima ammette il
fattore miracoloso e il sovrannaturale mentre la seconda si fa guidare
dalla ragione, l’esperienza e la scienza”. Naturalmente si può dubitare
che l’autentica “visione del mondo” degli indoeuropei debba essere
ridotta al razionalismo e allo scientismo (16)
Queste
note hanno solo in parte soddisfatto la curiosità suscitata in chi
scrive, parecchi anni or sono, dalla lettura del libro dell’Alleau,
piacerebbe sapere qualche altra cosa sull’Autore, la sua vita e le altre
sue opere, comunque, da quanto qui riportato, si può ritenere che possa
aver avuto una certa sua importanza nella storia di un certo filone di
idee manifestando, tra i primi, una visione della storia razzista,
antisemitica, anticristiana e antiegualitaria, il che può venire
inserito fra le varie correnti che, in un modo o nell’altro, prepararono
l’ “esplosione” dei movimenti nazionali rivoluzionari del secolo
seguente. “I fascismi furono l’ultimo tentativo storico fatto dall’uomo ancora in piedi per rialzare la testa dopo quasi due millenni di cristianesimo. Fu l’europeo che volle essere di nuovo se stesso- quindi paganesimo
di fondo dei movimenti fascisti, che pure non ebbero scontri frontali
con le chiese cristiane” S. Lorenzoni “La figura mostruosa di Cristo e
la convergenza dei monoteismi”pag.88
Possiamo
concludere codeste note sui rapporti tra Europa e mondo semitico, visti
attraverso l’opera di questo ormai dimenticato e per tanti versi,
sconosciuto autore con queste parole, probabilmente troppo ottimistiche,
di G. Batault (“Aspetti della questione giudaica”) “I valori giudei e i valori
greco-romani coesistono nel mondo contemporaneo, si oppongono gli uni
agli altri, non si mescolano e per ora sono i valori giudei a dominare
l’evoluzione delle società. Mentre il Rinascimento si fondava sulle
tradizioni greco-romane, la Riforma risalì alle tradizioni giudaiche di
cui essa favorì il trionfo. Ma la Storia non è statica e i destini
mutano: se oggi trionfa l’ideale giudaico-puritano con la sua visione
del mondo basata sul materialismo e l’economia, con la sua morale
utilitaristica e le sue concezioni umanitarie, non è detto che domani
sia lo stesso. Una diversa civiltà quella che noi auspichiamo,
impenetrabile a qualsiasi stimmung giudaico-puritana, raccolta intorno a nuove espressioni della humanitas
ellenico-romana, rimane sempre possibile”. Specialmente oggi, quando
l’occidente giudeo cristiano sprofonda nella putrefazione, nessuno può
rimanere neutrale nell’eterna lotta dell’uomo ariano contro Cartagine,
Gerusalemme, La Mecca e Jew York.
di: ALFONSO DE FILIPPI
NOTE:
(1)
Si possono dedicare alcune considerazioni alle origine della civiltà
egizia di cui,oggi,va di moda il rivendicarne il carattere africano se
non negroide. Cominciamo con l’autore(italo americano )che si firma
C.Marcus Ideus :nel suo “The Imperian Manifesto”( a cura
dell’autore,USA,2011) leggiamo alle pag.298-299 “ Il famoso egittologo
Walter B.Emery(1903-1971) scavando a Saqqara negli anni 30 ,trovò le
tracce di una razza pre-dinastica di individui dal cranio estremamente
lungo(dolicocefali) con cappelli chiarì, più alti e di più massiccia
corporatura rispettò alla popolazione indigena egizia. Dopo ulteriori
studi l’Emery concluse che codesta razza non era indigena dell’Egitto ma
che aveva costituito una casta governante di origini straniere. Lo
studioso giunse a identificarla con gli Shemsu Hor o “discepoli di
Horus”.Considerati come appartenenti ad una casta dominante sacerdotale
nell’Egitto predinastico….”ma al di là di questa pur suggestiva ipotesi
vi sarebbe ben altro. Marco Pizzuti nel suo “Scoperte archeologiche non
autorizzate”(Il Punto d’Incontro,Vicenza,2010)scrive (pag.49) “Le prove
fin qui raccolte circa l’esistenza di un’antica casta dominante di
diverso ceppo razziale.,…. sono sufficienti a ribaltare completamebnte
l’attuale orientamento ortodosso sulle origini della civiltà egizia. Il
professor Carleton Coon .di Harvard,nel suo libro “The Races of Europe”
ci informa …. che anticamente tutti i più importanti
funzionari,cortigiani e sacerdoti che rappresentarono la casta superiore
della società egizia possedevano sorprendenti crani nordici,in
particolare del tipo comune in Scandinavia,Gran Bretagna,Olanda e
Germania settentrionale” Forse qui si esagera un poco comunque codesto
autore riporta vari esempi di raffigurazioni di antichi egizi dalle
caratteristiche nettamente “europee”… “ i germanomaniaci
dell’Ahnenerbe avevano visto l’Egitto come un punto di arrivo di una
migrazione europea effettuatasi almeno 5.000 anni prima di Cristo. e a
osservare con attenzione le statue dei faraoni o dei dignitari delle
primissime dinastie presenti al Museo del Cairo o in altri musei,c’è
ancora oggi da rimanere stupiti nel riscontrare dei volti le cui
fisionomie s’incontrano tutti i giorni normalmente nel Nord Europa
.Occhi azzurri,volti regolari e fini,struttura dolicocefala della testa
,portamento elegante e così via”.Così Marco Zagni in La Svastica e la
Runa- cultura ed esoterismo nella SS Ahnenerbe”(Mursia, Milano,2011
pag.379) Su codesto e simili altri temi si potrà,comunque,ritornare in
futuro.
(2)
Potrebbe anche essere significativo quanto scriveva la rivista
“Focus”n. 95 del settembre 2000 sotto il titolo “Il DNA avvicina ebrei e
Palestinesi”: “Ebrei, Palestinesi e altri popoli arabi della regione
(Siriani e Libanesi ) sono, dal punto di vista genetico, molto vicini . E
4 mila anni fa erano ancora un’unica popolazione. …..Lo ha scoperto
Harry Ostrer, direttore del programma di genetica umana all’università
di New York studiando il cromosoma y di 1371 persone…Lo studio
pubblicato su <Proceedings of the national academy of science>
prova anche che gli ebrei hanno mantenuto quasi intatto per 4 mila anni
il loro patrimonio genetico.”(. Cfr anche “Gli ebrei, gli Arabi e il dna
comune”in “Il Corriere della Sera”10 v-2000) Scriveva il Ramée
(pag.405) “L’ebreo è e resterà di razza semitica.”. “Il tipo semitico si
ritrova negli antichi Assiri,Siri,Fenici,Cartaginesi,e nei moderni
Arabi ed Ebrei”Nicola Marselli “Le grandi razze
dell’Umanità”Loescher,Torino,1880m,pag,231.”
(3) Si può notare che gli Hyksos sarebbero stati meno “barbari”di quanto li abbiano fatti passare gli antichi egizi,
Oggi,infatti, si riconosce che essi si integrarono in fretta nella
zona occupata e con gli Egizi condivisero ben presto usanze e
tradizioni. La più importante fu l’introduzione del cavallo e del
cocchio che diventò fondamentale nella futura storia del paese;
introdussero anche nuovi tipi di pugnali e spade, l’arte della
lavorazione del bronzo e il robusto arco a lunga gittata. Probabilmente
in gran parte semiti sarebbero stati guidati da una aristocrazia guerriera almeno in parte di origini indo-europee.
(4)“Essere
manicheista significa credere e affermare i due principi …,ne deriva
una geografia dualistica per cui i due principi sono concepiti come due
regioni separate da una frontiera più o meno ideale,in continuo
movimento e simmetricamente antitetiche:la regione del bene a nord e
quella del male al sud.”Alain Besançon “Le origini intellettuali del leninismo”Sansoni,Firenze,1978,pag.11
(5 ). C. Letourneau in “La guerra nelle diverse Razze Umane”(Voghera
ed.,Roma,1897 pag. 318 )scrive:“I popoli barbari di tutti i paesi sono
insieme avidissimi degli averi e molto prodighi della vita altrui.
Tuttavia,
presso nessun’altra razza bianca, questa doppia caratteristica è così
spiccata come lo è presso i Semiti in generale. Del pari nessun popolo
Ariano ebbe il fanatismo così forsennato, così feroce e così tenace
quanto gli Assiri, i Giudei e gli Arabi, senza neppure parlare di Tiro,
di Cartagine e del culto di Moloch, il divoratore di bambini Sembra
davvero che ci troviamo di fronte ad un’impronta particolare a tutta
intera la razza. Tuttavia quest’impronta è ancora imperfettamente
visibile presso gli Arabi primitivi o rimasti tali. Gli Arabi
anteislamici ed i Beduini sono mediocremente religiosi e se uccidono
volentieri, per lo meno non si compiacciono nelle carneficine. Gli è in
uno stadio posteriore della loro civiltà che la sete di sangue e di
saccheggio si è esaltata presso i Semiti ed ha seguito passo passo lo
sviluppo del fervore religioso …… Le divinità semitiche, create ad
immagine dei loro adoratori, hanno incoraggiato gli istinti cupidi e
sanguinari, anzi li hanno giustificati. A partire da questo punto, tutti
i popoli aventi un culto diverso sono, davanti agli occhi degli
ortodossi una preda da divorare. Sterminarli, saccheggiarli è fare cosa
pia. Su questo punito Assur, Jeova ed Allah sono d’accordo e i loro
seguaci li ubbidiscono con ardore instancabile.” Silvano Lorenzoni
(“Ricordando i nostri Avi Pagani” in “Primordia” A. VIII N. XV Equinozio
d’Autunno 1999) sosteneva: “Gli indoeuropei si presentarono sempre e
ovunque quali tempre di signori e di conquistatori, aureolati da
un’uranica – anche se occasionalmente sinistra – grandezza: essi
sicuramente furono spesso odiati, ma era impossibile disprezzarli. Ben
diverso fu il caso dei semiti: ladri del deserto, si presentavano come
predoni, che utilizzavano la tecnica partigiana di colpire e scappare
oppure che si infiltravano nella società civile offrendosi come
inservienti e avviando le loro donne alla prostituzione ( fin dai tempi
molto antiche è documentato come in Sumeria ci fosse una popolazione di
iloti semiticofoni)-oppure come mercenari, grandi conoscitori
dell’ambiente desertico. Se gli indoeuropei finirono invariabilmente con
l’arricchire culturalmente le zone da loro conquistate, la prevalenza
semitica, fu, del pari, invariabilmente, foriera di decadenza e
imbarbarimento.”
Si può per un inquadramento generale del problema rimandare a “Tre Aspetti del Problema Ebraico”limitandoci qui a citare da codesto testo a pag. 189 :“Che cosa caratterizza la spiritualità delle civiltà semitiche in genere? La distruzione della sintesi ariana di spiritualità e virilità.
Si può per un inquadramento generale del problema rimandare a “Tre Aspetti del Problema Ebraico”limitandoci qui a citare da codesto testo a pag. 189 :“Che cosa caratterizza la spiritualità delle civiltà semitiche in genere? La distruzione della sintesi ariana di spiritualità e virilità.
Fra
i Semiti abbiamo da una parte una affermazione crassamente materiale e
sensualistica, ovvero rozzamente e ferocemente guerriera (Assiria)del
principio virile; dall’altra, una spiritualità devirilizzata, un
rapporto “lunare” prevalentemente sacerdotale rispetto al divino, il
pathos della colpa e dell’espiazione, tutto un romanticismo impuro e
incomposto e, a lato, quasi come una evasione, un contemplativismo a
base naturalistico- matematica.”
Riportiamo infine quanto scriveva l’Evola in “Sintesi di Dottrina della Razza”(pag. 112-113
dell’ed. AR, Padova, 1994), delle “civiltà ariane”: “si può dire che
l’elemento semitico, ma poi soprattutto quello giudaico, rappresentò
l’antitesi più precisa, per esser, tale elemento, una specie di
condensatore dei detriti razziali e spirituali delle varie forze
scontratesi nell’arcaico mondo mediterraneo.”
(6)
“…,è un punto di svolta fondamentale della storia quello della rivolta
di Roma patrizia(509 a. C.) che,ucciso Servio, caccia il Secondo
Tarquinio,pone fine alla dinastia straniera e spezza il vincolo della
precedente civiltà-quasi contemporaneamente alla cacciata dei tiranni
popolari e alla restaurazione dorica in Atene(510 a.C.)”J.Evola “Rivolta
contro il Mondo Moderno”Bocca,Milano,1951,pag.362
(7) Da Wikipedia, l’enciclopedia libera. Apollonio Molone (a volte semplicemente chiamato Molone), fu un maestro di retorica greco, attivo verso il 70 a.CEra nativo di Alabanda, una città della Caria, nella moderna Anatolia, ed allievo di Menecles. In seguito si stabilì a Rodi. Visitò due volte Roma come ambasciatore di Rodi e presero lezioni da lui sia Marco Tullio Cicerone – che lo visitò anche durante il suo viaggio in Grecia del 79-77 a.C. – che Gaio Giulio Cesare.
Alcuni attribuiscono agli insegnamenti di Apollonio Molone il loro
successo come oratori, Cicerone ancor più di Cesare. Si pensa che
citasse gli insegnamenti di Demostene
quando diceva ai suoi allievi che le tre cose più importanti nell’arte
della retorica erano «La dizione, la dizione ed ancora la dizione». Nei
tribunali di Roma godeva di una grandissima reputazione, e gli fu anche
concesso di rivolgersi al Senato romano in greco,
un onore che non sempre veniva accordato neppure agli ambasciatori
stranieri. Cercò di attenuare il ricco ed elaborato stile retorico
proveniente dall’Asia e si sforzò di sostenere la tendenza
all'”atticizzazione”. Si dedicò alla scrittura di commentari alle opere
di Omero e, secondo Giuseppe Flavio, si abbandonò a violenti attacchi contro gli ebrei.”
(8)
Già il Conte di Gobineau ebbe a scrivere degli antichi Ebrei “Questa
nazione, malgrado quello che ha potuto pretendere, non possedette mai,
non più dei Fenici, una civiltà propria”(cfr.<Essai sur L’Inegalitè
des Races Humaines>Libro II Cap. IV( cfr. l’Edizione Belfond, Paris
1967, pag. 269. ) .In seguito il famoso poligrafo francese Gustave Le
Bon scrisse (“Le Prime Civiltà”, Sonzogno, Milano, 1890 pag. 603) “gli
Ebrei non possedettero né arti, né scienze, né industrie, né nulla
infine di quanto costituisce una civiltà. Essi non portarono mai la
benché minima contribuzione all’edificio delle cognizioni umane, né mai
oltrepassarono quello stato di semi/barbarie dei popoli che non hanno
storia. Se essi finirono per possedere delle vere e proprie città, ciò
devesi ascrivere al fatto che, per le condizioni dell’esistenza in mezzo
a vicini giunti ad un grado d’evoluzione superiore, era per essi una
necessità l’averne; ma le loro città, i loro templi, i loro palazzi, gli
Ebrei erano assolutamente incapaci di edificarli essi stessi, e nel
tempo del loro maggiore potere, sotto il regno di Salomone, è dai paesi
stranieri che furono obbligati a far venire gli architetti, gli operai e
gli artisti di cui nessun emulo esisteva allora in seno a Israele”e
poco oltre(pag. 611). “Durante i suoi lunghi anni di storia, Israele non
produsse che un libro, l’Antico Testamento, e di quel libro solo alcun e
poesie liriche meritano seria considerazione. Il resto si compone di
visioni di allucinati, di fredde cronache e di racconti osceni e
sanguinosi.”.
Pochi anni dopo l’italiano Pietro Ellero in “La Vita dei Popoli”(Utet, Torino, 1925, vol. pag. 397 ) scriveva: “E molto probabilmente … non furono che un regolo scellerato e un regolo, scostumato di un oscuro cantone dell’Asia il suo David e il suo Salomone, cotanto da essi magnificati e di cui il mondo neppur si accorse”.(Seppur Davide,Salomone etc, siano mai esistiti!)
Giustamente lo stesso Evola ebbe a scrivere in “Importanza dell’idea ariana” in “La Stampa” 13 XI-1942(ora in “I Testi de “La Stampa”” AR, Padova, 2004 pag. 32) “… assurda l’idea che l’antica civiltà ebraica abbia rappresentato qualcosa di privilegiato e di superiore, tanto modesta appare la statura di Israele di fronte all’etica e alla spiritualità comune alle antiche stirpi ario-elleniche, indo-arie, ario-romane, ario-iraniche.”
Citiamo ancora Georges Batault (“.Aspetti della Questione Ebraica”AR, Padova, 1984, pag. 17) “Senza il trionfo del cristianesimo la storia del popolo di Israele ci sarebbe più estranea, più sconosciuta e più indifferente di quella di popoli dell’Asia Minore, come i Lidi, i Fenici o gli Ittiti, che hanno svolto, senza dubbio, nel mondo antico un ruolo infinitamente più importante di quello degli Ebrei- piccola popolazione priva di cultura, costantemente vinta e conquistata, sottomessa e dispersa. In definitiva, quanto ci viene insegnato sotto il nome di “Storia Sacra” non si colloca affatto in una dimensione o sul piano della Storia tout court.”. “
Pochi anni dopo l’italiano Pietro Ellero in “La Vita dei Popoli”(Utet, Torino, 1925, vol. pag. 397 ) scriveva: “E molto probabilmente … non furono che un regolo scellerato e un regolo, scostumato di un oscuro cantone dell’Asia il suo David e il suo Salomone, cotanto da essi magnificati e di cui il mondo neppur si accorse”.(Seppur Davide,Salomone etc, siano mai esistiti!)
Giustamente lo stesso Evola ebbe a scrivere in “Importanza dell’idea ariana” in “La Stampa” 13 XI-1942(ora in “I Testi de “La Stampa”” AR, Padova, 2004 pag. 32) “… assurda l’idea che l’antica civiltà ebraica abbia rappresentato qualcosa di privilegiato e di superiore, tanto modesta appare la statura di Israele di fronte all’etica e alla spiritualità comune alle antiche stirpi ario-elleniche, indo-arie, ario-romane, ario-iraniche.”
Citiamo ancora Georges Batault (“.Aspetti della Questione Ebraica”AR, Padova, 1984, pag. 17) “Senza il trionfo del cristianesimo la storia del popolo di Israele ci sarebbe più estranea, più sconosciuta e più indifferente di quella di popoli dell’Asia Minore, come i Lidi, i Fenici o gli Ittiti, che hanno svolto, senza dubbio, nel mondo antico un ruolo infinitamente più importante di quello degli Ebrei- piccola popolazione priva di cultura, costantemente vinta e conquistata, sottomessa e dispersa. In definitiva, quanto ci viene insegnato sotto il nome di “Storia Sacra” non si colloca affatto in una dimensione o sul piano della Storia tout court.”. “
(9)Nel
curioso,e ormai obsoleto,libro di Emilio Bossi “Gesù Cristo non è mai
esistito”,edito nel 1903 e riproposto nel 1976 da La Fiaccola di
Ragusa,si legge in nota a pag.163 “Il cristianesimo infine,nella sua
forma …. Cattolica produce,come notava e dimostrava Galton ,una
selezione a rovescio,eliminando o distraendo le forze più vive e più
utili dall’opera sociale, sì che anche oggi vediamo dei fenomeni
spiccati di decadenza dovuta a tale malefica azione ,operante per la
legge di eredità”. E numerate le vittime della Inquisizione spagnola
l’Autore ne deduceva “Ciò deve produrre un grave deterioramento della
razza”. Si può dissentire su alcuni punti ma il fenomeno è innegabile e
sarà bene ritornarvi in futuro.
(10) Per risparmiare al lettore l’eventuale “fatica”di farlo lui, ricorriamo ancora una volta a Wikipedia : “.Anne Gabriel Henri Bernard, marchese di Boulainvilliers (Saint-Saire, 11 ottobre 1658 – Parigi, 23 gennaio 1722) è stato uno storico e politologo francese. Fu educato al collegio di Juilly e militò nell’esercito fino al 1697.
Pubblicò numerose opere, tutte uscite dopo la sua morte, di cui le più
importanti sono:Histoire de l’ancien gouvernement de la France (La Haye,
1727) Etat de la France, avec des memoires sur l’ancien gouvernement
(London, 1727) Histoire de la pairie de France (London, 1753) Histoire
des Arabes (1731). La sua visione della
politica è incentrata sull’esistenza di due “razze” all’interno della Francia feudale: quella aristocratica (costituita dagli eredi del popolo franco) e quella popolare (composta dagli eredi della componente gallo-romana). Essendo un fervente aristocratico, le sue analisi sulle strutture del potere monarchico,
erano tese sia a delimitare che a delegittimare la figura del re, in
particolare quella del re come sovrano assoluto, perfettamente incarnato
nella figura di Luigi XIV. Per de Boulainvilliers non esiste diritto naturale che tenga: lo Stato si fonda essenzialmente su uno stato di guerra permanente: la stessa concezione di libertà
per de Boulainvilliers è quella del più forte che è libero di opprimere
la libertà di un secondo, contrariamente a qualunque principio di uguaglianza.
Per lui infatti solo nella disparità è possibile la libertà, poiché la
storia mostra chiaramente che non c’è alcuna possibilità di dividere il
potere equamente tra tutta la popolazione: ogni volta che ciò è avvenuto
c’è stato un crollo del sistema amministrativo. Quindi il sovrano che
vorrà eliminare l’aristocrazia per avere un potere più diretto,
assoluto, andrà incontro alla necessaria fine del suo Stato. Ciò avverrà
essenzialmente poiché la distinzione tra aristocrazia e plebe
è necessaria: i primi pensano alla guerra, i secondi a produrre. Nel
momento in cui questo meccanismo salta, gli aristocratici non sono più
sostentati dal popolo, dunque l’esercito deve essere mantenuto
monetariamente. Ciò comporta due cose: un apparato fiscale pesantissimo e l’istituzione di un esercito mercenario:
il primo pesa gravemente sulla popolazione e la fa diventare
insofferente, il secondo è composto da persone che non combattono per
proprio diretto interesse e che quindi possono essere facilmente
dissuase dal combattere per il paese da cui sono state assoldate. Tutto
ciò è avvenuto, secondo de Boulainvilliers già con l’Impero Romano. proprio all’epoca dell’invasione dei Franchi in Gallia.”
(11)
Si può qui far cenno ad alcune intuizioni di Federico Nietzsche come le
riassume Domenico Losurdo nel suo fondamentale “Nietzsche, il ribelle
aristocratico”(Bollati Boringhieri,Torino,2002,pag497.(Considerazioni
simili,a ben vedere le si trova anche in certi scritti di Julius Evola)
“Oltre che nel mondo greco,l’influenza nefasta dell’ebraismo si fa
sentire anche nel mondo romano. L’antichità classica su cui riesce a
trionfare la religione ebraico-cristiana è una Roma che ha smarrito la
sua autenticità,è una “Roma giudaizzata”,già profondamente intrisa di
ebraismo,già contaminata da una presenza estranea e ostile. Un’antitesi
netta attraversa in profondità la storia dell’Occidente,ed essa può
essere così sintetizzata: “Roma contro Giudea, Giudea contro Roma”.Dopo
aver conseguito una decisiva vittoria prima con l’infiltrazione e
sopraffazione giudaiche del mondo antico(con la rivoluzione
ebraico-cristiana),poi con la Riforma e con la Rivoluzione francese.
Giudea continua ad essere ispiratrice dello stesso movimento socialista
il quale,con i suoi sogni di palingenesi sociale,non fa altro che
riprendere e agitare la “spregevole frase ebraica del cielo sulla
terra”Il ciclo della sovversione é iniziato col profetismo ebraico così
che (pag.498) “da oltre due millenni sempre la stessa rivoluzione che
continua in tutto il mondo ebraico-cristiano”.
(12)
Un testo che riteniamo utilissimo per questo tipo di “revisionismo
storico”è quello di Giovanni Garbini “Storia e Ideologia nell’Israele
Antico”(Paideia, Brescia, 1986), a pag. 37 vi si può leggere: ” L’impero
di Davide e di Salomone, il potente regno del nord, il lungo regno del
sud con la sua dinastia davidica non ci hanno lasciato neppure un
documento, uno solo, della loro esistenza. Nessuno dei quaranta re, da
Saul a Sedecia, ci ha lasciato una traccia diretta del suo nome; del
famoso tempio di Salomone non si ha alcuna iscrizione votiva, come se ne
hanno di tutti gli altri templi antichi.”E
a pag. 40: “..dopo l’esilio non c’ è una sola fonte extra/ebraica che
parli degli Ebrei fino ad Alessandro magno, e anche dopo Alessandro le
notizie degli scrittori greci sono tanto rare quanto vaghe e tratte
comunque da qualche opera scritta in greco dagli stessi Ebrei-” . Più
recentemente è stato scritto “ Nel corso degli ultimi 2 secoli la
critica biblica ha dapprima smantellato la storicità della creazione e
del diluvio, poi quella dei patriarchi, (poi sempre seguendo l’ordine
cronologico) quella dell’Esodo e della conquista di Mosè e Giosuè, del
periodo dei Giudici e della “Lega delle 12 Tribù”arrestandosi al regno
unito di David e Salomone considerato sostanzialmente storico … La più
recente critica al concetto stesso di regno unito ha messo in crisi
totale il racconto biblico”(Mario Liverani “Oltre la Bibbia-Storia
antica di Israele” Laterza,Bari, 2009 pagg VII-VIII) Vien da pensare che
la “Sacra Scrittura”base delle “religioni abramitiche”sia solo un
(brutto)romanzo!
(13)
Si ricordi che secondo alcuni il vero fondatore del cristianesimo
sarebbe Paolo il quale avrebbe travisato la figura di Gesù,che ,tra
l’altro non aveva mai conosciuto,alcuni hanno voluto vedere nel Cristo
“storico”(non quello, ritenuto falsificato, dei Vangeli)un esponente
della resistenza ebraica anti romana forse figlio e successore del capo
partigiano Giuda di Gamala (Cfr Samuel Brandon “Gesù e gli
Zeloti”Rizzoli,Milano,1983 e anche Giancarlo Tranfo “La Croce di
Spine”Chinaski,Genova,2008)
(14) Molto
probabilmente da varie parti si è dato all’antigiudaismo cristiano (e
cattolico)una dimensione ed una intensità esagerati si può,peraltro,
citare da una nota autrice di libri sulla “guerra occulta”: Nesta
H.Webster che nel suo “Secret Societies and Subversive
Movements”(Christian Book Club of America,USA,s.i.d.,ma il tetso risala
al 1924)pag.381 “Consideriamo quello che la cristianità ha realmente
fatto per gli ebrei. E’stato detto molto intorno alle persecuzioni che
hanno sofferto,ma che cosa è stato detto dalla straordinaria indulgenza
che si è mostrata verso di loro a causa del rispetto dei cristiani
verso la Bibbia? . per centinaia di anni gli scolari cristiani sono
stati allevari con la storia dell’Antico Testamento e le concrezioni
cristiane hanno ascoltato con partecipazione il racconto delle
sofferenze di Israele e delle sua speranze di una restaurazione
definitiva. Tutto il sostegno dato al sionismo nasce da questa
tradizione. Il cristianesimo …… ‘ha costituito la maggior protezione per
gli ebrei. Se la cristianità crollasse,tutta la storia che gli ebrei
sono stati il popolo eletto,per quanto concerne le popolazioni
gentili,crollerebbe insieme ad essa…”
(15)Si
potrà ritornare in futuro sia sull’inconsistenza storica e archeologica
delle “sacre scritture”ebraiche sia dei “prestiti” che la religione
ebraica ebbe da Cananei,Egizi,e soprattutto riguardo agli elementi di
ordine superiore,dalla Persia dominata dagli Arii. “Anche lo
Zoroastrismo persiano ebbe ripercussioni sulla concezione religiosa
ebraica(i concetti di male e bene, Dio e Satana, Giudizio universale e
Resurrezione dei morti) ” AAVV “Enciclopedia delle religioni”Garzanti,
Milano1989, pag.320.
(16)
“..non si può ignorare che vi sono taluni per i quali la tradizione
europea si identifica con quel razionalismo che occupa appena due o tre
secoli della millenaria storia europea e che rappresenta solo un
aspetto particolare della aspirazione alla chiarezza insita nella
vocazione apollinea della razza bianca. Adriano Romualdi “Sul problema
di una Tradizione Europea”Vie della Tradizione,Palermo s.i.d.,pag.6
BIBLIOGRAFIA GENERALE
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Chamberlain Houston Stewart “La Genése du XIX Siecle” Payot,.Paris,,1913, 2 voll. De
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Wells Herbert G “Breve storia del mondo”Laterza,Bari.1930
Fonte
Ciao Wolf.
RispondiEliminaLa storia della via della mano sinistra e destra in se sono solo paranoia mentali? Nel senso entrambe le persone che le seguono vogliono l'illuminazione, ma nella mano sinistra vieni preso in giro da entità?
Davide
si in realtà non vuole dire niente,indica solo due metodi diversi di raggiungere degli scopi se vogliamo dargli un contesto preciso. La via della mano sinistra viene indicata soprattutto per l'uso di rituali legati al sesso e tecniche particolari per aprire i chakra e arrivare all'apertura completa del terzo occhio,la via della mano destra invece si riferisce a tecniche di respirazione e meditazione,strada sicuramente più difficile; il contesto è stato frainteso e alterato non c'è niente di maligno nella via della mano sinistra.
EliminaOk grazie,
EliminaCon questo cosa c'entrano quindi : entità,orge, droghe e queste cose negative?
Pensavo che la via della mano sinistra fosse per arrivare al thaumiel, la sfera oscura ! Chi fa queste cose? I futuri maghi neri sono in mezzo a queste persone ?
Grazie, ho molta confusione
Buona giornata
Davide
Altra domanda, che cosa consigli delle due vie? Come e quali intraprendere da solo senza un maestro o guru? Grazie ancora e scusami per le molte domande .
EliminaDavide
http://losvikingosenamerica.blogspot.it/2017/08/
RispondiEliminaSegnalo
Huitramannaland
The Untold Story of America
Ottimo sito sulla presenza vikinga e Iperborea nelle americhe
Articolo molto interessante, mi piacerebbe trovarne altri simili; ho intenzione di leggere alcuni testi citati in bibliografia. Comunque i cartaginesi non erano semiti ma europei come noi: lo scontro roma/cartagine era tra civiltà europee; l' intero nordafrica al tempo era un territorio interamente bianco.
RispondiEliminaSottolineo come anche in questo articolo siano presenti i classici tentativi, sorti presso i popoli del nord europa e attualmente propagandati dal sistema (in questo caso non solo nel sud europa e non solo attraverso i semiti) di levantinizzare il popolo italiano e più in generale l' europa mediterranea con un particolare riferimento alla grecia. Questo tentativo è finalizzato a rendere la nostra civiltà un prodotto di quella levantina, facendo leva anche sul cristianesimo nato dall' ebraismo, per renderci parte di quel popolo e necessitati a rientrare sotto il suo controllo dato che la nostra indipendenza diventa di fatto un incidente storico da superare. Tutti segnali, pezzi di un puzzle enorme che qualcuno sta componendo. Mi è capitato tempo fa di leggere un libro che sosteneva l' origine levantina e africana (giocando ovviamente sull' ambiguità di tale termine; come avvenuto pochi giorni fa con la vicenda del centurione africano nella terra di Albione) della civiltà greca, testo che sosteneva follie mai provate che non vale neppure la pena di riportare. Ora stanno inglobando l' intera europa e tutti gli europei nella tela afro-semitica utilizzando, dopo le prove "culturali" e religiose (e qui putroppo sono d' accordo), la prova genetica di una presunta origine levantina,che ovviamente fa fronte unico con la teoria dell' out of africa. Il vaso di pandora una volta aperto lascia uscire di tutto a quanto pare.
Mandi Mandi
L'origine degli etruschi è molto piu' complessa di quello sembra e a mio parere c'è ancora molto che deve essere scritto al riguardo.
EliminaA mio parere rientrano nel ciclo delle civiltà atlanto mediterranee, magari poi avranno subito una levantinizzazione.la storia deve essere ancora tutta scritta.
Per cominciare :
https://www.scribd.com/document/266847385/Mondo-Aurorale-La-Thule-e-gli-altri-continenti-perduti
http://atlanteangardens.blogspot.it/2014/04/dna-research-supports-cayces-atlantean.html
Ciao dragonerosso
EliminaCome fai a leggere i libri su scribd? Non è un sito a pagamento?
Davide
No vai tranquillo , è un sito dove chiunque puo' inserire Word o PDF da far scaricare liberamente.
Elimina