nota personale:
In un paese invaso economicamente,militarmente e moralmente, dal nemico per eccellenza dei nostri popoli, gli anglo-judei-americani, (che poi sono la stessa cosa essendo governati dalla stessa élite), avviene che i traditori del nostro popolo, che in tempi normali sarebbero stati processati e fucilati nelle pubbliche piazze, insieme alle urla e gli sputi che la folla gli riservava, vengono invece propagandati come salvatori della patria, e addirittura si azzardano a farli passare come benefattori del popolo.
L'immane tragedia che vivono i nostri popoli, è favorita soprattutto dall'opera di questi meschini criminali, che servono l'élite finanziaria globalista e conducono operazioni contro il nostro stato e il nostro popolo; sia chiaro che questi uomini di paglia, servono solo a nascondere il vero dominio in atto, quindi la loro colpa è doppiamente grave, altrimenti lo stato usa-sion sarebbe costretto a mettere un generale americano come governatore, con tanto di bandiera USA che svetta sui palazzi del potere nella colonia Italica, ma a quel punto sarebbe palese anche agli idioti odierni, cosa sia veramente successo con la sconfitta dell'Italia nella seconda guerra mondiale, e magari si potrebbe sviluppare qualche focolaio di resistenza; tecnica molto antica tra l'altro, che gia aveva adottato l'Impero romano, che lasciava nei territori conquistati i regnanti locali favorevoli al loro dominio, e dietro naturalmente vi era un governatore romano a dare i veri ordini..
L'opera di conquista si avvale quindi di operazioni psicologiche, di manipolazione mediatica e massiccia propaganda che dall'inizio della guerra non è mai cessata.
Ma mentre l'Impero romano costruiva civiltà, questi sub-umani fedeli alla loro natura inferiore, invadono e parassitano le nazioni, creano un caos perenne e schiavizzano ogni uomo.
Ma ogni ciclo ha sempre un inizio e una fine, e quindi la vera domanda da porsi è cosa succederà quando le redini del potere attuale si spezzeranno? e i loro miseri servi che oggi tiranneggiano il nostro popolo di cui succhiano il sangue da oltre 70 anni, sanno cosa sta arrivando per loro? non lo sanno e non lo dovranno ma sapere, basti che sappiano che chi sarà già morto sarà stato fortunato, l'inferno vero sta per arrivare per loro e la loro stirpe, e nessuno avrà scampo, i primi a pagare saranno loro.
white wolf
Parce sepulto,
perdona chi è sepolto, è l’invocazione di Polidoro ad Enea nel poema
virgiliano. Ed allora perdoniamo, con enorme fatica, Carlo Azeglio
Ciampi, che ci ha lasciati alla bella età di 95 anni, per raggiungere
l’Oriente divino, a gloria del grande architetto dell’universo. Il
banchiere livornese, fatto presidente della Repubblica dopo essere stato
Primo Ministro e ministro del Tesoro senza essere mai eletto dal voto
popolare, è stato oggetto di una disgustosa beatificazione di regime
“post mortem” che innalza un enorme polverone d’incenso ad un
personaggio tra i peggiori e più deleteri della pur sinistra storia
della Repubblica italiana.
Un quotidiano ha osato titolare che egli
fu l’uomo che “salvò l’Italia”. La verità, fuori dalle balle diffuse a
reti unificate, con gran tramestio di grembiulini, compassi ed elogi
pronunciati da innumerevoli pulpiti, è completamente, assolutamente,
radicalmente opposta alle litanie lauretane che abbiamo dovuto leggere
ed ascoltare. Cerchiamo allora di ristabilire i fatti, attorno alla
figura del defunto falso padre della patria, ricordando che Tommaso
d’Aquino ammoniva a non tacere mai la verità, neppure dinanzi al timore
dello scandalo. O, come nel caso presente, al rischio di incorrere nelle
democratiche ire di un potere che non tollera veri dissensi.
Ciampi era un brillante tecnocrate, per
quanto di formazione umanistica, e la sua unica tessera politica, presa
negli anni della guerra, fu quella del Partito d’Azione, come ricordava,
con gli occhi umidi di pianto, il Manifesto, quotidiano comunista, a
prova ulteriore della contiguità con finanza e poteri riservati forti
degli ex difensori dei lavoratori e degli sfruttati. Il Partito
d’Azione, spazzato via dal miserrimo consenso elettorale racimolato, fu
una congrega di illustri personaggi, quasi tutti in odore di massoneria,
che, dal pulpito di un antifascismo esagitato, lavoravano per un’Italia
che uscisse dalla sue tradizioni e dalla sua storia, per diventare una
provincia dell’impero del liberalismo progressista. Tra loro, i peggiori
maestri della cultura italiana, da Norberto Bobbio ad Alessandro
Galante Garrone, e politici che si riciclarono poi negli altri partiti
dell’arco costituzionale, come Ugo La Malfa, uomo del sistema bancario e
degli inglesi, o Riccardo Lombardi ed Ernesto De Martino, socialisti
filocomunisti.
Chiusa la parentesi giovanile, Ciampi
entrò in Banca d’Italia, facendovi una rapida carriera. Il suo ruolo
divenne centrale nella vita nazionale soprattutto dal 1981, quando, in
accordo con un altro tecnocrate già prestato alla politica, Beniamino
Andreatta, fu ispiratore e protagonista del primo, drammatico, atto di
svendita della sovranità popolare e nazionale, il cosiddetto divorzio
tra il Tesoro, quindi il Governo nazionale eletto dal popolo e la Banca
centrale, Bankitalia appunto. Realizzata con un vero e proprio colpo di
Stato del tutto irrituale- una semplice lettera indirizzata da Andreatta
ai vertici di Via Nazionale ( Ciampi….), l’operazione consisteva nel
permettere alla banca centrale di non acquistare più obbligatoriamente i
titoli di Stato eventualmente invenduti alle aste periodiche,
calmierandone quindi i tassi.
La sfilata dei criminali, da sinistra verso destra, Fabrizio Saccomanni, Carlo Azeglio
Ciampi e Mario Draghi attuale governatore dell'usuraia BCE.
Lasciato alla mercé del mercato
finanziario, da allora aumentò in maniera vertiginosa la spesa per
interessi passivi, ed iniziò la corsa drammatica ed infinita del debito
pubblico italiano, sino a quella data tra i più contenuti d’Europa e del
mondo. Nel 1981, la spesa per interessi fu di circa 29 miliardi di
lire. Dieci anni dopo, 147 miliardi. Salvò la Patria… Nel 1992, in piena
tempesta di fine prima repubblica, dilapidò in poche settimane le
riserve di Bankitalia per 60mila miliardi di lire ( avete letto bene)
per opporsi all’attacco contro la nostra valuta alimentato da George
Soros a nome dei Rothschild. Effetto? Lira svalutata del 30 per cento e,
la svendita dell’IRI a prezzi stracciati ai soliti noti, specie quelli
legati a all’immenso sistema della famiglia dello Scudo Rosso.
Delle due l’una: o Ciampi era un fesso, e
non lo era affatto, o la sua azione era finalizzata a scopi chiaramente
antinazionali. Fu poi presente alla famosa riunione sul panfilo
Britannia che organizzò le privatizzazioni che smembrarono i gioielli
del sistema Italia, e regalarono, di fatto, le banche di interesse
nazionale alla speculazione finanziaria, e privatizzarono la stessa
Banca d’ Italia. Nel 1994, poi, Ciampi si ritrovò a palazzo Chigi, agli
ultimi rantoli della prima repubblica, ed assistette impassibile alla
stipula dei primi prestiti con le banche d’affari fondati sul famigerato
sistema dei “derivati”. Con Morgan e Stanley, il suo governo
sottoscrisse clausole capestro che, vent’anni dopo, permisero agli
strozzini di pretendere il rientro immediato del prestito, regalando
quattro miliardi di euro degli italiani, che un altro salvatore della
patria, Monti, girò a Morgan & Stanley.
Da Presidente della repubblica, lavorò
dietro le quinte per cedere ulteriori pezzi di sovranità nazionale alle
oligarchie finanziarie ed agli eurocrati loro mandatari. Adesso si
favoleggia di un suo spirito patriottico, che avrebbe favorito un
ritorno del sentimento nazionale e del la bandiera tricolore. Anche su
questo la verità è diversa: da vecchio “azionista”, Ciampi detestava
l’Italia reale, ed il suo patriottismo era quello che Jurgen Habermas
chiamava “costituzionale”, un sentimento freddo e burocratico basato
sulle presunte buone leggi dello Stato e non certo sui sentimenti e la
storia nazionale. C’è di più: dietro la nuova retorica tricolore, egli
nascose l’intenso lavoro di cessione della sovranità, la svendita di
interi settori produttivi, il favoreggiamento delle prime ondate
migratorie.
Quanto al suo ruolo di protagonista
nella costruzione del sistema monetario che ha portato all’Euro, è
talmente noto che non vale la pena spendere altre parole, se non
rammentare che “dai frutti li riconoscerete”. I frutti sono quelli che
vediamo tutti i giorni, e rendono la memoria di Carlo Azeglio Ciampi
particolarmente negativa. C’è chi ha parlato di tradimento, una
categoria difficile da applicare alla politica: noi preferiamo affermare
che il banchiere livornese mai eletto, sempre nominato, è stato un
consapevole nemico della sovranità del popolo italiano, ed un valente,
scrupoloso funzionario dei poteri forti.
Per il resto, interessante è il
cordoglio del Grande Oriente d’Italia, la maggiore organizzazione
massonica italiana, quello di un prelato di fama “progressista” come
monsignor Paglia, e, per un tocco di eccentricità, anche quello di
Roberto Benigni, giullare di regime e, sembra, confidente del Venerato –
forse venerabile – maestro. Riposi in pace, comunque. Il male fatto è
tutto sulle nostre spalle, ma almeno, da oggi, risparmieremo diverse
decine di migliaia di euro dei ricchi vitalizi che ne facevano il più
pagato pensionato d’Italia. Non è mai troppo, tuttavia, per un salvatore
della patria…
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