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martedì 11 febbraio 2014

Le rovine di una antica civilta in Italia,Atlantide?







Megaliti nella zona di Nardodipace,comune montano vicino a Serra San Bruno,in Calabria.










Nell’antichità l’Italia era abitata dai giganti? Sparsi, tra gli antichi siti archeologici italiani, vi sono ancora chilometri di muri poligonali, rovine così straordinarie, bizzarre e futuristiche che gli studiosi, gli storici e i filosofi, una volta, credevano che fossero state costruite da una razza ormai estinta di giganti chiamata “Ciclopi”. Si sa molto poco su questi costruttori preistorici e i loro strani capolavori megalitici. La tecnica di costruzione è simile a quella degli Incas / pre-Incas del Perù: enormi pietre tagliate ed incastrate, senza utilizzare alcun tipo di malta. Come in Perù, le pietre hanno resistito ai secoli e alle civiltà successive. Purtroppo, gli studiosi moderni ignorano queste rovine, mentre il resto del mondo è ignaro della loro esistenza. Vedremo perché alcuni vittoriani, credevano che tali opere vennero prodotte dai sopravvissuti di Atlantide.






Porta ciclopica in Civitavecchia di Arpino costruita con le pietre megalitiche. Arpino, Italia.




Sparse in tutto il Lazio vi sono rovine megalitiche costituite da enormi muri di pietre poligonali, ormai quasi completamente dimenticate dagli storici.
Questa antica razza di giganti – ritenuta più alta, più forte, più intelligente e in generale superiore all’uomo moderno venne riconosciuta in tutte le epoche con il nome di “Ciclopi”.



Muro ciclopico costruito in stile poligonale con pietre megalitiche. Norba, Italia.


“La muratura ciclopica è un tipo di costruzione in pietra … costruita con enormi massi…montati tra loro con una distanza minima tra le pietre adiacenti e senza l’utilizzo di malta…
Il termine deriva dalla convinzione degli antichi greci secondo cui solo i Ciclopi avessero avuto la forza necessaria a spostare quegli enormi massi… “
-Wikipedia




Molti scrittori e storici classici, tra cui Omero, Esiodo, Plutarco, Tucidide e Diodoro Siculo, postularono, nei loro scritti, l’idea che le rovine ciclopiche d’Italia (e d’Europa in generale) vennero erette da questa razza ciclopica ormai estinta.


Queste antiche rovine ciclopiche non sono in Italia, ma nella vicina Grecia (Tirinto).


“Molte ere prima della nascita della civiltà romana, la fiera terra d’Italia era abitata da popoli che lasciarono monumenti indistruttibili come uniche testimonianze della loro storia. Quelle meravigliose opere, sono sparse in alcuni quartieri e poste, spesso, ad una tale altezza da colpire il turista, dando spazio a speculazioni riguardo a che tipo di società avrebbe potuto costruire simili capolavori. “
-Louisa Caroline Tuthill, Storia dell’Architettura, (1848)





Nonostante le vaste prove, pochi studiosi moderni prendono sul serio questo mistero.
In realtà, non sarebbe una forzatura dire che nel secolo scorso in Italia (e in Europa), ci sia stata una sottile cover-up di questi siti, come se l’elite che governa il mondo non volesse che il mistero delle rovine diventasse ampiamente conosciuto.


Muro Megalitico, Alatri, Italia.



 La prima prova di questa operazione di cover-up è il fatto che la maggior parte delle persone, tra cui la maggior parte degli italiani, non sanno dell’esistenza di tali rovine. Molti italiani, i quali vivono a contatto con tali opere, non comprendono la loro importanza, né riconoscono la magia e il misticismo che le permea. Questo è strano, considerando quanto siano avanzate tali rovine presitoriche.




Muro preistorico poligonale, Pigra, Italia. I graffiti sembrano indicare una profonda ignoranza e poco rispetto per un tesoro del genere.


Un’altra stranezza è che i costruttori, descritti dagli storici antichi come giganti con poteri ed abilità speciali, secondo gli storici moderni non sarebbero mai esistiti.
Parlare con uno studioso sostenendo l’esistenza di una civiltà di giganti chiamati ciclopi, i quali costruirono opere megalitiche è un buon metodo per attirarsi le risate di tale “ricercatore”. Tuttavia, in epoca vittoriana si era molto più aperti alle varie possibilità.



La Porta Saracena, un capolavoro ciclopico. Enormi pietre venivano incastrate utilizzando la tecnica poligonale, molto prima dei Romani e degli Etruschi.


In primo luogo, gli studiosi vittoriani erano generalmente più intelligenti e più sofisticati dei moderni ricercatori. Chiunque legga libri accademici di epoca vittoriana può accorgersene abbastanza facilmente. Gli studiosi vittoriani non erano rincretiniti (dalla scuola pubblica, dalla televisione mainstream, e dai mass media). Erano mentalmente più aperti – un segno di intelligenza – e perché non avrebbero dovuto esserlo? I resti del Neanderthal (mezzo uomo/mezza scimmia) vennero scoperti proprio all’inizio dell’era vittoriana, così l’idea di “forme” diverse di umanità cominciò a diventare ampiamente accettata.
Se esistette una creatura mezza uomo/mezza scimmia, com’è possibile scartare così facilmente l’ipotesi dei giganti?
Inoltre, durante l’epoca vittoriana ossa di “giganti” e di “esseri umani giganti” vennero trovate in tutto il mondo e i vittoriani lo sapevano. Erano fatti abbastanza regolari. Il New York Times riportò centinaia di articoli su tale argomento, tra cui il ritrovamento di uno scheletro gigante in America, che superava i 2.70 di altezza. La maggior parte di queste scoperte si verificarono all’interno di tumuli piramidali.

In History of Morrow County and Ohio, 1880 leggiamo:
“Nel 1829, quando venne costruito un hotel nel Chesterville, fu utilizzato un tumulo limitrofo in modo da avere il materiale per costruire i mattoni. Scavando, venne trovato un’enorme scheletro umano, ma non sono state effettuate misurazioni. I medici locali hanno esaminato il cranio e hanno notato che proporzionalmente era più grande del nostro ed aveva più denti rispetto a noi. Lo scheletro fu portato in Mansfield, da qui in poi non si hanno più sue notizie “.


-History of Morrow County and Ohio, 1880

Le raccolte Storiche di Henry Howe Howe’s Historical Collections of Ohio, Vol II, Part 1, pubblicate nel 1907, danno un resoconto simile riguardo alle ossa di giganti ritrovate all’interno di tumuli piramidali:
“Nella cittadina di Seneca (Noble County, Ohio) fu aperto, nel 1872, uno dei numerosi tumuli indiani. Gli abitanti del luogo lo chiamano il tumulo “Bates”. Al suo interno vennero ritrovati resti di tre scheletri, le cui dimensioni indicherebbero un’altezza di almeno due metri e mezzo. Gli scheletri avevano denti doppi davanti, nella parte posteriore della bocca oltre che nella mandibola e nella mascella Al contatto con l’atmosfera gli scheletri si sono rapidamente sbriciolati. “
Howe’s Historical Collections of Ohio, Vol II, Part 1

Tumulo piramidale


Il New York Times riportò la scoperta di parecchie “ossa giganti” agli inizi del 900



Gli odierni archeologi e antropologi non hanno lo stesso interesse dei loro colleghi dei secoli 18° 19° e 20°, in parte perché non sono rimaste prove da esaminare. Sorprendentemente, tutti i reperti di questo genere sono scomparsi o, forse, sono stati appositamente trafugati:


Foto sconosciuta che ritrae uno scheletro gigante




Qualunque sia l’attenzione rivolta dagli attuali ricercatori, essi tendono a non contemplare il mistero. Ad esempio, gli studiosi chiamano in causa l’”anomalia fisica” chiamata gigantismo, per spiegare i ritrovamenti degli scheletri indiani. L’ultimo americano ad aver sofferto di questa malattia è stato Robert Wadlow (1918 – 1940) alto 272 cm.



Esseri umani giganti, come questi due sopra, dovrebbero soffrire di una “anomalia fisica” chiamata gigantismo.


I racconti possono, ovviamente, venir “ingigantiti” e dovrebbero essere analizzati da più punti di vista. Ci sono, tuttavia, queste rovine ciclopiche in Italia, le quali dimostrano un’insuperata abilità e precisione, che combinata alle leggende sui giganti presenti in innumerevoli culture, tra cui la Bibbia, potrebbero farci sospettare che, forse c’è un fondo di verità nell’intera vicenda.
“C’erano giganti sulla terra a quei tempi.”
-Genesi 6:4


Sicuramente abbiamo prove sufficienti perchè gli studiosi oggi comincino a studiare seriamente l’argomento, nel tentativo di saperne di più su questi giganti del passato. Purtroppo non lo fanno. Perché no? Sembra quasi che i governi e le università semplicemente non vogliano che queste informazioni diventino di pubblico dominio. Proprio così, questa informazione viene apparentemente soppressa … di proposito.
Discuteremo di questo fra un momento, per ora diamo uno sguardo più da vicino alle rovine ciclopiche italiane. Tutte sembrano essere state costruite dagli stessi architetti/muratori. Se guardiamo a queste rovine sparse in tutta Italia, sembra chiaro che, durante la preistoria, esisteva un gruppo di “Ciclopi” (qualunque cosa significhi questo termine) il quale costruì degli insoliti monumenti. Questa non è la mia opinione, ma è l’informazione tramandataci dagli storici antichi e dai classicisti e raccontata nuovamente da filosofi, classicisti, archeologi e storici.
Tenete a mente che le costruzioni di pietra in queste foto sono vecchie migliaia di anni. Vennero costruite non solo prima degli antichi Romani, ma prima degli Etruschi, i quali sono lontani antenati dei Romani.



SAN FELICE CIRCEO













San Felice Circeo è una cittadina in provincia di Latina (Lazio)








ASSINI



Pietre che sembrano essere state tagliate con il laser, montate perfettamente una sull’altra, formando pattern geometrici.





NORBA





















Mura costruite prima della fondazione di Roma senza usare il mortaio, semplicemente sovrapponendo blocchi di pietra, alcuni arrivano a pesare diverse tonnellate.






ALATRI
 

 


L’Acropoli di Alatri, composta dal più interno di due anelli in pietra poligonali, con cinque porte di cui due ancora in funzione, si dice sia il più grande e meglio conservato complesso ciclopico italiano.





ARPINO









PIETRABBONDANTE










SEGNI



Parte del circuito di fortificazione dell’antica Signia (Segni). La parete è costruita con blocchi poligonali di calcare. Il cancello è un “arco falso” di pietre a sbalzo, con un pesante architrave.





Una vista del podium (piattaforma) e del Capitolium nell’antica Signia (Segni).






ALBA FUCENS

















COSA (località)






“Chi non ha visto le cosiddette città ciclopiche del Lazio … quelle meraviglie dell’arte primitiva, sarà stupito, disorientato o eccitato e comincerà a speculare su chi le eresse e che tipo di società avesse bisogno di fortificazioni così imponenti meravigliose, in posti si inaccessibili; chi non ha veduto quei trofei sublimi della civiltà italiana  - il bastione e la torre rotonda di Norba – le porte di Segni e di Arpino – la cittadella di Alatri – le tante terrazze di Cora – il porticato di Praeneste, e le stesse colossali opere in muratura nelle montagne del Lazio, della Sabina e di Sannio, saranno stupiti vedendo le mura di Cosa.
―George Dennis, The Cities and Cemeteries of Etruria, London, 1848



Muratura di fortificazione in pietra calcarea dalla colonia romana di Cosa in Toscana, Italia.





GLI STUDIOSI IN SILENZIO


Uno degli scopi principali degli studiosi e delle università è quello di esplorare la storia dell’umanità. Tuttavia, quando appaiono delle rovine futuristiche come queste non lo fanno – vanno completamente nel pallone. Non hanno alcuna spiegazione per l’esistenza di queste rovine. Invece di discutere e cercare di mettere insieme i dati per capire come queste rovine si inseriscano nella loro visione della storia – e piuttosto che avere le palle di ammettere di non sapere nulla su queste straordinarie opere – semplicemente le ignorano. E’ sconcertante, ma è esattamente ciò che sta avvenendo nel mondo accademico moderno.
Il risultato? Agli studenti universitari laureati e a coloro che stanno facendo la specializzazione non è data la possibilità di immergersi nell’intricato mistero di queste rovine; i programmi di storia in televisione raramente documentano l’Italia megalitica e le rovine non fanno parte della maggior parte dei percorsi turistici. E’come se questi monumenti innovativi siano stati cancellati dall’esistenza; strappati dalle pagine della storia.
I monumenti ciclopici italiani ci impongono interessanti riflessioni: Chi ha costruito questi strani punti di riferimento? A cosa servono? Esisteva un tipo diverso di umanità nel passato?
Se vi state chiedendo, che prove ci siano a sostegno di questa idea apparentemente “ridicola” riguardo ad una razza futuristica di umanità, esistente in un lontano passato, la mia risposta è, un sacco! Forse la prova più antica e più grande è stata prodotta dal filosofo greco Platone e dalla avanzatissima razza proveniente da “Atlantide”. Parlò di come un sofisticato impero antidiluviano fiorì per eoni su un continente ora sommerso nel mezzo dell’Oceano Atlantico. Platone sosteneva che gli Atlantidei possedessero una grande saggezza spirituale-religiosa, che permetteva loro di “vedere” la propria “anima” all’interno del corpo fisico. Secondo lui, vedere l’”anima interiore” permetteva agli Atlantidei di sfruttarne i poteri.
Platone indicò che un ricordo di questi poteri è conservato nelle fantastiche capacità attribuite agli “dei” della mitologia antica, invece di essere dei veri, erano mortali dotati di percezioni, competenze e abilità amplificate, grazie alla connessione con la loro anima eterna. Nel tempo, il regno di Atlantide crebbe debole a causa delle tendenze al materialismo, tanto da perdere il contatto con l’anima:
“Per molte generazioni … obbedirono alle leggi e amarono il divino a cui erano affini … capirono che le qualità del carattere erano molto più importanti della loro prosperità momentanea. Riuscirono così a condurre vite rette, senza farsi travolgere dalle passioni …
Quando però l’elemento divino in loro si indebolì… e le loro caratteristiche umane divennero predominanti, cessarono di gestire la loro prosperità con moderazione. “
-Platone, Timeo
Platone continua spiegando che la fine di Atlantide avvenne alcune migliaia di anni fa, quando una serie di disastri naturali affondò il loro continente. Una manciata di superstiti sfuggì alla devastazione, per stabilirsi poi in diverse parti del mondo.
Qualcosa di strano accade a questo punto nel tempo, (l’inizio della storia come la conosciamo). Ogni civiltà della Terra descrive la presenza di giganti.





RESTI DI GIGANTI DA ATLANTIDE



Non c’è alcun dubbio. La mitologia mondiale parla di un’antica razza di giganti, con forza, statura e longevità sovraumane.


Davide e Golia, una storia biblica, in cui si parla di Golia, un gigante





  • La tradizione indiana li descrive come Danava e Daitya
  • I Ceylon parlano di Rakshasa
  • L’egitto di colossali eroi
  • La Caldea di Izdubars
  • Gli ebrei di Emim (a Moab) e Anakiti
  • Mosè parla di Davide e Golia
  • Esiodo raccontò dei Giganti
  • Ulisse di Omero incontra un gigantesco ciclope con un occhio sulla fronte
  • Gli antichi “Titani” possedevano una grande statura
  • Nelle leggende tedesche, islandesi e norvegesi i giganti erano i jotnar, che includono Ægir, Mimir e Skaði
  • Le leggende basche si riferiscono a giganti chiamati jentilak e mairuak
  • San Cristoforo era un gigante, così come lo furono, nella tradizione britannica, Gog e Magog.
  • Rübezahl è un gigante della foresta boema nel folclore tedesco
  • Statue giganti famose sono state trovate sull’isola di Pasqua nel Pacifico


Secondo i ricercatori del 19 ° secolo, come la mistica russa HP Blavatsky, questi miti dei giganti non sono miti, ma cronache di un’antica razza di giganti, ovvero i sopravvissuti di Atlantide scampati al Diluvio Universale.
Potrebbe questo spiegare la natura futuristica e avanzata non solo delle rovine ciclopiche d’Italia, ma di tutti i monumenti megalitici preistorici?


Nessuno sa chi ha costruito Stonehenge o perchè.



Una leggenda molto antica e persistente dice che un gigante aiutò Merlino a costruire Stonehenge.

“Un gigante aiutò Merlino a costruire Stonehenge. Da un manoscritto di Roman de Brut [1100] da Wace nella British Library (Egerton 3028). Questa è la più antica rappresentazione conosciuta di Stonehenge “.
-Wikipedia


Per la Blavatsky, gli Atlantidei, i nostri antenati, erano molto più alti dell’attuale essere umano, tuttavia cominciarono a perdere la loro statura, dopo il Diluvio.
Avvenne una seconda e più interessante mutazione, secondo la Blavatsky. Questa seconda mutazione impedì alla razza atlantidea di “vedere” lucidamente l’”anima interna.” Questo impedì ai moderni uomini e donne di vedere la propria divinità interiore. La Blavatsky riteneva che gli Atlantidei possedessero questa misteriosa capacità a causa dell’esistenza di un enigmatico, organo luminoso il quale divenne noto come “l’occhio ciclopico” o “Terzo Occhio”.
Una strana e bella appendice, l’occhio ciclopico o terzo occhio era situato sulla fronte sopra e tra i due occhi.






Un ciclope con un Terzo Occhio, Villa Romana, Sicilia


“Un Ciclope … nella mitologia greca e poi in quella romana, era un membro di una razza primordiale di giganti, ognuno con un solo occhio in mezzo alla fronte. Il nome significa “occhio cerchiato” … Esiodo descrive un gruppo di ciclopi e il poeta Omero ne descrisse un altro, anche se altri resoconti vennero stilati da Euripide, Teocrito e Virgilio. “
-Wikipedia


Gli occhi percepiscono la realtà esterna, invece l’occhio interno scruta le cose spirituali, come l’anima. Quando gli Atlantidei involsero nell’uomo moderno, il terzo occhio si atrofizzò e alla fine venne intrappolato nella carne. La Blavatsky scrisse:



“… Il “terzo occhio “, una volta era un organo fisiologico, e … più tardi, a causa della progressiva scomparsa della spiritualità e l’aumento della materialità divenne un organo atrofizzato”.
-H.P. Blavatsky, La Dottrina Segreta


Anche se atrofizzato, la Blavatsky insistette sul fatto che noi umani moderni, come i nostri antenati atlantidei, abbiamo ancora accesso a questo organo dimenticato; alcuni scienziati del 19° e del l’inizio del 20° secolo identificarono questo organo con la ghiandola pineale. E’ situata lungo la linea centrale geometrica del cranio, nel dizionario collegiale del Webster viene data la seguente definizione di ghiandola pineale:



“Un piccolo USU. Un’appendice conica del cervello presente in tutti i vertebrati che in alcuni rettili ha la struttura essenziale di un occhio, un organo endocrino che si ritiene la sede dell’anima … “
Webster’s Ninth New Collegiate Dictionary


Testa di marmo di Polifemo, primo o secondo secolo dC, Museum of Fine Arts di Boston.



Frammento di una antica statua ciclopica trovato in Sicilia, origine sconosciuta.


Il cancelliere tedesco Adolf Hitler credeva nell’occhio ciclopico o Terzo Occhio. Lo afferma Hermann Rauschning, ex nazionalsocialista presidente del Senato di Danzica. In Hitler Speaks (Londra, 1939), Rauschning scrisse:



“Avere “intuizioni magiche”era l’obiettivo del progresso umano secondo Hitler … C’era l’occhio del Ciclope, o occhio mediano, l’organo di percezione dell’Infinito, ormai ridotto ad una rudimentale ghiandola pineale. Speculazioni di questo genere affascinarono Hitler”.
-Hermann Rauschning, Hitler Speaks (1939)


In “Conversazioni segrete di Hitler”, una trascrizione di dialoghi e discussioni confidenziali che ebbero luogo presso il suo quartier generale a partire dal luglio 1941 fino al novembre 1944, Hitler espresse la sue credenze a riguardo di una avanzata civiltà preistorica:


“In tutte le tradizioni umane … si trova menzione di un enorme disastro cosmico … A mio avviso la cosa è spiegabile solo con l’ipotesi di una catastrofe che distrusse completamente un popolo avanzato. I frammenti della nostra preistoria sono forse soltanto riproduzioni di oggetti appartenenti ad un passato più lontano, ed è per mezzo di questi, senza dubbio, che la strada verso la civiltà verrà scoperta di nuovo… “
-Adolf Hitler, conversazioni segrete di Hitler


La rappresentazione di un singolo occhio, l’occhio ciclopico, è infatti, una immagine archetipica che risale a molte migliaia di anni fa e appare nei miti, nelle sculture, nelle incisioni e nei dipinti delle culture antiche di tutto il mondo.
I lettori che hanno familiarità con le religioni orientali ricorderanno che l’occhio ciclopico o terzo occhio ebbe grande diffusione in India, Cina e Sud-Est asiatico, dove dominano le tradizioni religiose dell’Induismo, del Buddismo e del Taoismo. Più che un’idea “religiosa”, il terzo occhio è una consuetudine “spirituale” arcaica che trascende le religioni. Il Terzo Occhio è conosciuto in tutto il sub-continente indiano come “urna” o “Trinetra,” ed è spesso evidenziato da un punto al centro della fronte, sopra e tra gli occhi. Anche se i mistici e gli adepti parlano spesso dei suoi misteriosi poteri occulti ad un livello più semplice denota l’intuizione spirituale:


Questa divinità indù ci mostra che, chiudendo i nostri due occhi, e aprendo il terzo occhio - simboleggiato dal puntino sulla fronte, possiamo vedere il nostro Sé spirituale o anima.


L’idea del Terzo Occhio, comunque, è abbastanza sconosciuta in Occidente. Nonostante viviamo nella “era dell’informazione” della globalizzazione, questa idea deve ancora far breccia nelle nostre menti: viene ancora visto come qualcosa di strano. Come è possibile tutto ciò, se discendiamo dagli stessi antenati? Potrebbe esserci in atto uno sforzo cosciente per nasconderlo?







IL TERZO OCCHIO CICLOPICO DEI MASSONI



L’immagine di un occhio solo è comune nelle “società segrete” occidentali. L’occhio che tutto vede è uno degli emblemi supremi e più sacri alla Massoneria. E’ posto nella tracing board massonica, un dispositivo educativo presente in tutte le logge. La “Tracing Board” è una delle ultime vestigia di autentica sapienza massonica. A differenza dei moderni rituali che contengono falsi segreti (e che portano la prova di essere stati manomessi), la Tracing Board è rimasta intatta e immutata, il suo vero significato e scopo sono sconosciuti.


La tracing board massonica con il terzo occhio




Tracin Board Massonica con il terzo occhio





Sono presenti “Tre” corpi celesti: il Sole, la Luna, e l’occhio mediano. Il sole e la luna coronano le due colonne parallele, che formano la base di un invisibile, triangolo equilatero, all’apice del quale l’occhio irradia fasci di luce verso il basso.
Che cosa significa questo disegno enigmatico? Nessuno lo sa per certo. In realtà, non si sa molto, anche delle sue parti costitutive; cosa sta a significare l’occhio? Perché esso è raffigurato tra il sole e la luna?
L’Occhio trascende le altre immagini grazie alle sue dimensioni, la posizione e la brillante luminosità, ma adombra anche il sole, ed è di fatto l’unica fonte di luce nel disegno. Per queste ragioni, alcuni massoni chiamalo chiamano “occhio che tutto vede”, tuttavia conoscono poco il suo vero significato. Altri semplificano eccessivamente chiamandolo l’”Occhio di Dio”, in entrambi i casi, queste descrizioni moderne ci forniscono poche risposte valide.
Diversi autori e ricercatori hanno esposto la tesi che l’occhio che tutto vede indica il terzo occhio presente in ogni uomo e donna. Nel suo libro del 1918, Le meraviglie del corpo umano, il Dr. George Washington Carey ci dice:



“… L’occhio che tutto vede … Questo è l’occhio della massoneria, il terzo occhio. Mentre so per certo che alcuni massoni non capiscano i loro stessi simbolismi, resta il fatto che lo usano … “
-Dr. George Washington Carey, Le meraviglie del corpo umano, 1918


E’ possibile che l’occhio che tutto vede massonico, equivalga all’”occhio ciclopico” o “Terzo Occhio”, ancora presente in ciascuno di noi, in attesa di essere stimolato? La massoneria viene spesso chiamata “Scienza dell’Anima”, è possibile, quindi, che tale Ordine sia il depositario di quelle istruzioni che permettono di risvegliare l’occhio ciclopico o terzo occhio nascosto dentro le nostre fronti, dotando un iniziato di poteri che derivano dalla sua stessa natura? (Purtroppo ora come ora non è più così)
Come spiegato dalla Blavatsky, l’antica razza di giganti morì, non prima, però, di trasmettere le sue conoscenze sull’anima e sul Terzo Occhio ai loro discendenti:


“Si suppone che i Ciclopi abbiano costruito le opere ciclopiche la cui erezione richiedeva parecchi reggimenti di Giganti …
Si chiamano “Costruttori”, e l’Occultismo li definisce iniziatori … in quanto posero la prima pietra della vera massoneria. “
-H.P. Blavatsky, La Dottrina Segreta
Leggiamo il resoconto di Charles Boileau Elliott:
“In tutti i resti esistenti dell’architettura ciclopica … c’è un singolare somiglianza. Secondo le informazioni in mio possesso i ciclopi erano una sorta di massoni impiegati per la costruzione di fari, cittadelle, & c, i quali tramandavano l’arte misteriosa, di generazione in generazione.”
-Charles Boileau Elliott, Viaggi nei tre grandi imperi di Austria, Russia e Turchia, Volume 2 (1838)


I monumenti ciclopici d’Italia e d’Europa, sono in qualche modo legati ad Atlantide, al Terzo Occhio, e alla Massoneria autentica?
È questo il motivo per cui i governi del mondo e le università stanno cercando di sopprimere queste magnifiche e misteriose rovine?




CONCLUSIONE

 Se abbiniamo la descrizione fatta da Platone riguardo Atlantide ai monumenti – più antichi del mondo, come Stonehenge e le piramidi, per citarne alcuni, potremo iniziare a chiederci se ciò che ci è stato insegnato sulla storia (vale a dire, che l’uomo proviene dalla scimmia e che è passato dall’abitare nelle caverne a viaggiare nello spazio) è falsa.

In altre parole, invece di esserci evoluti dalle scimmie, è possibile che davvero discendiamo dagli dei? In ognuno di noi c’è un elemento divino, che vive solo temporaneamente nel mondo materiale? Esisteva un “forma” superiore di umanità sulla Terra, che lo aveva capito meglio di noi? Una umanità più avanzata, allo stesso modo in cui noi siamo più avanzati del Neanderthal?
I governi e le società corporative ci stanno rincretinendo per farci diventare schiavi delle loro società ideali? Non riusciamo a renderci conto che ognuno di noi, al suo interno, alla potenza di 1 miliardo di soli? Cosa potevano insegnarci i nostri antenati sulla condizione umana? Che saggezza possedevano? Sapevano che erano una razza morente? Ci hanno lasciano questi monumenti come una sorta di “messaggio” che dobbiamo decifrare?


Le mura ciclopiche in Italia minacciano la visione evolutiva della storia mainstream.  
Questi monumenti megalitici in Italia indicano che una civiltà 
fortemente avanzata esisteva nel passato antico della penisola italiana (e della penisola greca),
una civiltà che era forse anni luce avanti agli Etruschi e ai Romani e di gran lunga più geniale della nostra.


tratto da: www.neovitruvian.it

3 commenti:

  1. interessante, gli italiani come allo stesso modo gli altri popoli sono troppo presi dal calcio dalla politica e dalla sopravvivenza per farsi anche domande banali sul cielo a scacchi che hanno da anni sopra la testa e non vogliono vedere, nei miei viaggi ho visto megaliti in tutti i paesi che si affacciano al mediterraneo, Malta soprattutto, ma anche le città ipogee della Turchia sono notevoli. Credo che la scomparsa di determinate razze non sia poi così indietro negli anni ma addirittura in epoca storica. Circa 30 anni orsono miei amici antropologi hobbysti asserivano di aver scovato cimiteri di probabili neanderthal in Madagascar e in zone limitrofe, la cosa sconvolgente è che queste sepolture erano "recentissime" cioè risalenti al massimo a due o tre secoli indietro. Altro fatto sconcertante era che avevano raccolto testimonianze concordanti dagli autoctoni della presenza fino al tardo 800 di villaggi abitati interamente da quella razza e come essi fossero sterminati da spedizioni di "bianchi" che ne trafugavano le ossa dopo averle scarnificate, nell'800 il mercato di "scheletri neanderthal" era molto fiorente specialmente nel mercato anglo sassone, le popolazioni prese di mira avevano caratteristiche antropometriche assolutamente in linea con quelle tipiche dei neanderthal classificati e pare che fino ad allora vuoi per l'isolamento e la grandezza del Madagascar non erano entrati in contatto con altri homo sapiens attuali tranne gli altri autoctoni dell'isola, le testimonianze raccolte da questi amici asserivano come i diversi popoli vivessero tutto sommato in pace fianco a fianco ma anche come non si fossero etnicamente fusi a causa della incompatibilità genetica che non permetteva di generare incroci, queste tribù di pseudo neanterthal erano numericamente molto esigue tanto che in pochi decenni la loro presenza divenne solo ricordo storico che sanciva la loro scomparsa cagionata da massacri ad opera dei bianchi, questo tipo di fatti è assolutamente plausibile dato che la storia degli aborigeni australiani è molto simile.

    La cosa che però mi intriga di più è alla luce di come è stata presentata qui la storia del terzo occhio dei ciclopi come Ulisse sia riuscito ad accecarne uno nelle sue avventure e liberare i suoi compagni,mi chiedo che significato profondo possa avere il fatto che Ulisse abbia "chiuso" il terzo occhio a un ciclope, come sempre la lettura dei classici fuori dai parametri canonici della cultura ufficiale si fà tanto interessante quanto difficoltosa.

    jj

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    1. vedi anche il mito bibblico di davide e golia,anche quello si esprime per simbolismi,e davide naturalmente sta per la discendenza davidica,da cui si dice dovrebbe provenire l'anticristo.

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  2. Beh, sono nato ad Orbetello, nei pressi di Cosa.
    Lo stesso Orbetello è poggiante su mura ciclopiche( andateci e vedrete).
    La storia che mi hanno insegnato era quella che gli etruschi ne erano i costruttori, ma io, essendo propenso per la scienza(sono ricercatore) sono sempre rimasto perplesso da questa affermazione, perché i massi ciclopici sono stati adagiati sull'acqua della laguna dando la possibilità di formare un terrapieno dove tutt'ora si adagia la cittadina.
    Come hanno fatto gli Etruschi a trasportare quei tonnellaggi? Me lo sono sempre chiesto ed essendo un razionale non posso credere che gli Etruschi fossero in grado di una tecnologia così avanzata.

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