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venerdì 7 febbraio 2014

il lavoro è il nuovo schiavismo





La classe operaia va in paradiso di Elio Petri (1971)
«E’ un mestiere che può fare anche una scimmia»: così Lulù(Gian Maria Volontè) , descrive le sue mansioni alla catena di montaggio. Petri voleva descrivere l’alienazione e ci riesce con grande efficacia proprio nella prima mezz’ora del film, quando ci trasporta dalla casa al posto di lavoro, con Lulù Massa consapevole e vivente esempio di operaio alienato.
E’ pubblico il corpo dell’operaio, mentre, mentre pensa a voce alta e si affaccenda a realizzare la produzione, che gli varrà qualche quattrino in più (utile per contribuire al mantenimento, nel caso di Massa, di una doppia famiglia: la ex moglie e il figlio infatti vivono con un compagno di fabbrica). E’ una merce che il “padrone” si è comprato; niente di più niente di meno che i macchinari, con i quali è così assimilato.







Lavoro, dal latino Tri Palium, tre pali, strumento di tortura.


prefazione:

Il lavoro che un tempo era dedicato al momento dell'occorenza,cioè quando serviva,nelle società odierne è divenuto la forma stessa delle società,l'uomo non è più un uomo,ma un operaio,un imbianchino,un architetto,un dottore,un dipendente,un avvocato ecc.;Il lavoro che fa nella vita,è divenuto l'uomo stesso,esso è divenuto la merce o il servizio stesso che produce;
Il tempo che doveva essere relegato alla pratica dell'esercizio,quindi il fare,è divenuto il culto dell'odierno uomo,esso vive per il lavoro,gioisce al lavoro,soffre al lavoro,si umilia al lavoro,scherza la lavoro,a volte dorme al lavoro,sempre più spesso muore sul lavoro,la maggior parte della sua vita la passa al lavoro;

Non esiste nessun lavoro,se non in una forma di tortura perpetrata contro l'umanità,qualsiasi cosa,ripetuta per 8 ore al giorno,per 50 anni,diviene una tortura,questo affinche la mente dell'uomo sia inibita da ogni pensiero,da ogni gioia,da ogni creatività,da ogni speranza e felicità,esso deve stare a testa china senza mai alzare lo sguardo verso il cielo,sempre sottomesso e ricattato da un lavoro schiavitù e  dalla disoccupazione e il suo riflesso la povertà,usati come arma di ricatto.Questo uomo odierno non deve vedere il cielo,che dai grigi muri degli uffici o dagli assordanti rumori dei macchinari delle fabbriche,non deve scorgere più,non deve più sentire il cinghettio degli uccelli,la brezza del mare,il canto soave del vento che sfiora gli alberi e li fa danzare;

Esiste solo  il fare,non il lavoro,si progetta,si fa e poi ci si riposa,poi si rifa quando serve di nuovo;
Il mondo attuale vive in una follia collettiva,masse di persone devono stare 8-10 ore(saranno sempre di più,lo vuole la competizione con gli altri schiavi cinesi),al giorno per produrre merci o servizi all'infinito,per sempre meno soldi e con sempre più tasse,e dall'altra parte ci devono essere altri lavoratori che producono altre merci all'infinito,che a sua volta acquistino le merci prodotte dagli altri schiavi,
se questo non avviene tutti e due perdono il lavoro,e quindi sono lasciati a morire di fame.

Questo uomo privato di ogni verità e di ogni  dignita,cerca di soppiantare la coscienza che grida dentro di lui,per giustificare la reale e crudele condizione in cui viene tenuto,esso è stato convinto che lavora per se stesso,che è giusto lavorare in quanto l'uomo deve sopravvivere,non riesce a capire o non vuole capirlo,che  è parte di un inganno in cui l'uomo stesso non ne uscira più se non con la ribbelione totale contro questo sistema,gli operai devono protestare per il diritto divino alla libertà e alla felicità,non per ritornare in una fabbrica o in un ufficio,a fare lavori allienanti ripetitivi  e inutili.

La libertà non può essere concessa o negata,la libertà è un diritto divino,appartiene ai suoi figli,a chi la merita,e va presa anche con la forza se necessario;

Il concetto di sopravvivenza che  è stato inculcato è un altra falsità,Darwin è le sue idiozie non dovrebbero neanche più esistere,sono solo inganni al fine di privare l'umanità del metro di giudizio del reale e del vero,relegando in una relatività distruttiva le masse,sempre più manipolate da chi detiene il petere,da chi gestisce il denaro.

Gli animali vivono non sopravvivono,è ora che ve ne accorgiate,essi non hanno bisogno di lavorare 8-10 ore al giorno,cacciano o mangiano quando serve,poi si riposano.
Gli animali collaborano non esiste individualità in natura,ne tantomeno la stupida e inutile competizione,esiste il fare e l'azione,e tutti collaborano tra di loro,le api,le formiche o i leoni nella caccia sono uno dei tanti esempi;
L'uomo essendo un essere più evoluto,doveva strutturare una società in cui tutti collaborano tra di loro,magari con 4 ore al giorno ad esempio o alla settimana ecc.,mettendo a disposizione di tutta la comunità il proprio sapere (non lavoro),avendo poi il tempo libero per godersi i figli,la vita,di provare la gioia di vivere,e tutti i mebri della comunità accedono a tutti i servizi e i beni necessari a vivere una vita dignitosa;
Tutti collaborano,tutti accedono a tutto,semplice e preciso.

Nessuna disoccupazione(creata e sostenuta appositamente per tenere nella paura le masse),nessuna burocrazia,nessuna tassa,niente soldi,nessuna criminalita,magari per i lavori più pesanti verranno impiegati dei robot, gia questo è censentito dalla tecnologia odierna,come prospettato decenni fa,da molti circoli di filosofia e arte,come i futuristi;

Una società utopistica per alcuni,ma per il mio pensiero,una base di inizio come società incentrata sull'uomo,non sulle merci o sull'egoismo,una società prospera in cui tutti gli individui sono responsabili dell'altro e di se stessi,in cui la passione e la solidarietà sono il concetto portante della comunità in cui vive,non il profitto a discapito di altri,o lo sfruttamento dell'uomo e del territorio per l'ingordigia di pochi; 
Questi pochi e vili esseri,che hanno creato il sistema attuale,e che grazie alla loro ricchezza realizzata sullo sfruttamento dell'umanità intera,viene sostenuta e difesa dai loro luridi servi,che sia nei governi sia nei media,e nelle istituzioni e ambiti decisionali,agiscono come propaganda e emanazione di leggi contro l'uomo e contro la vita stessa,a favore di queste bestie senza anima.
E' ora di protestare per la libertà e il diritto alla vita,non per ritornare in una
 prigione-fabbrica,questo i poteri elitari globalisti lo sanno bene,e sanno che quando si verifichera questo,sarà la fine per loro e i suoi servi.

white wolf





finche protesteranno per ritornare al lavoro,saranno sempre schiavi,ricattati e umiliati,non vi è nessuna dignita nel lavoro,il lavoro espresso nella forma attuale,è solo una tortura,la vera protesta deve essere per la libertà e il diritto a vivere la vita.





Stralci da un’intervista di Claudia Benatti a Philippe Godard, saggista francesce, autore di «Contro il lavoro» (Elèuthera), pubblicata dall’ultimo numero del mensile Terra nuova.

 
Il lavoro impedisce l’invenzione e la sperimentazione di rapporti più ricchi e articolati, ci priva della gioa del saper fare tante attività diverse, e di farle non perché dobbiamo, ma perché ci sembra giusto e necessario (…). La maggior parte degli uomini non si è dedicata spontaneamente al lavoro inteso come produzione di beni destinati a mercati anonimi e sconosciuti, destinati cioè ad alimentare l’economia monetaria. È stato con l’avvento degli Stati moderni e del capitalismo che gli esseri umani sono stati trasformati nella meteria prima destinata a una macchina che trasforma il lavoro in denaro.




L’esaltazione del lavoro presenta, per chi detiene il potere, l’enorme vantaggio ideologico di riunire sotto lo stesso vessillo sfruttatori e sfruttati. Si finisce così per considerare il lavoro come un valore; ma se così è, allora significa che questa società considera anche il processo di produzione-consumo un valore fondamentale, prospettiva di per sé agghiacciante. Peraltro è un giochino che permette di schiacchiare le libertà, che si riducono solo a quelle necessarie al valore del lavoro: poter produrre e consumare liberamente. Il lavoro, dunque, è divenuto un modello di società all’intern della quale non ci resta che il consumo.


Il sindacalismo per i diritti del lavoratori? Non libera dal lavoro, vuole semplicemente sostituire il lavoro per i padroni con un lavoro collettivo per la comunità in senso astratto. Tutti quanti, nessuno eslcuso, negano invece la possibilità di una cooperazione spontanea, umana e pacifica; il sistema capitalista si adora per renderla sempre meno realizzabile (…).


Capitalisti, comunisti, persino anrchici, ci hanno sempre raccontato che la tecnica, a seconda della direzione che le sarebbe stata  data, avrebbe potuto essere messa al servizio dell’emancipazione anziché dell’oppressione. Illusi sono anche i moderni ecologisti soft, che sperano e credono che la tecnoogia, sinonimo di miracolosa efficacia, di massima produttività e minimo consumo, possa salvarci dal mondo abbrutito, abbrutente e inquinato. Eppure la storia ci ha insegnato che i balzi tecnologici sono sempre accompagnati da un aumento dellla pressione sugli essere umani, una maggiore limitazione delle loro livertà, un’accentuazione del dominio e della repressione contro chiunque contesti questi meccanismi. (…) Ormai bisogna andare oltre anche ladecrescita, occorre una critica radicale a tutto ciò che ci rende servi.


Quelli che noi consideriamo «selvaggi», dedicano mediamente alla produzione di cibo non più di tre i quattro, massimo cinque ore al giorno; produzione peraltro interrotta da frequenti pause. Il resto è per le relazioni, per se stessi e per la comunità. E non vivono nella miseria, come vorrebbero farci credere, sono invece nella società dell’abbondanza. È la nostra società contemporanea ad aver creato carestie e povertà su larga scala. Ed è la nostra società ad avere talmente interiorizzato il lavoro da non poterlo più mettere in discussione, se non rimettendo in discussione il senso stesso della vita. Ebbene, è ora di farlo.



Per liberarsi occorre smettere di produrre. La nostra unica scelta è tra il lavoro e la liberazione. Di fronte a un input tanto drastico, molti si spaventano. Invece no, non ci si deve spaventare. (…) Possiamo inventarci un’esistenza diversa, dalla quale bandire il lavoro. Il non-agire è tutto il contrario del non-intervento. Non è un ritirarsi dal mondo, bensì una critica verso qualsiasi azione contro l’ambiente. Non è un modo di fare la rivoluzione, ma di viverla.



 fonte: Comune-Info

2 commenti:

  1. 800 anni fà circa imperversava, fra l'estremo nord est dell'italia (friuli e alto adige) e il mar della cina, fino a sporadiche incursioni nelle isole giapponesi, gengis khan e il suo esercito che seminando terrore e distruzione concretizzava il suo odio per quella che già allora consideravano una civiltà antica e corrotta basata sulla mancanza di libertà e sul lavoro organizzato attraverso la schiavitù palese o nascosta, al loro passaggio non restava pietra su pietra e tutto tornava alla natura originaria. All'uomo basta veramente poco per vivere, tanto è vero che i migliori, i più evoluti spiritualmente riescono a vivere nella più assoluta semplicità pur magari possedendo considerevoli ricchezze o essendone sprovvisti non danno che poca importanza alla presenza o assenza di queste. Questo per il semplicissimo fatto che chi ha fatto il salto di conoscenza ha compreso che l'importante non è avere ma essere e lotta incessantemente per essere e non si affanna nell'avere perchè spesso l'avere è spesso conseguenza dell'essere, considerando l'avere esclusivo viatico per migliorare l'essere quindi non come fine ma come mezzo. La storia ufficiale tende a cancellare sempre le tracce di società o esperienze umane in linea con questi principi, esperienze come quelle degli esseni che pochi sanno come non fossero limitati a sporadiche presenze medioorientali ma quanto invece fossero diffuse in quell'epoca in varie parti d'europa. La massa non è ancora e forse non sarà mai così evoluta tanto da capire tutto questo e resterà sempre becera avida cattiva, in quest'epoca e nella maggior parte delle epoche i migliori sono sempre stati combattuti e annientati, le forze oscure hanno sempre buon gioco a tenere schiave le masse raccontando loro di essere liberi o di essere leoni anzichè le pecore che sono, perchè le masse si illudono, mentono a se stesse, non hanno ne la forza ne la conoscenza per mettersi in discussione e in gioco, non hanno ne la volontà ne la capacità di autoosservarsi, di guardarsi dentro in modo sincero e spietato, in sostanza NON VOGLIONO evolversi, vogliono restare aggrappate alla loro miseria materiale e morale e tutte le volte che possono trascinare in questo fango i migliori. Questa è la ragione per cui esistono molte fratellanze, come quella dei lupi bianchi, fratellanze che in ogni momento cercano di portare avanti quella volontà divina che ha iniziato e continua a portare avanti la creazione e di conseguenza l'eliminazione della schiavitù del lavoro o della sua voluta mancanza. Cambiare paradigma e iniziare a cambiare le regole imposte che sono il cappio che strangola il nostro libero arbitrio la nostra bellezza la nostra unicità e lo scoprire lo scopo della nostra presenza qui e adesso è dovere inderogabile individuale di chi ha intrapreso quella strada di liberazione che trascinerà con sè un numero sempre crescente di persone che passerà dalla schiera della massa alla schiera dei migliori.

    jj

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    1. chi spera di cambiare le masse ignoranti è un illuso,questo perchè la salvezza è un fatto personale,si può solo indicare la via non forzare,altrimenti sarebbe tirannia allo stesso modo di chi opprime i popoli per schiavizzarli.
      In secondo molti non sono degni della salvezza,e ne tantomeno potranno mai accedervi,sono come i padroni,solo non hanno potere,e aspirano allo stesso potere corrotto e materiale,questi idioti credono di poterci guadagnare qualcosa;Per dirla in breve sono esseri senza anima,come chi li governa,finita la vita materiale si estinguono per sempre,sentono questo intimamente e cercano di godere di questa illusione il più possibile,ma non funziona cosi,essi sono una illusione della stessa matrix,fanno parte dell'allestiemento del gioco,qualsiasi impulso è dato solo dall'egoismo e dalla incoscenza dell'uniformità al sistema attuale,essi sono inutili e non ci servono,anche perchè sarebbero un danno più che un aiuto.
      Infine vorrei dire di non scoraggiarsi vedendo lo squallore che si vede in giro,molte persone provano un senso di frustrazione (giustamente) vedendo l'uomo medio,schiavo e fiero di esserlo,ma non cadete nella rassegnazione,essi sono parte del gioco,sono ologrammi a vari livelli,non esistono in pratica, una ribbelione delle masse non arrivera mai,perchè sono intrinsechi all'illusione stessa,siamo invece noi il vero motore di questo ritorno del regno della luce,siamo noi che stiamo creando la nuova energia che spazzera via l'oscurità;
      E' sempre una minoranza che crea il cambiamento mai la massa,questo avviene quando la volontà e il pensiero potente di questa minoranza crea una potente eggregore,che poi sfocia nella creazione di una nuova realtà,questo sta gia avvenendo,e vi è da considerare che ci sono altre energie positive in campo che stanno rafforzando giorno dopo giorno;Quando noi avremo portato questa energia a livelli ancor più alti,sarà difficile contrastarla e dovranno cedere,in quel momento gli stessi che sfruttano l'umanità non avranno scampo,perchè se opporranno un contrasto saranno travolti; Le masse poi semplicemente si adatteranno,altrimenti chi non riuscira ad allienarsi sarà travolto,essi non contano niente ora,non conteranno niente dopo,semplicemente si adattano,solo che se a governare sono persone sagge e buone,vivono meglio tutti,e le società prosperano,altriementi si va verso l'autodistruzione,come sta avvenendo.
      Siamo davanti a una selezione spirituale,l'unica vera selezione che esiste,e ognuno raccogliera quello che ha seminato.

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