di:Enrico Marino
Nel giro di neppure un mese siamo
passati dal governatore della Toscana, il becero Enrico Rossi, che dava
dei “fascio-leghisti” a chi voleva imporre dei controlli più stringenti
sui cinesi di rientro in Italia, al decreto che ha trasformato il nostro
Paese nel più grande lazzaretto europeo.
Si è arrivati così all’8 settembre del
governo Conte-Badoglio, che ha riproposto il famoso “tutti a casa” ormai
costituzionalmente innervato, quando le cose si mettono male, nella
tradizione democratica di una certa genia di rinnegati nazionali.
Solo che, questa volta, avrebbe dovuto
essere non l’esortazione a squagliarsela senza onore, ma un imperativo a
osservare una quarantena serrata e soprattutto tempestiva.
Invece, si è arrivati a questa decisione
con l’acqua alla gola, sotto la spinta degli eventi e di una situazione
fuori controllo che diventava di ora in ora sempre più ingestibile.