"Gli
storiografi dei secoli scorsi hanno considerato la teoria dei cicli cosmici
come una superstizione occultista e l'hanno disprezzata.
La loro ignoranza dei
cicli è la conseguenza naturale del fatto che è impossibile verificare un
fenomeno quando esso non è riproducibile più di una volta, dal momento che la
durata di tale fenomeno riguarda un periodo troppo lungo di apparizione, in
sproporzione quindi con la vita dell'osservatore, se non di tutta quella della
sua razza"[1].
Dopo aver
ricordato che, fino ad un'epoca abbastanza recente, la scienza ufficiale
respingeva con disprezzo la teoria dei cicli, Luc Benoist si soffermò
largamente sui lavori dello storiografo inglese Toynbee, il quale, senza
riferirsi alla Tradizione, ha rinvenuto l'esistenza dei cicli sociali; da
lì iniziò a germinare un certo interesse per la dottrina dei cicli, e a volte
perfino un certa passione. La disgrazia, però, è che troppa gente si è messa a
scrivere sul tema senza aver preso la precauzione di studiarlo seriamente, e da
ciò è derivata una gran confusione che è ora di dissipare con un'esposizione
succinta, ma chiara e precisa, della vera dottrina tradizionale dei cicli
cosmici, nella maniera in cui la sto esponendo da più di 25 anni nelle mie
differenti opere, scritte sotto la direzione dello stesso René Guénon.