I misteri ermetici
Per secoli gli uomini avevano fissato lo sguardo in alto, come egli lo fissava sugli uccelli in volo. La fila di alberi alti sopra di lui gli ricordava vagamente un tempio antico e il bastone da passeggio su cui si appoggiava stanco, la bacchetta ricurva di un augure. Un senso di timore dell’ignoto si mosse nel profondo della sua stanchezza, un timore di simboli e di prodigi; dell’uomo falco di cui portava il nome, che si librò in volo dalla prigionia con ali di vimini; di Thot, il dio degli scrittori, che scriveva con una cannuccia su una tavoletta e portava sulla stretta testa di ibis una luna cuspidata. Sorrise pensando all’immagine del dio, poiché gli ricordava un giudice nasuto in parrucca, intento a mettere le virgole su un documento tenuto a distanza, e sapeva che non avrebbe ricordato il nome del dio se esso non fosse stato simile a un’imprecazione irlandese.