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martedì 18 giugno 2019
I “valori” dell’Occidente non sono i nostri valori
Messina 11 Giugno 2019, il filosofo russo Alexander Dugin, autore fra altri importanti testi, de: “La quarta teoria politica”, doveva tenere una conferenza nella sala Cannizzaro del rettorato dell’università, il tutto organizzato da mesi, e con il patrocinio del Comune, ad un giorno dall’evento, (come accaduto a Roma per la presentazione del libro “la mia Avanguardia” del nostro direttore Adriano Tilgher), la sala viene negata per volere del Rettore Salvatore Cuzzocrea.
Probabilmente il solerte funzionario non aveva la ben che minima idea di chi fosse Alexander Dugin, è bastato un “invito” della Fiap, (federazione italiana delle associazioni partigiane) per scatenare la polemica ed il dietrofront. Repubblica dà ampio spazio alle rimostranze dei soliti amici, titolando un articolo “Messina, filosofo filonazista all’università. Scoppia la polemica (..)”. Nella nota della Fiap leggiamo: “È il caso di ricordare che si tratta di un personaggio inquietante che teorizza il cosiddetto neo-eurasiatismo, vale a dire la costruzione di un blocco politico e strategico imperniato sulla Russia in aperta antitesi ai valori dell’Occidente democratico e liberale (..)
Nemico dichiarato di Israele, si nasconde dietro quell’antisionismo che, per molti elementi dell’estrema destra, serve spesso a celare un sostanziale antisemitismo. Si richiama apertamente al filosofo razzista e fascista italiano Julius Evola e in Russia ha costituito gruppi politici denominati “nazionalbolscevichi”, il cui contrassegno era la bandiera del Terzo Reich con al centro lo stemma sovietico in versione nera, al posto della svastica”.
Le associazioni Città Plurale, Vento dello Stretto e Morgana che hanno organizzato l’incontro ribadiscono che nonostante la revoca dell’uso dei locali dell’università l’appuntamento con Dugin si terrà presso la sulla sala convegni dell’hotel Royal. La ricerca affannosa del sistema liberale tramite i suoi seguaci di epurare ogni forma di totalitarismo diviene essa stessa totalitarismo, Gustave le Bon considerato il fondatore della psicologia delle masse scrisse: “Il vero manipolatore comincia col sedurre, e colui che è sedotto, (..) non ha più che un’opinione, quella del seduttore, e una volontà, la sua”.
Capire le società di massa, adattarsi ad esse controllandone i meccanismi, sfruttarne le tecniche e gli strumenti attraverso mezzi di propaganda, canali d’informazione, di istruzione, strutture associative e giovanili fu considerato tipico di regimi totalitari, una pratica utilizzata è la creazione di una nuova lingua, basata sull’impoverimento e il rinnovamento di quella esistente.
La propaganda 2.0 di oggi non si applica con i cinegiornali, si è commistionata con il marketing, strategie di vendita, e tecniche di persuasione, si inducono giornalmente tramite le strategie di mercato nuovi bisogni e nuove infelicità. L’intero sistema in cui viviamo si regge su questo meccanismo, Massimo Fini, descrive questa tragica situazione con un metafora molto efficace: “Siamo come i cani al cinodromo che inseguono una lepre di pezza che si trova a poca distanza dai loro musi e che (..) non potranno mai raggiungere”.
Nei giorni in cui si dà del “nazista” ad uno dei massimi esponenti della filosofia russa contemporanea, a Milano dalle prime ore della notte, centinaia di giovani e meno giovani si mettono in fila davanti ad un negozio dell’Adidas per acquistare l’ultimo modello di scarpe a prezzo scontato. A Roma una folla di centinaia di ragazzine aspetta dall’alba di fronte a un altro negozio l’arrivo di Chiara Ferragni attesa, per presentare una sua nuova linea di cosmetici.
Ecco quali sono i loro valori, una gioventù totalmente rincoglionita e debusciata, schiava senza saperlo pronta a subire ogni tipo di soppruso da parte dei detentori delle democrazie, la tirannia degli usurai e dei criminali.
Questi fenomeni paiono sconnessi fra loro, mentre in realtà fanno parte della medesima strategia, la creazione di una società di consumatori lobotomizzati, sempre pronti a rincorrere dietro al nuovo coniglio di pezza.
L’aggregazione culturale, crea sinergie, invito i nostri lettori a non restare fruitori passivi dell’informazione, partecipate ad eventi, presentazioni di libri, convegni, conferenze, riappropriatevi del vostro tempo, del vostro “sentire” capite quali sono i bisogni reali, e quali indotti dai seduttori, si può fare a meno dei cosmetici, indossare scarpe magari fatte da un artigiano locale, ma non fate come il Rettore Cuzzocrea, evitate di fare a meno di pensare.
La Spina nel Fianco
Fonte: Il Pensiero Forte
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