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venerdì 5 settembre 2014

L'elite vuole distruggere la figura femminile,per disruggere la nostra civiltà











PREFAZIONE:

Come abbiamo già spiegato in precedenza,l'attacco che l'elite globalista sta portando avanti contro la nostra società e l'umanità stessa,riguarda non solo le future generazioni,ma la stessa sopravivenza dell'umanità come specie.
Per distruggere completamente una civiltà non basta solo attacarla,come sta avvenendo da secoli in modo subdolo e sotteraneo,ma se si vuole compiere una vera opera di sterminio è necessario colpire la figura portante che garantisce la continuità di una razza o di una specie,e questa è la donna.
Nelle antiche civiltà,al contrario di quanto si cerca di inculcare, la donna aveva un  grande ruolo,sopratutto se pensiamo che molte società erano matriarcali,e tutti sapevano che il femminino sacro,è l'asse portante di ogni cultura,ma sopratutto era colei che garantiva la continuità di una specie.
L'opera di degenerazione delle nostre donne,tramite diffusioni di messaggi distorti e fuorvianti dei media di regime,e della cultura pornografico-mercantile che si è generata,è volta a distruggere la donna nel suo principio divino,distruggere le nostre donne equivale a un attacco diretto alla nostra razza,alla nostra specie.
Quando vedrete questa massiva propaganda del nemico,contro le nostre donne,che ha totalizzato ogni strato della nostra debole società,state vedendo in atto la distruzione della nostra specie.

white wolf








La mia generazione come quella di qualsiasi persona nata dopo gli anni 80 non è stata cresciuta dai genitori, ma dai media. I nostri genitori, hanno subito un lavaggio del cervello dal  movimento liberal-femminista-ateo-estetico, sacrificandoci sull’altare della correttezza politica. Venne detto loro di non essere ‘oppressivi’ o ‘invadenti’ come successe ai loro genitori, concedendoci le nostre libertà e lasciandoci autonomia nella scelta del nostro personale cammino.

giovedì 4 settembre 2014

GEOPOLITICA:crisi economica,guerre,epidemie-intervista ad Enrico Galoppini










Abbiamo voluto porre alcune domande al prof. Enrico Galoppini, storico e ricercatore, esperto delle tematiche del mondo islamico e redattore della rivista Eurasia.

mercoledì 3 settembre 2014

RITI SCIAMANICI: La cerimonia del peyote tra i Nativi Americani












Fin dall’alba della civiltà la religione ha sempre ricoperto un ruolo molto importante nella vita dell’uomo.
Ha viaggiato di pari passo con la comparsa sul nostro pianeta delle prime creature appartenenti al genere umano, e si è moltiplicata nei suoi numerosi culti, servendo da scudo contro le forze del male. 

La religione ha fornito agli antichi guerrieri armi efficaci quanto incredibili per combattere le altre tribù, esercitando un influsso sinistro sul nemico. Nel 1870 la religione apparve tra gli indiani delle pianure in una forma fino ad allora sconosciuta chiamata “Peyotismo”, anche se già nel 1560 gli spagnoli giunti da poco in Messico scoprirono che i nativi si nutrivano di una “radice diabolica”.
Il peyote era al centro di un culto che si diffuse anche tra gli indiani del Sud e del Sudovest. I missionari si opposero al suo utilizzo e stigmatizzarono questo rito come diabolico e blasfemo, a causa delle allucinazioni provocate dalla droga che generavano le visioni, portando l’individuo in un regno spirituale al di là del mondo reale, in un paradiso insolito e surreale che nulla aveva a che fare con l’esistenza materiale.
 

Sembra che sotto l’effetto di questa droga i nativi riuscissero a stabilire un rapporto intimo e profondo con le forze spirituali.

Ragnarök il mito del "crepuscolo degli dei"











La fine dei tempi nella mitologia nordica



Il tema del crepuscolo degli dei, o Ragnarok, è chiaramente assimilabile al Kali-yuga, l'età oscura di cui parlano i testi sacri dell'antica India; inoltre non è molto lontano dal mito greco dell'età del ferro. Il concetto di crepuscolo degli dei indica in realtà il tramonto del divino e della trascendenza rispetto all'orizzonte umano. 

La metafora della luce del nord descrive una fonte spirituale ancor più vicina alla Tradizione primordiale e alle origini iperboree della civiltà. 

martedì 2 settembre 2014

IL MAGO NERO JOHN DEE, EDWARD KELLY E LA MAGIA ENOCHIANA









L'inglese John Dee visse durante il regno di Elisabetta I (1527-1608) e di lei fu confidente e consigliere personale. Fu tra i principali protagonisti del Rinascimento inglese. Ma non fu solo questo.

 


In effetti, Dee (o meglio il dottor Dee) incarnava lo spirito del vero uomo del rinascimentale dalla personalità poliedrica: astronomo, matematico, geografo, cartografo e scrittore; in una parola fu tra i principali protagonisti del Rinascimento inglese. In questa veste esercitò grande influenza, non solo sulla corte, ma su tutta la cultura britannica a lui contemporanea. È molto noto l'influsso che esercitò su diverse opere di W. Shakespeare e, in genere sui "romances" (si pensi al personaggio di Prospero). Si può dire che egli amò circondarsi di una straordinaria aria di mistero che assolutamente e coscientemente incrementò circondandosi di strani personaggi con i quali condivise altrettanto strani e misteriosi interessi: divenne così negromante evocatore di demoni e di defunti.




Unisex la creazione dell’uomo “senza identità”






Scopo del presente libro è quello di avvertire il lettore del pericolo che incombe su tutti coloro che sono sottoposti alla propaganda, palese ed occulta, della cosiddetta “ideologia di genere”.

Tale ideologia, di cui ci siamo già occupati sul fascicolo 2/2014 di questa stessa rivista dedicato a “La seconda Guerra fredda”, sotto il manto rassicurante del “rispetto” e della “libertà” mira a La creazione dell’uomo “senza identità”, come recita il sottotitolo di Unisex, di Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta (Arianna Edizioni, Bologna 2014).
I lettori di una rivista di geopolitica, e a maggior ragione gli addetti ai lavori, non devono sottovalutare il peso del fattore ideologico nella competizione tra grandi potenze. Se infatti è chiaro a chiunque il ruolo svolto dalle ideologie otto-novecentesche come strumento per rinforzare il consenso interno e cooptare simpatie presso società nemiche da indebolire e sovvertire, forse non è altrettanto evidente come l’ideologia “gender” si situi in un consolidato e nutrito filone, pur tuttavia con delle sue peculiarità in linea con lo “spirito dei tempi”.







 

lunedì 1 settembre 2014

Capi e liberti,di Julius Evola













Quando gli indegni divennero i governanti del mondo,
il mondo stesso divenne un luogo indegno.

white wolf





Capi - esseri che spicchino non per violenza, non per oro, non per abilità di sfruttatori di schiavi, ma invece per irreducibili qualità di vita - non ve ne sono. 
[...]
La razza dei Signori se non è già scomparsa, vi tende, e tutto procede in un crescendo di livellamento precipitato verso la vita più materiale. Le cosiddette "classi superiori" o "dirigenti" di oggi non sono tali che per ironia: i grandi capi dell'organizzazione finanziaria mondiale così come i tecnici, gli industriali, i funzionari, ecc. non rappresentano nulla più che quei liberti, che i signori di un tempo delegavano alla razionale utilizzazione dei servi. Uno stesso giogo li accomuna alla immensa, sorda turba automatizzata degli operai, degli impiegati, e al di sopra di essa non hanno respiro: schiavi e liberti direttori di schiavi - e, al di sopra, nessuno - questa è la terribile verità dei "civilizzati"!

         Da Imperialismo Pagano di Julius Evola - 1928




 
Il libro Imperialismo Pagano di Julius Evola