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lunedì 20 maggio 2019

La verità sul debito italiano



di: Ilaria Bifarini

Ma quando si è creato il fardello del debito pubblico italiano? Tutto parte nel 1981, in cui accade un evento epocale, che fa da spartiacque nella storia della sovranità economica italiana: il famoso divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro. 

Con un atto quasi univoco, cioè una semplice missiva all’allora governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi, Andreatta mette fine alla possibilità del governo di finanziare monetariamente il proprio disavanzo. 
Rimuovendo l’obbligo allora vigente da parte di Palazzo Koch di acquistare i titoli di Stato emessi sul mercato primario, la Banca d’Italia dismette il ruolo di prestatrice di ultima istanza. 

martedì 2 ottobre 2018

Sparta e la weltanschauung dorica


di: Carlo Giuliano Manfredi

Il mito di Sparta si prospettava a fronte della crisi dell’universo ellenico, e ateniese nella fattispecie. Il governo dei migliori contro quello dei mestieranti della politica; un reciproco controllo delle funzioni che era garanzia di equilibrio, contro la cronica instabilità delle democrazie; la sovranità della legge, contro la passionalità dei collegi giudicanti. Sparta rappresentava la nostalgia della sobrietà: tanto nello strenuo controllo dei consumi, mentre le smanie futili e gravose del fasto devastavano altrove quella misura che si era un tempo identificata con il gusto ellenico, quanto nell’economia della parola. 

giovedì 19 gennaio 2017

La schiavitù del debito pubblico, ecco come gli usurai internazionali ricattano i popoli


"Bisogna capire che tutta la moda letteraria e tutto il sistema giornalistico controllato dall'usurocrazia mondiale è indirizzato a mantenere l'ignoranza pubblica del sistema usurocratico e dei suoi meccanismi." 

(Ezra Pound, 1933)


"E' un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perché se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina."

(Henry Ford)





“Di tutti i modi per organizzare l’attività bancaria, il peggiore è quello che abbiamo oggi” 


(Sir Mervyn King, ex governatore Banca d’Inghilterra)




Da sempre strumento di supporto dell’economia capitalistica, con l’avvento del neoliberismo la finanza si è tramutata da servitore a padrone dell’economia mondiale, fagocitandola e riproducendosi a ritmi vertiginosi.

di: Ilaria Bifarini 


Una delle trasformazioni più inumane del sistema capitalistico industriale, fondato originariamente sull’industria manifatturiera e più in generale di produzione, è quella in capitalismo finanziario, in cui il potere è concentrato in pochi grandi istituti di credito. Le banche hanno cessato il loro ruolo di supporto e di credito allo sviluppo, preferendo investire in prodotti finanziari dai quali viene generato altro capitale, in un sistema autoreferenziale in cui i profitti nascono dalla speculazione, senza passare attraverso il lavoro e la produzione.

In modo graduale, ma anche repentino, il sistema capitalistico ha spostato l’asse dall’economia reale a quella finanziaria e, ancora peggio, alla speculazione che ne deriva, tanto da essere stato ribattezzato “finanzcapitalismo” o “capitalismo ultrafinanziario”.


giovedì 16 luglio 2015

A chi giova quanto sta accadendo in Gracia? alla elite finanziaria ebraica




Di: Federico Roberti


Posto che:
 

– il FMI, in un rapporto fatto filtrare all’indomani dell’accordo raggiunto da Tsipras sul debito greco, torna a ribadire che esso è insostenibile e che con le nuove misure previste dalla Troika raggiungerà il 200% del PIL entro due anni