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giovedì 3 marzo 2016

La zombificazione della società



"Il vero orrore non è quello dei 'morti viventi' partorito dalla macabra fantasia di certi autori, ma quello dei viventi morti che popolano il mondo reale."   

G. Soriano - Malomondo  

Nel Diciannovesimo secolo, mentre la corrente romantica tentava di arginare i processi culturali innescati dall'Illuminismo, i detentori di ogni verità in termini di arte e conoscenza bollarono il romanzo gotico come una specie di innocua favoletta a tinte fosche. Successivamente molti esperti indagarono sul senso più profondo di quelle opere, eppure malgrado il linguaggio forbito e la prolissità del discorso, le loro analisi si dimostrarono quasi sempre miopi o politicamente reticenti.

Un esempio di questa tendenza all'interpretazione restrittiva dei soggetti fantastici è riscontrabile nell'approccio con cui la cosiddetta 'critica' si è sempre rapportata al personaggio del vampiro. Il dibattito ha prodotto innumerevoli studi sulla plausibilità scientifica del vampirismo e sulla eventuale esistenza storica di personaggi come il conte Dracula, tuttavia a ben pochi esperti è venuto in mente di accostare la figura del vampiro ad alcune categorie sociali realmente esistenti, ad esempio gli usurai.
In presenza di provocazioni troppo esplicite - come nel caso di Frankenstein, o il Prometeo Moderno, novella con cui nel 1818 Mary Shelley criticò aspramente il fanatismo illuministico - la cultura dominante provvide ad applicare all'opera un progressivo smussamento degli angoli. Con il succedersi delle edizioni il titolo originale fu trasformato in un lapidario: Frankenstein, mentre la trama fu via via ritoccata fino a trasformare la fallimentare ossessione apoteotica del protagonista in genialità, e l'orrore manifestato dai plebei riuniti sotto la magione, in ignoranza.

Identico trattamento fu riservato ai riferimenti al satanismo disseminati tra le righe di molti altri classici della narrativa 'fantastica', non ultima quella di Howard Philips Lovecraft.


"Sin da quando gli zombi approdarono per la prima volta sul grande schermo, i loro peggiori nemici non sono stati i cacciatori di zombi, ma i critici cinematografici."
Max Brooks - Manuale per Sopravvivere agli Zombi

La tendenza non è mai cessata, con i detentori di ogni verità che dall'alto delle loro cattedre verso metà del secolo scorso sottostimarono alcuni popolari filoni della cinematografia horror e di fantascienza. Eppure, alla luce delle trasformazioni che nei successivi 50 anni avrebbero stravolto la società occidentale, è evidente che molte di quelle opere fossero qualcosa di più che dozzinali filmetti da drive in. Mettiamoci nei panni di un cineasta di mezzo secolo fa; col senno di poi sembra comprensibile come i generi più congeniali ad una rappresentazione simbolica della società che stava nascendo, fossero proprio l'horror e la fantascienza.

In questo post ci occuperemo di due pietre miliari della fiction di serie B degli anni '50 e '60, e osserveremo come quelle opere esprimessero lo sconcerto dei rispettivi autori nei confronti di una umanità che ad ogni livello iniziava a denotare i primi gravi sintomi di alienazione









Il Mica Tanto Nuovo Ordine Mondiale.

"Non c’è cammino troppo lungo per chi cammina lentamente, senza sforzarsi; non c’è meta troppo elevata per chi vi si prepara con la pazienza."
Jean de La Bruyère
Prima di addentrarci nel discorso, tuttavia, occorre contestualizzarlo. Diciamo quindi che la realtà schizofrenica che ci circonda non è scaturita da cause estemporanee ed imprevedibili, ma da una lunga campagna manipolativa pianificata dal Potere con l'intento di rimodellare la società umana.

Se è vero che l'ossessione per l'ordine ed il controllo sia uno dei mali connaturati all'esercizio del potere, allora è facile immaginare come i principali sforzi profusi dal Potere Assoluto - dal giorno stesso in cui divenne tale, rovesciando l'ancient regime nazionalistico monarchico papale - si concentrarono sulla costruzione di un sistema di dominio che riuscisse laddove tutti i precedenti sistemi di dominio avevano fallito, garantirgli cioè la massima stabilità e continuità nel tempo. L'obiettivo sarebbe stato perseguito segretamente, sottotraccia, perlomeno fino al giorno in cui la società umana non fosse stata adeguatamente indotta a percepire in termini di 'normalità' il proprio stato di asservimento, e ad accettare come 'un bene' l'istituzione di una tirannia globale.

Tale profonda riconfigurazione sociale sarebbe stata perseguita attraverso inedite strategie socio-politiche rese possibili dalla modernità; strategie assai differenti dagli strumenti dittatoriali tradizionali; strategie scientifiche, polivalenti, capaci per la prima volta nella storia di garantire al Potere un grande ambito di manovra, senza la vulnerabilità derivante dall'esposizione.

Il principale strumento appannaggio del nuovo regime sarebbe stato quindi l'invisibilità, cioè l'esercizio della tirannia per via indiretta, da dietro uno schermo fatto di utopismi politici quali la democrazia ed il socialismo. Il secondo strumento sarebbe stata la cultura di massa, cioè l'indottrinamento camuffato da sapienza, diluito all'interno di materie di studio accademiche e venduto agli individui sotto forma di sviluppo socio-intellettuale. Il terzo strumento sarebbe stata la psicologia applicata alla comunicazione di massa, mediante cui inculcare modelli, fomentare divisioni, diffondere ideologie, e soprattutto persuadere le popolazioni che ogni passo d'avvicinamento verso il 'governo mondiale' scaturisse da eventi occasionali e processi democratici. Il quarto ed ultimo strumento sarebbe stato il debito, cioè la normalizzazione dell'usura da elevarsi a sistema di controllo politico, con l'avallo delle istituzioni e della giurisprudenza, la cosiddetta 'Giustizia.'


Attraverso queste strategie - abbinate ad una agenda geopolitica finalizzata all'accentramento politico e al soffocamento di ogni identità, cultura e sovranità locale - si intraprese la più lunga ed articolata campagna imperiale mai realizzata: l'instaurazione di una tirannia mondiale, che fosse anche 'approvata' dalle genti dominate.

Ricapitolando, il Potere Assoluto divenne tale verso la fine del 18° Secolo, poco dopo che si furono consumate le rivoluzioni settecentesche e poco prima che sulla banconota americana da un dollaro fosse stampata la dicitura Annuit Coeptis





Da quel periodo e per i successivi duecento anni la società occidentale fu regolarmente bersagliata da una raffica di mini-rivoluzioni culturali orchestrate dall'alto, legittimate dal neonato ateismo scientista, e finalizzate alla creazione di profonde fratture tra il presente ed il passato, tra l'uomo e la natura, tra la mente e l'anima. In tal mondo furono occluse le uniche fonti sapienziali incorruttibili da cui l'uomo comune aveva sempre potuto attingere: i dettami della coscienza, la contemplazione dell'ordine naturale delle cose, e l'esperienza maturata dagli antenati, trasmessa sotto forma di tradizioni.

Menomata dei propri punti di riferimento, la società cadde in balia dei fabbricanti di menzogne. Con il supporto ingenuo o connivente degli idealisti, degli intellettuali e delle cosiddette 'minoranze sociali' sistematicamente fomentate e sfruttate come strumenti di divisione e livellamento, questa gigantesca operazione di ingegneria sociale si protrasse per oltre due secoli. L'estrema lentezza è imputabile - oltre che all'iniziale carenza di risorse tecnologiche - ad una strategia politica, detta della 'gradualità': tanto più lentamente si concretizza un processo di sovvertimento socioculturale, tanto più indolore sarà l'adattamento ad esso.

Chiunque riesamini con occhio attento la storia moderna, potrà riconoscere oltre l'apparente caoticità di fondo le tracce dell'operazione che lentamente procedeva, fino al suo primo indiscutibile successo politico, conseguito sotto gli occhi del mondo nell'anno 2001. 


Con il Patrioct Act, - in un clima di diffusa approvazione - fu decretata negli Stati Uniti la limitazione delle libertà individuali sotto forma di tributo da pagare alla sicurezza collettiva. Il Patrioct Act inaugurò la fase conclusiva del progetto denominato Nuovo Ordine Mondiale; quella in cui il condizionamento mentale induce i dominati a percepire come 'legali' gli abusi sistematici subiti da parte dei dominatori, ed il Potere Assoluto - dopo secoli di clandestinità - non ha più ragioni per restare nell'ombra.

 

L'Attualità.

"Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse, ed amare quelle che opprimono."
Malcom X


"La nostra natura umana si è lasciata sopraffare dalle istituzioni esistenti, crediamo di essere ricchi e invece siamo precipitati nell'abisso dell'aridità e della miseria, privandoci di ogni aspirazione e valore umano. Questi artifici ci mantengono in uno stato di banalità elevata, impedendoci di vedere la degradazione con la quale abbiamo schiacciato il mistero di Dio che è in noi, e se continueremo a vegetare nella vigliaccheria, nella cecità e nel mutismo, sarà la fine. Si sono impadroniti della Terra e ci manovreranno indisturbati finché non li scopriremo. Quando ci avranno annientati useranno la melma della nostra materia per concimare i loro giardini."

Essi Vivono - G. Carpenter (1988)






Oggi è sufficiente guardarsi intorno, per verificare se questa agenda secolare abbia avuto successo. E' triste doverne prendere atto, ma sembra che il burattinaio sia riuscito a tramutare Pinocchio in un somaro, e che lo abbia fatto come da copione, cioè sfruttando la sua ingenuità e la sua superficialità. L'intero apparato culturale moderno è stato edificato, mattone su mattone, in funzione del livellamento verso il basso, l'animalità, la zombificazione. Perché solo una società estremamente involuta può percepire sotto forma di 'progresso' gli strumenti con i quali viene dominata, e come 'mali necessari' le ingiustizie che si accompagnano ai deliri di onnipotenza di una tirannia.

L'attuale arbitraria proliferazione di divieti, sanzioni, controlli, obblighi, limitazioni, imposizioni, vessazioni, certifica questo stato di cose. E' stato reciso ogni nesso logico tra le cause e gli effetti. Si avallano spregevoli confische sotto forma di misure di risanamento economico. Si tassa di tutto e di più. Istituzioni illegittime liquidano i patrimoni di nazioni che non sono titolate a rappresentare. Si accolgono migliaia di migranti in un sistema economico al collasso. Si abusa del fermo di polizia e della perquisizione per assuefare alla sottomissione. Si abusa della giurisprudenza. Si legifera in materia di famiglia in totale spregio del diritto naturale e del sentimento popolare. Si sanzionano parole ed opinioni perché sono stati dolosamente oscurati i principi democratici della libertà di pensiero ed espressione. La tirannia del 'politicamente corretto', con la sua rabbiosa irruenza da inquisizione laica, lungi dal migliorare la società ha puntato i riflettori sulle 'piaghe culturali' che sostiene di voler combattere, e così facendo le ha diffuse ed amplificate; oggi la società è molto più cattiva, violenta, egoistica di quanto fosse prima delle crociate progressiste, e a differenza del passato l'asocialità si manifesta fin dalla prima infanzia, ed in entrambe i sessi.

Le fattispecie sono troppo numerose per elencarle tutte; il succo del discorso è che ogni giorno che passa c'è un frammento di sovranità individuale, sociale o nazionale che viene eroso e cessa di esistere, sotto gli occhi conniventi dei finti garanti di questo e quello, e con l'avallo imbambolato dell'opinione pubblica. Il virus dell'alienazione ha infettato ogni cellula della società; l'infezione è così estesa da essere diventata inavvertibile; i più convinti individualisti sono diventati inconsapevoli portatori sani di mentalità collettivistica; pensatori sedicenti indipendenti hanno lasciato che il loro immaginario fosse colonizzato da ingombranti luoghi comuni che strizzano l'occhio, e spesso entrambi gli occhi, ai costrutti tendenziosi del pensiero unico progressista. Attraverso eloquenti messaggi meta-comunicativi si sta intonando il de profundis della libertà individuale; la fu opinione pubblica viene quotidianamente invitata a prendere atto che i tempi sono molto, molto cambiati.


 



 Alcune scene del film THEY LIVE (essi vivono) di John Carpenter




Il Virus dell'Alienazione.

"Ho una tale sfiducia nel futuro che faccio i miei progetti per il passato."
Ennio Flaiano

"E' stata la nascita dei mass media a rendere possibile l'uso di tecniche di propaganda su scala sociale. L'orchestrazione di stampa, radio e televisione per creare una influenza continua, duratura, rende invisibile l'influenza della propaganda proprio perché è orchestrata nell'ambito di una realtà fittizia. I mass media costituiscono il legame essenziale tra l'individuo e le esigenze della società tecnologica."
Jacques Ellul


"Voi fate tutto quello che la TV vi dice: vi vestite come in TV, mangiate come in TV, tirate su bambini come in TV, persino pensate come in TV. Questa è pazzia di massa! Siete tutti matti! In nome di Dio, siete voialtri la realtà: noi siamo le illusioni!
Quinto Potere, Sidney Lumet, 1976
Per oltre un secolo il virus dell'alienazione fu propagato attraverso la carta stampata, soprattutto all'interno di strutture accademiche e circoli elitari. Poi accadde qualcosa di decisivo; nelle prime decadi del secolo scorso il panorama dei mezzi di comunicazione di massa fu ampliato dalla radiofonia, e poi dalla cinematografia e dalla televisione, potenti armi persuasive tramite cui il virus poté essere veicolato industrialmente e distribuito in qualsiasi ambito sociale.

Fu proprio in questo clima di rivoluzione mediatica, mentre sullo sfondo del boom economico i televisori invadevano i salotti di ogni famiglia 'benestante', ed i primi significativi sintomi di conformismo sintetico iniziavano a manifestarsi tra le pieghe della nuova società, che molti personaggi autorevoli di diversa vocazione e provenienza iniziarono a dirsi preoccupati per il contesto che andava delineandosi. La gente stava diventando monocromatica. 






Dopo il battesimo 'formativo' della scuola dell'obbligo e dell'angusto settorialismo accademico, la comunicazione di massa proseguiva l'opera di alienazione; intere nazioni venivano indotte a leggere le stesse riviste, guardare gli stessi film e programmi televisivi, assistere agli stessi spot pubblicitari e notiziari ripetuti all'infinito. Tutto ciò stava conducendo ad uno strano fenomeno antropologico culturale: gli individui avevano iniziato a pensare all'unisono, ricorrendo allo stesso vocabolario per esprimere i medesimi, banali concetti; l'antico sistema di valori di matrice religiosa (limitante, ma per molti versi socialmente necessario) era stato soppiantato da nuove sovrastrutture spersonalizzanti estremamente invasive quali la moda (stili di vita e di pensiero collettivi ispirati dai media) ed il dualismo ideologico (stili di vita e di pensiero collettivi adottati pedissequamente in ossequio ad una appartenenza politica). Fu presto chiaro che dalla diffusione dei mezzi di comunicazione di massa stesse scaturendo una nuova umanità molto più omogenea rispetto al passato. Orson Welles, George Orwell, Aldous Huxley, Pier Paolo Pasolini, Charlie Chaplin, Malcom X, John e Robert Kennedy, Joseph McCarty, J. Edgar Hoover, e molti altri si dissero convinti che in tutto ciò vi fosse qualcosa di sbagliato. Alcuni di essi scrissero articoli sul tema. Altri pronunciarono memorabili discorsi pubblici. Altri ancora realizzarono opere letterarie o cinematografiche.

Tra quelli che avevano iniziato a sentire puzza di bruciato c'era George A. Romero, giovane cineasta newyorkese appassionato di fantascienza. Avendo vissuto gli anni idilliaci del dopoguerra americano, Romero fu testimone del cataclisma culturale che a cavallo degli anni '50 e '60 distrusse il modello sociale tradizionale con la brutalità di un ordigno fatto esplodere in un ospedale. Le torte di mele furono spazzate via dal cinismo irridente delle rivoluzioni culturali giovanili, femministe e sessuali.  


La neo-lingua menomò i concetti di 'cambiamento' e 'rivoluzione' di qualsiasi accezione anche vagamente negativa, fino a quando non coincisero con quelli di 'panacea' e 'libertà.' Iniziò ad affermarsi la xenofilia politica e spirituale, con intere generazioni indotte a disprezzare il lascito culturale dei propri antenati per abbracciare ideologie e credo religiosi estrapolati da culture lontane e in larga parte ignote.

In quegli anni la società occidentale subì una mutazione degna di un lupo mannaro; mutò più in fretta che ai tempi dell'industrializzazione e più radicalmente che dopo gli eventi terroristici dell'11 Settembre. La mutazione fu così netta ed estemporanea che chi ne fu immune dovette percepirla sotto forma di follia collettiva. Da dove era spuntata quella massa oceanica di individui convinti di saperla molto lunga, i quali - tra le altre cose - disprezzavano profondamente il sistema di valori in cui erano cresciuti, deridevano qualsiasi tipo di ritegno ed inibizione, detestavano l'amore romantico, consideravano l'aborto uno strumento di libertà ed i legami famigliari una maledizione, discutevano dello 'imperativo edipico' di uccidere i propri genitori e stravedevano per Freud, Mao e l'Induismo?

Con il senno di poi si può presumere che quella generazione fosse il prototipo della nuova umanità controllata mentalmente; pronta a reagire all'unisono ad ogni istruzione trasmessa dai burattinai, nel caso specifico attraverso la finta ribellione dettata dai media e dalla cosiddetta 'controcultura.' Ma soprattutto, pronta a lasciarsi guidare dai nuovi pastori con la docilità di un agnello al mattatoio; a smarrirsi nei surrogati di vita del consumismo, del voyeurismo mediatico e degli stati alterati di coscienza mentre i signori del denaro muovevano le loro pedine nel mondo reale. Fiction, controcultura, musica, sesso, droga. Negli anni '60 la prepotenza dei nuovi mezzi persuasivi si manifestò in tutta la sua efficacia. Il progetto del Nuovo Ordine Mondiale stava per coronarsi, e l'angoscia di chi poteva avvertire l'aria pesante del cambiamento andò a tradursi pochi anni dopo in vari film ambientati all'interno di disperate società post-moderne, ad esempio Zardoz (1974, J. Borman), La Fuga di Logan (1976, M. Andreson), Rollerball (1975, N. Jewison).

Quella nuova umanità ispirò in George Andrew Romero l'idea per un soggetto cinematografico tanto raccapricciante quanto appropriato. Combinando lo scenario apocalittico del romanzo Io Sono Leggenda scritto da Richard Matheson nel 1954, alle leggende della mitologia haitiana, Romero immaginò un mondo al collasso in cui masse sconfinate di cadaveri in putrefazione vagavano alla ricerca dei pochi superstiti ancora vivi, con l'obiettivo di sbranarli. Con il film La Notte dei Morti Viventi Romero diede i natali ad una delle icone più rappresentative del cinema horror contemporaneo, e ad un filone che nel giro di 50 anni - anche per i motivi qui illustrati - sarebbe stato rivisitato da centinaia di autori, fino a guadagnare lo status di genere a se stante.



 



  George Andrew Romero



Lo Zombi tra Finzione e Realtà.

"Lo zombi resta in quella zona nebulosa che separa la vita dalla morte. Si muove, mangia, capisce e perfino parla, ma non ha ricordi e non ha coscienza del proprio stato. Lo zombi è un animale da soma che il padrone sfrutta senza pietà."
Alfred Métraux - Il Vodu Haitiano

"Siamo nati in un mondo dove ci aspetta l'alienazione."
Ronald Laing
Come ancora oggi conferma lo stesso Romero, l'idea degli zombi scaturì dal senso di accerchiamento, di non appartenenza che quella nuova umanità suscitava in chiunque fosse immune al morbo dell'alienazione. La massa si era lasciata sospingere verso uno stile di vita autolesionistico senza opporre alcuna resistenza. In ogni dove emergeva questa sorta di perpetua conformità; le folle infelici stipate nei centri commerciali, nelle catene di montaggio, nel traffico urbano, di fronte agli sportelli della inevitabile burocrazia, avevano un che di anti-umano. Una nuova forma di fanatismo si era abbinata all'idolatria religiosa, con milioni di persone pronte ad adorare nuove divinità mediatiche che dagli altari del cinema, della televisione, della musica, predicavano il nuovo verbo a milioni di fans malleabili come creta. Mentre il babbo e la mamma si lasciavano irretire dalle logiche del consumo e del debito, le menti dei figli venivano prese in consegna dai cattivi maestri dello star system.

Per chi - come Romero - era in grado di vedere, non fu un bel vedere. C'era qualcosa di involuto negli individui che componevano quelle nuove masse umane. Il diffuso silenzio rapito di fronte allo sfarfallio delle immagini dei cinema e dei televisori era il segno di una resa epocale; la sovranità intellettuale stava crollando sotto le bombe invisibili del pensiero industrializzato; il moralismo da branco della correttezza politica e le sindromi ossessive da social media erano dietro l'angolo. La nuova umanità non sembrava del tutto viva; oltre quella parvenza di vitalità la sua essenza più profonda stava eclissandosi dietro un sipario di alienazione.

Dunque, cosa vide Romero? Vide conformità, schematicità, animalità. Vide l'embrione della società che si sarebbe sviluppata nei successivi decenni. Sotto i suoi occhi iniziò a fruttificare la coltura seminata oltre un secolo prima: una società rimodellata in funzione delle esigenze auto-conservative del Potere.

Conformità. Nella concezione romeriana non esiste lo zombi, esistono gli zombi. Questo perché si tratta di una figura simbolica che tra le altre cose intende rappresentare la negazione dell'individualità e l'affermazione del collettivismo. Gli zombi non mangiano la carne degli altri zombi, ma solo quella delle creature viventi. Gli zombi sono creature semi-innocue se prese singolarmente, ma sopperiscono all'inettitudine del singolo agendo in sinergia, accerchiando la loro preda, sbarrandogli ogni via di fuga, infettandola ed assimilandola nel branco.

Schematicità. Gli zombi sono mossi da un unico impulso: la finta fame. Vagano senza meta e senza memoria alla continua ricerca di un nutrimento di cui evidentemente non hanno bisogno. Gli zombi continuerebbero ad esistere anche se non si nutrissero, ma poiché non lo sanno, continuano a vagare in cerca di cibo. Un incosciente loop che ricorda molto da vicino la micidiale egregora del debito.

Animalità. Benché nelle sembianze non differiscano eccessivamente dagli esseri umani che furono prima di diventare dei cadaveri ambulanti, la loro natura è tipicamente bestiale. Gli zombi sono dei predatori che cacciano in branco e reagiscono pavlovianamente ad ogni input sensoriale che si manifesti loro intorno. Non hanno interiorità; sono mossi dall'istinto; il loro unico organo pseudo-vitale è il cervello proprio perché in definitiva gli zombi sono solo materia pensante putrefatta, menomata della razionalità, del senso critico, della memoria, della coscienza.
  



Rappresentanti non Rappresentativi.


"Non è che sia tanto diverso. Anzi, esteriormente sembra identico. Ha la voce, i gesti, l'aspetto, proprio tutto dello zio Ira. Ma non è lui. E' da quando ero bambina che lo conosco, è stato come un padre per me. Quando mi guardava, nei suoi occhi ho sempre visto come una luce accendersi dentro. Adesso non la vedo più. In lui non c'è emozione. Niente. Finge di provare qualcosa. Le parole, i gesti, il tono della voce: tutto è identico. Ma non il sentimento. No, ne sono certa: non è mio zio Ira!"
L'Invasione degli Ultracorpi - Don Siegel - 1955

"Gli uomini hanno i riflessi lenti; in genere capiscono solo nelle generazioni successive."   
Stanisław Jerzy Lec
Circa dieci anni prima che Romero ritraesse l'alienazione della società tecnologica nel suo La Notte dei Morti Viventi, l'autore americano Jack Finney scrisse il romanzo L'Invasione degli Ultracorpi (Invasion of the Body Snatchers), da cui fu tratto l'omonimo film di Don Siegel (1956). Il soggetto fu successivamente rielaborato da molte opere di fiction; tra di esse è utile segnalare Invasion (2007), pessimo film ma eccellente esempio di quella 'rivisitazione interessata' delle opere politicamente sconvenienti, di cui si diceva ad inizio post.
"Il romanzo descrive una subdola invasione aliena: dei semi di origine extraterrestre piovono sulla Terra e sono in grado di duplicare esattamente un essere umano. Quando il processo finisce l'originale umano muore dissolvendosi mentre la copia aliena lo sostituisce. Le copie sono caratterialmente ed empaticamente disumane, incapaci di provare emozioni." Fonte
L'Invasione degli Ultracorpi non fu di certo il primo romanzo a raffigurare una immaginaria invasione aliena; il filone era stato inaugurato mezzo secolo prima da H.G. Wells con La Guerra del Mondi. Tuttavia con gli ultracorpi per la prima volta quel soggetto fu sviluppato per rappresentare una allegoria dello status quo. Nel romanzo di Finney gli invasori alieni non si manifestano: si infiltrano, si sostituiscono. La loro elusività rispecchia quella del potere oscuro che all'epoca stava iniziando a rivoltare le istituzioni repubblicane contro i loro stessi cittadini. Le creature 'coltivate' sono identiche alle brave persone di cui prendono silenziosamente il posto, ma solo esteriormente. I cloni sono infatti esseri robotici mossi da una meccanica mentalità amorale.




La trama ideata da Finney ebbe perciò il merito di stuzzicare un dubbio latente in molti cittadini nati nel super-stato americano. Cosa accade quando qualcosa che abbiamo imparato a percepire come benefico, inizia a farci del male? Cosa accadrebbe ad un malato se oltre l'apparenza il suo medico fosse un assassino? Cosa accadrebbe ad un bambino se oltre l'apparenza il suo maestro fosse un orco? Cosa accadrebbe ad un innocente se oltre l'apparenza il suo giudice fosse un criminale? Cosa ci accadrebbe se le cose verso cui siamo stati indotti a riporre la massima fiducia, a un certo punto cessassero di esserne degne? 

Quanto tempo ci occorrerebbe prima di prenderne atto?



Jack Finney era in grado di vedere. Fu testimone delle modalità con cui attraverso il cavallo di Troia dei sindacati i lavoratori furono gradualmente deprivati dell'arma dello sciopero ad oltranza; poté riflettere sulla proliferazione ed istituzionalizzazione dei gruppi di pressione nell'epoca in cui il mercantilismo allungava i propri tentacoli su ogni aspetto della vita umana; prese atto della falsità dell'alternanza democratica quando constatò come oltre l'arena delle battaglie irrilevanti, ogni schieramento politico supportasse gli stessi capisaldi sistemici; vide divampare la furia incendiaria del sistema fiscale e la forza ricattatoria del debito mietere vittime tra decine di migliaia di onesti artigiani e lavoratori indipendenti.

Non è difficile immaginare come una simile presa di coscienza rielaborata dalla creatività di un autore di fantascienza si sia trasformata nella silenziosa invasione degli ultra-corpi. Quando ogni nesso logico tra le cause e gli effetti viene reciso - realizzò Finney - può accadere che la fortezza impenetrabile intorno a te si trasformi in una tomba, senza che tu te ne accorga.




Neurodegenerazione.

"Il fluoruro va ad aggiungersi al piombo, al mercurio e ad altri veleni che provocano la menomazione chimica del cervello. L'effetto di ogni sostanza tossica può sembrare trascurabile, tuttavia il danno combinato su scala sociale potrebbe diventare grave, soprattutto perché va ad incidere sul livello intellettivo delle prossime generazioni."
Dr. Philippe Grandjean

"Cosa succede quando un'intera popolazione viene potentemente sedata attraverso un avvelenamento su base quotidiana? Diventa insensibile, zombizzata e docile. Invece di porre domande importanti e ricercare verità superiori la massa finisce per compiere semplicemente il proprio lavoro quotidiano e assorbire ciò che i media gli raccontano. E' questo che l'elite sta cercando di creare?"
The Vigilant Citizen, Società Ammalata: Alimenti, Bevande e Farmaci

Fin dal giorno in cui rovesciando l'antico regime il Potere Assoluto divenne tale, la sua principale preoccupazione fu quella di auto-preservarsi. L'esperienza storica aveva dimostrato che non esistesse tirannia abbastanza forte da resistere all'impulso di libertà coniugato alla vivacità dell'intelligenza umana. Fu così che anziché ripetere gli errori commessi dalle tirannie del passato, il nuovo regime decise di cambiare strategia, intraprendendo una colossale operazione di manipolazione psico-culturale progettata con l'obiettivo di soffocare proprio l'impulso di libertà e l'intelligenza delle genti dominate. Questa operazione fu condotta discretamente per circa un secolo e mezzo, ed iniziò a fruttificare verso la metà del secolo scorso, di pari passo con i progressi della tecnologia e - presumibilmente - dell'industria chimica.

Quando fu il momento di scegliere tra un'industria pulita e sostenibile basata sulla canapa indiana ed il cotone o un'industria inquinante basata sul petrolio ed i materiali sintetici ogni governo nazionale scelse di percorrere la seconda strada. Tale decisione arbitraria non scaturì - come si ritiene - da pressioni lobbistiche, dato che all'epoca la lobby secolare della canapa era molto più ricca e potente delle neonate lobby del petrolio e della chimica. Si trattò di una scelta illogica, condivisa da ogni singolo paese in via di industrializzazione. Come fu possibile una tale uniformità? Che tipo di interessi soddisfece?

Per quanto l'ipotesi possa suonare inverosimile, non è escluso che mentre Jack Finney immaginava la silenziosa invasione della Terra da parte degli ultracorpi, nella realtà il Potere Assoluto stesse iniziando a strumentalizzare la politica, la sanità, l'industria, per introdurre nell'ecosistema umano una grande quantità di agenti tossici, in larga parte accomunati dai loro effetti neuro-depressivi. Che insomma abbia agito oltre che sull'elemento culturale e psicologico attraverso la comunicazione di massa, anche su quello organico, attraverso la chimica.

Il discorso sulla scienza applicata all'ingegneria sociale è estremamente complesso ed esistono molti ricercatori ed attivisti che lo approfondiscono con studi e pubblicazioni. Ciò che serve sottolineare in questa sede è la conclamata, inscindibile correlazione esistente tra lo sviluppo tecno-scientifico ed il progetto di degradazione della società umana. Una micidiale arma che i padroni del denaro usano sistematicamente contro gli schiavi del debito.


 


Conclusione - Fantascienza?


"Fino a quando non realizzerete quanto sia facile manipolare le vostre menti, continuerete ad essere marionette nel gioco di qualcun altro."
           Evita Ochel

Il motto Non esiste peggior sordo di chi non vuol udire, calza a pennello alla maggior parte dei critici letterari e cinematografici; quelli inebetiti dal lavaggio del cervello, quelli che attaccano l'asino dove vuole il padrone, e quelli convinti che possano esistere opere umane estranee a finalità o connotazioni politiche. Così come al romanzo gotico fu applicata l'etichetta di innocua fiaba a tinte fosche, allo stesso modo negli anni '50 e '60 fu sistematicamente ignorato il senso allegorico racchiuso in molta cinematografia di fantascienza. Gli zombi, gli ultracorpi, i gelidi bambini del Villaggio dei Dannati, l'inarrestabile massa amorfa inglobante di Blob, furono solo alcuni dei simboli con cui fu denunciato il morbo dell'alienazione che stava stravolgendo il mondo occidentale (zombi), e l'ambiguità denotata da organi rappresentativi che avevano iniziato a nuocere ai 'propri' popoli, anziché limitarsi ad assolvere le regolari funzioni istituzionali (ultracorpi).




 


Il regista John Carpenter fa il gesto simbolico dell'occhio che tutto vede; in questo caso per mandare un messaggio alle masse di aprire gli occhi su chi sta controllando la società.



Il fatto stesso che la cultura dominante abbia regolarmente ignorato il simbolismo politico che caratterizza le migliori opere fantastiche degli ultimi secoli, è di per se un indizio dell'attendibilità di questa ipotesi. Viviamo all'interno di un attempato regime totalitario che si nutre della nostra sovranità e si fa scudo con la nostra alienazione. Una tirannia rimasta nell'ombra per secoli, che però ultimamente, gradualmente, sta iniziando a manifestarsi.

Perché sta uscendo allo scoperto?

Perché sa di avere raggiunto il proprio scopo. Perché molti di noi (specie ai piani alti) si sono lasciati persuadere che sopprimendo la sovranità dei popoli, la loro identità, la memoria, la tradizione, l'unicità, la naturalità, ogni problema sarà risolto. Che saremo 'salvati' da un governo globale presieduto da un Consiglio Supremo di Tecnocrati non eletti dal popolo.


E per quale curioso motivo molti di noi stanno battendosi contro la propria stessa sovranità, identità, memoria, tradizione, naturalità? Per la stessa ragione che induce molti altri di noi a spiaggiarsi ogni sera davanti alla televisione, abboccare ai sondaggi d'opinione, affidarsi agli 'esperti', abbracciare ideologie palesemente in conflitto con l'ordine naturale delle cose, giocare alle lotterie, essere alla moda, eccitarsi di fronte ad un'autovettura nuova; nutrirsi di alimenti industriali, vantarsi di essere 'cinefili', sviluppare una dipendenza da pornografia o social network, imbottirsi di droghe e psicofarmaci. 


Perdere di vista il nesso logico tra le cause e gli effetti. Supportare integralmente - nel nostro piccolo - un sistema culturale e politico che già da un pezzo ha smesso di agire per il nostro bene.

Perché siamo degli zombi.

La profezia di Romero si è avverata. Mi rendo conto che lo specchio continui a restituirci l'immagine di un volto vivente; forse troppo stravolto dallo stress; troppo consumato dalle droghe e dai farmaci; troppo affilato dalla dieta pane acqua per sembrare delle star; troppo dilatato dall'alcol o dalle merendine antidepressive; troppo deformato da protesi e botulino; troppo stirato da lifting con relative pince sartoriali; troppo bucherellato dai piercing; troppo raggrinzito da decenni di morbide cremine cosmetiche tossiche profumate. Ma comunque vivo. Tuttavia se Jack Finney fosse ancora tra di noi probabilmente ci inviterebbe a non fermarci al dato prettamente estetico, perché la verità celata oltre quelle apparenze, purtroppo, puzza di putrefazione.

Immagino che il primo passo per contrastare il virus sia fare un bagno di umiltà, e prendere atto che non ne siamo immuni. Sono uno zombi? Se me lo chiedo, se mi pongo il problema, è probabile che la mia infezione sia curabile; che nonostante tutto la mia essenza individuale e sovrana da qualche parte sia sopravvissuta. E' la mia salvezza; devo alimentarla, proteggerla ed affidarmi alla sua sete di verità e libertà. Se invece la domanda per me non ha senso, se questo articolo mi suona assurdo come un film pieno di morti che camminano e baccelloni alieni, è possibile che il mio stadio sia irreversibile, e che il mio destino sia quello di continuare a vagare claudicando in mezzo al branco, senza meta, fino alla fine.


“Si tratta di un modo opposto a quello adoperato fino a oggi, ma che cercavano fin dalle origini del Potere e che non erano ancora riusciti ad attuare: svuotare la vita dei sudditi di ogni «valore» trasmutandola in cifre e simultaneamente perciò svuotarla di qualsiasi motivo di contestazione verso i detentori del Potere.”
          Ida Magli (1925 - 2016)





Fonte 





 L'invincibile e invisibile potenza ebraica

La nostra forza, nelle attuali traballanti condizioni dell'autorità civile, sarà maggiore di qualsiasi altra, perché sarà invisibile, sino al momento che saremo diventati tanto forti da non temere più nessun attacco, per quanto astutamente preparato. Dal male temporaneo al quale siamo obbligati a ricorrere, emergerà il beneficio in un regime incrollabile che reintegrerà il funzionamento dell'esistenza naturale, distrutto dal liberalismo.


 I protocolli dei savi anziani di sion, protocollo I

6 commenti:

  1. C'è da dire che pur essendo interessanti e preveggenti Welles , H.G.Wells e i fratelli Huxley erano interni al sistema e sapevano di cosa parlavano , forse più in buona fede Orwell che ha detto in maniera chiara con 1984 quali fossero le intenzioni .Sempre dall'inghilterra la Shelley con Frankestein : ovvero il pupazzo da laboratorio controllato e creato artificialmente , sempre dal suo circolo Polidori che dà il via al filone con il romanzo Il Vampiro , metafora per parlare delle forze che stanno dietro questi Ottenebrati che succchiano energia vitale all'uomo ma anche alla terra trasformandola in un posto fantasma sempre più lugubre . privo di vita e di luce , infatti i Vampiri letterari come Dracula possono uscire solo di notte in cerca di prede da divorare . IL film di Romero viene ripreso da Michael Jackson in Thriller , fatto fuori perchè troppo influente e ormai ostile al sistema .

    Mark

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  2. Ida Magli è stata una grande , vera patriota , che ci ha detto quello che stava accadendo ,servirebbero tante persone cosi in gamba e con la schiena diritta come si suol dire .

    Mark

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  3. Quindi queste opere sono state tutte ''filtrate'' per depotenziarle dall'occhiuto guardiano del sistema , come vedete la censura sui film : venivano tolte frasi , tagliate scene , con la scusa della guerra fredda così come venia giustificato lo stay behind , s'è visto la nato è viva e vegeta . IL controllo delle opere artistiche di massa anche quelle culturali e apparentemente prive di contenuto politico , questo si chiama potere , oggi un film direttamente gli negano i soldi e se riesce a farsi gli negano la distribuzione .

    Mark

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  4. Bellissimo articolo.Visto che hai citato Lovercraft(che secondo me anche lui,la sapeva lunga),vorrei segnalarti questo superlativo film.

    https://www.youtube.com/watch?v=Kc59y3pojlY

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  5. Grazie ma l'articolo non è nostro, lo abbiamo solo redatto, i complimenti all'autore in fondo all'articolo c'è la fonte.

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  6. WW L'articolo dice che abbiamo ancora la possibilità di salvarci,secondo te, visto che molti si stanno risvegliando...il NWO fallirà ancora prima di nascere!? Secondo te il fatto che in molta gente si sta risvegliando un'animo ecologista...è segno del rispetto dello spirito proprio e delle cose!?

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