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giovedì 7 maggio 2015

Silvano Agosti:Vivere non significa solo esistere





di: Silvano Agosti

 
Le tre gabbie dell'uomo

L’uomo viene al mondo e la prima cosa che fa l’essere umano venendo al mondo, ha uno sguardo stupito su questa realtà e la ama da subito, poi quello che accadrà lo saprà purtroppo fin dall’infanzia, accadrà che lui verrà negato come questo grande capolavoro della natura, questo imbattibile mistero che è l’essere umano verrà inesorabilmente, ferocemente smantellato e ridotto a un ruolo, diventerà un ragioniere, un alunno, un marito, un impiegato, un Papa, un Presidente etc., nella processione dei ruoli che tengono prigionieri tutti gli esseri umani. Va detto subito che per questo l’essere umano non è ancora riuscito a abitare questo pianeta. E’ fondamentale che tutti sappiano quali sono le gabbie micidiali che ogni forma di potere ha messo in atto per riuscire a demolire questo colosso di mistero che è l’essere umano. 
 
La prima gabbia è di allevarlo in un piccolo spazio, in un piccolo carcere che è l’appartamento, la casa. 
 
La seconda gabbia è di costringere, pensate quando lui ha solo bisogno di correre, di giocare, di essere sé stesso, di costringerlo a stare seduto per imparare niente meno che a scrivere, perché? Perché uno deve imparare a scrivere a 5/6 anni? Normalmente l’essere umano imparerebbe in modo davvero perfetto a scrivere se lo facesse approdando da solo a queste necessità, con il desiderio verso gli 11/12 anni, ma ciò che conta è di tenerlo bloccato, di non farlo giocare, correre, perché se lui giocasse, corresse fino ai 18 anni, dopo non si fermerebbe più per tutta la vita di giocare, di creare, di dimostrare la propria unicità, perché ogni essere che viene al mondo è unico e irripetibile come si sa, non solo nel Dna, non solo nell’impronta digitale ma in una creatività che se potesse esercitarla darebbe ogni volta una versione nuova, affascinante, immortale della realtà...
 


Silvano Agosti


La terza gabbia, forse la più micidiale, è il lavoro, già comincia l’ossessione del lavoro verso i 13 anni, quando il ragazzetto dice “Ma a me non piace la scuola, non voglio andare…”, allora cominciano a dire “Guarda che se non prendi il diploma dopo non trovi il lavoro, guarda che se dopo non fai l’università è difficile che trovi il lavoro”, ma cosa significa trovare il lavoro? L’essere umano non ha bisogno di lavorare, ha bisogno di buon cibo, di un luogo asciutto dove dormire. Si potrebbe dare in regalo una casa a 7 miliardi di persone con 1/5 di ciò che si spende ogni anno per gli eserciti, le spese militari, per non parlare delle cose magnifiche che si potrebbero fare con tutti gli investimenti che si fanno nella droga, nelle prostitute, negli ospedali, quelli inutili, nelle carceri. Questa gabbia del lavoro pian piano convince purtroppo tutti che se non lavoreranno 8/9 ore al giorno, non potranno stare su questo pianeta e chi lavora 8/9 ore al giorno si sa benissimo può essere esistere, ma certamente non vivere! La cosa interessante è che gli apparati di potere che costringono gli esseri umani a questa convinzione assolutamente demenziale, che sia inevitabile lavorare 8/9 ore al giorno, persino adesso che le macchine stanno sostituendo dappertutto la fatica e l’essere umano potrebbe esprimersi finalmente nel lavoro, tanto più che da sempre chi lavora 3 ore al giorno e ne ha 21 per vivere, produttivamente è molto, molto più forte di uno che è costretto a lavorare 8/9 ore al giorno tutti i giorni, quindi in 3 ore capita che lui produce in modo fantastico ciò che mi compete. 
 
 
Diciamo produrrebbe perché attualmente lavorare 3 ore al giorno saremmo forse in 5 o 6 in Europa, ma lavorare volentieri 3 ore al giorno, a scoprire che nelle altre 21 si inventano tante cose che rendono ancora più produttive quelle 3 ore lì e poi finalmente si conoscono i propri figli, poi finalmente non si è collegati con la terza micidiale gabbia che è la 3 bis e cioè la convivenza, il fatto che un essere che incontra una persona che ama, è costretto a convivere nella stessa piccola casa o grande casa è uguale, non avendo mai la possibilità di rasserenarsi, stando un po’ con sé stessa e scoprendo, soprattutto da parte delle donne, che il loro stare con il loro partner non nasce da un bisogno di affettività, ma da un bisogno edilizio, non hanno altro scelta, quindi stanno lì e questo spiega perché forse si dice: il 70% degli omicidi e delle violenze avvengono in questa 3 bis che è la convivenza all’interno della stessa casa.
 
 


La schiavitù del lavoro (legato alla falsa percezione di sopravivenza e alla scarsità alimentata artificialmente),è  imposto dal sistema totalitario mercantile, come fosse un valore nella vita,questo per occultare la brutale soppressione delle masse in atto,che vengono assuefatte e distrutte fisicamente e psicologicamente,durante la loro vita spesa nel lavoro monotono e schiavista;allo stesso modo la disoccupazione viene alimentata e mantenuta artificialmente in modo tale che le masse preghino per essere schiavi,e non abbiano capacità di capire la terribile condizione in cui si trovano.



Non scambiate l’esistenza con la vita


L’abbiamo visto poco fa che basterebbe ridurre di 1/5 le spese militari per regalare una casa a 7 miliardi di persone e anche due pranzi caldi al giorno, poi c’è una gabbia ancora più feroce che è quella di svendere senza accorgersi, la propria creatività e cioè la propria visione del mondo, uno diceva “Ma che se ne fa uno di una visione del mondo?”. Come che se ne fa? L’umanità avrebbe 7 miliardi di diverse visioni della realtà, quindi un’immagine potentissima, straordinaria, qualcuno persino potrebbe osare dire: divina della realtà umana. Detto questo potrei anche non dire più nulla, ma mi interessa far capire che chi lavora due o tre ore è davvero così produttivo che merita uno stipendio maggiore di quello che gli viene dato con le 9 ore, perché si dà il caso che nella stragrande maggioranza il lavoratore percepisce 1/30 di quello che produce, anche se produce male, un lavoratore che prende 1.000 Euro al mese, vuole dire che come minimo ne produce 30.000, allora si tratterebbe semplicemente di capire che il destino di 7 miliardi di persone è nelle mani di un gruppo molto piccolo di persone, un gruppo forse non so, non oso dire il numero ma è sicuramente sotto i 100, i quali investono l’80 % di tutti i beni della Terra solo per difendere i propri privilegi e quali sono i loro privilegi? Quelli di giocare con il mondo, di decidere le guerre, di difendere il commercio delle armi, della droga, delle prostitute, soprattutto di un’informazione falsa, infingarda, nociva. Pensate che un ragazzotto di 21 anni nato a New York, pare che possa avere assistito a 130 mila omicidi alla televisione, la pedagogia della morte, perché voi noterete che dalla scritta sulle sigarette “questo prodotto ti uccide” fino a questa ossessiva narrazione di omicidi alla televisione, l’interesse centrale del piccolo nucleo di mostri che gestiscono il mondo, è regolare la mortalità, non produrre la vitalità, ma regolare la mortalità, allora per esempio si sono costruiti una valvola per cui ogni giorno muoiono 35 mila bambini di fame, naturalmente si potrebbe anche dire, girando un attimo il capo per non sentire il tanfo dello schifo, che in Italia si disturbano 400 mila tonnellate di cibo all’anno, perché scade! 
 
Comunque dal 1960 a oggi sono morti circa 1 miliardo di bambini di fame, questo peso è su tutte le nostre coscienze, anche sulla coscienza di chi non lo sa e si esprime nel disagio profondo, viscerale che quasi tutto il mondo oggi avverte, si è globalizzato soprattutto il disagio e questo disagio dipende dall’obbligo di vivere su un pianeta che è tra i più straordinari che ci siano nell’universo intero. L’unico che appare azzurro dal cosmo, perché dovrebbe ospitare la vita e io auguro a questo pianeta e anche agli amici di Beppe Grillo di rifiutarsi da questo momento in poi per sempre, per qualsiasi ragione di scambiare l’esistenza con la vita, esistere non vuole dire vivere, vivere vuole dire assaporare l’eternità giorno dopo giorno, nascendo al mattino e morendo nel sonno la sera e risorgendo il giorno dopo!
 
Ecco il mio augurio, questo augurio ha un veicolo fondamentale, senza il quale svanisce, è nella parola forse più pregiudicata della storia del linguaggio umano, è nella parola “amore”. Costruitevi un territorio d’amore a qualsiasi costo, ma non un’aiuoletta piccolina con un alberello e una piccola fronda, ma un territorio che ospiti una foresta di sentimenti e allora sarà molto difficile contrabbandarvi il termine vita seppellendolo nella tomba dell’esistenza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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