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venerdì 3 aprile 2015

Da Zalmoxis a Gengis-Khan-libro completo









Nato a Bucarest nel 1907, ha vissuto in India dal 1928 al 1932. Ha insegnato filosofia all’Università di Bucarest dal 1933 al 1940. Addetto culturale a Londra e poi a Lisbona, nel 1945 viene nominato professore presso l’École des Hautes Études a Parigi.
Ha insegnato alla Sorbona e in diverse università europee. Dal 1957 è stato titolare della cattedra di Storia delle religioni dell’Università di Chicago, dove nel 1985 è stata istituita la cattedra «Mircea Eliade» a lui dedicata.


Fra i suoi libri, ricordiamo il Trattato di storia delle religioni, Il sacro e il profano, Arti del metallo e alchimia, La foresta proibita.
È morto a Chicago il 22 aprile 1986.





Eliade Mircea



Figlio di un capitano dell'esercito, a 14 anni pubblicò il suo primo romanzo, Come ho scoperto la pietra filosofale. Nel 1925 si iscrisse alla facoltà di Lettere e Filosofia all'Università di Bucarest. Furono, quelli, anni di incontri e di viaggi: Emil Cioran (che nel 1986 gli dedicherà uno dei suoi Exercises d'admiration) e Eugène Ionesco, con i quali mantenne una lunga amicizia.
Affascinato dalla cultura italiana e dal pensiero di Giovanni Papini (fino al punto di imparare l'italiano per leggerne le opere), soggiornò in Italia nel 1927 e nel 1928.

Nel 1927 si impegnò attivamente nella "Nuova Generazione Romena": i suoi articoli di questo periodo contribuirono a formare l'assetto teorico della Guardia di ferro, movimento ultranazionalista di ispirazione fascista e dalla forte connotazione antisemita. 
Criticò l'Illuminismo, la massoneria, i regimi democratici "di importazione straniera" e il bolscevismo, e auspicò l'"insurrezione etnica" contro le minoranze locali e il pericolo di un'"invasione ebrea"

Dopo la laurea in filosofia con una tesi su La filosofia italiana da Marsilio Ficino a Giordano Bruno vinse una borsa di studio per studiare a Calcutta la filosofia indiana con Surendranath Dasgupta, in casa del quale incontrò Giuseppe Tucci. Il viaggio in India durò dal novembre 1929 al dicembre 1931, avendo come sede principale Calcutta (dove Eliade cominciò a studiare il sanscrito), ma comprendendo anche un viaggio e soggiorno in un ashram dell'Himalaya. L'esperienza e gli studi di questo periodo e lo stretto contatto con le religioni dell'India influenzarono e orientarono profondamente il suo pensiero. Fu qui che preparò la sua tesi di dottorato, discussa a Bucarest nel 1933, pubblicata a Parigi nel 1936 con il titolo Yoga, essai sur les origines de la mystique indienne, che diventerà poi Lo yoga, immortalità e libertà.





link al libro in formato PDF: Da Zalmoxis a Gengis-Khan







3 commenti:

  1. http://www.counter-currents.com/2013/03/youth-without-youth/
    Eliade a cui è dedicato l'interessante Film Un'Altra Giovinezza.
    C'è una cosa che vorrei capire : il Deus Otiosus Monoteista di cui parla nei suoi libri e che unifica i selvaggi di tutto il pianeta è l'egregoro Jhavè che poi hanno ripreso e sviluppato i Giudei?

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  2. E' il demiurgo creatore della materia,questo in un senso simbolico, e l'egregora legata all'archetipo di Saturno,poi ripresa dagli ebrei o per meglio dire dai maghi neri che l'hanno rievocata e ristabilito il patto egregorico,ma e' molto antica risale addirittura ai tempi di Atlantide,si il deus otiosus monoteista e' yavhe che poi e' sempre lo stesso dio dei musulmani e dei cristiani,e anticamente era conosciuto con molti altri nomi,tra cui baal, crono,moloch,ecc.

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  3. Grazie della risposta, difatti stavo cercando di chiudere il cerchio dopo aver letto questo bell'articolo :
    http://www.ereticamente.net/2015/01/il-cerchio-anello-si-chiude.html
    Si allude qui al Daimon PLANETARIO di Saturno, al Genio del Pianeta Saturno, non all’omonima deità della Tradizione Romana. Nella tradizione astrologica e cabalistica ebraica, a differenza di quella greco-egizia ed occidentale in genere, ha un ruolo primario il Genio Planetario di Saturno, piuttosto che quello del Sole o di Giove, ma, ripeto perché il concetto è importante, si sta parlando di Genii cosmici, di archetipi planetari e di loro risvolti nella Natura e nella psiche. Chiaramente, il Genio\Daimon di Saturno dell’astrologia, nelle sue varianti, se volessimo rapportarlo alla nostra Tradizione, lo dovremmo considerare come una emanazione del DIO Saturno (c’è PROFONDA differenza tra Dei e Geni\Daimones); in questo senso, la presenza di aspetti “oscuri” non deve terrorizzarci, perché è piuttosto chiaro che tutto ciò che sia sotto la sfera delle Stelle Fisse sia imperfetto (compreso il\i Demiurgo\i creatore\i, e compresi Geni\Daimones splendenti, buoni e quasi immortali, che chiamiamo “Dei” in quanto copia “quasi-perfetta” dei Numi Sempiterni che dimorano al di la del Velo); l’oscurità del Daimon planetario di Saturno, Dio del Tempo, ci riporta alla doppia natura di esso: se qualcosa comincia splendente e dorata, vitale, prima o poi sarà oscura, marcia, plumbea e decadente… ma il vero Mistero è che il Dio è al di la di questa ciclicità, Eterno, Immutabile, SEMPRE AUREO (al di la del manto plumbeo o dei bendaggi attraverso cui lo vediamo durante l’Anno). Se alcune popolazioni estremamente decadute, in alcuni momenti della loro storia, hanno smesso di considerare gli Dei (o “Dio”) come Realtà che si manifestano dal piano dell’Essere, in quello degli Enti (prendendo nome\Numen e “differenziandosi tra loro), fino al piano Astrale ed in quello della Manifestazione\Genesis materiale, e si sono concentrati ad una bassa dimensione Astrale (se non sublunare e tellurica!) fatta di Daimones (anche) assetati di sangue e terribili, non è certo colpa delle Tradizioni integre e sane, ancora consapevoli (o quasi) della vera natura del divino, come i dharma dell’Asia meridionale e orientale, la Tradizione Italica ed altre tradizioni ancora. I Daimones, in quanto imperfetti, anche i più splendenti e potenti, abbisognano ancora di sacrifici; più l’Uomo si concentra sui loro aspetti più bassi (che sono anche “potenti” in quanto molto “vicini” al piano materico manifesto), più rischia di essere schiavo di aspetti inferiori a cui deve sacrificare in modo compulsivo (e non per “permettere il passaggio” verso dimensioni più Alte,...

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