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lunedì 26 gennaio 2015

Il progetto della CIA Facebook, apre la strada ai debunkers















Gli stessi che durante il medioevo bruciavano vivi i dissidenti e chi contrastava il loro corrotto potere con la forza della verità,(un esempio fra tutti Girodano Bruno),sono gli stessi che oggi con il nuovo dogma scientistico e materialista,cercano di imbrigliare i dissidenti odierni infamandoli o usando la supposizione della malattia mentale,
che da quando venne gestita dalle psichiatrie di sistema, fornisce un mezzo valido per quello che possiamo definire come la nuova inquisizione.
Non ti possono più bruciare nelle pubbliche piazze,anche perché oggi sarebbe antiproducente,ma ti possono neutralizzare con sistemi più sottili,più subdoli a volte forse peggiori dello stesso rogo a cui erano destinati chi si opponeva a questo potere maligno.
Questi nuovi inquisitori che si permettono di definire cosa sia vero e cosa no,con i loro freddi e insulsi parametri di nulla,sono coloro che si permettono di usare la definizione di "complottista" che viene affibbiata a chi invece denuncia tali cospirazioni,come se chi incaricato di investigare sui crimini che avvengono nelle città,sia esso stesso un criminale non invece un investigatore;
proprio come nel medioevo gli inquisitori della chiesa spiegavano che essi torturavano e bruciavano al rogo la gente per il volere di Dio,essi dicono di falro in nome della scienza!!!
Di quale scienza parlino però resta un mistero,dato che l'auto attentato dell'11 settembre 2001 alle torre gemelli è un fatto oramai provato proprio da altri scienziati,che al contrario di questi ciarlatani sanno cosa sia la differenza tra verità e manipolazione della realtà.
Questo tribunale della nuova inquisizione chiamato CICAP,cerchi almeno di ricordare la vera storia,e si ricordi che fine fecero gli inquisitori in Spagna,perchè la stessa fine si avvicina per loro.

white wolf




Di: Massimo Mazzucco


Piano piano, quatto quatto, il debunking di regime sta per arrivare anche su Facebook.

I responsabili di FB infatti hanno deciso di introdurre un nuovo sistema di filtratura, che permetterà di segnalare ai lettori le presunte notizie-bufala trovate sulle loro pagine.

Naturalmente Facebook si lava immediatamente le mani (la classica excusatio non petita) da qualunque sospetto di censura, dicendo che saranno i lettori stessi a segnalare le bufale da evidenziare. Ecco come FB presenta la novità sulla propria pagina di news:


"Molta gente ci dice che vogliono vedere circolare meno storie false, o comunque meno notizie distorte. L'aggiornamento del News Feed ridurrà la diffusione di post che i lettori avranno segnalato come "bufale" ("hoaxes"), e aggiungerà una notifica ai post che avranno ricevuto molteplici segnalazioni di questo tipo, in modo da allertare gli altri lettori di Facebook. Noi non rimuoveremo le notizie che la gente denuncia come false, nè saremo noi a valutarne i contenuti o a determinarne l'accuratezza".

Certo che no. Saranno quelli del CICAP a farlo, ci potete scommettere. Già possiamo immaginare orde di cicappini di mezzo mondo che si organizzano e iniziano a battere sistematicamente le pagine di FB, per poi intervenire in massa su qualunque notizia "loro" decidano che sia falsa.

Ma aspettate, perchè il bello della spiegazione di Facebook deve ancora arrivare. [...]

Sentite qual'è, secondo loro, la definizione di bufala: "Che cosa sono le bufale? Le bufale sono una forma di News Feed che include truffe ("Cliccate qui per vincere una scorta di caffè per tutta la vita"), oppure notizie intenzionalmente false o fuorvianti ("Un uomo vede un disonauro a passeggio nello Utah").

Avete capito? Il moderno lettore di Facebook ha bisogno di un "papà" che gli dica in anticipo che quella notizia è falsa, altrimenti rischia di cliccarla e magari pure di crederci. ("Piero, vieni a vedere, cazzo! Ci sono i dinosauri nello Utah!")

In realtà lo sappiamo bene come funzionano queste cose: si inizia con la scusa di "smascherare maghi e fattucchiere" (vedi sotto), e poi si finisce per fare il debunking sull'11 settembre, sulle scie chimiche o sulla medicina alternativa.

E pensare che la cosa più bella di Internet è proprio quella di lasciare a ciascuno la possibilità di valutare a solo a cosa credere e a cosa non credere. E' solo così che lo spirito critico di ciascuno può crescere, verso una sana e costruttiva presa di coscienza individuale. Ma evidentemente, per qualcuno, questo era troppo pericoloso.




FONTE

15 commenti:

  1. “Le vostre mani infatti sono contaminate dal sangue, le vostre dita dall'iniquità; le vostre labbra proferiscono menzogna, la vostra lingua sussurra perversità. Nessuno muove causa con giustizia, nessuno la discute con verità; si appoggiano su ciò che non è, dicono menzogne, concepiscono il male, partoriscono l'iniquità. Covano uova di serpente, tessono tele di ragno; chi mangia le loro uova muore, e l'uovo che uno schiaccia, dà fuori una vipera. Le loro tele non diventeranno vestiti, né costoro si copriranno delle loro opere; le loro opere sono opere d'iniquità, nelle loro mani vi sono atti di violenza. I loro piedi corrono al male, essi si affrettano a spargere sangue innocente; i loro pensieri sono pensieri iniqui, la desolazione e la rovina sono sulla loro strada. La via della pace non la conoscono, non c'è equità nel loro procedere; si fanno dei sentieri tortuosi, chiunque vi cammina non conosce la pace. Perciò la rettitudine è lontana da noi, e non arriva fino a noi la giustizia; noi aspettiamo la luce, ma ecco le tenebre; aspettiamo il chiarore del giorno, ma camminiamo nel buio. Andiamo tastando la parete come i ciechi, andiamo a tastoni come chi non ha occhi; inciampiamo in pieno mezzogiorno come nel crepuscolo, in mezzo all'abbondanza sembriamo dei morti. Tutti quanti grugniamo come orsi, andiamo gemendo come colombe; aspettiamo la rettitudine, ma essa non viene; la salvezza, ma essa si allontana da noi. Poiché le nostre trasgressioni si sono moltiplicate davanti a te e i nostri peccati testimoniano contro di noi; sì, i nostri peccati ci stanno davanti e le nostre iniquità le conosciamo. Siamo stati ribelli al SIGNORE e l'abbiamo rinnegato, ci siamo rifiutati di seguire il nostro Dio, abbiamo parlato di oppressione e di rivolta, abbiamo concepito e meditato in cuore parole di menzogna. La rettitudine si è ritirata, e la giustizia si è tenuta lontana; la verità infatti soccombe sulla piazza pubblica, e il diritto non riesce ad avvicinarvisi; la verità è scomparsa, e chi si allontana dal male si espone a essere spogliato.” (Isaia 59:3-15)

    “Chi agisce con inganno non abiterà nella mia casa; chi dice menzogne non potrà restare davanti ai miei occhi.” (Salmi 101:7)




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  2. “Molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti. Poiché l'iniquità aumenterà, l'amore dei più si raffredderà.” (Mt 24:11-12)

    Questo passo, in linea con il magnifico Isaia postato sopra, profetizza il dilagare dell'inganno. Più i mezzi di comunicazione sono divenuti potenti, veloci ed efficaci, più l'inganno è diventato forte. L'aumento esponenziale dell'iniquità porterà la maggior parte delle persone ad abituarsi ad essa. Non è questo esattamente quello che sta avvenendo? Ormai la corruzione è accettata. La guerra non è più abominio ma necessità per mantenere gli equilibri politici saldi. In molte parti del mondo la gente muore come mosche ma non fa più notizia. La legge non vale per tutti. In galera ci va chi non conta nulla (come il Marchese del Grillo). Chi persegue la propria realizzazione in termini materialistici, anche a discapito degli altri, è saggio e sensato, "coi piedi per terra": una persona di successo. La scienza dice tutto e il contrario di tutto e le "verità scientifiche" possono essere fabbricate a tavolino e propagandate come verità assolute. Le stragi restano impunite. Tutto accade e tutto si dimentica, poiché il cuore dell'uomo si è raffreddato, adeguandosi all'iniquità dilagante, e l'unico valore è pensare ai propri interessi. Se ti fai domande sui vaccini, sei un criminale perché metti la vita di tuo figlio in pericolo. Se affermi di credere nella dualità sessuale uomo-donna, sei omòfobo, razzista e discrimini le minoranze. Se non ti adegui al modo di pensare della massa e affermi cose che contrastano con l'opinione della maggioranza, vieni isolato e pure gli amici iniziano ad allontanarsi.

    La capacità dell'uomo di formare pensieri complessi è stata sostituita dal social network, da google, da Wikipedia, da internet in generale, che pensano per noi e ci mostrano soluzioni e informazioni per giungere alle quali avremmo dovuto sforzarci utilizzando il cervello e sfogliando cataste di libri. Ora tutto è davanti ai nostri occhi: verità e menzogna non si distinguono più tanto facilmente, ma alla fine non ha importanza, poiché basta fare la cosa giusta, ossia seguire la corrente e lasciarsi trasportare senza troppi pensieri.

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  3. Cassata la trasmissione Forme d'onda in onda su trs , i conduttori specificano di non aver ricevuto mai alcun compenso ,su facebook scrivono : Ieri sera siamo andati regolarmente in onda con un’intervista a Gioele Magaldi. Dopo la fine della puntata, il proprietario della radio, il Prof. Vincenzo Pinto, ci ha comunicato che il nostro programma non è più gradito e che non trasmetteremo più dalle frequenze di TRS. Le parole di Pinto sono state: “Non voglio avere problemi per le cose che dite. Non voglio rischiare per gli argomenti di cui parlate in trasmissione. Siamo una radio che trasmette musica e intrattenimento, e non voglio che si parli più di questi temi. Perciò questa è l’ultima trasmissione che fate qui dentro”. Programma che – lo ricordiamo – esiste da oltre un anno, precisamente dall’ottobre 2013. Già prima dell’inizio della puntata avevamo avuto le prime avvisaglie di qualcosa che non andava. Infatti il Prof. Pinto, poco prima delle ore 21, ci ha detto che avremmo dovuto chiudere la trasmissione tassativamente entro le 23, perché dopo ci sarebbe stato un collegamento: cosa rivelatasi poi non vera, in quanto non c’è stato alcun collegamento, e il programma successivo è cominciato alle ore 23:30 come d’abitudine. Inoltre, sempre il proprietario della radio ci ha detto, prima dell’inizio della trasmissione, dopo essersi informato sul tema della puntata: “Non dovete parlare di politica, né dei fatti successi in Francia, né degli islamici”, facendo riferimento alla scorsa puntata, in cui avevamo trattato il recente attentato terroristico a Parigi: puntata in cui lo stesso Prof. Pinto era intervenuto esprimendo la sua opinione sui fondamentalisti islamici, opinione contraria rispetta all’interpretazione che abbiamo dato noi degli attentati. Dunque, già prima dell’inizio della trasmissione di ieri sera, c’era il sentore di un’imminente chiusura, che in realtà era nell’aria già da mercoledì scorso. La presenza di Gioele Magaldi – e i temi da lui trattati riguardo alla massoneria e ai potenti – è stata forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso, e allo stesso tempo il pretesto che il proprietario ha colto per estrometterci dalla radio.
    Noi andremo avanti, non facendoci intimorire dalla censura. Abbiamo scelto di trattare argomenti scomodi e di cui i media mainstream non parlano; siamo sempre stati consapevoli che avremmo potuto avere dei problemi o degli ostacoli nella nostra attività. Per un anno e tre mesi abbiamo trasmesso dalle frequenze di TRS, e per questo ringraziamo il direttore Marco Bignozzi che ci ha dato questa opportunità e salutiamo i colleghi della radio che sempre ci hanno supportato. '' I conduttori di Forme d’Onda Rudy Seery e Stefania Nicoletti

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  4. Facebook ha ucciso Internet e sono sicuro che la maggior parte delle persone non se ne è nemmeno accorta. Vedo gli sguardi sulle vostre facce e sento i vostri pensieri.Che cosa si intende quando si dice che Facebook ha “ucciso” Internet? Chi è stato ucciso? Mi spiego. Parto dal presupposto che non so quale possa essere la soluzione. Però penso che ogni soluzione debba iniziare dalla solida identificazione della natura del problema. Innanzitutto, Facebook ha ucciso Internet, ma se non fosse stato Facebook sarebbe stato qualcos’altro. d è appunto per questo che il problema è così difficile da risolvere. Perché la soluzione non è Znet o Ello.Né tantomeno credo che dovremmo smettere di usare questi social network, incluso Facebook. Sarebbe come dire a qualcuno in Texas di andare a lavorare in bicicletta, quando tutte le infrastrutture nelle città sono costruite per veicoli utilitari sportivi.Negli anni ‘90, con lo sviluppo di Internet ci fu letteralmente un’esplosione della comunicazione che rese le agenzie giornalistiche degli anni ’60 nemmeno lontanamente comparabili. ci fu letteralmente un’esplosione della comunicazione che rese le agenzie giornalistiche degli anni ’60 nemmeno lontanamente comparabili. vere conversazioni nella sezione dei commenti con persone provenienti da tutto il mondo che non si incontreranno mai fisicamente. Davvero fantastico. Da allora però molti smisero di ascoltare. iornali – di destra, sinistra o centro che fossero – cessarono, e stanno tuttora cessando, la loro attività, cartacei e non. Oggi come oggi, a Portland, in Oregon, una delle città più “connesse” a livello politico negli Stati Uniti, non ci sono list server o siti web che spieghino in modo comprensibile o in un formato leggibile come vadano le cose in città. Infatti, ci sono diversi gruppi su vari siti web, pagine Facebook e list server ma nulla che riguardi l’andamento progressivo della comunità in generale. Nulla di funzionale. Perlomeno nulla che si avvicini alla funzionalità e utilità delle liste di annunci che esistevano nelle città e paesi 15 anni prima. Perché mi ritrovo a doverlo dire? Innanzitutto non è da poco che ho iniziato a rendermi conto di questa merda. Ho parlato con svariate persone in molti anni e molte di queste pensano che i social network siano l’invenzione migliore dopo il pane affettato. E cosa, allora? Ho passato gran parte della scorsa settimana a Tokyo, girando per la città, trascorrendo ore e ore sui treni ogni giorno.La maggior parte di quelli seduti sul treno quando visitai il Giappone per la prima volta dormiva, come dorme ora. Ma sette anni fa quasi tutti quelli che dormivano leggevano libri. Ora è diventato difficile vederne uno. Quasi tutti guardano il cellulareOppure, più spesso, guardano le notifiche di Facebook. E lo stesso vale per gli Stati Uniti e tutti gli altri paesi che ho avuto l’occasione di visitare.Come faremo a uscire da questa situazione e liberarci della nebbia? E quando torneremo a usare i nostri cervelli? Mi piacerebbe saperlo.
    David Rovics, “Facebook ha ucciso Internet”, da “Counterpunch” del 24 dicembre 2014
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  5. Fine programmata della democrazia: l’ha deciso l’élite
    I veri padroni del mondo non sono più i governi, ma i dirigenti di gruppi multinazionali finanziari o industriali, e di istituzioni internazionali opache (Fmi, Banca Mondiale, Ocse, Wto, banche centrali). Tra l’altro, il peso delle multinazionali nei flussi finanziari ha da tempo superato quello degli Stati. Di dimensione internazionale, più ricche degli Stati, ma anche principale fonte finanziaria dei partiti politici di ogni tendenza nella maggior parte dei paesi, queste organizzazioni si trovano quindi al di sopra delle leggi e delpoterepolitico, al di sopra dellademocrazia. Lademocraziaha già cessato di essere una realtà.
    Il margine d’azione degli Stati viene sempre più ridotto da accordi economici internazionali per i quali i cittadini non sono stati né consultati, né informati Ecco perché sembra essere stato deciso di mantenere unademocraziadi facciata, e di piazzare ilpoterereale verso nuovi centri. I cittadini continuano a votare, ma il loro voto è privo di senso. Votano per dei responsabili che non hanno più unpoterereale. Per riassumere, non possiamo scegliere il piatto, ma possiamo scegliere il contorno. Il piatto si chiama “nuova schiavitù”, e il contorno può essere o piccante di destra, o agro-dolce di sinistra. Dai primi anni ‘90, l’informazione è stata progressivamente tolta daimediadestinati al grande pubblico Un telegiornale contiene al massimo 2 o 3 minuti di vera informazione. Tutto il resto è costituito da soggetti da rivista, servizi aneddotici, fatti diversi e reality show sulla vita quotidiana. Le analisi di giornalisti specializzati e le trasmissioni di informazione sono state quasi totalmente eliminate. L’informazione si restringe ormai alla stampa, letta da un numero ridotto di persone. , disimpegno totale degli Stati dall’economia, compresi i settori dell’educazione, della ricerca e, tra breve, dell’esercito e della polizia, destinati a diventare dei settori sfruttabili da ditte private.
    Indebitamento degli Stati tramite la corruzione, lavori pubblici inutili, sovvenzioni a ditte senza contropartita, spese militari. Quando una montagna di debiti viene accumulata, i governi sono costretti alla privatizzazione e allo smantellamento dei servizi pubblici. Precarietà del lavoro e mantenimento di un alto livello di disoccupazione, intrattenuti tramite il decentramento e la mondializzazione del mercato del lavoro Impedire l’espansione di rivendicazioni salariali nel Terzo Mondo, mantenendovi dei regimi politici totalitari o corrotti: se i lavoratori del Terzo Mondo venissero pagati meglio, il principio stesso del decentramento, e della pressione che esercita sul mercato del lavoro nella società occidentale, verrebbe frantumato.

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  6. Le organizzazioni multinazionali private si stanno progressivamente dotando di tutti gli attributi della potenza degli Stati: reti di comunicazione, satelliti, servizi di spionaggio, dati sugli individui, istituzioni giudiziarie (stabilite dal Wto e l’Ami, accordo tramite il quale una multinazionale potrà fare causa ad uno Stato davanti ad una corte internazionale speciale). La prossima e ultima tappa per queste organizzazioni sarà di ottenere ilpoteremilitare e poliziesco che corrisponda alla loro nuova potenza, creando i loro propri eserciti, dato che gli eserciti e le polizie nazionali attuali non sono adattate alla difesa dei loro interessi nel mondo. Tra breve, gli eserciti diventeranno società private, presteranno servizio sotto contratto con gli Stati, o con qualsiasi altro cliente capace di pagarli. Nel frattempo, questo ruolo viene assunto dall’esercito dei Stati Uniti, il paese meglio controllato dalle multinazionali.
    Oggi il denaro è essenzialmente virtuale. La sua realtà è una serie di 0 e di 1 nei computer delle banche. La maggior parte del commercio mondiale si opera senza denaro liquido, e solo 10% delle transazioni finanziarie quotidiane corrispondono a degli scambi economici nel “mondo reale”. Questa creazione di denaro senza creazione di corrispondente ricchezza economica è la definizione della creazione artificiale del denaro. Ciò che la legge vieta ai falsificatori di denaro, e ciò che l’ortodossia economica liberale vieta agli Stati, è quindi legale e possibile per un numero ristretto di beneficiari. Se si vuol capire ciò che realmente è il denaro e a che cosa serve, basta invertire la famosa frase “il tempo è denaro”: il denaro è tempo. La scomparsa della natura e l’aumento dell’inquinamento renderanno gli individui ancora più dipendenti del sistema economico per la loro sopravvivenza, e permetteranno di generare nuovi profitti, tra i quali un consumo crescente di medicine e prestazioni mediche. Il più grande pericolo per l’ordine sociale è la spiritualità che porta l’individuo a rimettere in gioco il proprio sistema di valori e quindi il proprio atteggiamento. Questo nuovopotereè globale, planetario. Non ha quindi né alternativa, né scappatoia. Costituisce un nuovo livello di organizzazione della civilizzazione, una specie di super-organismo La globalizzazione non è una cosa negativa in sé: potrebbe permettere una forma di pace mondiale durevole. Ma se continua ad essere organizzata a beneficio di una minoranza di persone e se conserva la sua attuale direzione neoliberista, non tarderà ad instaurare una nuova specie di totalitarismo, il commercio integrale degli esseri viventi, la distruzione della natura e una forma inedita di schiavitù.
    (Estratti da “Fine programmata dellademocrazia”, dal sito “Syti.net” a cura di Sylvain Timsit).
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  7. Grazie alla crisi, l’1% sta per superare in ricchezza il 99%
    La ricchezza oggi è insaziabile. Premia sempre di più coloro che hanno già tutto, e toglie ancora di più a coloro che non hanno quasi niente. Alla vigilia del World Economic Forum di Davos, la Ong Oxfam ha pubblicato il rapporto annuale “Grandi disuguaglianze crescono”, che aggrava lo scenario tracciato solo un anno fa. All’inizio del 2014 Oxfam aveva calcolato che 85 persone possedevano la ricchezza della metà più povera della popolazione mondiale, un dato choc che è stato ultra-citato in questi mesi a controprova del livello di estrema diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza e che oggi la lotta di classe esiste, e l’hanno vinta i ricchi. Le nuove stime, effettuate sui dati del Credit Suisse, ricalcolano il numero dei miliardari che nel 2013 possedevano la stessa ricchezza del 50% più povero, e attesta che oggi il loro numero esatto è 92 e non più 85. Oxfam fa una previsione: nel 2016 la ricchezza dell’1% della popolazione mondiale supererà quella del 99%, rendendo obsoleto persino lo slogan del movimento di Occupy Wall Street.L’1% dei super-ricchi possiede oggi il 48% della ricchezza globale e lascia al restante 99% il 52% delle risorse. Questo 52% è, a sua volta, posseduto da 20% di “ricchi”. Il restante 80% si deve arrangiare con il 5,5% delle risorse.80 ultra-miliardari della lista stilata da “Forbes” (primo Bill Gates, secondo Warren Buffett, terzo Carlos Slim, quindicesimo Mark Zuckerberg; primo tra gli italiani Michele Ferrero e famiglia) hanno visto le loro ricchezze moltiplicarsi con l’esplosione della crisi globale. Cinque anni fa detenevano una ricchezza netta pari a 1.300 miliardi di dollari. Oggi contano su 1.900 miliardi di dollari. Un aumento di 600 miliardi di dollari, il 50% in termini nominali. Oxfam segnala inoltre una lotta tra i ricchi, visto che il loro numero è diminuito dai 388 del 2010 agli attuali 92 che detengono il volume equivalente alla ricchezza della metà più povera della popolazione mondiale. Tre miliardi e mezzo di persone si dividono dunque il totale della ricchezza posseduta da queste persone.Nell’élite elencata da “Forbes” c’erano 1645 miliardari nel 2014. Il 30% (492 persone) sono cittadini statunitensi, oligarchi russi, nuovi ricchi cinesi, finanzieri come George Soros e i principi sauditi. Più di un terzo di queste persone ha ereditato, e non prodotto, la ricchezza che detiene, segno che il capitale di produce verso l’alto e non allarga la base della piramide. Il 20% di questi ricchi ha interessi nei settori finanziario o assicurativo dove la ricchezza è aumentata da 1.010 miliardi di dollari a 1.160 miliardi in un solo anno. Nel frattempo sono cresciuti i miliardari che operano nel settore farmaceutico e sanitario.Lo strumento principale per ottenere tale risultato è il lobbismo, una modalità alla quale la finanza e le imprese ricorrono per ottenere benefici dalla politica e dagli Stati. Nel 2013, solo negli Usa, il settore finanziario ha speso oltre 400 milioni di dollari per fare lobby. Nell’Unione Europea la stima è di 150 milioni di dollari. Nel vecchio continente, tra il 2013 e il 2014, i super-ricchi sono aumentati da 31 a 39 con una ricchezza pari a 128 miliardi. Un’élite di oligarchi globali contro un mondo di working poors e poverissimi. Sono dati che smentiscono, una volta in più, la pseudo-teoria neoliberista del “trickle-down” (lo “sgocciolamento”). La ricchezza di pochi non traina lo sviluppo capitalistico né la redistribuzione delle ricchezze. Anzi, aumenta le diseguaglianze. Sono sette le proposte di Oxfam per invertire questa tendenza: contrasto all’elusione fiscale, investimenti in salute e istruzione pubblica e gratuita; redistribuzione equa del peso fiscale; introduzione del salario minimo e di salari dignitosi per tutti; parità di retribuzione, reti di protezione sociale per i poveri, lotta globale contro la diseguaglianza.
    Roberto Ciccarelli, “La lotta di classe dell’1% ha vinto, ed è insaziabile”
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  8. a dottrina del trickle-down esprime l’idea per cui la ricchezza di pochi finirà con ricadere vantaggiosamente sull’intera collettività, compresi i ceti meno abbienti. Risale agli anni di Reagan, e si sviluppa coerentemente all’interno di quell’ideologia che vede nel libero mercato la migliore e unica forma di interazione economico-sociale, attribuendogli taumaturgiche virtù auto-regolanti in un contesto di perfetta concorrenza, privo di asimmetrie informative, e dove la funzione dello Stato – detentore del potere coercitivo – dev’essere strettamente limitata a garantirne le condizioni ottimali di sviluppo. Il neoliberismo, all’epoca di Reagan, aveva già iniziato quel percorso che lo avrebbe portato, nel giro di qualche anno, a essere l’ideologia di riferimento della globalizzazione: fin dagli anni Settanta i Chicago-boys di Friedman avevano potuto farsi le ossa e testare la bontà della shock-economy presso le dittature sudamericane; Fmi e Banca Mondiale si stavano orientando decisamente verso quelle direttive di politica economica che in seguito sarebbero state formalizzate sotto il nome di “Washington consensus”.In una dichiarazione resa alla stampa, Sir Max Greedy (Presidente del “Club dell’1%” costituito dai più grandi super-ricchi) ha espresso la propria delusione per le risultanze della relazione “OXFAM” , affermando:
    « Non sono soddisfatto. Mi spego.
    Se è vero che 85 di noi posseggono complessivamente una ricchezza pari a quella posseduta da 3,5 miliardi di abitanti dei Paesi più poveri del pianeta, è altrettanto vero che tale ricchezza corrisponde ad asset pari a soli 110 miliardi di dollari.Non è molto.
    Oggi riunirò i Soci al “Davidoff Cigar Lounge” di Davos per decidere il da farsi…il nostro obiettivo sarà quello di possedere entro il 2025 anche l’altra metà della ricchezza della terra…
    Ce la possiamo fare… in fondo controlliamo le banche centrali e i governi, compriamo i politici, formuliamo le leggi a nostro favore ed abbiamo il supporto delle multinazionali…
    E poi il QE lanciato ieri da Mario Draghi ci consentirà di poter disporre della liquidità necessaria…»

    Il piano: rovinarci, ma non al punto da provocare rivolte
    La recente crisi di governo in Francia, con il “licenziamento” dei ministri anti-austerità e la loro sostituzione con solerti funzionari della politica economica ferocemente antipopolare che vede tutti i governi europei, di destra come di “sinistra”, impegnati a massacrare livelli di occupazione e di reddito e qualità della vita dei propri cittadini, ha scatenato l’entusiasmo dei media italiani Ecco perché l’obiettivo di controllare l’inflazione (e quindi i prezzi di beni e servizi) prevale sull’obiettivo di preservare i livelli di occupazione (e quindi i livelli retributivi). La spiegazione può apparire bizzarra, ove si consideri che consumatori e lavoratori sono sostanzialmente le stesse persone, per cui la tesi adombra una sorta di schizofrenia acquisita dei cittadini-elettori, Tyler Cowen, il quale, nel saggio “Average is Over”, descrive con crudo cinismo un processo destinato a generare in breve tempo una società oligarchica. Il mercato del lavoro, sostiene Cowen, è destinato a subire, a causa della rivoluzione tecnologica in corso, un’irreversibile trasformazione che produrrà tre distinti strati sociali: una minoranza vincente attorno al 10% – che otterrà redditi e qualità della vita sempre più elevati – e una massa di perdenti che si divideranno fra una classe media impoverita e una massa di esclusi ancora più miserabili. Per evitare che scoppi una rivoluzione, argomenta Cowen, occorre un nuovo contratto sociale: bisogna cioè garantire agli esclusi beni e servizi (in primo luogo abitazioni) a basso costo, privarli dei vecchi servizi sociali ma lasciare loro in tasca abbastanza soldi perché non si ribellino
    Carlo Formenti, “Verso una società oligarchica”
    http://www.libreidee.org/2014/09/il-piano-rovinarci-ma-non-al-punto-da-provocare-rivolte/
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  9. Guido Rossi: conta solo il denaro, la democrazia è finita
    Plutocrazia, tutto il potere all’élite dei più ricchi. Se ormai conta solo il denaro – ed è quello a decidere chi sale e chi scende, chi vince e chi perde – possiamo dire addio alla politica, alla giustizia e alla stessa democrazia dei diritti. La corruzione dilagante? E’ solo una naturale conseguenza, in un mondo degradato dallo strapotere del denaro, immense ricchezze nelle mani di pochi oligarchi. Ne è convinto Guido Rossi, economista italiano e storico “controllore” della Consob, l’agenzia di vigilanza borsistica. La corruzione dilagante, che ha ormai «permeato tutta la vita politicaci condiziona dagli anni ‘80», da quando cioè i mercati sono diventati «il valore di riferimento», e il denaro «la misura di tutte le cose». Tutto è denaro, quindi ogni bene pubblico è privatizzabile. Con tanti saluti allo Stato di diritto.E se così è, perché non dovrebbe essere, allo stesso scopo, privatizzato anche ogni ufficio pubblico?». Questo sistema, continua Rossi, ha creato due conseguenze parallele: «Le ineguaglianze,e naturalmente «la corruzione, sia nel settore pubblico sia in quello privato». Un panorama impressionante in tutti i paesi: dalla Germania di Helmut Kohl, indiscusso cancelliere per 16 anni, che ricevette due milioni di marchi tedeschi in fondi neri, «rifiutandosi di rivelare il nome dei donatori per timore che emergessero i favori che avevano ricevuto in cambio», alla Francia di un altro super-potente, il presidente Jacques Chirac, in sella per 12 anni, che a fine mandato (cessata l’immunità) fu accusato di abuso d’ufficio, peculato e conflitto di interessi. Clamoroso, ancora in Germania, il governo del socialdemocratico Gerhard Schröder, che garantì un prestito da un milione di euro a Gazprom per creare una pipeline nel Baltico, «poche settimane prima che lo stesso cancelliere, terminato il mandato, diventasse consulente di Gazprom a un compenso molto maggiore«Le diseguaglianze dovute all’abnorme concentrazione in poche mani della ricchezza e le varie forme di corruzione sono indissolubilmente legate», sottolinea Guido Rossi, e costituiscono «la conseguenza principale e più grave dell’intreccio ormai inevitabile fra politica ed economia».Lawrence Lessig spiega che la “gift economy” americana prevede uno scambio corruttivo fatto di «favori e rapporti», innescando un conflitto istituzionale che minaccia la democrazia americana, secondo il grande filosofo Ronald Dworkin. Nel 2010 e poi il 2 aprile 2014, infatti, la Corte Suprema ha riconosciuto il diritto costituzionale di «finanziare candidati e campagne elettorali senza limiti alle somme di denaro profuse».Di conseguenza, secondo Lessig, il denaro «è diventato il problema della politica americana e la radice di ogni altro male, che avvelena la fiducia del cittadino nel governo e nella democrazia, divenuta una sorta di sciarada». Così, osserva Rossi, emerge «un virus distruttivo delle democrazie, che induce i tre poteri dello Stato a confrontarsi fra loro nel tentativo di combattere senza successo la corruzione pubblicaIn questo modo, «la repressione della corruzione delle grandi società viene definita al di fuori delle autorità giurisdizionali, attraverso una collaborazione interna e un’autodichiarazione di colpevolezza da parte delle società che, pur di evitare la giustizia penale, pericolosa sotto ogni aspetto, anche quello reputazionale, preferiscono dichiararsi colpevoli e collaborare utilizzando complessi sistemi di indagini interne». Si chiamano “accordi di giustizia”, e sono semplici trattative. Senza più una vera giustizia, la corruzione pubblica e privata incoraggiata dalla deregulation continua a dilagare, senza freni
    http://www.libreidee.org/2014/07/guido-rossi-conta-solo-il-denaro-la-democrazia-e-finita/
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  10. Settis: rottamare la democrazia, è la riforma di Renzi
    Rottamare la democrazia? No, grazie. Anche quella sarebbe una “riforma”, certo. Ma ne faremmo volentieri a meno. Così la pensa Salvatore Settis, già direttore della Normale di Pisa. «La riforma di Renzi – dice – è contraria alle regole più elementari della democrazia». Quindi, innanzitutto, occorre fermare la «svolta autoritaria» del governo, perché il progetto di riforma costituzionale tanto voluto dal premier è «affrettato, disordinato e assolutamente eccessivo». Tanto per cominciare, «non si può accettare che a incidere così profondamente sulla Carta sia un Parlamento di nominati e non di eletti, con un presidente del Consiglio nominato e non eletto». Questo Parlamento «non può fare una riforma di questa portata, né tantomeno anteporla alla riforma elettorale, che è la vera urgenza».pensa ad esempio al famoso rapporto della Jp Morgan del 2013, Via la “vecchia” Costituzione antifascista, che difende i lavoratori. Pressioni esterne sul governo Renzi? «Di certo – sottolinea Settis – c’è una vulgata neoliberista secondo la quale il mercato è tutto, l’eguaglianza è poco significativa e la libertà è quella dei mercati, non delle persone.che ceda il Pd, che dovrebbe rappresentare la sinistra italiana, è incredibile. E porterà a un’ulteriore degrado del partito, e dunque a una nuova emorragia di votanti». Secondo Settis, «La sinistra sta proprio perdendo la sua anima: si sta consegnando a un neoliberismo sfrenato, presentato come se fosse l’unica teoria economica possibile, l’unica interpretazione possibile del mondo».dice Settis. «Dovrebbe prima spiegarci qual è il suo traguardo e poi come vuole arrivarci. Non basta solo la parola “riforma”, che può contenere tutto. Anche abolire la democrazia sarebbe una riforma». Quello che cerca Renzi, continua Settis, «è l’effetto annuncio, il titolone sui giornali: “Renzi rottama il Senato”. Lui punta a una democrazia spot, a una democrazia degli slogan. Se il premier sostiene che la Camera alta non è più elettiva, ma doppiamente nominata, allora significa che ha veramente perso il senso di che cosa voglia dire “democrazia”».
    http://www.libreidee.org/2014/04/settis-rottamare-la-democrazia-e-la-riforma-di-renzi/
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  11. Baranes: la finanza sta sabotando l’economia dell’umanità
    Se stai facendo una riparazione domestica e ti si rompe il cacciavite che fai, cambi casa o cambi cacciavite? «Per compiacere i mercati abbiamo cambiato la nostra Costituzione, inserendovi il pareggio di bilancio. Il cacciavite non funzionava. Abbiamo cambiato casa». Secondo Andrea Baranes, la finanza «ci ha caricato sulle spalle un insostenibile fardello fatto di disoccupazione, precarietà, perdita di diritti» e «ci ha gettato nel fango di una recessione globale». E ora «lo stesso sistema finanziario ci dice che con questo fardello e in questo fango dobbiamo metterci a correre, perché altrimenti si arrabbia e ci toglie la fiducia». E’ una macchina mostruosa, che sfugge a ogni controllo: «Il totale di beni e i servizi importati ed esportati nel mondo ammonta a 20.000 miliardi di dollari all’anno. Le transazioni tra valute hanno superato i 5.000 miliardi di dollari al giorno: circola più denaro in soli 4 giorni sui mercati finanziari che in un intero anno nell’economia reale». In realtà, «la finanza ha dimensioni decine di volte superiori all’economia di cui dovrebbe essere al servizio». Si sospetta che la quasi totalità delle operazioni finanziarie sia pura speculazione: «Nessun rapporto con l’economia reale, ma unicamente soldi che inseguono soldi per fare altri soldi». La seconda possibilità, ancora peggiore, è che «la finanza lavori con un’efficienza intorno al 1%». Non si tratta solo di risorse economiche, ma anche di risorse umane.I migliori studenti di economia, matematica, informatica e statistica sono attratti dagli alti stipendi verso i centri finanziari, James Tobin«per creare prodotti sempre più complessi, incomprensibili e rischiosi».Avvertiva il Premio Nobel James Tobin già negli anni ‘80: «Stiamo gettando sempre più risorse, inclusa la crema della nostra gioventù, dentro attività finanziarie lontane dalla produzione di beni e servizi, attività che generano alte remunerazioni private, sproporzionate rispetto alla loro produttività sociale». Il sistema finanziario, dice Baranes, ha «moltiplicato i rischi» in modo esplosivo, sabotando l’economia, «all’esasperata ricerca del massimo profitto nel minor tempo possibile». La finanza? «Dovrebbe essere il mercato dei soldi, per fare incontrare chi ha un risparmio da investire con chi ne ha bisogno per le proprie attività». Oggi, invece, «abbiamo da un lato una montagna di denaro alla disperata ricerca di sbocchi di investimento, e dall’altro una montagna altrettanto alta di bisogni che non sono soddisfatti». Nonostante il vortice di trilioni in costante movimento, è praticamente impossibile ottenere un mutuo: piccole imprese e artigiani sono strangolati dalla mancanza di accesso al credito. La finanza non risolve problemi, crea solo disastri. Salvo poi tentare di incolpare il sistema pubblico: scuola, sanità e acqua potabile da privatizzare, facendo vincere il profitto. Se parliamo di bisogni essenziali dell’umanità, la finanza «ha dimostrato un’assoluta incapacità di operare nell’interesse generale».
    http://www.libreidee.org/2014/04/baranes-la-finanza-sta-sabotando-leconomia-dellumanita/
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  12. Navarro: crisi finita, se la Bce finanziasse gli Stati
    Da almeno trent’anni, il nostro potere d’acquisto è in caduta libera, mentre le ricchezze finanziarie sono aumentate in modo esplosivo. Per metter fine alla crisi, ovvero alla Grande Recessione, basterebbe invertire semplicemente la rotta: aumentare i redditi da lavoro e tagliare le unghie alla finanza. Nel solo modo possibile: restituendo sovranità finanziaria agli Stati. Lo sostiene l’economista Vicenc Navarro, docente dell’università Upf “Johns Hopkins” di Baltimora, analizzando le cause della depressione economica. Certo, la deregulation ha creato uno sviluppo “mostruoso” del capitale finanziario, non puù legato alla produzione. Ma chi l’ha voluto? Semplice: gli stessi super-poteri che, dagli anni ‘80, hanno costantemente colpito i lavoratori, tagliando i salari. Di qui la «enorme crescita delle disuguaglianze di reddito» negli Stati dell’Ocse, «il club dei paesi più ricchi del mondo»Sintetizza Navarro: «Quando la gente non ha soldi, li chiede in prestito. E questo spiega la crescita del sistema bancario». Il super-indebitamento delle famiglie e delle piccole e medie «si deve precisamente alla diminuzione dei redditi da lavoro». Attenzione: «Sin dagli anni ‘80, c’è un’opposta relazione tra la diminuzione dei redditi da lavoro di un paese e la crescita del sistema bancario». Più calano i primi, più cresce il secondo Dove crolla la domanda, esplode la recessione. Il credito bancario può sopperire alla diminuzione dei redditi da lavoro e sostenere la domanda di consumi, ma fino a un certo punto. Perché poi, se l’economia si inceppa, chi ha molto denaro cessa di investire nell’economia produttiva e ripiega «in aree Michal Kaleckidove il rendimento è maggiore, come nelle attività speculative. Aggiunge Navarro: «L’enorme concentrazione della ricchezza ha creato la Grande Recessione, così come prima, agli inizi del secolo XX, creó la Grande Depressione». La soluzione? Tecnicamente semplice: «Ribaltare le politiche pubbliche che si sono andate sviluppando, in maggior parte dal 1980 ad oggi, cambiando il segno di questi interventi, favorendo i redditi da lavoro al posto dei redditi da capitale». Aumentare salari, occupazione e impiego, e sfavorire le rendite finanziarie, a cominciare da quelle del settore bancario: «Non ha senso che il sistema bancario privato ottenga prestiti a tassi molto bassi dalla Bce, affinché dopo le banche private possano prestare questo denaro con interessi molto alti alle autorità pubbliche, come lo Stato, o alle imprese». Molto meglio se la Bce prestasse gli euro direttamente agli Stati, incaricati di finanziare famiglie e imprese.
    http://www.libreidee.org/2014/03/navarro-crisi-finita-se-la-bce-finanziasse-gli-stati/
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  13. Nell’orgia di retorica seguita alla scomunica dei mafiosi, del tutto priva di significato nella sua genericità, è passata inosservata una frase di Papa Bergoglio: «Chi non adora Dio di conseguenza adora il Male». Frase di una gravità inaudita che non può essere «voce dal sen fuggita» perché detta da uno che sa, o dovrebbe sapere, quel che dice. Io non adoro Dio, semplicemente non credo alla sua esistenza. Ma se mai ci credessi penserei che è un sadico perché ha creato l’uomo, l’unico essere vivente ad avere una lucida consapevolezza della propria fine. Un essere tragico. «La sola scusante di Dio è di non esistere» ha scritto Baudelaire. Ed è la cosa più misericordiosa che si possa dire nei confronti di questo Soggetto. A me questi adoratori di Dio, soprattutto del Dio monoteista, sia esso ebreo, cristiano o musulmano, cominciano a stare profondamente sulle palle. Dimenticano con troppa disinvoltura le infamie di cui si sono coperti.
    Gli ebrei con la pretesa di essere “il popolo eletto da Dio” hanno fondato quel razzismo di cui in seguito diverranno tragicamente vittime. Ma almeno non hanno mai avuto mire espansive. In quanto agli altri due “adoratori del Dio unico” hanno distrutto, al seguito dei propri eserciti, intere popolazioni e culture, più miti, da quelle dell’America precolombiana a quelle dell’Africa centrale. Prima che, nel 1789, entrasse in campo un’altro Dio, questa volta laico, anzi una Dea, la Dea Ragione, le guerre di religione sono state le più spietate. Il Medioevo europeo era cristiano, ma essendo la grande maggioranza della popolazione contadina, oserei dire che, nella gente comune, era un cristianesimo che tendeva al pagano, all’animismo, un po’ come per le popolazioni dell’Africa nera. Le guerre le facevano i professionisti, i cavalieri. Ma furono guerre ridicole.
    A parte casi limite, come la battaglia di Anghiari (1440), resa famosa da un abbozzo di Leonardo, dove su undicimila combattenti si sarebbe avuto, a detta di Machiavelli, un solo morto (le stime, più attendibili, di Flavio Biondo parlano di sessanta caduti) o come quella di Bremule (1119) dove i morti furono tre o come quella guerra che, a leggere le cronache, «imperversò un anno in Fiandra» dopo l’assassinio di Carlo il Buono (1127), ma in cui caddero sette cavalieri dei quali uno solo in combattimento, è assodato che il bilancio di quasi tutti i conflitti medioevali si riduce a poche centinaia di morti. C’è però un’eccezione, il 1500, il “secolo di ferro” caratterizzato dalle guerre di religione. Nella sola “notte di San Bartolomeo” (1572) furono uccisi 20 mila ugonotti. E ce ne vuole di ferocia per fare un tale massacro all’arma bianca. Ma è solo un esempio, fra i tanti.
    Adesso ci sono guerre, mezzo di religione e mezzo di potere, fra sunniti e sciiti in Iraq, causate dall’intervento militare del 2003 dei pii protestanti americani («Dio protegga l’America», e perché non il Burkina Faso?) e guerre di religione in Nigeria fra gli estremisti islamici di Boko Aram e altri islamici il cui obbiettivo finale è però l’Occidente (Boko Aram significa letteralmente «L’educazione occidentale è peccato»). In queste guerre ci vanno spesso di mezzo anche i cristiani. La cosa non mi commuove. Non dovevano andare, loro o i loro predecessori, animati da spirito missionario, dallo spirito del Bene, in luoghi che non li riguardavano affatto. Io temo il Bene perché, rovesciando la famosa frase di Ghoete, «operando eternamente per il Bene realizza eternamente il Male». Preferisco il Male che si presenta come tale. Io sto col Male.
    (Massimo Fini, “Io sto col Male”, da “Il Fatto Quotidiano” del 26 giugno 2014, ripreso da “Come Don Chisciotte”)
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  14. http://www.libreidee.org/2014/04/auge-noi-lumanita-contro-lutopia-nera-delloligarchia/
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    http://www.libreidee.org/2014/03/rottamano-la-costituzione-perche-hanno-paura-di-noi/
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    http://www.libreidee.org/2013/06/gawronski-stampare-denaro-o-litalia-sara-rasa-al-suolo/
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    http://www.libreidee.org/2013/12/litalia-ha-perso-la-guerra-la-ricostruzione-non-ci-sara/
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    http://www.libreidee.org/2014/03/la-non-europa-lascia-lucraina-in-pasto-a-usa-e-russia/
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  15. http://www.libreidee.org/2013/05/il-sapere-ci-puo-salvare-per-questo-tagliano-la-cultura/
    http://www.libreidee.org/2013/09/la-finanza-parassitaria-il-cancro-che-uccide-il-lavoro/
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    http://www.libreidee.org/2014/07/temo-una-rivolta-perche-guadagno-mille-volte-piu-di-voi/
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    http://www.libreidee.org/2014/06/tisa-accordo-segreto-privatizzare-anche-scuola-e-sanita/
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    http://www.libreidee.org/2014/08/la-nostra-economia-difettosa-e-progettata-solo-per-i-ricchi/
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    http://www.libreidee.org/2014/06/ma-renzi-non-piace-agli-usa-quanto-resistera-al-governo/
    http://www.libreidee.org/2014/05/scarpinato-la-crisi-aumenta-il-potere-del-sistema-mafia/
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